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mercoledì 29 giugno 2016

Film 1169 - Calendar Girls

Sull'onda della scoperta e riscoperta di certi titoli più o meno famosi, ma che avevo sempre voluto riprendere, dopo "California Suite" non ho perso tempo e mi sono buttato su questa commedia. Santa domenica!

Film 1169: "Calendar Girls" (2003) di Nigel Cole
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Prima che il calendario sexy andasse di moda, delle signore inglesi di una certà hanno sfruttato un'idea irriverente quanto innovativa per raccogliere un po' di soldi per una semplice e nobile causa: comprare un divano per la sala d'aspetto dell'ospedale locale, dove i parenti di pazienti con la leucemia rimangono in attesa dei propri cari. Il pretesto è chiaro, la strada per raggiungere lo scopo inusuale.
Le signore in questione - che esistono davvero, sia chiaro! - fanno tutte parte di un'associazione ultra conservatrice, la Women's Institutes, che farà non poche bizze, nonostante l'adesione in massa delle donne, spinte da molteplici motivazioni personali: la voglia di aiutare tanto quanto quella di ribellarsi, una sorta di cameratismo al femminile, la ricerca di riscatto. Inutile dire che il successo sarà immediato.
"Calendar Girls" quindi mescola gli spunti della cronaca con i piaceri di un voyerismo tanto soft quanto gustoso, preparando il pubblico al momento degli scatti in déshabillé con una costruzione narrativa molto ben architettata che fa seguire, al piacere della confessione dell'intento scabroso, la simpatica gratifica di un nudo casalingo che è tanto improbabile sulla carta quanto riuscito nei fatti. Ma - e qui sta il bello del film -, la storia non si arrende dopo aver mostrato il "fattaccio", continuando l'avventura delle simpatiche signore addirittura oltreoceano. Insomma, una storia che non si risparmia e, anzi, non manca di affrontare scenari solitamente estranei alla classica confezione british della commedia più o meno contemporanea (vedi "L'erba di Grace", "Bara con vista", "Funeral Party" o "La famiglia omicidi").
Dunque "Calendar Girls" non sbaglia e - soprattutto grazie a un grande cast (capitanato da Helen Mirren e Julie Walters) - porta a casa un risultato finale simpatico, ben bilanciato da momenti più seri, divertente grazie all'allegria delle protagoniste e, non è poco, in grado di lasciare ampiamente il segno nella mente dello spettatore.
Ps. Candidato al Golden Globe per la Miglior attrice - Commedia o musical (Helen Mirren).
Cast: Helen Mirren, Julie Walters, Linda Bassett, Annette Crosbie, Celia Imrie, Penelope Wilton, Geraldine James, Philip Glenister, Ciarán Hinds, John Alderton, Patton Oswalt.
Box Office: $96.5 milioni
Consigli: Simpatica pellicola che da risalto ad una storia vera degna di essere raccontata, sia per la sua peculiarità, sia per l'intento assolutamente nobile. Diversamente da quanto l'età media delle protagoniste potrebbe far pensare, una storia dinamica con non pochi colpi di scena. Chiaramente di stampo buonista, ma visto il risultato si può chiudere un'occhio. Perfetto disimpegno.
Parola chiave: Nudità.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 27 febbraio 2015

Film 883 - Kinky Boots - Decisamente diversi

Ero sempre rimasto con la curiosità di vederlo, attratto soprattutto dalla locandina. Non c'era mai stata occasione in precedenza, né mi era mai saltato in mente di cercarne una copia. E' solo grazie alla programmazione di Sky Go se ho scoperto...

Film 883: "Kinky Boots - Decisamente diversi" (2005) di Julian Jarrold
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Una delle più belle sorprese dell'ultimo periodo, recuperare "Kinky Boots" è stata veramente un'ottima idea.
Classica commedia in stile british, la storia parte da due momenti padre-figlio molto diversi: alla rinomata fabbrica di scarpe "Price & Sons" il papà spiega pregi e valori che stanno alla base della produzione industriale al proprio ragazzo mentre, in contrapposizione, su un molo qualunque assistiamo alla scena di un bambino danzante e felice grazie alle scarpe col tacco che ha appena indossato, prima di essere ammonito da un padre che si vergogna di lui. Due situazioni diversissime, due mondi agli antipodi destinati, molti anni dopo, ad incrociarsi.
I due ragazzini, infatti, sono i protagonisti inaspettati del bel racconto cui assistiamo qui, una vicenda che mette alla berlina un pregiudizio tutt'oggi difficile da dissipare giocando bene gli elementi a proprio favore e riuscendo non solo a sdrammatizzare sulla paura per l'alterità, ma anche a dipingere un quadro molto contemporaneo della società. Incombe la crisi e scarpe fatte per durare anni difficilmente sono un un prodotto che porta costante profitto: il rischio della chiusura è concreto, i licenziamenti numerosi, la mancanza di un piano alternativo evidente. Sarà grazie al consiglio di Lauren/Sarah-Jane Potts che il timido e insicuro Charlie/Joel Edgerton coglierà la palla al balzo e deciderà di puntare tutto sulla drag queen Lola, uno strepitoso Chiwetel Ejiofor en travesti. La produzione di classiche scarpe da uomo quindi verrà rimpiazzata da ben più esuberanti calzature, sempre da uomo, ma pensate appositamente per coloro che praticano il travestitismo. Inutile dire che gli operai della fabbrica saranno non poco sorpresi e per il nuovo prodotto e per la nuova figura chiave all'interno dell'azienda, colei che le scarpe le idea: Lola.
Ma cambiare la merce per tentare di conquistare un mercato di nicchia quasi inesplorato non è l'unico obiettivo di Charlie, che si metterà in testa di partecipare alla fiera della calzatura di Milano dove dare risalto alla sua innovativa idea commerciale.
Riassunto dei fatti a parte, rimane molto altro di "Kinky Boots", un'anima spiritosa e irriverente che prende piede man mano che la narrazione evolve, man mano che l'amicizia tra i due protagonisti si rinsalda, man mano che ognuno dei due trova la sua strada grazie alla collaborazione con l'altro. E' un bel modo di parlare di diversità, c'è il piglio giusto che permette di affrontare la questione - anche delicata, se poi consideriamo che il film ha già 10 anni... - in maniera giocosa, senza dimenticare però quali sono le questioni importanti da mettere a fuoco: ciò che non si capisce o conosce non è necessariamente il male assoluto; dare una chance può avere valore sia per chi la riceve che per chi la concede; si può nobilitare anche la realtà più apparentemente scabrosa se ci ricordiamo di considerare che dietro a tutto ci sono comunque persone.
Ora, dopo tutto questo zuccherificio edificante, torno un attimo sulla terra. E' chiaro che questa pellicola sia una favola, la rappresentazione di un mondo che, specialmente nel finale, si discosta tantissimo da una visione plausibile degli eventi. Fatta la doverosa precisazione, mi sento comunque di aggiungere che senza storie come questa, senza prodotti commerciali di questa matrice, molti step sarebbero ancora da compiere nel panorama dei diritti della persona, della comunità LGBT, della sdrammatizzazione della questione dell'alterità. E' quindi giusto, secondo me, trattare anche con leggerezza, mettere in commedia seguendo i toni eccentrici e sopra le righe del soggetto di questa favola il racconto se questo riesce a far avvicinare quanta più gente possibile all'argomento.
A me è sembrato che "Kinky Boots - Decisamente diversi" riesca nell'intento di incuriosire senza "spaventare", divertire senza appesantire e che, anche solo alla luce di questo fatto, sia un'operazione riuscita. E, affatto secondario, è davvero un film piacevole.
Ps. Prima che il mondo si accorgesse della sua esistenza l'anno scorso con "12 anni schiavo", i Golden Globe avevano già riconosciuto a Chiwetel Ejiofor ben 3 nomination, di cui due nel 2007, anno della sua candidatura per questo film.
Box Office: $9,950,133
Consigli: Divertente, colorato, chiassoso e capace di sfoggiare un'idea vincente. Niente male per un'unico prodotto cinematografico.
"Kinky Boots" si dimostra rapidamente adatto al suo compito di intrattenimento leggero e spensierato, riuscendo comunque a non soffocare le numerose questioni in ballo in una storia che, solo per cominciare, chiama in causa travestitismo, accettazione di se stessi, confronto di realtà agli antipodi. E' una favola, tutto andrà per il meglio, il che rende questa pellicola perfetta praticamente per ogni occasione di svago. Senza pregiudizi, da vedere.
Parola chiave: Stivali.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi