Quinto ed ultimo film ad alta quota!
Film 706: "Notting Hill" (1999) di Roger Michell
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non lo ricordavo quasi per niente, ma ricordavo perfettamente di non essermi mai particolarmente innamorato di questa pellicola, uno degli esempi più iconici di quel genere che potremmo definire "romantico".
Ci sono tutti gli elementi al posto giusto per permettere di sognare ad occhi aperti a chiunque desideri trovare un lieto fine dopo numerose avversità, chiunque ricerchi il vero amore e lo persegua come scopo di vita o chiunque ritenga che per dimostrarsi amore ci sia bisogno di un'infinità di discorsi col cuore in mano e decisamente carichi di parole ricchissime di significato (amoroso). Questo è - o, per meglio dire, come lo vedo io - "Notting Hill".
Non che mi sia dispiaciuto, anzi in aereo mi è stato davvero di grande aiuto per affrontare l'ultima parte del viaggio tra l'alba e una colazione plasticosa, però non posso proprio dire che abbia ritrovato interesse per questo prodotto cinematografico. Hugh Grant qui è ai suoi massimi livelli di stropicciamenti emotivi e zerbinaggio servile nei confronti di una Julia Roberts che definire antipatica è farle un complimento al pari di definirla bellissima. Avrebbero dovuto licenziare chi ha curato i costumi del film perché è tutto un totale disastro. E ok che erano gli anni '90, ma c'è un limite a tutto.
Coppia protagonista a parte, la cosa che ho trovato più fastidiosa in assoluto è la necessità che tutto si sistemi per forza, ovvero che tutti ottengano o quello che meritano o la punizione che spetta loro. Quest'ordine cosmico tra l'happy ending e il karma per dilettanti è quanto di peggio, a mio avviso, ha prodotto la commedia romantica di un paio di decenni fa, finendo per semplificare talmente tanto le cose dal renderle totalmente irreali. Ma, naturalmente, è il prezzo da pagare quando ci si approccia a questo tipo di prodotto commerciale, quindi non posso dire non fossi preparato.
Ho apprezzato, invece, la sempre magica cornice londinese, lo spunto - che approfondito in maniera matura sarebbe stato di gran lunga più interessante di come reso qui - di contrapporre una famosa attrice a un uomo comune e di vedere cosa ne veniva fuori e, neanche a dirlo, il fantastico Rhys Ifans, spalla capace di rubare la scena ad entrambi i protagonisti ogni volta che è in scena.
In linea generale, comunque, credo si possa dire che "Notting Hill" è l'esempio più classico che possa venire in mente quando si pensa alla rappresentazione superficiale dell'amore al cinema nei tempi moderni. Come dicevo c'è tutto quello che serve perché il mix di ingredienti funzioni a creare il giusto equilibrio di amore, cuori spezzati, pseudo approfondimenti antropologici dei personaggi, grandi citazioni e, lo voglio ribadire ancora, una rappresentazione dei sentimenti che passa soprattutto attraverso dialoghi carichissimi di significati. Una profusione sentimentale in parole che cola letteralmente dalle labbra e di William e di Anna una volta che il loro amore è sbocciato. Una formula che evidentemente fa centro se si considera che alcuni dei dialoghi di questa pellicola sono diventati molto più che famosi, addirittura cult.
Box Office: $363,889,700
Consigli: 3 nomination ai Golden Globes e un incasso all'epoca stratosferico conferiscono a questa pellicola il potere curioso di attirare l'attenzione nei confronti di un prodotto che, alternativamente, parrebbe oggi non avere niente di personale da raccontare. L'errore, però, è proprio voler vedere con l'occhio di oggi un film che porta sulle spalle 15 anni di onorata carriera romantica, che sicuramente ha fatto sognare milioni di cuori infranti e non e che è diventato simbolo di un'accezione dell'amore che - seppur non condivisibile da chiunque - è certamente importante considerare più che altro per il fenomeno che questo film è stato. E' ancora oggi un prodotto legato all'immaginario collettivo popolare e la storia d'amore tra William e Anna è assolutamente una delle più conosciute in assoluto. Vale la pena, allora, ricordarsi almeno perché "Notting Hill" abbia avuto così tanto successo o sia riuscito così bene ad infiltrarsi in quella che tanto ci piace chiamare "cultura popolare". Si può rimanere affascinati o non apprezzarlo affatto, ma un fenomeno, come tutti i fenomeni del resto, non può essere ignorato. Va almeno studiato.
Parola chiave: Fama.
Trailer
Bengi
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sabato 3 maggio 2014
Film 706 - Notting Hill
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mercoledì 25 dicembre 2013
Film 639 - Questione di tempo
La tagline del film dice qualcosa tipo: Dallo sceneggiatore di "Quattro matrimoni e un funerale", "Notting Hill" e "Love Actually - L'amore davvero". Sarà di buon auspicio?
Film 639: "Questione di tempo" (2013) di Richard Curtis
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Nessun dubbio già a pochi minuti dall'inizio: "Questione di tempo" è la pellicola romantica di fine anno. Non c'è altro da dire.
Zuccherosa, piacevole, divertente, scanzonata, delicata, triste quanto basta, giovane, fresca, fantasy e temporalmente instabile con un riguardo speciale per un indie style che prende fin da principio a pugni gli occhi dello spettatore (i look di Mary sono terrificanti). Insomma un mix di elementi felici e irresistibili, una scorrevolezza della trama che raramente si trova e una coppia di protagonisti bomba dall'alchimia facile e il sorriso contagioso.
Nonostante le incomprensioni temporali sul momento e i ripensamenti sulle incongruenze poi, devo dire che alla fine della fiera il fatto che effettivamente la trama spesso finisca per autosabotarsi rimangiando ciò che era stato detto prima riguardo ai viaggi nel tempo, questo non è poi troppo un problema. La storia è bella comunque a prescindere dalle falle sulle questioni scientifiche e funziona non tanto perché l'idea di base è intrigante (oddio, anche), ma perché l'insieme funziona. "About Time", infatti, vive dei suoi personaggi così ben caratterizzati, del profondo amore tra padre e figlio e tra quest'ultimo e la moglie, colpo di fulmine al buio da riconquistare un po' alla "50 volte il primo bacio", delle milioni di opzioni possibili che la pellicola esplora grazie al passepartout del ritorno al passato.
Passato che, insieme all'amore, è tema centrale di tutta la storia. Un po' culto dei ricordi, un po' abbraccio del destino, lo spettatore cresce assieme al protagonista Tim e, con lui, passa dall'ebbrezza di poter rivivere tutte le cose più belle della sua vita imparando ad ambientarcisi per davvero, a capire che ogni istante è più prezioso quando lo si vive una volta sola, appieno. E che, inevitabilmente, bisogna imparare a lasciare andare.
Bello, bello e delicato, a tratti commovente e a tratti un po' assurdo, ma nel complesso proprio una piacevole sorpresa come qualche tempo fa è stato "Noi siamo infinito". Piace soprattutto perché pare rappresentare la storia di una famiglia semplice, strana, ma molto unita anche senza bisogno di ricordarselo sempre e per forza ad alta voce. Piace perché ogni tanto credere nell'amore serio e forte è bello. E perché persone normali, dall'aspetto comune, posso essere altrettanto protagoniste di storie interessanti anche senza dover per forza avere il volto patinato di una star (che, di fatto, Rachel McAdams è).
Non è certo un capolavoro e finirà inesorabilmente per essere relegato al genere 'romance' per signore, ma posso assicurare che dare una chance a questo film vale la pena. Non amo troppo lo sdoganamento sentimentale e l'attaccamento famigliare, ma qui non mi è mai sembrato davvero pesante o stucchevole. C'è dove ci sta e funziona soprattutto grazie ad un cast capace di interpretare benissimo i personaggi della storia: Bill Nighy è un'ottima spalla e un rassicurante papà, la McAdams un'adorabile compagna e Domhnall Gleeson, la vera sorpresa del film, rivelazione assoluta, è capace di trasformarsi silenziosamente da ragazzino impacciato e spettinato a marito e padre adorabile.
Insomma, "Questione di tempo" funziona e conquista. Basta lasciarsi trasportare.
Ps. Ad oggi il film ha incassato $74,995,553 in tutto il mondo.
Consigli: Strano mix di generi, questa pellicola avvicina la commedia romantica classica ai viaggi nel tempo con partenza dagli armadi. Curioso, mai volgare, divertente e dalla realizzazione simil-indipendente, è in realtà un buon prodotto commerciale che, una volta tanto, esalta la semplicità e la tranquillità. Si cerca l'amore, l'amicizia e gli affetti nella famiglia. Una buona lezione genitoriale, qualche lacuna temporale e di stile, ma un risultato a sorpresa molto bello. Ci si lascia volentieri coinvolgere e il tempo passa che è una meraviglia.
Parola chiave: Viaggi indietro nel tempo.
Trailer
Bengi
Film 639: "Questione di tempo" (2013) di Richard Curtis
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Nessun dubbio già a pochi minuti dall'inizio: "Questione di tempo" è la pellicola romantica di fine anno. Non c'è altro da dire.
Zuccherosa, piacevole, divertente, scanzonata, delicata, triste quanto basta, giovane, fresca, fantasy e temporalmente instabile con un riguardo speciale per un indie style che prende fin da principio a pugni gli occhi dello spettatore (i look di Mary sono terrificanti). Insomma un mix di elementi felici e irresistibili, una scorrevolezza della trama che raramente si trova e una coppia di protagonisti bomba dall'alchimia facile e il sorriso contagioso.
Nonostante le incomprensioni temporali sul momento e i ripensamenti sulle incongruenze poi, devo dire che alla fine della fiera il fatto che effettivamente la trama spesso finisca per autosabotarsi rimangiando ciò che era stato detto prima riguardo ai viaggi nel tempo, questo non è poi troppo un problema. La storia è bella comunque a prescindere dalle falle sulle questioni scientifiche e funziona non tanto perché l'idea di base è intrigante (oddio, anche), ma perché l'insieme funziona. "About Time", infatti, vive dei suoi personaggi così ben caratterizzati, del profondo amore tra padre e figlio e tra quest'ultimo e la moglie, colpo di fulmine al buio da riconquistare un po' alla "50 volte il primo bacio", delle milioni di opzioni possibili che la pellicola esplora grazie al passepartout del ritorno al passato.
Passato che, insieme all'amore, è tema centrale di tutta la storia. Un po' culto dei ricordi, un po' abbraccio del destino, lo spettatore cresce assieme al protagonista Tim e, con lui, passa dall'ebbrezza di poter rivivere tutte le cose più belle della sua vita imparando ad ambientarcisi per davvero, a capire che ogni istante è più prezioso quando lo si vive una volta sola, appieno. E che, inevitabilmente, bisogna imparare a lasciare andare.
Bello, bello e delicato, a tratti commovente e a tratti un po' assurdo, ma nel complesso proprio una piacevole sorpresa come qualche tempo fa è stato "Noi siamo infinito". Piace soprattutto perché pare rappresentare la storia di una famiglia semplice, strana, ma molto unita anche senza bisogno di ricordarselo sempre e per forza ad alta voce. Piace perché ogni tanto credere nell'amore serio e forte è bello. E perché persone normali, dall'aspetto comune, posso essere altrettanto protagoniste di storie interessanti anche senza dover per forza avere il volto patinato di una star (che, di fatto, Rachel McAdams è).
Non è certo un capolavoro e finirà inesorabilmente per essere relegato al genere 'romance' per signore, ma posso assicurare che dare una chance a questo film vale la pena. Non amo troppo lo sdoganamento sentimentale e l'attaccamento famigliare, ma qui non mi è mai sembrato davvero pesante o stucchevole. C'è dove ci sta e funziona soprattutto grazie ad un cast capace di interpretare benissimo i personaggi della storia: Bill Nighy è un'ottima spalla e un rassicurante papà, la McAdams un'adorabile compagna e Domhnall Gleeson, la vera sorpresa del film, rivelazione assoluta, è capace di trasformarsi silenziosamente da ragazzino impacciato e spettinato a marito e padre adorabile.
Insomma, "Questione di tempo" funziona e conquista. Basta lasciarsi trasportare.
Ps. Ad oggi il film ha incassato $74,995,553 in tutto il mondo.
Consigli: Strano mix di generi, questa pellicola avvicina la commedia romantica classica ai viaggi nel tempo con partenza dagli armadi. Curioso, mai volgare, divertente e dalla realizzazione simil-indipendente, è in realtà un buon prodotto commerciale che, una volta tanto, esalta la semplicità e la tranquillità. Si cerca l'amore, l'amicizia e gli affetti nella famiglia. Una buona lezione genitoriale, qualche lacuna temporale e di stile, ma un risultato a sorpresa molto bello. Ci si lascia volentieri coinvolgere e il tempo passa che è una meraviglia.
Parola chiave: Viaggi indietro nel tempo.
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Bengi
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