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venerdì 21 febbraio 2014

Film 673 - Lo sconosciuto del lago

Weekend relax in compagnia del cinema francese parte 2.

Film 673: "Lo sconosciuto del lago" (2013) di Alain Guiraudie
Visto: dal computer di casa
Lingua: francese
Compagnia: Luigi
Pensieri: "L'inconnu du lac" è stata la rivelazione queer dell'ultimo festival di Cannes, con ovazioni e consensi entuasiasti da ogni fronte. La critica lo ha incoronato capolavoro contemporaneo del cinema e no, chiaramente, non potevo esimermi dal vederlo. Il mio scetticismo in questi casi è sempre compagno di visione, in quanto fatico a credere nei capolavori assoluti, soprattuto quando proclamati con tale osannazione e rapidità. Mi ha stranito, poi, un così grande successo considerati i due aspetti fondamentali di questa pellicola: parla di gay che si incontrano ad un lago per, di fatto, fare cruising e, per più della metà del tempo, i protagonisti sono nudi. E, diciamocelo fin da ora, se nel mondo cartoon piovevano polpette, qui piovono piselli.
In tutta onestà questo sconosciuto mi ha abbastanza annoiato. Non succede granché e quel poco che succede - tra erotismo e omicidi - era perfettamente riassumibile in qualcosa di veloce come una mezzora. Invece la pellicola dura 100 minuti, tra auto che parcheggiano, vento tra le fronde, dorati riflessi solari sull'acqua, qualche omicidio e tantissima ricerca di sesso. Che, alla lunga, è un po' fine a sé stessa.
Insomma, non mi aspettavo di rimanere folgorato da uno strabordante susseguirsi di eventi carismatici e narrativamente parlando pregni di significati metaoforici, però, ecco, questo film non mi ha esattamente sconvolto come le promesse di trailer e critici mi avrebbero fatto pensare. E' un prodotto estremamente di nicchia e di difficile incasellamento, che oscilla pericolosamente tra il soft-porno voyeristico e la crime-story perversa, con la parte debole innamorata della parte forte della coppia nonostante tutto (ovvero un ominicio visto commettere a inizio film).
In tutta onestà la sensazione che ho avuto è quella che si sia inserito l'omicidio solo come pretesto per portare avanti una storia altrimenti senza qualcosa da dire che non fosse stato legato all'immaginario erotico omosessuale. E, diciamocelo, non c'è niente che un porno - più o meno spinto - non possa raccontare altrettanto sufficientemente.
In ultima analisi, quindi, "Lo sconosciuto del lago" è un film che non è un film, ovvero racconta una realtà certo non familiare a tutti, eppure portata sullo schermo solo con intento provocatorio e non di denuncia: il nudo c'è non perché sia interessante (o si sia interessati) a capire il comportamento umano che spinge le persone ad imboscarsi, ma è solamente accessorio per la provocazione, poiché la trama tratta marginalmente l'aspetto del cercare 'refrigerio' tra le fresche frasche.
Quindi no, questa pellicola non mi ha convinto e, anzi, l'ho trovata un po' pesante alla lunga, proprio per questa sua natura incosnsistente e inconcludente (specialmente il finale). L'aspetto che invece ho trovato più interessante è l'amicizia tra Franck/Pierre Deladonchamps e Henri/Patrick d'Assumçao - che mi sarebbe piaciuto veder trattare anche fuori dal contesto lacustre, ma che invece è sacrificata in favore della love story tra il primo e lo sconosciuto baffuto Michel/Christophe Paou.
Ps. 8 candidature ai César 2014 tra cui Miglior film. A Cannes 2013 il film, in gara nella sezione "Un certain regard", ha vinto i premi la Queer Palm e il Prix de la mise en scène conferito ad Alain Guiraudie.
Box Office: € 118,590 (Francia), $ 148,325 (USA)
Consigli: A tratti thriller erotico, a tratti omaggio alla pace dei sensi ed elogio della natura, questa pellicola è un excursus sull'imbosco alla ricerca di un onanismo becero e francamente desolante. Se rifletta o meno la realtà dei fatti io non lo so, ma di certo è il racconto di una realtà che mi ha messo un po' di tristezza. Mio limite, per carità, ma rimango dell'idea che si possa andare al lago per godersi la giornata piuttosto che per godere tra i cespugli.
Parola chiave: Sesso.

Trailer

Bengi