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venerdì 9 febbraio 2018

Razzie Awards 2018: nomination e vincitori

Razzie Awards 2018

WORST PICTURE
Baywatch
The Emoji Movie
Fifty Shades Darker
The Mummy
Transformers XVII: The Last Knight

WORST ACTRESS
Katherine Heigl / Unforgettable
Dakota Johnson / Fifty Shades Darker
Jennifer Lawrence / Mother!
Tyler Perry / BOO! 2: A Medea Halloween
Emma Watson / The Circle

WORST ACTOR
Tom Cruise / The Mummy
Johnny Depp / Pirates of The Caribbean XIII: Dead Men Tell No Tales
Jamie Dornan / Fifty Shades Darker
Zac Efron / Baywatch
Mark Wahlberg / Daddy’s Home 2 & Transformers XVII: The Last Knight

WORST SUPPORTING ACTOR
Javier Bardem / Mother! & Pirates of The Caribbean: Dead Men Tell No Tales
Russell Crowe / The Mummy
Josh Duhamel / Transformers XVII: Last Knight
Mel Gibson / Daddy’s Home 2
Anthony Hopkins / Collide & Transformers XVII: Last Knight

WORST SUPPORTING ACTRESS
Kim Basinger / Fifty Shades Darker
Sofia Boutella / The Mummy
Laura Haddock / Transformers XVII: Last Knight
Goldie Hawn / Snatched
Susan Sarandon / A Bad Moms Christmas

WORST SCREEN COMBO
Any Combination of Two Characters, Two Sex Toys or Two Sexual Positions / Fifty Shades Darker
Any Combination of Two Humans, Two Robots or Two Explosions / Transformers XVII: Last Knight
Any Two Obnoxious Emojis / The Emoji Movie 
Johnny Depp & His Worn Out Drunk Routine / Pirates of the Caribbean XIII: Dead Careers Tell No Tales
Tyler Perry & Either The Ratty Old Dress or Worn Out Wig / BOO! 2: A Madea Halloween

WORST REMAKE, RIP-OFF or SEQUEL
Baywatch
BOO 2: A Medea Halloween
Fifty Shades Darker
The Mummy
Transformers XVII: Last Knight

WORST DIRECTOR
Darren Aronofsky / Mother!
Michael Bay / Transformers XVII: Last Knight
James Foley / Fifty Shades Darker
Alex Kurtzman / The Mummy
Anthony (Tony) Leonidis / The Emoji Movie

WORST SCREENPLAY
Baywatch
The Emoji Movie
Fifty Shades Darker
The Mummy
Transformers XVII: The Last Knight

THE RAZZIE NOMINEE SO ROTTEN YOU LOVED IT 
Baywatch
The Emoji Movie
Fifty Shades Darker
The Mummy
Transformers: The Last Knight

#HollywoodCiak
Bengi

sabato 16 febbraio 2013

Film 507 - Les Misérables

Sempre più verso gli Oscar. Questa volta una pellicola che aspettavo con ansia!


Film 507: "Les Misérables" (2012) di Tom Hooper
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Leoo, Andrea
Pensieri: Miserabili solo di nome. Produzione sontuosa, cast da grandi occasioni, un incasso di $359,665,980 e qualcosa come 8 nomination agli Academy Awards di quest'anno. Non c'è male, per un solo film.
In effetti il nuovo lavoro di Tom Hooper dopo il successo de "Il discorso del re" è stato un azzardo non da poco, ma a mio avviso riuscito. Questo "Les Misérables", che porta sullo schermo il musical teatrale a sua volta ispirato all'opera letteraria di Victor Hugo, è un potente prodotto cinematografico, in parte anche innovativo, che riesce a trasmettere la grandezza dell'originale da cui proviene, ma è di minor impatto quando si considera il contesto storico. Di fatto, comunque, il plot si concentra sui personaggi e i loro percorsi di vita piuttosto che sugli aspetti storici di cornice alla vicenda, quindi posso capire la scelta. In aggiunta, trovo difficile pensare di concentrarsi su questioni politiche e sociali considerando la natura stessa di questo lavoro, ossia il musical. Non che sia impossibile cantare "di politica", ma di certo è più naturale pensare a testi intimisti o incentrati sui sentimenti dei determinati personaggi. In aggiunta, essendo tratto dallo spettacolo teatrale, non è che Hooper o gli sceneggiatori avessero troppa libertà di azione, volendo rimanere fedeli all'originale. Dico tutto questo perchè ho letto critiche legate alla troppa disinvoltura con cui sono lasciati in secondo piano gli avvenimenti storici.
Detto ciò, questo film mi è sostanzialmente piaciuto. Non ho avuto tentennamenti durante la visione, né ho accusato particolare fatica nel seguire i 158 minuti di proiezione della pellicola; anche se ammetto che qualche sbadiglio c'è stato.
E' chiaro che i rischi di un prodotto come questo sono molteplici: dialoghi ridotti all'osso (a questo proposito: aveva davvero senso doppiare le 3-4 battute totali del film? Lasciarlo in lingua originale con i sottotitoli non sarebbe stato più sensato?); numeri musicali lunghi che richiedono molta attenzione in quanto le strofe si sostituiscono ai dialoghi; la storia non è certo delle più allegre, le tematiche (quella religiosa in primis) per nulla superficiali. Ergo "Les Misérables" non è quello che comunemente si può definire un film di massa, nonostante l'evidente successo commerciale che ha avuto (ma i fan della pièce teatrale sono tanti). Quindi, che sia piaciuto o meno, bisogna dare atto a Hooper che, nonostante i rischi, ha saputo credere e dare vita ad un progetto di successo, ma per nulla scontato da questo punto di vista.
Certamente bisogna ringraziare la buona promozione del film da parte della Universal e la copiosa valanga di premi che sono seguiti alle varie interpretazioni, conseguenza del fatto che è stato fatto un buon lavoro di casting. Non dico ottimo solo perchè alcuni degli attori a mio avviso non hanno trovato la chiave per rendere magnetico o davvero interessante il loro personaggio (Eddie Redmayne, Samantha Barks e in certa misura anche Russell Crowe). Inutile sottolineare l'intensità di Anne Hathaway, probabilissima vincitrice dell'Oscar come non protagonista, e la sorprendete capacità di reggere un intero film sulle proprie spalle di Hugh Jackman (io tifo per lui il 24 febbraio!), vera rivelazione per le grandi platee dopo i numerosi blockbuster legati ad X-Men e affini.
Va detto, comunque, che 'Les Miz' - come lo abbreviano gli americani - non è "Moulin Rouge!" (entrambi ambientati in Francia, che caso!) e Tom Hooper non ha le stesse capacità di Baz Luhrmann. Chiaro che i prodotti sono differenti, nonostante il cuore musicale, ma la mano del regista, in questo caso, a mio avviso non è sempre funzionale, men che meno 'pulita'. Tanti, per esempio, i momenti in cui la visuale traballa a causa di qualche - suppongo - urto della macchina da presa contro qualcosa; capitano anche ombre dell'operatore sui volti degli attori. E, per una produzione di questo calibro, secondo me non è giustificabile. Mi rendo perfettamente conto dei limiti della mia affermazione, tenendo conto del fatto che le canzoni sono registrate live in presa diretta (e qui sta la novità), ma devo comunque ammettere che, nonostante siano dettagli, la cosa mi ha dato fastidio. Il film poi, soffre di una dimensione un po' statica della ripresa. Forse esperimenti un po' più dinamici avrebbero aiutato.
Mie personali riflessioni a parte, nel complesso trovo sia un buon esperimento di trasposizione da un contesto differente a un altro. I meccanismi narrativi funzionano e, nonostante la storia sia a tratti pesante (il continuo accanimento dei 'cattivi' suoi buoni', che però si riscatteranno o nel mondo di Dio o nel finale del film; il destino che continuamente sembra voler castrare la possibilità di una felicità anche solo minima; lo stoico comportamento compassionevole di Jean Valjean che alla lunga risulta un po' forzato), credo che il film comunque funzioni (lo dico senza aver letto il libro né aver visto lo spettacolo teatrale). Ho trovato l'idea di far cantare live sul set gli attori un'idea davvero geniale, che dona al tutto un maggiore senso di realtà e consente di verificare in toto le capacità recitative e canore degli attori. La versione di "I Dreamed a Dream" di Fantine/Hathaway è di una potenza straordinaria. La scelta di inquadrarle il volto durante tutta l'esecuzione del pezzo, poi, mi è sembrata davvero efficace. Molto dotata vocalmente anche Amanda Seyfried che, nonostante nel ruolo di Cosette sia poco incisiva, colpisce davvero in alcuni passaggi per la voce cristallina.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, poi, ho molto apprezzato la scenografia, molto curata. I costumi non mi hanno particolarmente colpito, mentre gli effetti speciali non mi sono sembrati di grandissima qualità considerato il budget di 61 milioni di dollari. Ho detestato, invece, la famiglia Thénardier (composta da Sacha Baron Cohen, Helena Bonham Carter e Samantha Barks, che interpreta Éponine anche nella versione teatrale inglese) sia perchè trovo che i personaggi siano antipatici, sia perchè non amo Baron Cohen e ho trovato la Barks un po' inutile.
Tutto sommato, comunque, "Les Misérables" mi ha lasciato un ricordo positivo.
Consigli: Se andate al cinema per vedere Anne Hathaway sappiate subito che il suo ruolo è veramente, veramente breve considerato il totale del film. Vale comunque la pena di vedere "Les Misérables", a mio avviso. Sia perchè ormai al cinema passano talmente pochi musical che ogni volta che se ne produce uno è più o meno un evento, sia perchè la scelta di portare sullo schermo la voce 'sporca' degli attori che cantano sul set non solo è coraggiosa, ma sancisce la possibilità che, creato il precedente, d'ora in poi la cosa si possa ripetere. E vale la pena di valutare il fenomeno dai suoi inizi, specialmente se si è appassionati (di musical, ma anche solo di cinema).
Parola chiave: Moti rivoluzionari.

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Ric

lunedì 16 maggio 2011

Film 257 - The Next Three Days

Primo film visto con la card 'Grande Cinema' della 3. I film gratis mettono sempre di buon umore!


Film 257: "The Next Three Days" (2010) di Paul Haggis
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Un film che considero fantasma. Mai visto un trailer, incasso talmente scarso in America da non aver destato in me il minimo interesse (c'è Russell Crowe, un attore che non mi piace e la regia è di Paul Haggis che considero colpevole di aver rubato più di un Oscar a "I segreti di Brokeback Mountain"), zero idee sulla trama. Ma, diciamocelo, un ingresso free non si butta mai via.
E allora, con nemmeno una vaga idea sul percorso di questo film, mi ritrovo catapultato nel dramma di chi viene ingiustamente (?) incolpato di omicidio. Una famiglia disgregata, una madre che non vede il figlio crescere, un bambino che non sente nessun legame per una donna che lo ha 'abbandonato'.
In tutto questo ci sono Crowe e la sua pancia che tentano ogni via d'uscita da questa insensata situazione. E insensata - se non folle - sarà la scelta di lui disperato, deluso dalla giustizia: far evadere la moglie/Elizabeth Banks di prigione.
Uscire non è il (vero) problema, gli spiegherà Damon Pennington/Liam Neeson in un rapidissimo cameo, perchè il passo successivo è scegliere dove andare... e tentare di restarci. Si rimarrà col fiato sospeso fino all'ultimo.
Se in un primo momento la pesantezza di un drammone familiare schiaccia e fa vacillare lo spettatore, il film prende nel tempo una piega thriller e, come nella famosa "Fuga da Alcatraz" ci conduce in un intricato piano per sfuggire ad un'ingiusta condanna.
Crowe è remissivo quanto basta, ma sa esplodere al momento giusto. La Banks è perfetta e, senza trucco, dimostra di saper esprimere emozioni forti anche con solo addosso l'uniforme carcerairia. La regia è funzionale alla trama e che sceneggiatore e regista coincidano non fa di certo male alla visione d'insieme finale che si voleva proporre al pubblico.
Finale incerto anche all'ultimo minuto e vaga citazione dell'anello di Allen in "Match Point".
Particina per Olivia Wilde, recente diva di "TRON: Legacy" e "Dr. House - Medical Division".
Consigli: Appassionante e ben calibrato nel ritmo. Prende con calma, ma non delude.
Parola chiave: Bottone.

Trailer

Ric