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domenica 8 gennaio 2012

Film 354 - The Eagle

Un'altra pellicola durante la lunga reclusione per colpa della polmonite.


Film 353: "The Eagle" (2011) di Kevin Macdonald
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Solitamente sono favorevole al genere peplum, indi per cui ero ben disposto nei confronti di questo film. In definitiva è stato meglio del previsto, anche se alcune pecche le presenta. Svelerei la più evidente: Channing Tatum non ha esattamente le fattezze del romano medio. E' un bisteccone mascellone americano dalle espressioni contate che, sgusciato fuori da "Step Up", è riuscito ad inanellare una serie di successi commerciali e a ricavarsi un suo ruolo all'interno dell'industria cinematografica. E' il primo film che vedo con lui, ma, diciamo, è esattamente come me lo aspettavo: tutto d'un pezzo.
La pellicola, comunque, onestamente non mi è dispiaciuta. C'è guerra, azione, un percorso di formazione, amicizia, onore e famiglia. Un bel mix di generi che, bisogna dirlo, qui non si amalgama male. Ovviamente l'eclatante-per-forza, che è ingrediente topico del cinema USA, è anche qui padrone della scena: un solo uomo, figlio del disonore (suo padre è l'unico ad aver perso l'Aquila della sua legione), rimette in sesto la sua nuova legione (la prima che prende in carico), si fa quasi ammazzare (ma viene congedato con merito) e poi va a cercare l'Aquila perduta dal padre in Caledonia insieme allo schiavo Esca/Jamie Bell ("Billy Elliot", "King Kong", "Jane Eyre" e il recente "Le avventure di Tintin: Il segreto dell'Unicorno") a cui aveva fatto salvare la vita nell'arena. Mica male per un uomo solo...
Tra battaglie e barbari, formazioni a testuggine e legioni ritrovate, l'insolito duo riuscirà nel suo intento e a mettere le basi di un rapporto di amicizia.
Ps. Box office non tanto ricco per un film commerciale come questo: $25 milioni di spesa e $36,054,706 di guadagno.
Pps. La regia è del premio Oscar (per il Miglior documentario) Kevin Macdonald. Suoi anche "L'ultimo re di Scozia" e il non riuscito "State of Play".
Consigli: Non male, si lascia guardare volentieri. E' un perfetto intrattenimento per una serata tra amici.
Parola chiave: Acquila d'oro.

Trailer

Ric

martedì 16 febbraio 2010

Film 77 - Tra le nuvole

Dato che al cinema, con i biglietti gratis, io e Ale eravamo riusciti a perdercelo in favore di quel capolavoro di oscenità che è "Baciami ancora", abbiamo dovuto scaricarlo per dare un'occhiata a uno dei film della stagione che parrebbe voler farla da padrone. Sarà vero?


Film 77: "Tra le nuvole" (2009) di Jason Reitman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Perchè mi sa un po' di "Michael Clayton" in chiave scanzonata? Sarà che il protagonista è lo stesso (George Clooney in Canalis) e che il suo lavoro è sempre sgradevole: o risolve/copre/insabbia cosucce che non si devono sapere o è un mercenario del licenziamento. Insomma, tralasciando atmosfere e toni ci ho visto qualche somiglianza.
Comunque è cominciato il countdown per gli Oscar di marzo e anche io mi metto in riga, prontissimo a vedermi i film mancanti che quest'anno concorrono per la statuetta. Tra i favoriti, con 6 nomination, questo "Tra le nuvole" pareva il capolavoro del 2009 che non si poteva prescindere dal vedere.
In realtà credo che questa commedia un po' desolante sulla particolarissima visione della vita di un uomo che si sente a casa solo non essendoci mai, non vincerà una svalangata di Oscar come i rumors vorrebbero, ma si aggiudicherà, forse, qualcosa di contorno. Magari un bel premio alla sceneggiatura Jason Reitman se lo merita tutto. Ma regia e categorie attoriali dubito, men che meno il miglior film.
Però non si può proprio dire che non sia gradevole, tutto sommato. Forse che il finale sia quello - ma proprio quello - ad un certo punto te lo aspetti, perchè lui scongela finalmente i suoi sentimenti e non poteva essere tutto così facile. Magra consolazione quella della carta speciale per le 1000 miglia, che perde di valore paragonata al momento in cui arriva.
Tutto sommato è un lavoro onesto e ben fatto, anche se mi ero immaginato qualcosa di un attimo più serio. Certi momenti un po' da mestruata di Natalie (Anna Kendrick) non me li aspettavo, perchè dal trailer l'idea che mi ero fatto del suo personaggio era molto più rigida, competente e professionale.
In ogni caso ho trovato gradevole anche quella specie di ibrido trans-gelido che è Vera Farmiga, una che non tollero solitamente (ma l'avete vista 'recitare' in "The Departed"?!) che, però, qui non solo sembra umana nonostante gli occhi di ghiaccio, ma mi è pure piaciuta (scena di nudo: 10! Complimenti!). Riesce a rendere elegante qualsiasi vestito abbia in dosso. Non è da tutte, bisogna ammetterlo.
Clooney, invece, mi pare sempre uguale a sé stesso. Io, a parte per " L'uomo che fissa le capre", non noto la differenza con altri film di e con George che ho visto. Sicuramente è bravo in questa parte, ma non vorrei che fosse perchè ormai è specializzato NELLA parte...
Insomma, per tirare un po' le somme, questo film è caruccio. Non sarà il migliore dell'anno, ma sicuramente vale la pena di passare una serata in sua compagnia. Per poi sparlare della coppia più gossippata dopo i Brangelina: i Cloonalis!
Ps. Come per ogni commedia agrodolce che si rispetti, come per ogni film del moderno (e odierno) umorismo americano, è previsto un ruolo per Jason Bateman, uno che pare amico di tutti. Alcuni dei film più famosi in cui potete trovarlo: "L'isola delle coppie", "State of Play", "Hancock, "Non mi scaricare", "Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie", "Juno", "Ti odio, ti lascio, ti... ", "Palle al balzo - Dodgeball " e "La cosa più dolce". Niente male per uno che se citi il suo nome a chiunque per strada non verrebbe nemmeno identificato...
Consigli: L'aereo come una casa, l'aeroporto come luogo di riposo: la visione ideale per chi ha paura di volare!
Parola chiave: Natalie: "Questo è razzismo!" Ryan: "Sono come mia madre, mi affido agli stereotipi: si fa prima!"



Ric

mercoledì 16 dicembre 2009

Film 36 - State of play

Un film che mi sarebbe interessato vedere al cinema e mi ero perso. Grazie ad Ale me lo sono visto lunedì pomeriggio!

Film 36: "State of play" (2009) di Kevin Macdonald
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo film è un po' del genere 'niente è come sembra'. Chi è colpevole di cosa? Chi sa cosa? Chi sa che cosa ha fatto chi? Mah.
Ho trovato l'intreccio un po' troppo ingarbugliato per i miei gusti. Fino all'ultimo non capisci una mazza (o almeno io non capivo una mazza, che sono una frana a ricordare i nomi dei personaggi...) e poi non è che la spiegazione finale sia il top. Comunque ho apprezzato Rachel McAdams, sempre più inserita nel mondo di Hollywood, deve solo trovare il ruolo che la consacri a icona dato che bella e brava già lo è. Russel Crowe, invece, mi pare un po' osceno nella versione slavata con capello lungo alla figlio dei fiori e la pancetta da birra. Non riuscivo troppo a concentrarmi sull'espressività di quel volto rotondetto che sicuramente un tempo era affascinante. Peccato, prima o poi quasi tutti perdono smalto.
Chi ne guadagna sempre di più con l'età è Helen Mirren, una che è più figa da vecchia che da giovane. Gente come Joan Collins e Gina Lollobrigida dovrebbe imparare da chi sa portare con tale classe la propria età. E poi il fatto che reciti sempre in maniera impeccabile la rende ancora più affascinante! Qui il suo ruolo è un po' sacrificato, donna manager in carriera con una rivista da portare avanti nonostante i nuovi capi che pretendono di stritolare un giornale alle leggi del mercato che richiede vendite super per rimanere quantomeno a galla. Un po' scontato forse, ma almeno c'è lei a rendere tutto più interessante.
Nota estremamente positiva per Robin Wright Penn (ma ormai dicono senza Penn), bellissima e quasi irriconoscibile. Non ero sicuro fosse effettivamente lei all'inizio. Una 43enne stupenda, estremamente sottovalutata e forse un po' schiacciata dal peso del marito 2 volte premio Oscar Sean Penn. Le auguro di trovare una voce tutta sua, perchè il talento non le manca.
Ben Affleck al suo solito è insipido.
In definitiva direi che è un film carino (tra l'altro ripreso da una serie tv inglese della BBC), ma forse non ha centrato totalmente l'obiettivo. Manca suspance, atmosfera. Tranne, forse, per la scena del parcheggio: lì si sfocia quasi nell'horror. E ci piace!
Consigli: Adatto a una serata in cui non si ha voglia di spegnere totalmente il cervello.
Parola chiave: Sonia Baker



#HollywoodCiak
Bengi