Di recente il compleanno del mitico Martin Scorsese su cui, per l'occasione, mi ero documentato. E questa pellicola, tra le tante, spiccava come esempio di sperimentazione (di un genere filmico poco frequentato dal regista) tra i più riusciti.
Film 486: "Cape Fear - Il promontorio della paura" (1991) di Martin Scorsese
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Guardo "Cape Fear - Il promontorio della paura" e non capisco. Non capisco dove stia il capolavoro di un maestro, per essere più chiari. E' passata poco più di una settimana da quando l'ho visto, eppure ancora non riesco ad avere un'idea chiara in mente, a non pensare semplicemente che non mi è piaciuto.
Scopro questa mattina, invece, che "Cape Fear" è un remake di un film del '62 dallo stesso titolo, diretto da J. Lee Thompson con Gregory Peck, Robert Mitchum, Martin Balsam e Polly Bergen. A parte quest'ultima, tutti e tre gli altri attori sono presenti anche in questo film, declassati a comparse in favore di attori più consoni ad attirare il pubblico di inizio anni '90: Robert De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange e una giovanissima Juliette Lewis (le due signore hanno ricevuto perfino una nomination all'Oscar per la loro interpretazione qui).
Detto - e nonostante - questo, il mio atteggiamento nei confronti del film in questione rimane comunque di perplessità. Di per sé non ha nulla di particolarmente fatto male, ma non ha nemmeno nulla, a mio avviso, che possa far gridare al miracolo cinematografico. Sono perfettamente conscio che 20 anni di distanza sono un gap notevole da affrontare come audience, ma nonostante la mia miglior predisposizione, sono comunque rimasto deluso dal risultato.
Partirei dal titolo, in cui ritrovo la parola 'paura': per cosa dovrei spaventarmi? Non c'è un momento di terrore nemmeno a pagarlo. Lo strampalato vestiario di Max Cady/De Niro - che mi dispiace dirlo, ma recita sempre uguale - mi ha costantemente distratto dalla possibilità di seguire seriamente i passaggi di tensione. Al contrario della paura, infatti, spesso mi è sembrato che la recitazione fosse troppo esasperata, quasi caricaturale, tanto da far perdere la sensazione di pathos che, invece, mi aspettavo di trovare come costante.
Ho trovato, poi, poco funzionale far intraprendere la strada di sgualdrina alla piccola Danielle/Juliette Lewis perchè più che la troietta eccitata dal commettere qualcosa che finalmente va contro il volere dei genitori, finisce per risultare qualcosa di ridicolo e a tratti infelice da rappresentare. Quasi mette a disagio. In questa situazione, però, ammetto che la Lewis se l'è cavata alla grande (ma scommetto che in lingua originale avrebbe reso ancora meglio la sua interpretazione).
Per il resto Nolte come passivo uomo di casa trovo sia fallimentare, mentre la Lange, per quanto abbia una mitica carriera alle spalle (due Oscar e pellicole come "Il postino suona sempre due volte", "Blue Sky", il "King Kong" del '76 e, chiaramente, "American Horror Story"), molte volte mi sembra venga sopravvalutata.
Tutto sommato "Cape Fear - Il promontorio della paura" mi è sembrato un film con ragione di esistere magari 20anni fa, ma che ha perso una parte di appeal con il passare del tempo. Vuoi perchè i generi thriller, horror, splatter o di tensione si sono omogeneizzati in un calderone ormai difficile da distinguere, vuoi perchè alla resa dei conti ultimamente De Niro si è dimostrato un attore fotocopia di sé stesso o forse ancora perchè c'è una componente recitativa che un tempo poteva risultare plausibile mentre oggi è talmente calcata da risultare buffa, di fatto questo prodotto cinematografico del mitico Scorsese non mi ha convinto e, anzi, deluso. "Shutter Island" è stato un gioiellino di sorpresa che, paragonato a questo, non sembra nemmeno provenga dalla mano dello stesso regista.
Consigli: Bella l'ambientazione del North Carolina dove il fiume Cape Fear bagna delle terre che mi hanno spesso ricordato una palude. Brutta la scena finale in barca con le rapide più finte del mondo. Sinceramente un po' trash il finale.
Tutto sommato è un pezzo di storia di un cineasta come Scorsese e sono felice di averlo visto. Ma non posso dire che sia uno dei suoi film che preferisco. Si fa guardare, ma io non l'ho amato.
Parola chiave: Vendetta.
Trailer
Ric
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