Ne avevo sempre sentito parlare per un motivo o per un altro, ma non lo avevo mai visto. Così una sera a cena ho deciso di recuperarlo.
Film 1131: "Norma Rae" (1979) di Martin Ritt
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho sempre pensato che i film degli anni '70, a prescindere dalla tematica, siano tutti maledettamente lunghi. Questa non è necessariamente una caratteristica negativa, quanto più un dato di fatto: per arrivare al dunque bisogna aspettare e non poco. Ad alimentare questa mia considerazione è arrivato casualmente "Norma Rae", pellicola interessante sulla costituzione del sindacato in una fabbrica di tessuti dell'Alabama, che prima di arrivare al nocciolo della questione spende tantissimo tempo nella contestualizzazione, a volte perdendo un po' di vista il centro dell'obiettivo: in questo senso mi ha molto colpito constatare che la prima parte della storia - per me a tratti interminabile - sia riassunta su Wikipedia inglese nel giro di tre semplici righe.
Ovviamente il contorno ha il suo valore e aiuta nel costruire le personalità dei vari personaggi e certamente il linguaggio cinematografico degli anni '70 non è lo stesso nostro contemporaneo, in ogni caso sono sicuro che qualche sforbiciata narrativa qua e là potesse essere operata.
Al di là di ciò, comunque, "Norma Rae" è un titolo che non solo è riuscito a incuriosirmi sin dall'inizio, ma anche a lasciarmi ampiamente soddisfatto. Probabilmente il motivo principale risiede nella presenza della mitica Sally Field, qui al suo primo Oscar, che da sola porta avanti la storia della protagonista mettendoci passione, impegno e talento, riuscendo a caratterizzare un personaggio non facile (nel senso che rendere indimenticabile una donna ordinaria, fondamentalmente ignorante, che come unici scopi nella vita ha i figli e il lavoro in fabbrica non è esattamente impresa che possa riuscire a tutti). Inoltre mi hanno sempre coinvolto le storie legate ai diritti civili o alle rivendicazioni di quei diritti fondamentali che oggi diamo per scontati ma che una volta andavano conquistati con la lotta, il sacrificio e l'impegno personale. In questo senso la pellicola di Ritt è esaustiva e ben argomentata, e riusce a rappresentare in maniera chiara ed efficace i passaggi che Norma, sulla base dei consigli del sindacalista Reuben (Ron Leibman), mette in pratica per sensibilizzare non solo i suoi datori di lavoro, ma in primo luogo i suoi diffidenti colleghi. Memorabile la scena in cui la donna, salita su un macchinario al centro della fabbrica, esibirà un cartello con scritto "Union", sindacato, davanti a tutti gli altri lavoratori che, finalmente, abbracceranno la protesta e uno ad uno spegneranno le apparecchiature lasciando, così, la rumorossissima fabbrica nel completo silenzio.
Ecco, dunque: Norma Rae non ha convinto solo i suoi colleghi, ma ha certamente convinto anche me.
Ps. Candidato a 4 Oscar, tra cui Miglior film, ha vinto per la Miglior attrice e la Miglior canzone originale ("It Goes Like It Goes" cantata da Jennifer Warnes). Sally Field, inoltre, ha vinto a Cannes come Miglior attrice.
Cast: Sally Field, Beau Bridges, Ron Leibman, Pat Hingle, Barbara Baxley, Gail Strickland, Morgan Paull.
Box Office: $22,228,000
Consigli: Tratto dalla storia vera di Crystal Lee Sutton - riportata nel libro "Crystal Lee, a Woman of Inheritance" da Henry P. Leifermann -, il film è un po' fuori dai canoni attuali di montaggio e recitazione (la morte del padre in fabbrica è imbarazzante), ma si fa comunque apprezzare per la genuinità dell'intento e la forza del suo personaggio princiaple. Un tema interessante, una giovane attrice capace per un risultato finale che vale la pena di recuperare.
Parola chiave: Sindacato.
Trailer
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