Intro: In Italia non sono mancate le polemiche a causa della scarsissima partecipazione in sala del pubblico, soprattutto quello della comunità LGBTQ+, teoricamente la più interessata a supportare e rendere popolare una pellicola portabandiera di quell'ideologia e quel senso di lotta ancora oggi così importante all'interno del gruppo (specialmente nel nostro Paese). Onestamente non credo che il supporto della propria causa passi necessariamente per il pagamento di un ticket, ciò detto ci si sarebbe sicuramente aspettati un'accoglienza più calorosa.
Ovviamente ero interessato a farmi un'idea personale rispetto a questo film, anche per capire se la carenza di pubblico in sala potesse essere direttamente legata alla qualità del prodotto.
Film 1674: "120 battements par minute" (2017) di Robin Campillo
Visto: dal computer portatile
Lingua: francese, sottotitoli in inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: il mio francese è arrugginito come non mai, ma non avevo voglia di vedere questa pellicola tradotta; i sottotitoli in inglese sono stati molto d'aiuto, anche se a tratti - specialmente all'inizio - mi è servito tempo per assestarmi sul triangolo da ascolto in francese ma leggo in inglese e cerco di tradurre in italiano. Difficoltà tecniche a parte, "BPM (Beats per Minute)" mi è molto piaciuto: fa riflettere, fa commuovere e mette in evidenza l'ancora oggi rilevante problematica della questione dell'AIDS;
i fatti qui riportati si svolgono in una Parigi dei primi anni '90, raccontano la piaga della malattia e il conseguente stigma di chi la contrae, nonché la lotta degli attivisti e l'indifferenza di coloro che - credendosi immuni o superiori - preferiscono far finta che il problema non esista. Ma non solo, perché c'è la bella storia d'amore tra Sean e Nathan (Nahuel Pérez Biscayart, Arnaud Valois), nonché viene messa in luce l'importanza del confronto e attivismo della e nella comunità LGBTQ+; il tutto mostrato con garbo, evitando vittimismi o stereotipazioni. Insomma, "120 battements par minute" ha qualcosa da dire e lo dice bene.
Cast: Nahuel Pérez Biscayart, Arnaud Valois, Adèle Haenel, Antoine Reinartz, Felix Maritaud, Médhi Touré, Aloïse Sauvage, Simon Bourgade, Catherine Vinatier.
Box Office: $7.7 milioni
Vale o non vale: Simile per tematiche ed elementi della storia a quel "The Normal Heart" di Ryan Murphy, questo film analizza e racconta la scena Parigina della comunità omosessuale esposta alla piaga della malattia e l'indifferenza - per non dire intolleranza - generale. Fa male ricordarsi cosa si sia dovuto passare per ottenere il riconoscimento alla normalità e all'accettazione, nonché pensare a quante persone abbiano perso la vita durante questo percorso ancora in essere.
"120 battements par minute" è un bel film da vedere, ricordandosi che per vincere le battaglie, i combattimenti richiedono enormi sacrifici.
Premi: Vincitore del Grand Prix e Queer Palm al Festival di Cannes 2017; 12 nomination ai César e 6 premi vinti per Miglior film, sceneggiatura, attore non protagonista (Reinartz), attore esordiente (Biscayart), colonna sonora e montaggio.
Parola chiave: AIDS.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Ovviamente ero interessato a farmi un'idea personale rispetto a questo film, anche per capire se la carenza di pubblico in sala potesse essere direttamente legata alla qualità del prodotto.
Film 1674: "120 battements par minute" (2017) di Robin Campillo
Visto: dal computer portatile
Lingua: francese, sottotitoli in inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: il mio francese è arrugginito come non mai, ma non avevo voglia di vedere questa pellicola tradotta; i sottotitoli in inglese sono stati molto d'aiuto, anche se a tratti - specialmente all'inizio - mi è servito tempo per assestarmi sul triangolo da ascolto in francese ma leggo in inglese e cerco di tradurre in italiano. Difficoltà tecniche a parte, "BPM (Beats per Minute)" mi è molto piaciuto: fa riflettere, fa commuovere e mette in evidenza l'ancora oggi rilevante problematica della questione dell'AIDS;
i fatti qui riportati si svolgono in una Parigi dei primi anni '90, raccontano la piaga della malattia e il conseguente stigma di chi la contrae, nonché la lotta degli attivisti e l'indifferenza di coloro che - credendosi immuni o superiori - preferiscono far finta che il problema non esista. Ma non solo, perché c'è la bella storia d'amore tra Sean e Nathan (Nahuel Pérez Biscayart, Arnaud Valois), nonché viene messa in luce l'importanza del confronto e attivismo della e nella comunità LGBTQ+; il tutto mostrato con garbo, evitando vittimismi o stereotipazioni. Insomma, "120 battements par minute" ha qualcosa da dire e lo dice bene.
Cast: Nahuel Pérez Biscayart, Arnaud Valois, Adèle Haenel, Antoine Reinartz, Felix Maritaud, Médhi Touré, Aloïse Sauvage, Simon Bourgade, Catherine Vinatier.
Box Office: $7.7 milioni
Vale o non vale: Simile per tematiche ed elementi della storia a quel "The Normal Heart" di Ryan Murphy, questo film analizza e racconta la scena Parigina della comunità omosessuale esposta alla piaga della malattia e l'indifferenza - per non dire intolleranza - generale. Fa male ricordarsi cosa si sia dovuto passare per ottenere il riconoscimento alla normalità e all'accettazione, nonché pensare a quante persone abbiano perso la vita durante questo percorso ancora in essere.
"120 battements par minute" è un bel film da vedere, ricordandosi che per vincere le battaglie, i combattimenti richiedono enormi sacrifici.
Premi: Vincitore del Grand Prix e Queer Palm al Festival di Cannes 2017; 12 nomination ai César e 6 premi vinti per Miglior film, sceneggiatura, attore non protagonista (Reinartz), attore esordiente (Biscayart), colonna sonora e montaggio.
Parola chiave: AIDS.
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