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giovedì 4 giugno 2015

Film 929 - House of Versace

Un personaggio iconico, una casa di moda e la biografia di una famiglia italiana tra le più conosciute al mondo.

Film 929: "House of Versace" (2013) di Sara Sugarman
Visto: dal portatile di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: A prescindere dalla veridicità di questa storia, "House of Versace" è una delle cose più trash e brutte che abbia mai visto. Ricolmo di cliché e banalità, situazioni irreali e tentativi malriusciti di rappresentare l'Italia, questo prodotto televisivo di Lifetime (che non ha nemmeno una pagina su Wikipedia, e questo la dice già lunga) è pacchiano e volgare, nel senso che presenta la vicenda in maniera sciocca e superficiale, calcando la mano sulle vicende drammatiche che hanno coinvolto la famiglia Versace, sdoganando un'associazione glam tra cocaina e mondo della moda, lanciando al pubblico una versione di Donatella Versace che è tanto sciocca quanto inverosimile.
Non fosse che non ci si aspetta altro da un prodotto del genere, il cui presupposto scadente e trash è plausibilmente il principlae appeal, verrebe da dire che "House of Versace" merita lo stesso oblio mediatico che Wikipedia gli ha riservato fra le sue pagine; ciononostante, noi impavidi ammiratori dello scadente ci siamo ugualmente imbarcanti in questa bizzarra versione della vita di eccessi e successi della casa di moda Versace e in particolare della sua seconda paladina, Donatella Versace.
Da anni col volto martoriato, alle soglie dell'anoressia, con rumors di droga che rincorrono quelli del fallimento prima e ora quelli della rinascita: questo film per la tv parla principalmente di questo, ma lo fa disinteressandosi completamente all'approccio veritiero/verosimile in favore di una narrazione patinata e bidimensionale che privilegia la sfilata di moda e le serate in discoteca, l'aspetto mistico della connessione fra omicidio di Gianni e svenimento di Donatella e le sue sfuriate da ragazza del ghetto di Reggio Calabria. Ora, al di là del fatto che non mi posso certo definire un esperto biografo della Sig.ra Versace, rimango piuttosto scettico di fronte ad una sua versione imprenditoriale così spiccata e creativa da richiederle l'uso della cocaina per massimizzare la produzione o quando la dipingono come la madre perfetta la cui unica priorità è la felicità della figlia o, ancora, quando me la rappresentano come l'amazzone del sesso sfrenato con il marito Paul Beck. Poi per carità, rimango aperto alle smentite.
In aggiunta a questo circo di follia modaiola e disastri da bancarotta, inserisco anche la piacevole parentesi di zia Lucia, classica signora di mezza età italiana ricoperta di botox e dallo sguardo talmente tirato da risultare felino. Non so nemmeno se nella realtà la signora esista, ma mi ha divertito vedere come gli americani se ne infischino piacevolmente di ogni cosa e piazzino parti e attori a casaccio a formare quella che diventa una rappresentazione culturale non solo stereotipata, ma anche inverosimile e ridicola. Non dico che zia Lucia debba necessariamente essere sovrappeso, vestire di nero e passare la giornata ai fornelli, però certamente non avrei scelto Raquel Welch per impersonare un'italiana calabrese che si riunisce alla famiglia come aiuto domestico e supporto psicologico...
Insomma, "House of Versace" è un disastro sotto molteplici fronti e nonostante di solito il trash non mi dispiaccia, questa produzione non mi ha nemmeno particolarmente divertito. Sì, Gina Gershon ha qualcosa che ricorda la Versace e certamente l'iconica immagine di Donatella favorisce la rappresentazione per somiglianza, anche se si fatica a capire se sia la Gershon con le sua capacità a colmare il gap tra il personaggio e la persona o se non sia il "personaggio Donatella" a rendere plausibile l'interpretazione fatta dalla Gershon. Direi che si rimandano vicendevolmente (ma la vesione in inglese fa giustizia all'attrice).
In definitiva, un brutto prodotto televisivo, banale e piatto.
Box Office: /
Consigli: La famiglia Versace si è ampiamente spesa contro il quadro dipinto da questa produzione americana. Non fatico a capirne i motivi e, al di là degli eccessi e fallimenti raccontati, credo che la cosa contro cui opporsi con più veemenza dovrebbe essere la rappresentazione incolore, sciocca e incapace di esaltare il talento di colei che si prende in causa. Credo che nessuno vorrebbe mai essere il soggetto di un prodotto biografico che risulti piatto e mediocre, cosa che qui si verifica. Ed è certamente questo il punto debole di tutta l'operazione, buona giusto per intrattenere lo spettatore medio per 85 minuti scarsi tra banalità e pseudo giochi di potere, intrighi familiare che colmano in un buonismo scontato e una rappresentazione dei valori della vita che può avere forse un 15enne. "House of Versace" è un titolo debole, un prodotto di consumo che gioca con il fascino di personaggi potenti e conosciuti, per di più condendo il tutto con accenni fashion e una (pre)supposta creatività geniale. E' come guardare un ipotetico lungometraggio di "Beautiful", non fosse che stiamo parlando di persone in carne e ossa e una storia che qui si spaccia come vera. Insomma, da evitare.
Parola chiave: Prêt-à-porter.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 23 aprile 2014

Film 698 - Veronica Mars - Il film

Dalla tv al cinema: il passo che non tutti i personaggi televisivi sono riusciti a fare. Per lei un risultato riuscito?

Film 698: "Veronica Mars - Il film" (2014) di Rob Thomas
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Non ho mai visto nessun episodio dei 64 che costituiscono la serie tv "Veronica Mars" e credo continuerà ad essere così, però questo film in qualche modo mi incuriosiva. Sarà che un po' Kristen Bell mi sta simpatica, un po' mi interessava questo personaggio televisivo di cui avevo sempre sentito parlare o (forse soprattutto) che un po' mi attraeva la presenza nel cast della mitica forever-spalla nonché "Non fidarti della str**** dell'interno 23" Krysten Ritter... Insomma, alla fine ho ceduto e guardato questa trasposizione cinematografica di una delle serie tv americane (a quanto pare) più apprezzata di sempre.
Chiaramente sto esagerando, ma è certo rilevante in questo caso tenere presente che la produzione è cominciata solo grazie all'aiuto dei fans della serie che hanno contribuito a raccogliere fondi per mettere in cantiere il film attraverso il sito Kickstarter. Inizialmente, infatti, la Warner Bros. aveva rifiutato di produrre la pellicola, motivo per il quale Rob Thomas e la Bell si sono adoperati cercando una maniera alternativa di riuscire nell'intento di portare al cinema la storia di Veronica che, in tv, aveva avuto un brusco arresto alla terza stagione senza vedersi riconfermare la quarta e lasciando, così, a bocca asciutta gli amanti della serie che avrebbero voluto vedere la fine della storia invece lasciata tronca. Lo scopo della pellicola, quindi, era anche questo. Raccolti, quindi, 2 milioni di dollari in meno di 10 ore - in totale i fondi raccolti sono stati $5,702,153 - la Warner Bros. ha poi deciso di tornare in campo partecipando alla distribuzione del film nella sale.
La premessa dell'auto promozione e produzione è una trovata interessante e, certo, anche questo fattore insieme agli altri ha contribuito a catalizzare la mia attenzione sul progetto. Il risultato finale, però, è meno riuscito delle aspettative. Nel senso che "Veronica Mars - Il film" è carino, ha una storia anche abbastanza interessante da seguire (per quanto poi banale), ma rimane sempre e comunque fedele ad un linguaggio più televisivo che cinematografico. Ovvero sembra di vedere un doppio episodio di una serie tv. E questo non è ok.
La trama da troppo spazio ad un inizio che rallenta tantissimo l'evolversi della storia ed è un'evidente mossa celebrativa per i fans che vedono riapparire pian piano sullo schermo tutti i personaggi della serie tv in una specie di big reunion sinceramente fine a se stessa. La storia non carbura e l'epilogo della vicenda - anche godibile - arriva dopo troppi convenevoli ed inchini nei confronti dei tanti che hanno seguito fedelmente l'evolversi televisivo.
Il cast, che ritrova tutti i principali protagonisti della storia, è capitanato da una Kristen Bell piuttosto in forma, evidentemente a suo agio nel riprendere i panni della detective Veronica, anche se il suo personaggio fallisce in pieno per quanto riguarda le storie d'amore (la sceneggiatura da questo punto di vista è proprio mal gestita).
Insomma, direi che in generale "Veronica Mars" possa considerarsi la fine che i fans si aspettavano, ma per il resto del pubblico sia qualcosa di meno riusciuto. Non è brutto, ma comunque è evidente fin da subito che il salto di qualità dalla tv al grande schermo non ha saputo tradursi in un prodotto prettamente cinematografico slegato dal linguaggio televisivo. Cosa che - seppure di qualità inferiore rispetto alla serie tv - ha saputo fare la prima pellicola di "Sex and the City", capace di ritagliarsi uan nuova dimensione cinematografica diversa da quella del picolo schermo, differente nell'approccio narrativo proprio perché differente era il medium di comunicazione utilizzato. "Veronica Mars - Il film" è, invece, 'film' solo perché, a differenza di un qualunque episodio da 60min del telefilm - questo ne dura 107.
Box Office: $3,474,314
Consigli: I fans della giovane investigatrice privata andranno in brodo di giuggiole per questa pellicola. Gli altri spettatori un po' meno, più che altro perché il film fallisce nel crearsi una propria identità distinta da quella televisiva da cui proviene. Bene Kristen Bell che è credibile nel ruolo; piccolissimo ruolo per nientemeno che Jamie Lee Curtis.
Parola chiave: Barca.

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Bengi

venerdì 20 aprile 2012

Film 392 - Contagion

Secondo appuntamento con il cinema in aereo, un'altra grande produzione hollywoodiana.


Film 392: "Contagion" (2011) di Steven Soderbergh
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Per essere un film inutile ha un gran numero di star di prima classe! Con la regia del premio Oscar Steven Soderbergh e la partecipazione di 4 altri attori che si sono aggiudicati la statuetta dorata (Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet e Marion Cotillard) oltre che altri che si sono visti accreditare almeno una nomination (Jude Law, John Hawkes e Laurence Fishburne), ci si potrebbe aspettare che la pellicola valga anche solo per la magnificenza sbalorditiva che comprende il solo cast. Eppure non è così.
Oltre a mostrare al mondo quale sia la vera natura di Gwyneth Paltrow (ossia che si può anche vestire bene, ma non è così divinamente bella come tutti la descrivono) ed ammorbare lo spettatore riguardo la possibilità di morire solo per aver respirato vicino ad un contagiato di non si sa quale batterio, questo "Contagion" non fa. Non è interessante, non è ricco di azione e, al termine dei suoi 106 minuti, non ha assolutamente aggiunto niente alla filmografia di chi lo stesse guardando.
Mi aspettavo che, oltre giocare - inevitabilmente - la carta del grande cast, si tentasse di proporre una storia interessante e, dato il tema, 'soffocante', che premesse l'acceleratore sul fattore paura psicotica di essere contagiati senza sapere come effettivamente riuscire a difendersi. E, invece, qui si riesce addirittura a risalire al paziente 'zero' (Paltrow) che è causa dell'esportazione del virus, ma non si finisce mai per avere una seria fobia di venir contagiati. Non c'è una gran immedesimazione, insomma. Anche perchè ci sono sia troppi personaggi, sia si cade nel solito cliché del padre che perde moglie e figlioletto e, per salvare l'altra pargola, tira fuori i cosiddetti 'coglioni' e si tramuta in una specie di eroe post-infezione mondiale. Bah, si poteva anche fare un pelino di più. Visto il cast e visto il budget... 60milioni di dollari per produrlo e il discreto incasso mondiale di $135,458,097. Con una parata di stelle come quella a disposizione di Soderbergh, ci si aspettava sicuramente un'affluenza più... proficua!
Consigli: Forse non è il film più adatto da vedere su un aereo per il Giappone (uno dei portatori del virus è asiatico) mentre si è chiusi per 12 ore su un aereo... Comunque, è in generale un film che si può anche evitare.
Parola chiave: Virus.

Trailer

Ric