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mercoledì 1 febbraio 2017

Film 1293 - Captain Fantastic

Sicurissimo di vederlo in inglese, in realtà lo streaming è partito in inglese e mi sono dovuto adattare. Meglio di niente, no?

Film 1293: "Captain Fantastic" (2016) di Matt Ross
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Che la nomination all'Oscar di Viggo fosse nell'aria si sapeva da un po', così ho deciso di recuperare questo film appena ne ho avuto l'occasione. I pronostici si sono in fretta avverati e nonostante né Mortensen né la pellicola si porteranno a casa nulla dalla stagione dei premi che contano, rimane il buon risultato di un prodotto indipendente che è riuscito pian piano a farsi scoprire. Il successo della pellicola è certamente dovuto all'inusuale pretesto della storia: padre e ragazzi che vivono isolati dalla società, in mezzo al bosco, cacciano e si esercitano tutti insieme.
Al di là della premessa intrigante, però, la storia devo ammettere che non mi abbia particolarmente colpito; mi sono chiesto quale fosse lo scopo di raccontarla e a volte mi è sembrata eccessivamente provocatoria, quasi che il sopra le righe - per esempio
il luogo di dispersione delle ceneri - fosse più importante degli avvenimenti stessi. I quali, va detto, non sono moltissimi: alla morte della madre dei ragazzi la famiglia è costretta a tornare in città in occasione del funerale, il che significherà per alcuni il primo contatto con la civiltà e, per tutti, l'incontro-scontro con i nonni paterni, non esattamente entusiasti dello stile di vita della famiglia Cash.
Del resto è difficile non essere almeno in parte d'accordo con loro, in quanto il modo di crescere i giovani è quantomeno poco convenzionale. La figura paterna - l'unica che conosciamo -, nel corso della storia susciterà sensazioni contrastanti: da una parte ama i suoi figli e li tratta da pari, li ha educati a pensare con la propria testa e a poter sopravvivere in mezzo alle avversità; dall'altra è eccessivamente permissivo e fiducioso nelle capacità dei ragazzi a cui affida armi o fa scalare montagne. Da un certo punto di vista la cosa è anche affascinante, ma rimane il fatto che sia essenzialmente un atteggiamento sconsiderato. Non so in un contesto reale come potrebbe davvero evolversi un'ipotetica situazione del genere, di sicuro il comportamento del protagonista - che sarà anche una provocazione, ripeto - è praticato o perché è incosciente o perché i suoi figli sono autonomamente in grado, nonostante le diverse età, di capire cosa sia o non sia davvero rischioso per loro. In ogni caso non so se basti del semplice training quotidiano per rendere ragazzini di pochi anni degli abili maneggiatori di coltelli.
Storia a parte, il cast è necessariamente molto assortito e su tutti spicca proprio il capofamiglia Ben, un Viggo Mortensen in certe scene davvero molto intenso - come quando lo vediamo da solo nel pullman vuoto, una volta che i ragazzi sono affidati ai nonni - e che addirittura non si risparmia una scena di nudo a quasi 60 anni di età. Un ruolo con cui l'attore, troppo spesso considerato meno del suo valore, è riuscito a ricordare al pubblico quanto sia capace di mettersi in gioco e affrontare nuove e poliedriche sfide. E' soprattutto per lui se "Captain Fantastic" funziona, poiché è il collante di un caos strambo e a volte fastidioso che Mortensen assorbe tutto come una spugna e trasforma in qualcosa di reale e plausibile. Mica male...
Cast: Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Nicholas Hamilton, Shree Crooks, Charlie Shotwell, Frank Langella, Kathryn Hahn, Steve Zahn, Erin Moriarty, Missi Pyle.
Box Office: $10.2 milioni
Consigli: Anche gli integralisti hanno un cuore, ovvero percorso di formazione di una nuomerosa famiglia che vive tra i boschi ed è costretta a tornare in mezzo alla civiltà in seguito ad un evento drammatico.
Il presupposto è sicuramente intrigante e per quanto nello svolgimento vi siano collacate una serie di stramberie un po' esagerate, tutto sommato la pellicola può funzionare. Non è perfetta per qualsiasi occasione e, anzi, richiede una certa dose di concentrazione soprattutto all'inizio, quando si consumano i momenti più difficili. Mortensen è bravo ed è il centro di una storia altrimenti francamente solo stramba e un po' priva di scopo.
Parola chiave: Tegole.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 21 maggio 2015

Film 919 - Pride

Aspettavo da un po' di recuperare questo film, incuriosito dalla storia che tratta, un episodio realmente accaduto nell'Inghilterra degli anni '80.

Film 919: "Pride" (2014) di Matthew Warchus
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Francamente uno dei migliori titoli della scorsa stagione, questo "Pride" è riuscito a conquistare solamente una - e sottolineo una - nomination ai Golden Globes come Miglior film (che se è tra i migliori, qualcosina di valore in più ce l'avrà... Voglio dire, candidi Quvenzhané Wallis per "Annie" ed Helen Mirren per "Amore, cucina e curry" (!) e questa bella pellicola la lasci fuori da tutte le altre categorie? Mah...) oltre che qualcosina ai BAFTA inglesi, territorio d'origine di questa produzione.
"Pride" prende ispirazione da una storia vera, una bella vicenda che vede negli anni '80 attivisti gay e lesbiche raccogliere fondi per i minatori in sciopero contro le politiche dell'allora premier Margaret Thatcher: omosessuali e minatori, due categorie teoricamente agli antipodi, eppure capaci di unirsi - con le necessarie tempistiche di assestamento -, aiutarsi e sostenersi. Il racconto di questo quasi impensabile incontro è qui rappresentato con ironia e intelligenza, caricando certamente qualche aspetto per rendere la trama più godibile, ma il risultato finale è compatto e credibile.
Ho seguito con interesse questa storia, chiedendomi se mai in Italia un racconto del genere sarà anche solo pensabile. O, parimeti, se allo stato attuale delle cose la comunità LGBT italiana (di qualsiasi comune) si prenderebbe il disturbo di affiancare la propria "crociata" a quella di chi vive un medesimo disagio ma appartiene a un mondo totalmente differente. Diciamo che, anche solo per ciò che porta alla luce, questo film vale la pena di essere visto. Sia perché non rappresenta il mondo omosessuale come una macchietta, sia perché racconta una bella storia di collaborazione e amicizia, un episodio costruttivo in cui diversità e diffidenze sono aggirate grazie all'intelligenza di alcuni che sono in grado di far capire agli altri che la differenza è solo apparente.
Il messaggio - che passa forte e chiaro - riece ad essere percepito senza che la trama si prenda particolarmente la briga di esplicitarlo: il bello di questo progetto è proprio l'approccio normale con cui si presenta la vicenda, che avesse coinvolto casalinghe e fontanieri sarebbe stato lo stesso. La normalità con cui gli individui sono rappresentati è percepita dallo spettatore, che subisce l'eccezzionale solo nell'episodio dell'unione di due voci così apparentemente distanti (non sono i ragazzi di Lesbians and Gays Support the Miners parteciperanno agli scioperi dei minatori, ma questi ultimi prenderanno parte al Gay Pride di Londra del 1985).
Una bella storia che francamente mi ha colpito, un bel film in grado di rappresentare il fatto da cui trae ispirazione con dignità e coerenza, riuscendo a passare un messaggio che, anche se certamente caricato per necessità di trama, rappresenta comunque qualcosa che vale la pena di mostrare al grande pubblico per ricordare quanto, in fin dei conti, la diversità esiste solo in coloro che la vedono.
Ps. Gran cast: Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine, Andrew Scott, George MacKay, Joseph Gilgun, Ben Schnetzer, Jessica Gunning (vera sorpresa di questa pellicola).
Box Office: $14.7 milioni
Consigli: Anche se è una commedia (e piuttosto divertente), questa storia tratta una serie di episodi non esattamente spensierati: lo sciopero dei minatori, la difficoltà delle loro famiglie, la lotta per i diritti dei gay, i sopprusi subiti, AIDS e omofobia... Insomma, a ben vedere i toni drammatici ci sono. Ma il buon piglio della sceneggiatura e le perfette scelte di cast riescono a far passare i messaggi anche con un sorriso, senza che questa pellicola risulti pesante o angosciante. Si tratta di un bel racconto di amicizia, una storia vera che ci ricorda quanto, a volte, le persone riescano a dimostrare che un limite lo si può superare se c'è l'intenzione di farlo. Bello, lo rivedrei subito.
Parola chiave: Diritti.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi