Aspettavo da un po' di recuperare questo film, incuriosito dalla storia che tratta, un episodio realmente accaduto nell'Inghilterra degli anni '80.
Film 919: "Pride" (2014) di Matthew Warchus
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Francamente uno dei migliori titoli della scorsa stagione, questo "Pride" è riuscito a conquistare solamente una - e sottolineo una - nomination ai Golden Globes come Miglior film (che se è tra i migliori, qualcosina di valore in più ce l'avrà... Voglio dire, candidi Quvenzhané Wallis per "Annie" ed Helen Mirren per "Amore, cucina e curry" (!) e questa bella pellicola la lasci fuori da tutte le altre categorie? Mah...) oltre che qualcosina ai BAFTA inglesi, territorio d'origine di questa produzione.
"Pride" prende ispirazione da una storia vera, una bella vicenda che vede negli anni '80 attivisti gay e lesbiche raccogliere fondi per i minatori in sciopero contro le politiche dell'allora premier Margaret Thatcher: omosessuali e minatori, due categorie teoricamente agli antipodi, eppure capaci di unirsi - con le necessarie tempistiche di assestamento -, aiutarsi e sostenersi. Il racconto di questo quasi impensabile incontro è qui rappresentato con ironia e intelligenza, caricando certamente qualche aspetto per rendere la trama più godibile, ma il risultato finale è compatto e credibile.
Ho seguito con interesse questa storia, chiedendomi se mai in Italia un racconto del genere sarà anche solo pensabile. O, parimeti, se allo stato attuale delle cose la comunità LGBT italiana (di qualsiasi comune) si prenderebbe il disturbo di affiancare la propria "crociata" a quella di chi vive un medesimo disagio ma appartiene a un mondo totalmente differente. Diciamo che, anche solo per ciò che porta alla luce, questo film vale la pena di essere visto. Sia perché non rappresenta il mondo omosessuale come una macchietta, sia perché racconta una bella storia di collaborazione e amicizia, un episodio costruttivo in cui diversità e diffidenze sono aggirate grazie all'intelligenza di alcuni che sono in grado di far capire agli altri che la differenza è solo apparente.
Il messaggio - che passa forte e chiaro - riece ad essere percepito senza che la trama si prenda particolarmente la briga di esplicitarlo: il bello di questo progetto è proprio l'approccio normale con cui si presenta la vicenda, che avesse coinvolto casalinghe e fontanieri sarebbe stato lo stesso. La normalità con cui gli individui sono rappresentati è percepita dallo spettatore, che subisce l'eccezzionale solo nell'episodio dell'unione di due voci così apparentemente distanti (non sono i ragazzi di Lesbians and Gays Support the Miners parteciperanno agli scioperi dei minatori, ma questi ultimi prenderanno parte al Gay Pride di Londra del 1985).
Una bella storia che francamente mi ha colpito, un bel film in grado di rappresentare il fatto da cui trae ispirazione con dignità e coerenza, riuscendo a passare un messaggio che, anche se certamente caricato per necessità di trama, rappresenta comunque qualcosa che vale la pena di mostrare al grande pubblico per ricordare quanto, in fin dei conti, la diversità esiste solo in coloro che la vedono.
Ps. Gran cast: Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine, Andrew Scott, George MacKay, Joseph Gilgun, Ben Schnetzer, Jessica Gunning (vera sorpresa di questa pellicola).
Box Office: $14.7 milioni
Consigli: Anche se è una commedia (e piuttosto divertente), questa storia tratta una serie di episodi non esattamente spensierati: lo sciopero dei minatori, la difficoltà delle loro famiglie, la lotta per i diritti dei gay, i sopprusi subiti, AIDS e omofobia... Insomma, a ben vedere i toni drammatici ci sono. Ma il buon piglio della sceneggiatura e le perfette scelte di cast riescono a far passare i messaggi anche con un sorriso, senza che questa pellicola risulti pesante o angosciante. Si tratta di un bel racconto di amicizia, una storia vera che ci ricorda quanto, a volte, le persone riescano a dimostrare che un limite lo si può superare se c'è l'intenzione di farlo. Bello, lo rivedrei subito.
Parola chiave: Diritti.
Trailer
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Bengi
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