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lunedì 28 novembre 2022

Film 2147 - Bros

Intro: Molto, molto interessato a vedere questo film specialmente al cinema.

Film 2147: "Bros" (2022) di Nicholas Stoller
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: non il successo di pubblico sperato, "Bros" è affondato, complice un momento storico in cui non solo c'è da abbattere barriera, sfatare pregiudizi, combattere gli stereotipi E lo streaming, ma anche i postumi di una pandemia globale che non accenna a mollare la presa sul cinema.
In questo panorama di difficoltà, il film scritto e interpretato da Billy Eichner - la prima romcom gay prodotta da una major, ovvero la Universal Pictures - non è riuscito a richiamare al cinema spettatori interessati e paganti, nonostante "Bros" sia effettivamente un prodotto riuscito nel suo genere.
Da omosessuale posso dire di aver gradito la rappresentazione sul grande schermo di una coppia in cui potermi rispecchiare, nonostante le dinemache estreme da commedia rendano la storia di Bobby (Eichner) e Aaron (Luke Macfarlane) alquanto sopra alle righe. Ci sono, però, bei momenti di normalizzazione di un amore che è, sì, dello stesso sesso, ma finalmente non è l'unico focus della storia. L'amore gay è come l'amore etero, lo sappiamo e ce ne siamo fatti quasi tutti una ragione. Per chi non ci arriva, chiaramente questo non è il film adatto. E probabilmente nemmeno il pianeta.
Detto questo, "Bros" ha anche qualche momento di connessione genuina con il pubblico, soprattutto attraverso il personaggio di Bobby, difficile e complicato, indurito da una solitudine che pare essere più una corazza che una vera e propria scelta di vita. Il suo monologo sulla spiaggia non passa inosservato.
Onestamente trovo un peccato che questa pellicola non abbia trovato un riscontro di pubblico, soprattutto quello della comunità LGBTQIA+, adeguato alla conquista ottenuta dalla sua uscita nelle sale. Il mancato ritorno economico (il film è costato 22 milioni di dollari solo per produrlo) temo metterà un freno all'entusiasmo arcobaleno degli studi di produzione che, magari, ci penseranno su due volte prima di affidare il ruolo di protagonisti di una storia d'amore ad aspirazioni mainstream a due persone dello stesso sesso. Il che, al di là dei giudizi personali su questo film in sé, è onestamente un vero peccato.
Cast: Billy Eichner, Luke Macfarlane, Ts Madison, Debra Messing, Guillermo Díaz, Monica Raymund, Jim Rash, Dot-Marie Jones, Bowen Yang, Symone, Ben Stiller, Kenan Thompson, Amy Schumer, Seth Meyers, Kristin Chenoweth.
Box Office: $14.7 milioni
Vale o non vale: Billy Eichner e Luke Macfarlane fanno un egregio lavoro e anche sullo schermo traspare la chimica che c'è tra loro. Ad accompagnarli, una miriade di esponenti più o meno di punta della comunità LGBTQIA+ americana, tra camei importanti (Debra Messing, Ben Stiller, Kenan Thompson, Amy Schumer, Seth Meyers, Kristin Chenoweth, Bowen Yang) e qualche volto noto della corte di RuPaul (Ts Madison, Symone).
Il film è carino e fa ridere, forse a volte un po' troppo spudorato, ma è chiaro che pur essendo una romcom, "Bros" non punta al pubblico di tutte le età, quanto a uno specifico tipo di pubblico tramite il quale aprire la pista per altri progetti futuri simili a questo.
La risposta non c'è stata nei termini sperati, il che genera un po' di tristezza. Resta il fatto che ogni conquista va celebrata e ricordata come un nuovo, piccolo successo.
Premi: /
Parola chiave: Museo.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 21 maggio 2015

Film 919 - Pride

Aspettavo da un po' di recuperare questo film, incuriosito dalla storia che tratta, un episodio realmente accaduto nell'Inghilterra degli anni '80.

Film 919: "Pride" (2014) di Matthew Warchus
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Francamente uno dei migliori titoli della scorsa stagione, questo "Pride" è riuscito a conquistare solamente una - e sottolineo una - nomination ai Golden Globes come Miglior film (che se è tra i migliori, qualcosina di valore in più ce l'avrà... Voglio dire, candidi Quvenzhané Wallis per "Annie" ed Helen Mirren per "Amore, cucina e curry" (!) e questa bella pellicola la lasci fuori da tutte le altre categorie? Mah...) oltre che qualcosina ai BAFTA inglesi, territorio d'origine di questa produzione.
"Pride" prende ispirazione da una storia vera, una bella vicenda che vede negli anni '80 attivisti gay e lesbiche raccogliere fondi per i minatori in sciopero contro le politiche dell'allora premier Margaret Thatcher: omosessuali e minatori, due categorie teoricamente agli antipodi, eppure capaci di unirsi - con le necessarie tempistiche di assestamento -, aiutarsi e sostenersi. Il racconto di questo quasi impensabile incontro è qui rappresentato con ironia e intelligenza, caricando certamente qualche aspetto per rendere la trama più godibile, ma il risultato finale è compatto e credibile.
Ho seguito con interesse questa storia, chiedendomi se mai in Italia un racconto del genere sarà anche solo pensabile. O, parimeti, se allo stato attuale delle cose la comunità LGBT italiana (di qualsiasi comune) si prenderebbe il disturbo di affiancare la propria "crociata" a quella di chi vive un medesimo disagio ma appartiene a un mondo totalmente differente. Diciamo che, anche solo per ciò che porta alla luce, questo film vale la pena di essere visto. Sia perché non rappresenta il mondo omosessuale come una macchietta, sia perché racconta una bella storia di collaborazione e amicizia, un episodio costruttivo in cui diversità e diffidenze sono aggirate grazie all'intelligenza di alcuni che sono in grado di far capire agli altri che la differenza è solo apparente.
Il messaggio - che passa forte e chiaro - riece ad essere percepito senza che la trama si prenda particolarmente la briga di esplicitarlo: il bello di questo progetto è proprio l'approccio normale con cui si presenta la vicenda, che avesse coinvolto casalinghe e fontanieri sarebbe stato lo stesso. La normalità con cui gli individui sono rappresentati è percepita dallo spettatore, che subisce l'eccezzionale solo nell'episodio dell'unione di due voci così apparentemente distanti (non sono i ragazzi di Lesbians and Gays Support the Miners parteciperanno agli scioperi dei minatori, ma questi ultimi prenderanno parte al Gay Pride di Londra del 1985).
Una bella storia che francamente mi ha colpito, un bel film in grado di rappresentare il fatto da cui trae ispirazione con dignità e coerenza, riuscendo a passare un messaggio che, anche se certamente caricato per necessità di trama, rappresenta comunque qualcosa che vale la pena di mostrare al grande pubblico per ricordare quanto, in fin dei conti, la diversità esiste solo in coloro che la vedono.
Ps. Gran cast: Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine, Andrew Scott, George MacKay, Joseph Gilgun, Ben Schnetzer, Jessica Gunning (vera sorpresa di questa pellicola).
Box Office: $14.7 milioni
Consigli: Anche se è una commedia (e piuttosto divertente), questa storia tratta una serie di episodi non esattamente spensierati: lo sciopero dei minatori, la difficoltà delle loro famiglie, la lotta per i diritti dei gay, i sopprusi subiti, AIDS e omofobia... Insomma, a ben vedere i toni drammatici ci sono. Ma il buon piglio della sceneggiatura e le perfette scelte di cast riescono a far passare i messaggi anche con un sorriso, senza che questa pellicola risulti pesante o angosciante. Si tratta di un bel racconto di amicizia, una storia vera che ci ricorda quanto, a volte, le persone riescano a dimostrare che un limite lo si può superare se c'è l'intenzione di farlo. Bello, lo rivedrei subito.
Parola chiave: Diritti.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi