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martedì 18 marzo 2014

Film 683 - L'amore in valigia

Una cavalota per un po' di relax post weekend a Milano.

Film 683: "L'amore in valigia" (2013) di David E. Talbert
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Non era capace a regitare in "Amore e altri guai", non è capace qui. Ovvero neanche un minimo miglioramento per Paula Patton che, nonostante questo, si vede affidare la leadership di un'intera produzione cinematografica per quanto riguarda il comparto attoriale. Seppure di nicchia, anche questo "L'amore in valigia" ha un suo pubblico e non mi capacito del fatto che ci sia chi è disposto a pagare per vederla regitare.
Ma non è tutta colpa sua se, nel complesso, questo prodotto è un brutto esempio di cinema all-black. La trama, per citare il macro-esempio più evidente, è sciatta e banale, superficiale e stiracchiata in ogni sua parte. Nessun approfondimento dei personaggi che vada oltre il cliché, il ricorso all'espediente della caccia all'appuntamento in volo dopo neanche 20 minuti di pellicola, una serie di personaggi spalla da far venire i brividi per la loro inadeguatezza e una storia d'amore tra la protagonista Montana Moore e il suo miglior amico della porta accanto che è tanto prevedibile quanto mal gestita. Per dire: c'era bisogno di inserire la moglie fedifraga (l'ex cantante Christina Milian) perché la storia funzionasse? William Wright non poteva andar bene anche senza dover passare per il cucciolone-amicone-poverone perché lasciato dalla moglie che sgualdrineggia con un altro in aereo? E, se proprio volessimo sovranalizzare: questa moglie è così pirla che prenota un volo su cui sa che sarà con l'amante... proprio presso la compagnia dove lavora la nostra monoespressiva hostess Montana Moore? Che è pure sua vicina di casa? Che è pure amica amicissima dei suo marito corna-munito? S-t-i-r-a-c-c-h-i-a-t-o.
E il matrimonio della sorella di Montana, che salta il giorno prima delle nozze perché la nostra eroina fa capire ai due ragazzi che si devono sposare solo quando saranno pronti e non solo perché spinti da pressioni esterne? Banalità buoniste a go-go.
Quindi, per tirar le somme, "Baggage Claim" è un brutto, brutto esempio di prodotto commerciale per la comunità afroamericana - ma c'è ancora bisogno di segnare questo netto confine di o tutti neri o tutti bianchi? - e veramente pessimo dal punto di vista dell'intrattenimento in generale. Perché non intrattiene, non diverte, non funziona. L'unico aspetto divertente è vedere Adam Brody, unico bianco, nei panni di Sam, l'unico gay. Bah.
Box Office: $22,456,509
Consigli: Si può tranquillamente saltare la visione di questo film. Come, se mi è concesso, tutta la filmografia di Paula Patton (forse tranne "Mission: Impossible - Protocollo fantasma" e "Precious", ovvero dove lei ha ruoli marginali).
Parola chiave: Vero amore.

Trailer

Bengi

sabato 3 novembre 2012

Film 475 - Jumping the Broom

Se per me questo non era un titolo sconosciuto, per la mia cara amica Licia era certamente qualcosa di cui non aveva mai sentito parlare. Ma, siccome siamo una coppia di cinefili sperimentatori, non abbiamo resistito alla tentazione di buttarci nell'ennesimo esperimento.


Film 475: "Jumping the Broom" (2011) di Salim Akil
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Pellicola all-black multigenere praticamente sconosciuta da noi (su wiki Italia non c'è nemmeno la scheda) che però arriva doppiata e storpiata nel titolo al grido di "Amore e altri guai".
Dato che è inutile spiegare perchè ho preferito mantenere il titolo originale in questa scheda (tra l'altro il significato che esprime è simbolico e legato al gesto di saltare la scopa durante la celebrazione del matrimonio, che serviva a suggellare di fatto l'unione tra gli schiavi nelle comunità afro-americane), procedo direttamente dicendo che il film è così così. Alcune gag sono simpatiche ed effettivamente certi comprimari tengono bene la scena, ma di fatto ho trovato davvero troppo disturbante la costante e pressante presenza di Dio in ogni discorso proferito.
Per quanto effettivamente non dovrebbe suonare strana questa critica, specialmente perchè parliamo di un film sul matrimonio, devo dire che non mi aspettassi davvero una tale pressione cristiana da parte degli sceneggiatori. Tra l'altro con un uso stupido, superficiale ed utilitaristico (primo esempio: la protagonista Sabrina prega il Signore perchè le faccia trovare l'uomo della sua vita...). Questa ostentazione religiosa è fastidiosa e davvero superflua.
Ma, come dicevo prima, questa è una pellicola multigenere, figlia di una produzione legata ad un certo target di pubblico che apprezza questo tipo di prodotti. Ma il romanticismo e la religione non bastano. Ci vuole lo spirito da commedia, il percorso di formazione (le madri), lo stile ghetto, un cast all-black per l'identificazione e, chiaramente, l'happy ending a coronare il sogno d'amore dei due piccioncini.
Scesi a patti con la realtà dei fatti, si può accettare la visione di "Jumping the Broom" senza provare momenti di particolare insofferenza.
Un elemento molto negativo, però, che ci tengo a sottolineare è la presenta dell'attrice Paula Patton (già vista in "Mission: Impossible - Protocollo fantasma" e "Precious") che ha l'irritante capacità di sembrare sempre sotto l'effetto di metanfetamine. Storpiata in una smorfia continua di finta felicità prenuziale, risulta antipatica e finta, nonché incapace della semplice recitazione basic e disimpegnata come una commediola come questa vorrebbe. Insopportabile.
Infine davvero di cattivo gusto il colpo basso della madre Loretta Devine (famosa per il suo ruolo in "Grey's Anatomy") che spiffera il segreto nascosto della famiglia Watson solo per il piacere di dimostrare che anche gente del ghetto può risultare migliore di quelli della upper class.
Nel cast, oltre alle attrici già citate, troviamo anche Angela Bassett (nominata all'Oscar per "Tina - What's Love Got to Do with It", bio-drama sulla vita di Tina Turner), Laz Alonso ("Avatar", "Jarhead") e Julie Bowen (due Emmy Awards per "Modern Family"). Ps. Box office in linea con il target di nicchia: $37,710,610 a fronte di una spesa di $6.6 milioni.
Consigli: Niente di che, comunque passabile per una serata piacevole tra amici e una pellicola di compagnia priva di qualunque pretesa culturale o di contenuti. Innocua.
Parola chiave: Scopa.

Trailer

BB