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venerdì 1 marzo 2024

Film 2255 - American Fiction

Intro: Il trailer e le numerose nomination alle varie cerimonie di premiazione mi hanno incuriosito, per cui ha recuperato questa pellicola non appena ne ho avuto l'occasione.

Film 2255: "American Fiction" (2023) di Cord Jefferson
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: dal trailer avevo avuto l'impressione che il film fosse decisamente più divertente o che, quantomeno, propendesse di più per l'aspetto comico della vicenda. In realtà il risultato finale è sì, piacevole, ma non esattamente una commedia in senso stretto.
In particolare è la premessa che getta le basi per gli elementi comici del racconto, ma in realtà, man mano che il racconto procede, sono sempre meno le parti comiche e la storia si concentra di più sugli aspetti drammatici della vicenda.
Onestamente e personalmente avrei gradito di più che venissero esplorate le possibilità della trama connesse alla comicità - scrittore impegnato che non vede il successo dall'uscita del primo libro, finisce per scriverne uno che racchiude tutti gli stereotipi legati all'essere afroamericani e ritrovare istantaneamente il successo (pur decidendo di pubblicare il romanzo sotto pseudonimo) - mentre in realtà si finisce per parlare un sacco della famiglia di Monk (Jeffrey Wright) e dei vari problemi e situazioni che si susseguono.
Tutto sommato ho gradito la visione di "American Fiction", ma non è stato il film che mi aspettavo.
Cast: Jeffrey Wright, Tracee Ellis Ross, John Ortiz, Erika Alexander, Leslie Uggams, Adam Brody, Issa Rae, Miriam Shor, Myra Lucretia Taylor, Sterling K. Brown.
Box Office: $21.8 milioni
Vale o non vale: Onestamente non descriverei questo film come commedia, quanto più come una pellicola drammatica a cui si alternano momenti divertenti (specialmente all'inizio). Jeffrey Wright fa, come sempre, un egregio lavoro, Tracee Ellis Ross speravo avesse una parte più prominente e il personaggio di Sterling K. Brown è insostenibile. "American Fiction" non è decisamente un prodotto per tutti, ma bilancia bene un'idea di partenza molto commerciale (che ha un buon appeal per il grabde pubblico) all'anima di fatto piuttosto "indie" del prodotto finale.
Premi: Candidato a 5 premi Oscar per Miglior film, attore protagonista (Wright), attore non protagonista (Brown), sceneggiatura non originale e colonna sonora. Vincitore del BAFTA per la Miglior sceneggiatura non originale. 2 nomination ai Golden Globe per il Miglior film musical/commedia e attore protagonista.
Parola chiave: Libro.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 21 novembre 2023

Film 2219 - The Ring

Intro: Ormai completamente immerso in una "bolla" di paura da suggestione halloweeniana, ho convinto Kate a guardare insieme a me questo (e il prossimo) film in due pomeriggi casalinghi all'insegna di alcune vecchie guardie - ormai si può dire - del cinema dell'orrore.

Film 2219: "The Ring" (2002) di Gore Verbinski
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Kate
In sintesi: ho sempre adorato questo film che, nell'ormai lontano 2002, non mancai di vedere al cinema.
Non importa quante volte abbia già visto "The Ring", a ogni visione rimango sempre soddisfatto dalla storia, la fotografia bluastra e super malinconica e dalla magnifica performance di un'allora sconosciuta Naomi Watts. Il dvd che ho a casa a Bologna è sicuramente consumato a causa di tutte le volte che ho rivisto questo film. A questo, però, punto mi sorge una domanda: avrei dovuto farne una copia?
Film 1272 - The Ring
Film 2219 - The Ring
Film 1333 - The Ring 3
Cast: Naomi Watts, Martin Henderson, Brian Cox, David Dorfman, Daveigh Chase, Jane Alexander, Amber Tamblyn, Pauley Perrette, Sara Rue, Adam Brody.
Box Office: $249.3 milioni
Vale o non vale: Premesso che non ho mai visto l'originale giapponese, questo remake americano a me a convinto dalla prima visione. La storia è assurda quanto basta, spaventosa più per i vari traumi psicologici che secondo i canoni del genere horror, adoro che la storia sembri finita dopo la scena nel pozzo ma in realtà continui e regali un finale molto più soddisfacente del previsto e, in generale, trovo che "The Ring" funzioni su tutta la linea. Poi con tutti i vari sequel si sono giocati la qualità generale del franchise (del resto Gore Verbinski lascia la regia dopo questo primo film), ma questo primo episodio è una bomba. Anche a 20 anni di distanza.
Premi: 2 candidature agli MTV Movie + TV Awards per Miglior film e Miglior cattivo (Daveigh Chase).
Parola chiave: Copy.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 20 marzo 2021

Film 1971 - Promising Young Woman

Intro: Scoperto per caso e intrigato dal poster, appena ho visto il trailer ho capito che dovevo a tutti i costi recuperare questa pellicola. E ve lo dico subito: avevo ragione.
Film 1971: "Promising Young Woman" (2020) di Emerald Fennell
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: direi il film più interessante della stagione passata che ho visto finora. Non è perfetto, ma ha tantissimo da dire, Carey Mulligan è PAZ-ZES-CA e si merita l'Oscar (che ovviamente non vincerà), la fotografia complimenta il film e Emerald Fennell fa un lavoro semplicemente egregio. Non so cosa altro dire se non che "Promising Young Woman" mantiene tutte le buone promesse di trailer e critiche e, anzi, per quanto mi riguarda fa molto di più, consegnando allo spettatore un finale inaspettato che rende il tutto ancora più soddisfacente.
Ribadisco, però, che non tutte le scelte narrative mi hanno convinto, in particolare due passaggi della trama: il momento in cui Cassie sfascia la macchina dell'uomo fermo al semaforo e il passaggio finale con lo scambio di SMS. Il primo per una pura questione di apporto alla racconto, nel senso che è un elemento che non aggiunge niente alla narrazione e il tutto finisce per sembrare un po' gratuito e a tratti esagerato. E' vero, Cassie ha una missione precisa e una certo dose di rabbia, ma ho davvero trovato la scena un po' fuori dal tono generale della storia; per quanto riguarda il finale - che non voglio assolutamente spoilerare - dico solamente che lo scambio via SMS mi ha ricordato un po' troppo "Pretty Little Liars", il che non è mai una buona cosa.
Tolti questi pesi dal petto, torno a dire: "Promising Young Woman" è una bomba di film, affronta tematiche pensantissime come stupro, molestie sessuali, suicidio e vendetta con un tono personale e molto particolare che ha quasi del comico - chi apprezza il black humor ha trovato cosa guardare - eppure c'è un'estrema sensibilità nel presentare questi elementi nella storia, anche grazie alla connessione stabilita dall'amicizia tra Cassie e Nina (che un po' mi ha ricordato quella rappresentata in "Fleabag").
Emerald Fennell fa un lavoro egregio nel costruire i personaggi e nel connotare la storia come un mondo plausibile e al contempo estremamente assurdo, il tutto shakerato con un'inaspettata dose di crudeltà e una Carey Mulligan che non ho mai visto così perfetta per un ruolo, ad oggi sicuramente la sua interpretazione migliore.
Ci tengo a sottolinearlo ancora, non mi fossi spiegato: fate in modo di vedere "Promising Young Woman".
Film 1971 - Promising Young Woman
Film 2166 - Promising Young Woman
Cast: Carey Mulligan, Bo Burnham, Alison Brie, Clancy Brown, Jennifer Coolidge, Laverne Cox, Connie Britton, Chris Lowell, Adam Brody, Max Greenfield, Christopher Mintz-Plasse, Alfred Molina, Molly Shannon.
Box Office: $10.2 milioni
Vale o non vale: Una delle pellicole più interessanti che ho visto negli ultimi anni, disturbante e inquietante quanto basta e in evidente contrasto con una fotografia dai toni accessi e vibranti, il tutto per un tour de force emotivo che non molla lo spettatore fino al finale. Un grande film che ha tantissimo da dire e lo fa con la propria voce, al proprio ritmo e senza mai chiedere scusa. Una bomba.
Premi: Candidato a 5 Oscar per Miglior film, regia, attrice protagonista (Mulligan), sceneggiatura originale e montaggio; candidato a 4 Golden Globe (Miglior film drammatico, attrice protagonista, sceneggiatura e regia); 6 nomination ai BAFTA per Miglior film, Miglior film britannico, sceneggiatura, montaggio, colonna sonora e casting (personalmente trovo che sia folle non aver candidato Carey Mulligan, specialmente considerato che i BAFTA sono gli Oscar britannici e lei è inglese).
Parola chiave: Vendetta.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 10 dicembre 2020

Film 1753 - Shazam!

Intro: Ne stavano parlando bene tutti, per cui non potevo sottrarmi alla chiamata: bisognava correre al cinema!
Film 1753: "Shazam!" (2019) di David F. Sandberg
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Chris
In sintesi: evento praticamente straordinario, ogni tanto anche la DC ce la fa a produrre un film carino e divertente! MI RA CO LO.
Sarà la combo simpatia Asher Angel - Jack Dylan Grazer - Zachary Levi, sarà che effettivamente il tono della storia è appropriato, più rilassato e decisamente meno serioso dei precedenti titoli della casa cinematografica, di fatto il risultato finale di questo "Shazam!" (o Captain Marvel, come preferite chiamarlo) è buono! Magari non il capolavoro che ti aspetteresti considerata la tanta buona pubblicità del circo mediatico, ma suppongo fosse impossibile contenere l'entusiasmo per un prodotto della DC Comics effettivamente riuscito. Sicuramente mi sarei aspettato un incasso al box-office più cospicuo, specialmente per un film costato 100 milioni di dollari.
La storia è ricca di elementi e certamente molto fantasiosa, il che aiuta nel complesso ad andare oltre il solito monotea cui la casa di produzione ci aveva abituato. Ce n'è per tutti i gusti: una certa critica per il sistema del mondo delle adozioni americano, probelmatica di popolarità scolastica, problemi di fiducia per un passato complicato, nuovi amici & nuova famiglia, magia, superpoteri, scoperta di sé, peccati capitali, effetti speciali funzionali al racconto e chi più ne ha più ne metta (riassuntino qui [1]).
Insomma, "Shazam!" funziona e si lascia guardare con sorprendete piacevolezza.
[1] "The plot follows teenager Billy Batson (Angel) as he is chosen by the ancient wizard Shazam (Hounsou) to be his new champion, allowing him to transform into an adult superhero (Levi) with various superpowers. Billy and his foster brother Freddy Freeman (Grazer) must discover Billy's new powers in order to stop the evil Dr. Thaddeus Sivana (Strong) and the Seven Deadly Sins." (Wikipedia)
Cast: Zachary Levi, Mark Strong, Asher Angel, Jack Dylan Grazer, Djimon Hounsou, Adam Brody, John Glover, Marta Milans, Cooper Andrews.
Box Office: $366 milioni
Vale o non vale: L'ho visto più di un anno fa e, onestamente, ripensare a questa pellicola e doverne scrivere mi ha fatto tornare voglia di vederla... che è sempre un buon segno, no?
Se questo non vi fa venir voglia di recuperare "Shazam!", non so cosa potrebbe!
Ps. Un sequel è previsto per il 2023: "Shazam! Fury of the Gods".
Premi: /
Parola chiave: Wizard.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 4 gennaio 2017

Film 1272 - The Ring

Da ragazzino l'ho visto milioni di volte e dato che era da un po' che non lo riprendevo, ho deciso fosse arrivato il momento.

Film 1272: "The Ring" (2002) di Gore Verbinski
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Mio personalissimo cult horror, nonché prima cotta per la magnifica Naomi Watts - per la quale avevo già intravisto un roseo futuro hollywoodiano -, "The Ring" è stato per me un vero e proprio colpo di fulmine.
Per quanto non sia un titolo più spaventoso di altri, ho trovato fin da subito geniale ed intrigante l'idea alla base della storia (che come si sa è un remake del giapponese "Ringu" o "リング"), più inquietante per le implicazioni, il conto alla rovescia e, naturalmente, la vicenda nascosta che si cela dietro alla misteriosa videocassetta e al fatto che, in un modo o nell'altro, l'unica via di scampo sia diffonderne il messaggio. Non si può fare a meno di chiedersi: io in quei 7 giorni cosa avrei fatto? E avrei messo in circolazione altre copie, contribuendo alla morte certa di altri, solo per sopravvivere?
Lo so, sono due domande sciocche da porsi relativamente a un prodotto commerciale di pura fantasia, ma l'attrattiva magnetica di "The Ring" risiede proprio nell'inevitabilmente empatia che riesce a generare nello spettatore, giocandogli il brutto scherzo dell'immedesimazione. Insomma, Rachel è una come tante - esattamente come lo sono le altre vittime dell'inarrestabile Samara - il che ci rende tutti potenziali spettatori della VHS maledetta. Ecco la vera genialità di questa operazione: ognuno è una possibile vittima, sia tra i personaggi del film che tra gli spettatori, il che rende chi guarda particolarmente suggestionabile rispetto a ciò che vede sullo schermo. Che non è, come dicevo, più spaventoso di altri film dell'orrore, semplicemente riesce a coinvolgere lanciando un'esca molto semplice: e se capitasse a te di vedere questo video?
Film 1272 - The Ring
Film 2219 - The Ring
Film 1333 - The Ring 3
Cast: Naomi Watts, David Dorfman, Martin Henderson, Brian Cox, Jane Alexander, Amber Tamblyn, Pauley Perrette, Sara Rue, Adam Brody.
Box Office: $249.3 milioni
Consigli: Bella fotografia, qualche effetto speciale funzionale, un cast particolarmente azzeccato e due protagonisti spaventosi che sono già cult: Samara e la VHS. Il freddo blu costante delle immagini contribuisce a creare un'atmosfera glaciale e plumbea, quasi umida, che non fatica a riconnettersi alla profondità del pozzo che vedremo essere centrale nella storia.
Un bell'horror che presenta una sua estetica forte, anche se non ostentata, capace di molte suggestioni e di veicolare un senso di profonda solitudine; un film funzionale al suo scopo e certamente ancora capace di affascinare nonostante i quasi 15 anni di età. Una buona scelta per una serata all'insegna di qualche spavento grazie a un titolo che, nel suo genere, presenta un magnetico fascino oscuro.
Parola chiave: «Tu non capisci Rachel. Lei non dorme mai».

Se ti interessa/ti è piaciuto

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 18 marzo 2014

Film 683 - L'amore in valigia

Una cavalota per un po' di relax post weekend a Milano.

Film 683: "L'amore in valigia" (2013) di David E. Talbert
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Non era capace a regitare in "Amore e altri guai", non è capace qui. Ovvero neanche un minimo miglioramento per Paula Patton che, nonostante questo, si vede affidare la leadership di un'intera produzione cinematografica per quanto riguarda il comparto attoriale. Seppure di nicchia, anche questo "L'amore in valigia" ha un suo pubblico e non mi capacito del fatto che ci sia chi è disposto a pagare per vederla regitare.
Ma non è tutta colpa sua se, nel complesso, questo prodotto è un brutto esempio di cinema all-black. La trama, per citare il macro-esempio più evidente, è sciatta e banale, superficiale e stiracchiata in ogni sua parte. Nessun approfondimento dei personaggi che vada oltre il cliché, il ricorso all'espediente della caccia all'appuntamento in volo dopo neanche 20 minuti di pellicola, una serie di personaggi spalla da far venire i brividi per la loro inadeguatezza e una storia d'amore tra la protagonista Montana Moore e il suo miglior amico della porta accanto che è tanto prevedibile quanto mal gestita. Per dire: c'era bisogno di inserire la moglie fedifraga (l'ex cantante Christina Milian) perché la storia funzionasse? William Wright non poteva andar bene anche senza dover passare per il cucciolone-amicone-poverone perché lasciato dalla moglie che sgualdrineggia con un altro in aereo? E, se proprio volessimo sovranalizzare: questa moglie è così pirla che prenota un volo su cui sa che sarà con l'amante... proprio presso la compagnia dove lavora la nostra monoespressiva hostess Montana Moore? Che è pure sua vicina di casa? Che è pure amica amicissima dei suo marito corna-munito? S-t-i-r-a-c-c-h-i-a-t-o.
E il matrimonio della sorella di Montana, che salta il giorno prima delle nozze perché la nostra eroina fa capire ai due ragazzi che si devono sposare solo quando saranno pronti e non solo perché spinti da pressioni esterne? Banalità buoniste a go-go.
Quindi, per tirar le somme, "Baggage Claim" è un brutto, brutto esempio di prodotto commerciale per la comunità afroamericana - ma c'è ancora bisogno di segnare questo netto confine di o tutti neri o tutti bianchi? - e veramente pessimo dal punto di vista dell'intrattenimento in generale. Perché non intrattiene, non diverte, non funziona. L'unico aspetto divertente è vedere Adam Brody, unico bianco, nei panni di Sam, l'unico gay. Bah.
Box Office: $22,456,509
Consigli: Si può tranquillamente saltare la visione di questo film. Come, se mi è concesso, tutta la filmografia di Paula Patton (forse tranne "Mission: Impossible - Protocollo fantasma" e "Precious", ovvero dove lei ha ruoli marginali).
Parola chiave: Vero amore.

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Bengi

martedì 8 novembre 2011

Film 326 - Scream 4

Quando si resuscita una saga bisogna sempre stare attenti a cosa si decide di farne. Qui il risultato lascia molto perplessi...


Film 326: "Scream 4" (2011) di Wes Craven
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Ma l’autoreferenzialità di questo film? Vive di una blanda filosofia basata sui precedenti tre capitoli e sull’influenza che gli stessi hanno avuto nella cultura popolare teen americana (e non) con tanto di fake “Scream” e rispettivi infiniti sequel più trash o splatter che davvero paurosi.
Ed è proprio qui che si arena “Scream 4”! Talmente seriamente preso a non prendersi sul serio, a dimostrare che la sua filosofia è essere propriamente conscio del prodotto filmico che incarna e a dimostrarlo con dialoghi di una pallosità allucinante che, tirando le somme, non c’è mai neanche un momento di paura! Tra una macellata e l’altra non c’è tensione, non c’è suspance, manca il brivido della caccia o l’orrore del sentirsi l’assassino alle spalle e spaere di non avere via di scampo.
Questo è un “horror” troppo scoperto, che butta troppa carne al fuoco, analizza con chirurgica coscienza ogni mossa (e quindi futura scena) e – non so quanto involontariamente – prepara lo spettatore a ogni atto della carneficina. Muoiono tutti e non c’è un criterio, tutti sembrano colpevoli anche senza una ragione. Di fatto si tira a caso. Un po’ come è stato fatto per la sceneggiatura.
Troppo presi ad assoldare un esercito di star (in declino o sulla breccia), distratti dalla necessità di elaborare un prodotto che sbeffeggiasse chi considera la cultura dell’orrore quale minore, di fatto questo ennesimo “Scream” è il peggiore che si sia mai visto, forse uno dei peggiori sequel della storia del cinema.
Recitato ai minimi sindacali (Emma Roberts, di solito capace, sfodera due occhi a palla da tossica e una serie di espressioni che neanche Britney Spears in “Crossroads - Le strade della vita”), scritto più con l’intento di elaborare il manifesto del cinema horror che un film dell’orrore, prodotto stantio e, purtroppo, privo di appeal, “Scream 4” vive di comparsate (camei infiniti in finti prologhi che celebrano l’originale e confondono lo spettatore inesperto. Della serie: quando non si capisce dove darci un taglio) e di anche fin troppo citate ex glorie di una saga che sarebbe dovuta terminare tempo fa.
Attira perché è “Scream”, perché al pubblico piace l’idea che forse ci sarà da essere spaventati, perché la curiosità di vedere chi è l’assassino o come muore una star (concedetemi l’espressione) fa parte di un malcelato voyerismo piuttosto in voga di questi tempi. Si ‘vende’ alla gente qualcosa che, in realtà, in pellicola non c’è. Non c’è tensione né paura né orrore né, alla resa dei conti, un film horror. E’ solamente l’autocelebrazione di sé stessi.
Unica nota positiva il cast. Presenti all’appello (ma non dall’inizio alla fine): Emma Roberts, Hayden Panettiere, Courteney Cox, David Arquette, Neve Campbell, Anna Paquin, Kristen Bell, Rory Culkin, Adam Brody e Heather Graham in un film proiettato nel film stesso.
Pessimo, di cattivo gusto ed inutile.
Film 1123 - Scream
Film 2057 - Scream
Film 2184 - Scream
Film 1249 - Scream 3
Film 326 - Scream 4
Film 2091 - Scream
Film 2178 - Scream
Film 2179 - Scream VI
Consigli: Evitabilissimo.
Parola chiave: Popolarità.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 13 gennaio 2010

Film 58 - Il corpo di Jennifer

Proviamo? Sì, dai, proviamo. A fare cosa? Dare fiducia a questo film. Perchè? Ma è ovvio! Perchè l'ha scritto la sceneggiatrice di "Juno"!


Film 58: "Il corpo di Jennifer " (2009) di Karyn Kusama
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Diablo Cody, sceneggiatrice del film, ha detto una cosa tipo ho scritto questa sceneggiatura prima di quella di "Juno", ma nessuno voleva realizzarla. Poi è arrivato l'Oscar e il successo e le cose sono cambiate...
Cara Diablo, sarà mica perchè sto film è piuttosto bruttino? Le tue stesse parole ammettono una certa consapevolezza, quasi un'ammissione di colpa. Che forse te lo aspettassi?!
Ma entriamo pure nel merito di una pellicola che nemmeno Megan Fox, le scene di nudo, il bacio lesbo e i vari sbudellamenti splatter sono riusciti a salvare al botteghino...
Che poi, di che cosa di dovrebbe parlare? E' sempre facile criticare, no? C'è sempre molto da dire su qualcosa che non ci è piaciuto. Qui, in realtà, io mi sono stupito. "Jennifer's Body" non è né più brutto né più stupido di tutti gli altri teen-horror a cui siamo abituati. C'è perfino un accenno di storia. Però, nonostante questo non ha sbancato, non è piacuito e non ha lasciato il segno. Forse si è cercato troppo di ricreare la situazione ideale dell'horror di oggi, senza tener conto che non sempre quello che sulla carta è perfetto lo è anche nella realtà.
Che il pubblico abbia nasato l'evidentissima commercializzazione del tanto esposto corpo di Jennifer? E' come quando carichi un video su YuoTube e devi mettere le parole chiave: devi essere il più generale possibile, perchè un argomento vasto richiama l'attenzione di molti. E allora ci metti 'corpo', 'Megan Fox', 'bacio lesbo' hot pants', 'horror', 'teen', 'cannibalismo', ecc e sei certo che ti becchi 2000 visualizzazioni in un pomeriggio. Poi, però, l'imbroglio viene sgamato e solo sessuomani e pervertiti ti lasciano commenti.
Io, personalmente, credo che qui succeda un po' lo stesso. Il classico tanto rumore per nulla. Perchè è di nulla che, alla fine, parla "Jennifer's Body". Non ti lascia niente, non ti colpisce niente (se non gli stranissimi pollici di Megan Fox) e, anzi, ti chiedi com'è che due attrici già famose - e quindi senza bisogno di nuova pubblicità (la Fox e Amanda Seyfried, quella di "Mean girls", "Mamma mia!", "Veronica Mars") - finiscano per prendere parte ad un progetto come questo.
Prima di "Juno", cara Diablo, potevi anche scazzare, ma adesso risulti solo la classica ingorda. Ed è un peccato...
Consigli: Da guardare se proprio non c'è niente di meglio. Da vedere o da fare...
Parola chiave: Low Shoulder


Ric