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giovedì 25 settembre 2014

Film 791 - Lucy

In Italia esce oggi, quindi ho pensato di anticipare il post su questo film che ho visto a Nizza al Cinéma des Variétés questa domenica.

Film 791: "Lucy" (2014) di Luc Besson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Nonostante una critica divisa tra chi ne parla bene e chi lo trova assurdo, devo dire che questo nuovo film di Luc Besson mi è piaciuto.
Molto veloce, di grande effetto e assolutamente d'intrattenimento, "Lucy" conduce lo spettatore direttamente al centro dell'azione, con un inizio tanto violento quanto inquietante in grado di catturare subito l'attenzione dello spettatore. Scarlett Johansson, la sfortunata protagonista del titolo, si trova infatti immischiata in una faccenda di corrieri di droga a Taipei, Taiwan, finendo lei stessa per diventare cavia condannata al trasporto oltre confine di un nuovo tipo di sostanza chiamata CPH4 che le viene chirurgicamente "adagiata" tra un organo e l'altro dell'addome. Inutile dire che il sacchetto che contiene la strana polvere blu finirà per rompersi, compiendo l'impensabile trasformazione di Lucy da spaventata vittima degli aggressori a bionica eroina che punirà tutti coloro che l'hanno seviziata. Ma c'è di più.
In parallelo, infatti, la storia ci presenta lo scenziato Morgan Freeman che tiene conferenze sul cervello e la nostra capacità di usarlo, sfruttata solamente al 10% delle sue potenzialità. Cosa accadrebbe se questa nostra capacità passasse, per esempio, al 20%? Al 30, 40... o 100%? Progredendo, le ipotesi si fanno sempre più incerte e fantascientifiche e dove lo scienziato non si spingerà, lo farà Besson con la sua trama.
Qui la critica si è espressa con maggior accanimento e posso anche capirne il motivo, essendo le scelte narrative estremamente azzardate (controllo della mente, degli oggetti, della materia fino alla fusione dell'uomo con il tutto, che diventa onniscente), eppure non posso dire di trovarmi d'accordo. Besson scrive e dirige un prodotto di fiction che sfrutta, sì, teorie scientifiche, ma le rielabora con fini differenti da quelli del metodo scientifico, quindi troppe pretese di realismo mi sembrano fuori luogo. Il film ha ritmo, intrattiene dal primo all'ultimo minuto, la Johansson è inaspettatamente molto in parte e traina da sola tutta la (dis)avventura della protagonista con carisma e credibilità. Ho trovato curioso, tra l'altro, questa sua ennesima sparizione nel "tutto", già accaduta cinematograficamente, nella bellissima pellicola dell'anno scorso "Her", dove la sua Samantha era la voce cosciente di un nuovo sistema operativo di cui Joaquin Phoenix finisce per innamorarsi. Comunque, per tornare a questo esempio, direi che l'esplorazione delle possibili implicazioni del pieno sfruttamento delle possibilità offerte dal nostro cervello siano, per quanto assurde e fantascientifiche, funzionali al procedere della storia e quantomeno abbastaza originali da rendere il risultato finale piacevole e godibile.
"Lucy" è un ottimo esempio di cinema d'azione fantascientifico made in France, il che rende la cosa anche più di valore a mio avviso. Besson nel tempo è riuscito a costruirsi una carriera internazionale e colpire l'immaginario cinematografico mondiale con le sue pellicole esportate in tutti i mercati e tutte di grande successo commerciale (tra gli esempi recenti più eclatanti "Io vi troverò" e sequel), successo impossibile da non riconoscergli e per il quale, secondo me, merita molta stima. Combattere l'onnipresenza americana dei generi d'azione, thriller o sci-fi e portarsi a casa numerosi #1 al box-office americano (l'ultimo proprio con questo film) sono goal molto difficili da mettere a segno. Piacciano o meno, lui con i suoi film ci riesce. A me "Lucy" è piaciuto e in inglese, senza sottotitoli, è perfino abbastanza facile da comprendere. Besson tifo per te (e aspetto "Taken 3").
Box Office: $378.000.000
Consigli: Violentissimo, inquietante, crudo, veloce e con sequenze d'azione tanto assurde quanto adrenaliniche, un'eroina priva di scrupoli che si trasforma in esperimento scientifico che evolve da umano a... Non lo rivelo, sarebbe svelare il finale! "Lucy" vale la pena di essere visto, non annoia e lascia soddisfatti, oltre che con le piacevoli domandine sciocche di chi non ne capisce niente: ma potrà succedere davvero? E se accadesse, il film propone uno scenario plausibile?
Ipotizzare non uccide nessuno e, anzi, alimenta un discorso che la sceneggiatura descrive con estrema naturalezza, motivo per il quale queste tesi risultano così accattivanti. Nel complesso divertente, un giro in giostra che non ti aspetteresti: all'uscita si è esaltati e confusi. Un sequel (speriamo) sembra fuori discussione.
Parola chiave: Tempo.

Trailer

Bengi

domenica 19 giugno 2011

Film 267 - Source Code

Si torna al cinema per una pellicola tra azione, avventura e fantasy!


Film 267: "Source Code" (2011) di Duncan Jones
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: “Source Code” è un film commerciale che, alla resa dei conti, si è rivelato meno redditizio del previsto. Nonostante le buone premesse (regia giovane di Duncan Jones, figlio di David Bowie, il buon vecchio Jake Gyllenhaal in compagnia dell’anonima Michelle Monaghan e della quasi Oscar – nel 2010 – Vera Farmiga, una trama intricata ma interessante, effetti speciali ben resi) l’incasso U.S.A. è stato relativamente basso ($53.850.556) per un film di ampio consumo come questo.
Tralasciando ciò, comunque, posso dire che la pellicola sia decisamente carina. Ripetitiva nelle parti del ricordo in 8 minuti, ma del resto era inevitabile. Un po’ deludente la scoperta del 'cattivo' di turno, più che altro perché manca un po’ di pathos una volta riconosciuto il colpevole. Le ragioni, poi, del suo gesto non aggiungono nulla ai motivi 'epici' dei bad boys della filmografia americana.
Scivolone finale con piega mistico–etica che rovina leggermente il retrogusto thriller del film, ma tutto sommato spinge quantomeno a porsi degli interrogativi e perfora la barriera del paradosso fisico presentando uno sviluppo di trama che – troppo frettolosamente – introduce a un happy ending (necessario in un film come questo) alternativo su cui si potrebbe addirittura sviluppare un’altra pellicola.
Insomma, piena sufficienza per “Source Code”, forse più ‘mentale’ di quanto si sperasse di vedere, ma pur sempre di piacevole intrattenimento (nonostante le due attrici protagoniste – Monaghan e Farmiga – a me indigeste) con una punta di interrogativo etico che, all’uscita dalla sala, richiede allo spettatore persino di porsi qualche domanda.
Film 1286 - Source Code
Consigli: Dopo "Moon" Duncan Jones si cimenta col genere commerciale e non sbaglia. Meglio stargli dietro e non perderlo di vista!
Parola chiave: Tempo.

Trailer

Ric

sabato 25 settembre 2010

Film 139 - The Box

Grazie ad Enrico che ce l'aveva caldamente consigliato, in una sera d'estate, ci siamo 'goduti' la visione di questo film dalla trama sicuramente intrigante...


Film 139: "The Box" (2009) di Richard Kelly
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Diego, Andrea Puffo
Pensieri: Richard Kelly ha la frustrante capacità di raccontare il nulla più assoluto e di venire pure acclamato per averlo fatto. "Donnie Darko"? Bah. "Southland Tales"? Chi l'ha visto? Questo "The Box"? Orrendo. Un nonsense pasticciato e pretenzioso, privo della più vaga logica, noioso inverosimilmente. Unico pezzo salvabile? La premessa, interessante, di cosa succederebbe se, per un milione di dollari, si premesse un bottone consapevoli che qualcuno - sconosciuto - nel mondo morirà. Peccato a fare questa proposta sia un uomo dal volto per metà deturpato, con mascella bene in vista...
Non fosse che si perde metà del tempo a fissare la parte di viso mancante di Frank Langella, si noterebbe da subito il tedio di questo film senza capacità di apportare nulla di nuovo al thriller fantascientifico. C'è l'astronauta (James Marsden) che prepara il tutore definitivo alla moglie storpia (Cameron Diaz), i primi accadimenti strani, il sangue dal naso, i posseduti, le vasche d'acqua, dialoghi assurdi ("Dannazione eterna!"), costumi orrendi (ma la Diaz quelle due spalle enormi le ha sempre avute?!) e una conclusione da far rabbrividire per la banalità.
"The Box", la scatola, sarebbe un esperimento (degli alieni). Decisamente fallito.
Consigli: Evitare tutta la filmografia di Kelly. Meno male che c'è poco...
Parola chiave: Bottone.



Ric