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lunedì 15 giugno 2020

Film 1725 - The Nutcracker and the Four Realms

Intro: Ero più che altro incuriosito dal fatto che il film sia stato un gigantesco flop per la Disney.
Film 1725: "The Nutcracker and the Four Realms" (2018) di Lasse Hallström, Joe Johnston
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: costruito sulla base tecnica e visiva di alcuni precedenti prodotti Disney di successo - particolarmente "Alice in Wonderland" -, "The Nutcracker and the Four Realms" non riesce però a generare sufficiente magia o interesse rispetto ad un progetto che risulta esteticamente molto bello, ma narrativamente irrilevante. Manca di ritmo e, ancora peggio, di qualcosa originale da dire. E non basta l'atmosfera gioiosa e festiva del Natale a salvare tutta l'operazione.
Cast: Keira Knightley, Mackenzie Foy, Eugenio Derbez, Matthew Macfadyen, Richard E. Grant, Misty Copeland, Helen Mirren, Morgan Freeman.
Box Office: $174 milioni
Vale o non vale: Keira Knightley è insopportabile, Mackenzie Foy non particolarmente incisiva come protagonista e si ha la sensazione che il cast da sogno e la famosissima storia de "Lo schiaccianoci" di Čajkovskij siano assolutamente sprecati.
Premi: /
Parola chiave: Chiave.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 18 aprile 2019

Film 1553 - Se7en

Intro: Ricordavo che fosse uno dei film horror/thriller più belli che avessi mai visto, per cui era giunto il momento di rivederlo!
Film 1553: "Se7en" (1995) di David Fincher
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: prima di rimandare alla precedente recensione per un commento più esaustivo, una brevissima parentesi: visto in inglese non si capisce una mazza. Chiusa parentesi.
Film 873 - Seven
Cast: Brad Pitt, Morgan Freeman, Gwyneth Paltrow, John C. McGinley, Kevin Spacey, Richard Schiff, Reg E. Cathey.
Box Office: $327.3 milioni
Vale o non vale: Geniale, inquietante, spaventoso, cupo e pieno di colpi di scena. Che si può desiderare di più?
Premi: Candidato all'Oscar per il Miglior montaggio e a 1 BAFTA per la Miglior sceneggiatura.
Parola chiave: Scatola.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 28 dicembre 2017

Film 1466 - The Shawshank Redemption

Non avevo mai visto questo film, ma ero sempre stato curioso di recuperarlo per una serie di motivi. Innanzitutto è la pellicola con il voto del pubblico più alto su IMDb; poi le 7 nomination all'Oscar che sembravano suggerire una buona dose di qualità; infine il fatto che fosse tratto da un romanzo nientemeno che di Stephen King insolitamente fuori dal suo solito contesto horror.

Film 1466: "The Shawshank Redemption" (1994) di Frank Darabont
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Francy
Pensieri: Fin dall'inizio la storia mi ha conquistato, pur ricordandomi spesso un mix tra "Il miglio verde" e "Fuga da Alcatraz". Il risultto finale è veramente buono e credo si possa dire senza riserve che si tratti di un'ottima pellicola. I toni - nonostante parolacce e violenze varie - sono sempre pacati e l'idea generale che rimane impressa è che si tratti di una storia delicata, in un certo senso anche dolce. L'amicizia che nasce tra i due galeotti Andy e Red (rispettivamente Robbins e Freeman) è l'elemento centrale di tutta la trama e permette il racconto di quella serie di elementi che andranno a costruire una storia che parte lenta e, man mano che procede, riesce a costruire pathos e attesa relativamente al destino del suo ingiustamente accusato protagonista. Non mancherà la reiterazione delle ingiustizie - perpetrate più dai secondini che dai carcerati stessi - oltre che un colpo di scena finale non solo maledettamente ben architettato, ma per quello che mi riguarda anche totalmente inatteso. Che piacevole sorpresa!
Sono tanti, quindi, gli aspetti che contribuiscono a caratterizzare positivamente "The Shawshank Redemption" - quello che ho preferito è il fatto che non ci sia l'accanimento emotivo nei confronti dello spettatore solitamente comune a questo tipo di prodotti -, per un risultato finale compatto e ben realizzato, assolutamente soddisfacente a livello narrativo e perfettamente recitato.
Non sapevo bene cosa aspettarmi da questa storia visto che solitamente troppi indicatori positivi tendono a portare ad aspettative disattese, invece mi sono trovato non solo pienamente soddisfatto, ma anche sinceramente interessato a rivederlo. Prima o poi. Ps. Candidato a 7 premi Oscar (Miglior film, sceneggiatura, attore protagonista per Freeman, fotografia, sonoro, montaggio, colonna sonora), 2 Golden Globes (Miglior sceneggiatura e attore protagonista per Freeman) e 1 Grammy (Miglior colonna sonora).
Cast: Tim Robbins, Morgan Freeman, Bob Gunton, William Sadler, Clancy Brown, Gil Bellows, James Whitmore.
Box Office: $58.3 milioni
Consigli: Una bella storia, anche sofferta, di amicizia e lealtà in un contesto difficilissimo come quello della prigionia negli anni '40 in mezzo a soprusi e strategie per sopravvivere. Non esattamente un titolo per tutte le occasioni visto temi e toni, ma sicuramente una pellicola da recuperare prima o poi.
Parola chiave: Poster.

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giovedì 1 giugno 2017

Film 1366 - Insospettabili sospetti

Con la voglia di vederlo da quando ho scoperto il trailer in inglese, l'ho recuperato non appena è stato possibile!

Film 1366: "Insospettabili sospetti" (2017) di Zach Braff
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: La storia vive del presupposto assurdo e comico della rapina da parte dei tre ultrasettantenni protagonisti, disperati dopo aver perso i propri risparmi a causa delle banche che, per salvarsi dai propri debiti, hanno utilizzato il capitale degli investitori lasciandoli a secco. Il colpo organizzato dagli arzilli Willie, Joe e Albert (rispettivamente Morgan Freeman, Michael Caine, Alan Arkin) vuole essere una sorta di vendetta alla Robin Hood, rubando ai ricchi (a loro volta ladri) per dare ai poveri (se stessi e qualche altro fortunato). Inutile dire che non si possa non provare simpatia per l'improbabile gang, irresistibile dall'inizio alla fine.
Da questo punto di vista è il magico trio che da solo fa il film: sono tre grandissimi attori - 4 premi Oscar in totale - in grado di valorizzare storia e pellicola; è un piacere vederli recitare assieme, tanto che vorresti fossero i tuoi nonni (o amici, a seconda dell'età...)! "Insospettabili sospetti" risulta particolarmente vincente relativamente a questo aspetto, figlio di una felice scelta di casting.
Per quanto riguarda la trama, invece, bisogna dire che nonostante l'approccio molto simpatico, il finale è più buonista e frettoloso di quanto mi sarei immaginato. E' vero che si tratta di una commedia facile facile, eppure al giorno d'oggi certe scelte un po' banali e scontate guastano il sapore di tutta l'operazione. Poi è ovvio che ci aspettava l'happy ending, solo speravo che i toni sarebbero stati meno zuccherosi.
Dalla regia di Zach Braff - un tempo glorioso protagonista di quella genialata che è stato "Scrubs" - mi aspettavo onestamente qualcosina di più. Non che cercassi un approccio alla "Mission: Impossible" per carità, però a volte ho avuto l'impressione che le atmosfere da terza età contagiassero la visione d'insieme. Grande aiuto, però, arriva da montaggio e colonna sonora che rendono il film particolarmente dinamico e ritmato.
Quindi, in definitiva, lasciando da parte un po' le banalità tipiche di questo tipo di pellicole, posso dire che "Going in Style" è un prodotto molto simpatico e spassoso, capace di divertire e intrattenere a dovere grazie a tre attori fantastici e un'idea alla base del film riuscita e godibile.
Cast: Morgan Freeman, Michael Caine, Alan Arkin, Joey King, Matt Dillon, Christopher Lloyd, Ann-Margret.
Box Office: $80 milioni
Consigli: Titolo perfetto per una serata spassosa all'insegna del relax. Tre protagonisti in gambissima, una trama simpatica (dall'omonimo film del 1979 di Martin Brest) e un risultato finale conforme alle promesse del trailer. Divertente.
Parola chiave: Orologio da polso.

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venerdì 18 novembre 2016

Film 1241 - Deep Impact

Tornato a casa, il Netflix italiano mi propone una pellicola che da anni desideravo recuperare. Anche perché l'ho sempre confusa con un milione di altri titoli, per cui mi piaceva l'idea di fare un attimo di chiarezza...

Film 1241: "Deep Impact" (1998) di Mimi Leder
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Gli effetti speciali sono quelli che sono (del resto eravamo negli anni '90!) e rivisti oggi sono il segno tangibile di quanto la tecnologia sia stata migliorata, in ogni caso questo disaster movie non fa particolarmente centro e la colpa non è certo della computer grafica.
Tra tutti i titoli di questo genere, devo dire che "Deep Impact" è certamente quello più debole e disomogeneo per cast, personaggi, storia. Troppi intrecci narrativi conducono ad un epilogo poco soddisfacente, senza contare che dei protagonisti ci frega davvero il giusto (a parte di Téa Leoni, che ovviamente è l'unica a sacrificarsi per fare pace col papi). Dunque molto, molto rumore per nulla che si risolve in un nulla di fatto francamente troppo facile e forse un po' ingenuo. Non so se la scelta di mandare a segno solo uno degli asteroidi sia stata voluta dalla sceneggiatura o dalle mancanze degli effetti speciali (o del budget, fermo a 80 milioni), in ogni caso la sensazione è che l'arco narrativo rimanga incompiuto in quanto tutto ciò per cui ci si era preparati - noi che guardiamo e i personaggi - non avviene e tutti i dialoghi, le scene, i drammi annunciati e verificati si vanificano in nome di una sorta di happy ending molto comodo.
In tutto questo, come dicevo, un universo sovraffollato di personaggi che, necessariamente, finisce per rimanere sulla superficie, per una bidimensionalità che, in quel momento, era ancora solida prerogativa dei blockbuster senz'anima. "Deep Impact" non si sottrae al diktat dell'epoca e si gioca una diversificazione umana che passa solamente attraverso lo stereotipo e finisce per svilire una storia già di per sé ricca di avvenimenti senza il bisogno di un sovraccarico di racconti personali che poi, vuoi o non vuoi, si risolvono in un sadico gioco di sceneggiatura: o sopravvivi o muori. Non c'è tempo per conoscere tutti, figuriamoci per appassionarsi a loro.
In tutto questo marasma di testosterone eroico - abbiamo perfino il ragazzino che per salvare la sua innamorata decide di emanciparsi e sposarla -, la cosa che mi ha colpito in positivo è stata un non trascurabile dettaglio tecnico: la regia è di una donna, il che è inusuale in questo genere. Alla Leder niente da recriminare, anzi, mi pare che il suo lavoro l'abbia svolto egregiamente considerato il contesto.
Dunque un risultato finale così così per una pellicola di "distruzione di massa" che parte in quarta ma finisce per tradire il genere a cui vuole appartenere per concentrarsi su un finale all'"Armageddon - Giudizio finale", rovinando il classico piacere del vedere tutto radersi al suolo. Per finta.
Cast: Robert Duvall, Téa Leoni, Elijah Wood, Vanessa Redgrave, Maximilian Schell, Morgan Freeman, James Cromwell, Jon Favreau, Laura Innes, Richard Schiff, Leelee Sobieski, Blair Underwood, Dougray Scott.
Box Office: $349.5 milioni
Consigli: Pellicola ludica imperdibile per chi apprezza il genere che tutto distrugge e poco risparmia, anche se il risultato finale è più ibrido del solito. Il che non è necessariamente un bene, visto il caos di personaggi e sottotrame che la storia ci profila, finanedo per mischiare e chiamare in causa troppo e concludere con troppo poco. Il cast è variegato e non si faticano a riconoscere i volti famosi (c'è perfino un giovanissimo e sempiterno Frodo Baggins), gli effetti speciali sicuramente all'avanguardia per l'epoca, in ogni caso "Deep Impact" è una pellicola solo per chi ha davvero voglia di recuperarla.
Parola chiave: Meteorite.

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giovedì 21 luglio 2016

Film 1178 - Now You See Me 2

Finalmente uscito al cinema, non vedevo l'ora di vederlo!

Film 1178: "Now You See Me 2" (2016) di Jon M. Chu
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Cast bomba, magie ancora più strabilianti ed effetti speciali a tutto spiano per un sequel che, però, è più meccanico del precedente, oliatissimo "Now You See Me".
Stiamo parlando di un buonissimo secondo capitolo, per carità, e la sostituzione della rossa Isla Fisher è ben gestita e rimpiazzata con un'ottima e molto simpatica Lizzy Caplan, ma nonostante le novità e i trucchetti, la grande macchina "Now You See Me 2" è talmente carica di "cose", che la sensazione è che sia un gigante che fatica a muoversi agilmente. Un po' come quando ci si ritrova con tutti gli elementi che servono per rendere perfetto qualcosa sulla carta, ma nel momento in cui lo si assembla ci si rende conto che qualcosa di strano c'è, pur non riuscendo a riconoscere perfettamente cosa sia.
Qui forse, tra le varie sorprese visive e magiche, si rimane un po' storditi e incuriositi, smaniosi di scoprire i trucchi e venire a conoscenza del come-è-stato-fatto, ma quanto tutto finisce e le luci in sala si accendono, rimane quella fastidiosa domanda celata sotto tutta la meraviglia che la tecnica ha permesso: quindi qual è il punto?
Forse il punto era semplicemente riproporre le atmosfere, i personaggi, la simpatia e le dinamiche folli e veloci del primo fortunato film e, sebbene ci siano praticamente riusciti, qui manca un po' il senso di fondo del riportare a galla questa operazione. La prima pellicola è stato un clamoroso successo anche perché la storia che raccontava, pur non particolarmente originale, rimaneva un'interessante esperimento oltre che un titolo di grande intrattenimento, fatto di inesauribili sorprese, colpi di scena e veri e propri trucchi magici.
Qui abbiamo di nuovo i Cavalieri, abbiamo di nuovo la missione segreta che si prolunga per tutte le due ore di film, ma manca la parte di genuino coinvolgimento che vi era nella precedente storia. Dove prima eravamo anche noi un Cavaliere, alla ricerca della carta per accedere all'esclusivo club, ora siamo semplici spettatori che seguono una vicenda di cui è impossibile tenere le fila, mancando praticamente tutti gli elementi del comprensibile fino alla fine della storia. Insomma, siamo passati dall'essere dentro la partita, a guardarla attraverso lo schermo. E questo è un passo indietro.
Per il resto "Now You See Me 2" non sbaglia: richiama quasi tutti i suoi protagonisti e ne ingaggia di nuovi e molto cool - volete mettere avere il vero Harry Potter a fare di nuovo qualche magia? -, prosegue la storia parzialmente raccontata nel primo capitolo e si produce in spettacolari magie (del resto David Copperfield è co-produttore della pellicola) che non mancano di incantare chi guarda. Manca, sì, quel senso di unità che conferirebbe una storia con qualcosa di più concreto da raccontare, ma non si può dire che il risultato finale sia un sequel di brutta fattura. Al contrario, è un trucco di magia ben architettato.
Film 584 - Now You See Me - I maghi del crimine
Film 1120 - Now You See Me - I maghi del crimine
Cast: Jesse Eisenberg, Mark Ruffalo, Woody Harrelson, Dave Franco, Daniel Radcliffe, Lizzy Caplan, Jay Chou, Sanaa Lathan, Michael Caine, Morgan Freeman.
Box Office: $267.8 milioni
Consigli: Chi è fan del primo non potrà fare a meno di vedere questo secondo episodio. Le atmosfere e le avventure sono le stesse, le illusioni, gli effetti speciali e per certi versi il risultato nel suo complesso sono diversi. Non è un male necessariamente, semplicemente la compattezza del primo titolo è meno evidente qui, tra tutte le vicissitudini che si susseguono a raffica. Non male, anche se molto dipendente dal precedente. Veloce, caotico, simpatico.
Parola chiave: Aereo.

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martedì 26 aprile 2016

Film 1122 - Attacco al potere 2

Secondo appuntamento pomeridiano al cinema, questa volta alle prese con un sequel.
Film 1122: "Attacco al potere 2" (2016) di Babak Najafi
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Credo che il fatto più inquietanta legato a questo film sia la coincidenza di averlo visto il giorno prima degli attentati di Bruxelles.
In ogni caso, "Attacco al potere 2" più che un prodotto per il grande schermo sembra un video gioco (violentissimo) che punta tutto su una spettacolarizzazione della violenza davvero fine a se stessa. E, pur non avendo visto il primo "Attacco al potere", scommeto che anche quello presentasse le stesse caratteristiche.
Non c'è molto da dire, comunque: "London Has Fallen" è un brutto film dalla trama quasi inesistente che giustifica la sua presenza in sala con la scusa del terrorismo e della paura dell'altro, pur non presentando alcun elemento innovativo o interessato all'approfondimento dei personaggi, figuriamoci culturale. Dunque un sequel tutto sparatorie ed esplosioni, corse in macchina e terrorismo inernazionale, per un risultato finale mediocre e mal realizzato (gli effetti speciali sono terribili).
Cast: Gerard Butler, Aaron Eckhart, Morgan Freeman, Alon Moni Aboutboul, Angela Bassett, Robert Forster, Melissa Leo, Radha Mitchell.
Box Office: $189.1 milioni
Consigli: Piacerà a chi ha apprezzato il primo episodio e a chi, in generale, è interessato a quei titoli che non presentano altri elementi oltre ad una spiccata violenza, una camuffa da thriller e personaggi "duri a morire". Gli altri troveranno il tutto artificiale, rumoroso e poco interessante.
Parola chiave: Funerale di stato.

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venerdì 22 aprile 2016

Film 1120 - Now You See Me - I maghi del crimine

Comprato il dvd nel momento di acquisto compulsivo post esame di qualche mese fa, riemerge questo titolo dalla libreria di casa e decido di vedermelo in un momento di pausa.
Film 1120: "Now You See Me - I maghi del crimine" (2007) di David Silverman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: L'ho rivisto sia perché non me lo ricordavo poi così bene, sia perché ormai Poe mi aveva ricordato il mistero finale (ri-svelandomelo...) sia perché "I maghi del crimine 2" è in arrivo il 10 giugno al cinema. Tutti questi elementi insieme, combinati alla presenza del dvd in casa, mi hanno fatto venire la voglia di recuperare questa pellicola, simpatica, di intrattenimento e ben architettata. Anche la seconda visione mi ha lasciato un'impressione molto positiva, soprattutto perché, al di là, della sorpresona finale, la storia ha un sacco di assi nella manica che non si risparmia di distribuire durante tutti i 115 minuti di film. Senza contare che il cast è pazzesco e la magia è un tema molto affascinante...
Insomma, "Now You See Me" è stata una sopresa la prima volta e, magia!, è riuscito ad esserlo anche alla seconda visione. Speriamo che il sequel non deluda.
Film 584 - Now You See Me - I maghi del crimine
Film 1178 - Now You See Me 2
Cast: Jesse Eisenberg, Mark Ruffalo, Woody Harrelson, Mélanie Laurent, Isla Fisher, Dave Franco, Michael Caine, Morgan Freeman, Michael Kelly, Common, Caitriona Balfe, Elias Koteas.
Box Office: $351.7 milioni
Consigli: Buon esempio di intrattenimento giramondo, simpatico, con molte sorprese e snodi inaspettati della trama, "Now You See Me - I maghi del crimine" è un film perfetto per chi cerchi un intrattenimento ben architettato e spolverato di qualche illusione ben fatta. Cast perfetto e secondo episodio in arrivo: da recuperare assolutamente.
Parola chiave: Lionel Shrike.

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giovedì 27 agosto 2015

Film 979 - Slevin - Patto criminale

Settimana prima della partenza per la Sicilia, ho massimizzato il mio sforzo di corsa cercando di obbligarmi sul tapis roulant per tutta la durata di una pellicola: questa è stata la mia prima scelta.

Film 979: "Slevin - Patto criminale" (2006) di Paul McGuigan
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: 9 anni fa lo andai a vedere al cinema e mi lascio un'ottima impressione, ma ormai non ricordavo più, se non a grandi linee, quale fosse la storia di questo "Lucky Number Slevin".
La seconda visione è stata più che altro una prima, nel senso che a parte qualcosina - ma proprio una - non ricordavo una mazza, per cui rivederlo ha avuto senso e mi è (nuovamente) piaciuto. "Slevin" è un bel film, fatto bene, lascia subito lo spettatore incuriosito di sapere cosa diavolo stia succedendo e, soprattutto, come farà il protagonista (Josh Hartnett) ad arrivare alla fine della storia. La trama è a dir poco intricata, piena di colpi di scena, soppresse, violenza, pugni pugni pungi e un finalone bomba che mi ha lasciato ampiamente soddisfatto, proprio come la prima volta al cinema. Il che gioca ampiamente a favore della pellicola di McGuigan.
Insomma, "Slevin - Patto criminale" è un thriller intrigante e, anche se non perfetto, a mio avviso avrebbe meritato più attenzione rispetto a quanto ne abbia ricevuta. La storia è buona, dinamica, non annoia e diverte, il cast è fantastico - e già nove anni fa avevamo la sovraesposizione cinematografica di Ben Kingsley e Morgan Freeman -, lo stile retrò molto accattivante e il risultato finale assolutamente godibile. Un buon lavoro.
Ps. Il cast: Josh Hartnett, Bruce Willis, Morgan Freeman, Ben Kingsley, Lucy Liu, Stanley Tucci, Danny Aiello, Corey Stoll, Robert Forster.
Box Office: $56.3 milioni
Consigli: Un buon diversivo per una serata in cui non si sappia cosa guardare, è un film di qualche anno fa di cui non so in quanti si ricordino effettivamente. Varrebbe la pena riprenderlo, è divertente, ben scritto e con un gruppo di attori in gran forma (Lucy Liu forse nel suo ruolo più frizzante, perfino di "Charlie's Angeles"). La storia è piena di colpi di scena e non lascia delusi.
Parola chiave: Corse dei cavalli.

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lunedì 10 agosto 2015

Film 970 - Ted 2

E' estate e un po' di cinema blockbuster volgarotto e stupido ci sta sempre!

Film 970: "Ted 2" (2015) di Seth MacFarlane
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Carino, sboccato come sempre, ma meno efficace del primo travolgente film.
L'orsetto Ted torna sullo schermo perché vuole sposarsi, ma lo Stato americano non lo riconosce come persona, bensì come oggetto. La qual cosa andrà a solleticare gli antichi istinti "da collezione" del pazzoide Donny (Giovanni Ribisi) che tenterà in tutti i modi di ostacolare i progetti di umanizzazione di Ted e John (Mark Wahlberg) solo per poterci ricavare soldi per lui e la Hasbro e milioni di cloni dell'orso (dopo averlo aperto e scoperto cosa c'è al suo interno che gli permette di essere vivo).
"Ted 2" va, quindi, in processo e chiama in causa anche certe tematiche di peso relativamente ai diritti e anche se i toni qui sono ben oltre lo scherzo o la commedia, rimane il fatto che se ne parla e male non può fare. Per il resto questa pellicola rimane una carrellata di assurdità e parolacce dove, sì, c'è qualche momento divertente e qualche battuta che fa ridere, ma essenzialmente si fa un po' fatica. Sia perché il linguaggio è volgare, la nuova avventura niente di che e i nuovi personaggi (Amanda Seyfried, Morgan Freeman, John Slattery) un po' inutili, ma più che altro perché - detta in tutta franchezza - del seguito di "Ted" ce ne frega pochino.
Il predecessore fu un enorme successo e la novità di linguaggio combinata all'assurdità della storia (cosa succede se il desiderio di un bambino di avere il suo orsetto giocattolo come miglior amico si avvera, questo prende vita e l'amicizia continua fino all'età adulta?) ne decretò certamente la fortuna, ma qui il richiamo è minore anche se sono passati solo 3 anni. Quindi no, non era necessario un secondo episodio, ma già che lo abbiamo vederlo non uccide. Ma il primo non si batte.
Ps. Cameo di Liam Neeson della durata di una scena, la sua parte era andata all'ex pastore di "Settimo cielo" Stephen Collins, poi rimpiazzato a seguito dello scandalo legato alle accuse di abuso sessuale su alcune minorenni confessato dallo stesso Collins alla (ormai ex) moglie che poi lo ha denunciato.
Pps. Cast piuttosto ricco tra protagonisti e camei vari: Mark Wahlberg, Seth MacFarlane, Amanda Seyfried, Giovanni Ribisi, John Slattery, Jessica Barth, Morgan Freeman, Tom Brady, Dennis Haysbert, Taran Killam, Jimmy Kimmel, Jay Leno, Kate McKinnon, Bobby Moynihan, Liam Neeson e Patrick Stewart.
Film 476 - Ted
Box Office: $166.3 milioni
Consigli: Inutile dire che se il primo film è piaciuto, questa nuova decalcomania piacerà altrettanto. Manca Mila Kunis che qui è stata rimpiazzata dalla sempre più secca Amanda Seyfried che, insieme a Ribisi e Neeson era nel cast del precedente film di MacFarlane "Un milione di modi per morire nel West" (che personalmente trovo molto più divertente di questo "Ted 2". Qui la storia procede verso una "vita più adulta in salsa Ted", ovvero la ricerca di situazioni più adulte pur rimanendo legati alle stupidaggini infantili della coppia orso di pezza & amico del cuore. Wahlberg qui è protagonista accessorio, è Ted a farla da padrone. In generale, comunque, questo film si può vedere, ma non è niente di che. Si astenga chi non ama la battuta terra terra...
Parola chiave: Contributo alla società.

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giovedì 28 maggio 2015

Film 925 - Una settimana da Dio

Ormai ho capito che certe cose che vorrei vedere a Luigi non sono gradite. Per recuperarle dovevo solo capire quale fosse l'occasione perfetta...

Film 925: "Una settimana da Dio" (2003) di Tom Shadyac
Visto: dal portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Era da un po' che volevo rivederlo, quasi non ricordavo più quale fosse la trama. L'occasione giusta si è presentata grazie alla quotidiana corsa serale, che mi ha concesso di vedere primo e secondo tempo durante due allenamenti: è stato piacevole distrarsi dalla fatica grazie a qualche risata e una storia rilassante.
Ho rivisto volentierissimo questo "Bruce Almighty" infatti, era esattamente quello che mi ci voleva, connubio di leggerezza e spensieratezza utilissimo a dimenticarsi che si sta correndo come pazzi sul tapis roulant, perfetto anche perché certe gag del film sono ormai diventate memorabili. Come dimenticare la scena di Bruce (Jim Carrey) che, investito dei poteri divini, cammina per la strada intonando fiero "I've got the power!" (dalla canzone "The Power" degli Snap!)? O quando insegna al suo cane a fare pipì... in bagno, direttamente nel water? O ancora quando sperimenta le sue nuove "abilità" separando la zuppa come fossero le acque del Mar Rosso? Insomma, di scene iconiche ce ne sono in quantità.
Il punto, poi, era proprio quello: ricordavo bene tutte quelle scene geniali, divertenti e irriverenti legate ai poteri divini di Bruce, ma di fatto non molto del resto della trama. Che, chiaramente, non ha niente di speciale e segue le necessità di portare sullo schermo il puro divertimento, la novità degli effetti speciali fatti come si deve e, non ultimo, le plastiche capacità espressive di Carrey, suo marchio di fabbrica grazie a una filmografia che per un po' ha puntato principalmente su quella specifica abilità. Poco male, "Una settimana da Dio" promette spasso ed è esattamente ciò che si ottiene.
Quindi direi che la scelta è stata azzeccata, questa commedia dal sapore divino è riuscita nuovamente a farmi sorridere e, devo ammettere, parte da un'idea interessante, anche se di fatto qui non sviluppata: cosa faremmo se fossimo investiti dei poteri di Dio stesso? Cosa diventeremmo, o chi, se disponessimo delle sue illimitate potenzialità? E' una bella domanda, da porsi magari a film finito. Qui non c'è troppo spazio per la riflessione interiore e le spicce lezioni di vita che il protagonista impara sono le solite che ogni pellicola per la distribuzione di massa inserisce quando si tratta di parlare di religione: ascoltare il prossimo, rispettare sé stessi e Dio, non essere egoisti, eccetera eccetera. Giustamente la sede per le interrogazioni spirituali non era questa e a parte riportare la pace nel mondo di Bruce, della sua fidanzata (Jennifer Aniston) e, sì, anche di Dio (Morgan Freeman), il film non si spinge oltre. Meglio così, stiamo parlando di una commedia e il risultato finale doveva essere proprio quello che la storia propone.
Ps. Cameo di Tony Bennett, oggi conosciuto anche dai più giovani grazie alla sua collaborazione musicale con Lady Gaga.
Box Office: $484.6 milioni
Consigli: Divertente, con un Jim Carrey in splendida forma, questo "Una settimana da Dio" ingrana la marcia giusta non appena compare in scena Dio. La rivalità tra Bruce e il perfettino Evan Baxter (Steve Carell) verrà sfruttata nel successivo e più debole sequel dal titolo "Un'impresa da Dio", anche se il suo personaggio dà il meglio di sé nella fantastica scena di lettera impazzita del goppo durante la diretta tv, anche quella già cult. Insomma, per farsi qualche risata spensierata, sia da soli che tra amici, di sicuro questo è un titolo da tenere in considerazione nonostante i 12 anni ormai passati dalla sua realizzazione. E' ancora in grado di far ridere, nonostante le scene viste e riviste. Quasi un classico del suo genere.
Parola chiave: La vita è un biscotto ma se piove si scioglie.

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martedì 19 maggio 2015

Film 918 - Dolphin Tale

Ultimo film prima di atterrare in Russia e attendere il definitivo ritorno in patria, la mia scelta è ricaduta su un titolo che avrei voluto vedere già tempo fa, ma che per errore avevo scambiato per un altro... #TokyoDays: film 7.

Film 918: "Dolphin Tale" (2011) di Charles Martin Smith
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Dopo aver scambiato "Qualcosa di straordinario" per questo "Dolphin Tale", rimetto le cose a posto scegliendolo come ultimo film da traversata intercontinentale. E dai, alla fine è stata una buona idea.
La storia è di quelle edificanti e d'ispirazione: un bambino riscopre la motivazione e la gioia di vivere grazie all'amicizia con il delfino femmina Winter, ritrovata agonizzante sulla spiaggia e salvata grazie all'aiuto di un team d'emergenza: la creatura marina perderà la coda e successivamente (anche lei) la voglia di vivere, riacquisita solo grazie alla vicinanza col ragazzino. Ma non è finita qui, perché per adattarsi alla nuova innaturale condizione, Winter finirà per modificare il suo modo di nuotare, compromettendo la spina dorsale con il rischio sempre più concreto di perdere la vita. Per salvare l'animale, Sawyer (Nathan Gamble) capisce che è necessaria una protesi, motivo per cui si rivolgerà al Dr. McCarthy (Morgan Freeman) nel tentativo di fornire a Winter un'ultima chance.
Ebbene, la dolce delfina non accetterà di buon grado l'implementazione ingegnosa del dottore, finendo per riufitare violentemente e per più volte una protesi che non riesce a sentire come "sua". Si finirà per scoprire il perché proprio nelle ore più disperate, dopo che un uragano avrà quasi distrutto la struttura presso cui l'animale è ospite, struttura già a rischio di chiusura per mancanza fondi... E nonostante la serie di sfighe da operazione lacrima-facile sia stata un po' caricata dalla sceneggiatura, la maggior parte di quanto mostrato trae ispirazione dalla storia vera di Winter e di coloro che l'hanno salvata presso il Clearwater Marine Hospital di Clearwater, Florida.
Insomma, tutto sommato questo film mi è piaciuto, è un intrattenimento carino e mostra una bella storia di amicizia e perseveranza, l'incontro di due mondi che si scoprono e di come ognuno sappia trarre dall'altro, giovandone. Poi si sa, queste scelte cinematografiche spingono tantissimo su sentimenti ed empatia, quindi io non ho nemmeno tentato di sottrarmi, a prescindere dal fatto che mi trovassi su un aereo pieno di gente assurda. La storia commuove, il film è ben confezionato e l'operazione salva il delfino riesce a smuovere anche l'animo più insensibile.
Box Office: $95.4 milioni
Consigli: I buoni incassi di questo film hanno spinto la produzione a un bis che nella fattispecie porta il titolo di "Dolphin Tale 2". L'incasso è stato più modesto, ma non credo che questo mi fermerà dal vederlo, prima o poi. Questo primo adattamento cinematografico - in italiano "L'incredibile storia di Winter il delfino" - è un buon titolo per famiglie, una storia con lieto fine, buoni sentimenti e perfino una morale. Per non parlare del fatto che è pure tratto da una storia vera! Insomma, "Dolphin Tale" è un esempio perfetto di film per il relax e il disimpegno di una serata tranquilla, che vedrà gli scossoni della vita sciacquati via dalla nuova, ipertecnologica coda della simpatica Winter.
Parola chiave: Save Winter Day.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 6 febbraio 2015

Film 873 - Seven

Era davvero ora di rivedere questo film, sia perché ormai titolo di culto, sia perché averlo visto una sola volta mi sembrava davvero troppo poco.

Film 873: "Seven" (1995) di David Fincher
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Stra-cult del genere thriller psicologico con annesso serial killer senza scrupoli, "Seven" o "Se7en" è senza dubbi uno dei migliori titoli in filmografia di chiunque coinvolto nel progetto. Certo David Fincher, Morgan Freeman, Brad Pitt e Kevin Spacey ci hanno abituato a pellicole di un certo livello spalmate regolarmente nella loro lunga lista di successi commerciali e non, cosa che non si può propriamente dire di Gwyneth Paltrow. Fortunata ad esserci dunque!
Cast a parte, che è davvero perfetto, rimane comunque la spettacolare storia di questi omicidi perfettamente concepiti per sorprendere e colpire i protagonisti, ma soprattutto gli spettatori, sconcertati e impauriti di fronte a tanta atroce violenza, eppure affascinati. L'idea di un sacrificio umano per ogni peccato capitale è, infatti, raccapricciante eppure affascinante; non si può fare a meno di domandarsi man mano che la storia procede cosa l'assassino seriale sarà in grado di mettere in scena per simboleggiare il successivo peccato mortale.
E allora via, giù nel vortice buio e malato di John Doe cercando di capirne motivazioni e intenzioni, valutando ogni possibile nuovo scenario e, soprattutto, cercando di battere sul tempo una ferocia inaudita che pare non poter essere fermata. I detective Somerset e Mills, due persone agli antipodi, dovranno imparare a conoscersi e rispettarsi per riuscire a portare avanti un'indagine che, per il primo, sarà l'ultima della sua carriera prima della pensione, mentre per il secondo sarà di fatto una condanna a morte.
Non risparmia niente a nessuno questa storia, "Seven" è un film crudo già a partire dai titoli di testa - identici a quelli del recente "American Horror Story" - e che procede fermo su un cammino che non accennerà a cambiare direzione nemmeno nello sconcertante finale. Ricordiamoci che 20 anni fa l'happy ending aveva ancora un valore specifico nell'immaginario cinematografico e anche se questo genere di pellicola a tinte horror di certo non lo ha mai garantito, una specie di patto con lo spettatore veniva stipulato al momento del finale, riservando una qualche forma di chiusura del 'cerchio dell'orrore' che metteva fine alla sequenza di eventi straordinari prolungatisi per tutta la storia, facendo raggiungere una sorta di equilibrio pacificatore. Qui, invece, non è così. La follia di John Doe (documentarsi sul significato che questo nome comune ha nella cultura americano-anglosassone) è implacabile, segue un piano e più questo riesce a svilupparsi più ci si rende conto di quanto sadico e fuori di testa sia quest'uomo. Per Kevin Spacey davvero un ruolo memorabile, potenziato all'epoca da un effetto a sorpresa ricercato: il suo nome, infatti, non compariva né nei titoli di testa, né sulle locandine promozionali, così da evitare che una parte del pubblico si aspettasse di vederlo prima o poi comparire.
Insomma, rivedere "Seven" è stata un'ottima scelta, mi ha aiutato a rispolverare la memoria e rinfrescare certi particolari che nel tempo si erano sbiaditi. Freeman e Pitt sono una strana coppia che sullo schermo funziona alla grande, la storia è geniale e disturbante, il finale indimenticabile, fotografia e scenografie perfettamente funzionali a creare nello spettatore quell'inquietudine, quel marcio salmastro che richiedeva una moderna discesa agli inferi come questa. Insomma, tutto perfetto, tutto quasi da subito cult. E, naturalmente, il publico l'ha vista lunga (33 milioni di dollari per produrlo e più di 300 d'incasso) a differenza di un'Academy che ha considerato questo titolo solo con una nomination per il Miglior montaggio (almeno ai BAFTA anno avuto il coraggio di riconoscere una candidatura per la Miglior sceneggiatura originale).
Film 1553 - Se7en
Box Office: $327.3 milioni
Consigli: Tanto crudo da sembrare un horror, eppure è più che altro un thriller. C'è un serial killer, ci sono numerose vittime (già, 7), ci sono due polizziotti di New York che indagano ognuno a proprio modo su quello che sta succedendo. Quattro anni prima che le labbra di Angelina Jolie sdoganassero sul grande schermo come indaga la scientifica su prove e modus operandi degli assassini ("Il collezionista di ossa") e 9 anni prima che le stesse labbra riprovassero a bissare il successo nuovamente aggrappandosi al profiling dei criminali ("Identità violate"), suo marito Brad Pitt grazie a questo film aveva già imparato l'arte del mettersi nella testa di qualcun'altro, sia metaforicamente parlando che... non proprio.
Consiglio vivamente la visione di questo piccolo capolavoro di Fincher, ennesimo esempio della capacità del regista di portare letteralmente in vita le sue storie, riuscendo a creare ogni volta da zero un mondo parallelo adatto ogni volta alla nuova storia che intende raccontarci. Questo, insieme a "Fight Club" è sicuramente il suo titolo più suggestivo e iconico, riuscito a 20 anni di distanza dalla sua uscita nelle sale a mettermi ancora un'ansia e una sensazione di irrequeitezza che neanche avessi ancora 8 anni. Bello, imperdibile.
Parola chiave: Scatola.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 16 ottobre 2014

Film 792 - Oblivion

Avevo comprato il dvd ormai da un paio di mesi. Mancava solo l'occasione giusta per recuperare questo film... Che è arrivata in vacanza, ovviamente! Ultimo film dalla Costa Azzurra.

Film 792: "Oblivion" (2013) di Joseph Kosinski
Visto: dal portatile di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Casualmente ritorna il tema del doppio e della realtà parallela "costruita", un po' sulla falsa riga di "Coraline". Questo "Oblivion", chiaramente, tratta temi assolutamente diversi (essendo un film fantascientifico) ed è assolutamente intrigante da vedere o, come nel mio caso, rivedere.
Ammetto che ancora mi domando come sia possibile che questa pellicola abbia incassato così "poco", addirittura meno di quell'"Edge of Tomorrow - Senza domani" sempre con Tom Cruise che quest'anno ha incassato quasi 100 milioni di dollari in più di questo film (369.2 milioni di dollari incassati, per la precisione). Non che la pellicola di Doug Liman sia terribile, però sicuramente "Oblivion" è migliore.
Innanzitutto una buona trama che riesce a sostenere la suspense abbastanza da rendere il tutto piacevole da vedere. Cosa succede? Come mai Sally sembra nascondere qualcosa? E perché i dreni hanno ucciso quelle capsule con delle persone dentro? Insomma, gli interrogativi ci sono e, anzi, aumentano a partire dal colpo di scena che coinvolge la povera Victoria/Andrea Riseborough.
Trama a parte, gli effetti speciali sono davvero ben fatti, aiutati da un'ottima fotografia e scenografie spesso mozzafiato. Bella la colonna sonora dei francesi M83 che un po' ricorda quel gioiellino che è la colonna sonora di "Tron: Legacy" ad opera dei sempre francesi Daft Punk. Quindi, tutto sommato anche se non un capolavoro, "Oblivion" rimane un ottimo esempio di contemporaneo cinema sci-fi in grado di intrattenere, sbalordire visivamente e ripercorrere tutti i capisaldi narrativi dell'action con un Tom Cruise che più tutto d'un pezzo non si può. Per lui sempre lo stesso ruolo e lui sempre lo stesso. Da 30 anni.
Film 542 e 546 - Oblivion
Box Office: $286,168,572
Consigli: Il patto col diavolo del Sig. Cruise continua ed è tanto prolifico che per l'ennesima volta lo troviamo a confrontarsi con un ruolo da eroe maschio alfa, unico in grado di risolvere il grande mistero del Tet e di combattere il gigantesco nemico in camuffa. Sempre la solita roba, per carità, però Cruise è capace, espressivo e ci crede maledettamente, come è giusto che sia. Se vi piace il genere fantascienza o dare una sbirciata ad un futuro post-apocalittico eccovi serviti per bene, grazie ad effetti speciali efficacissimi e un buon cast (Cruise, Morgan Freeman, Andrea Riseborough, Olga Kurylenko, Nikolaj Coster-Waldau, Melissa Leo) a sostenere una storia carina. Godibile.
Parola chiave: Scavengers.

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Bengi

giovedì 25 settembre 2014

Film 791 - Lucy

In Italia esce oggi, quindi ho pensato di anticipare il post su questo film che ho visto a Nizza al Cinéma des Variétés questa domenica.

Film 791: "Lucy" (2014) di Luc Besson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Nonostante una critica divisa tra chi ne parla bene e chi lo trova assurdo, devo dire che questo nuovo film di Luc Besson mi è piaciuto.
Molto veloce, di grande effetto e assolutamente d'intrattenimento, "Lucy" conduce lo spettatore direttamente al centro dell'azione, con un inizio tanto violento quanto inquietante in grado di catturare subito l'attenzione dello spettatore. Scarlett Johansson, la sfortunata protagonista del titolo, si trova infatti immischiata in una faccenda di corrieri di droga a Taipei, Taiwan, finendo lei stessa per diventare cavia condannata al trasporto oltre confine di un nuovo tipo di sostanza chiamata CPH4 che le viene chirurgicamente "adagiata" tra un organo e l'altro dell'addome. Inutile dire che il sacchetto che contiene la strana polvere blu finirà per rompersi, compiendo l'impensabile trasformazione di Lucy da spaventata vittima degli aggressori a bionica eroina che punirà tutti coloro che l'hanno seviziata. Ma c'è di più.
In parallelo, infatti, la storia ci presenta lo scenziato Morgan Freeman che tiene conferenze sul cervello e la nostra capacità di usarlo, sfruttata solamente al 10% delle sue potenzialità. Cosa accadrebbe se questa nostra capacità passasse, per esempio, al 20%? Al 30, 40... o 100%? Progredendo, le ipotesi si fanno sempre più incerte e fantascientifiche e dove lo scienziato non si spingerà, lo farà Besson con la sua trama.
Qui la critica si è espressa con maggior accanimento e posso anche capirne il motivo, essendo le scelte narrative estremamente azzardate (controllo della mente, degli oggetti, della materia fino alla fusione dell'uomo con il tutto, che diventa onniscente), eppure non posso dire di trovarmi d'accordo. Besson scrive e dirige un prodotto di fiction che sfrutta, sì, teorie scientifiche, ma le rielabora con fini differenti da quelli del metodo scientifico, quindi troppe pretese di realismo mi sembrano fuori luogo. Il film ha ritmo, intrattiene dal primo all'ultimo minuto, la Johansson è inaspettatamente molto in parte e traina da sola tutta la (dis)avventura della protagonista con carisma e credibilità. Ho trovato curioso, tra l'altro, questa sua ennesima sparizione nel "tutto", già accaduta cinematograficamente, nella bellissima pellicola dell'anno scorso "Her", dove la sua Samantha era la voce cosciente di un nuovo sistema operativo di cui Joaquin Phoenix finisce per innamorarsi. Comunque, per tornare a questo esempio, direi che l'esplorazione delle possibili implicazioni del pieno sfruttamento delle possibilità offerte dal nostro cervello siano, per quanto assurde e fantascientifiche, funzionali al procedere della storia e quantomeno abbastaza originali da rendere il risultato finale piacevole e godibile.
"Lucy" è un ottimo esempio di cinema d'azione fantascientifico made in France, il che rende la cosa anche più di valore a mio avviso. Besson nel tempo è riuscito a costruirsi una carriera internazionale e colpire l'immaginario cinematografico mondiale con le sue pellicole esportate in tutti i mercati e tutte di grande successo commerciale (tra gli esempi recenti più eclatanti "Io vi troverò" e sequel), successo impossibile da non riconoscergli e per il quale, secondo me, merita molta stima. Combattere l'onnipresenza americana dei generi d'azione, thriller o sci-fi e portarsi a casa numerosi #1 al box-office americano (l'ultimo proprio con questo film) sono goal molto difficili da mettere a segno. Piacciano o meno, lui con i suoi film ci riesce. A me "Lucy" è piaciuto e in inglese, senza sottotitoli, è perfino abbastanza facile da comprendere. Besson tifo per te (e aspetto "Taken 3").
Box Office: $378.000.000
Consigli: Violentissimo, inquietante, crudo, veloce e con sequenze d'azione tanto assurde quanto adrenaliniche, un'eroina priva di scrupoli che si trasforma in esperimento scientifico che evolve da umano a... Non lo rivelo, sarebbe svelare il finale! "Lucy" vale la pena di essere visto, non annoia e lascia soddisfatti, oltre che con le piacevoli domandine sciocche di chi non ne capisce niente: ma potrà succedere davvero? E se accadesse, il film propone uno scenario plausibile?
Ipotizzare non uccide nessuno e, anzi, alimenta un discorso che la sceneggiatura descrive con estrema naturalezza, motivo per il quale queste tesi risultano così accattivanti. Nel complesso divertente, un giro in giostra che non ti aspetteresti: all'uscita si è esaltati e confusi. Un sequel (speriamo) sembra fuori discussione.
Parola chiave: Tempo.

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Bengi

martedì 1 luglio 2014

Film 735 - The Lego Movie

Non ero proprio entusiasta all'idea di vederlo, ma visto il successo mondiale non potevo ignorare questa pellicola

Film 735: "The Lego Movie" (2014) di Phil Lord, Christopher Miller
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "The Lego Movie" ovvero la mia personalissima sorpresa di questo 2014.
Una pellicola spassosissima, fresca, ritmata e mai banale, camaleontica e fantasiosa, davvero ben fatta. Una storia divertente e ben architettata, capace di sorprendere con un finale non impensabile, ma certo inaspettato. una realizzazione che rende onore al famoso gioco e che è in grado di stupire non poco lo spettatore in un misto di stupore infantile ed eccitazione. Insomma, hanno fatto centro.
Tra l'altro - e non è poco - sono riusciti nel non scontato intento di presentare un prodotto strafamoso e quindi non certo nuovo come i Lego trasformandolo in qualcosa di nuovo e attualizzato grazie a questo film, qualcosa con cui ti viene subito voglia di giocare! Geniacci...
Milioni gli scenari grazie alle non poche situazioni che si alternano durante la storia - ma niente spoiler! - e, di conseguenza, milioni di personaggi sconosciuti ma anche famosissimi: Batman, Superman, Gandalf, Wonder Woman, Han Solo, C-3PO, Abramo Lincoln... Tutto in un mix di rapida follia giocosa e di ottimo intrattenimento, per un risultato finale che vale la pena di essere visto. Non il solito film d'animazione computerizzata, ben scritto e carinissimo!
Ps. Il sequel, "The Lego Movie 2" arriverà in America il 26 maggio 2017.
Film 735 - The Lego Movie
Film 1756 - The Lego Movie 2
Film 1379 - LEGO Batman - Il film
Box Office: $467,153,726
Consigli: Una sorprendente storia capace di spaziare tra generi e tematiche, sempre in un'allegra follia vorticosa che mantiene serrato il ritmo e lo spettatore attentissimo. Ottima la scelta di presentare i Lego dal punto di vista adulto e infantile, come gioco e come oggetto da collezione, mossa strategica che piacerà a grandi e non, per un risultato finale in grado di divertire, di fatto, un ampissimo range di pubblico. Tantissimi i richiami cult ad altre storie, altri film, altri mondi e, nonostante si potrebbe pensare a un gran pasticcio, in realtà quest'inedito mix va a creare un film carino, spensierato, divertente ed adattissimo ad essere visto in compagnia. Da non perdere, davvero.
Parola chiave: Kragle.

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Bengi

mercoledì 14 maggio 2014

Film 713 - Transcendence

Molto, molto interessato a questa pellicola sia per il cast che per la storia apparentemente intrigantissima.

Film 713: "Transcendence" (2014) di Wally Pfister
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Al momento ritengo sia il flop più clamoroso di questo 2014. 

100 milioni di dollari di budget, un cast stellare, premesse invitantissime e, comunque, un protagonista capace di solito di sbancare i botteghini perfino con il quarto, ennesimo capitolo de "Pirati dei Caraibi". Ma qui niente magia.
Premessa: la trama. Già di per sé la storia, che non è facile facile subito, finisce per accartocciarsi spesso su se stessa lasciando lo spettatore un po' perplesso. L'incipit - che propongo da Wiki - è questo: "Il dottor Will Caster, il più importante ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale che lavora per creare una macchina che combini l'intelligenza collettiva di tutto quello che è conosciuto con l'intera gamma delle emozioni umane, viene assassinato da terroristi anti-tecnologici. La moglie Evelyn ne carica il cervello in un computer, in modo che Will possa in qualche modo rivivere, comunicare e portare avanti le sue ricerche grazie alla connessione alla rete internet, con cui può raggiungere ogni computer della Terra."
Svolgimento: sulla carta sembrerebbe tutto una figata pazzesca. La resa, invece, è molto meno emozionante. Sì, mi sono addormentato al cinema, lo ammetto. 5 minutini al massimo, ma considerando che sono feroce assimilatore delle peggio commedie o dei peggio film in circolazione, direi che la cosa è alquanto esplicativa. 

Questo "Transcendence" non solo spesso non è chiarissimo, né intuitivo, ma è proprio noioso. Per troppo tempo non succede nulla, ovvero ciò che poteva essere riassunto in pochissimi minuti è, invece, protratto per buona parte della storia. Evelyn ha perso Will e si rifugia nel nuovo mondo che lui letteralmente costruisce per lei ora che è eterea presenza cibernetica. E questo è cristallino. Quello che non si capisce è perché la trama ce lo racconti per mezzora. A dire il vero, un'altra cosa che non si capisce è perché lei ci metta così tanto a realizzare che il nuovo pc-Will finirà col controllarla, sorvegliarla e segregarla essendo lampante conseguenza che una personalità intelligentissima, con a disposizione la rete web tutta e praticamente risorse illiminate, finirà per voler assoggettare chiunque al suo volere. Ci sono arrivato io, ci può arrivare anche Evelyn che è una scienziata accreditata. Insomma, le discrepanze su larga scala non mancano.
Manca, invece, un aspetto che avrei voluto trovare in questa storia fantascientifica, ovvero le possibili implicazioni sociali di una scoperta di tale portata. Nel film si sviluppa solamente l'aspetto legato all'uomo/coscenza che sfrutta le nuove potenzialità del suo upload nella rete solo come veicolo per rimanere assieme alla moglie che ama e vuole consolare e poi proteggere. Le innovazioni che gli sposini mettono in atto - e che la trama tratta in maniera marginale - sarebbero molto più interessanti di tutta la faida tra pc-Will e anti-tecnologici. E questa è un'occasione sprecata.
Diciamo che, un po' sulla falsariga di "Her", anche questo esperimento cinematografico finisce per sconfinare nell'ipotesi - nemmeno troppo remota - di un computer con la coscienza ma, dove il primo riesce a contestualizzare e rendere verosimili personaggi, trama e conclusione, qui ci si concentra e sull'amore tra la coppia, e sulla questione della mortalità e immortalità umana e, ancora (questo sì che sarebbe davvero interessante!), sull'etica della scienza. Una mole macrotematica di questo genere sfugge al controllo dello sceneggiatore e finisce in un marasma di spunti (e noia) che fallisce nel centrare il suo obiettivo.
Conclusione: scienza, etica e futuro sarebbero temi interessantissimi sui quali modellare una trama. Qui, purtroppo, si sprecano soldi e cast per un risultato francamente insoddisfacente, molto concentrato sulla resa in immagini (molti effetti speciali) e sul clamore che, di base, suscita l'incipit della trama (upload di un cervello umano alias coscienza su un computer). Deludente.
Box Office: $65,100,529
Consigli: In grado di generare notevoli aspettative, questo blockbuster di fantascienza finisce, però, per concentrarsi sui soliti temi: amore, tradimento della fiducia, guerra testosteronica tra chi la pensa diversamente. Si poteva fare molto di più a livello di sceneggiatura e il disastroso flop al botteghino ne è certamente un riflesso inequivocabile. Ed è un peccato considerando che il cast è notevole: Johnny Depp, Rebecca Hall, Paul Bettany, Kate Mara, Cillian Murphy, Morgan Freeman.
Parola chiave: Trascendenza.

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Bengi

mercoledì 30 aprile 2014

Film 704 - Last Vegas

Altro film "da aereo". Cominciato sul volo di andata verso New York, l'ho finito su quello di ritorno

Film 704: "Last Vegas" (2013) di Jon Turteltaub
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non 1. Non 2. Non 3. Non 4, ma ben 5 (!) premi Oscar in questa commedia sulla terza età e i diversi modi di vederla e affrontarla. Ovvero come attirare il pubblico aficionado con nomi del calibro di Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman, Kevin Kline e, unica presenza femminile rilevante, un'affascinantemente rifatta Mary Steenburgen. Questo è "Last Vegas" e non molto di più.
I quattro 'gal pal' che un po' si vogliono bene, un po' si odiano, un po' ricordano i bei vecchi tempi, un po' festeggiano e un po' corteggiano sono simpatici e abbastanza autoironici, anche se è evidente che la simpatia puramente cinematografica nella realtà tramuterebbe solamente in grande tristezza. Chi, infatti, non si sentirebbe leggermente a disagio nel trovare 4 anzianotti che - cito così, un po' alla rinfusa - vogliono rimorchiare giovani all'addio al nubilato, ballano in discoteca, si ubriacano di cocktail, danno party a cui sono invitati solo under 35? Insomma, è tutto accettabile solo in questa cornice di fiction. Allargando un pelo lo sguardo, poi, ci si accorge che la trama ha molti titoli "ispiratori", come per esempio "Una notte da leoni 2" o anche "Notte brava a Las Vegas".
In generale, comunque, questa pellicola è un prodotto di facilissimo consumo, perfetto su una tratta internazionale di un volo qualunque, estremamente facile da interrompere e rimprendere per un qualunque motivo legato al volo, senza alcun pericolo né di perdere qualche parte della storia, né qualche dialogo fondamentale.
Lo si può gradire perché il cast è oggettivamente pazzesco e perché, qualche volta, è piacevole anche sedersi, spegnere il cervello e lasciarsi raccontare una bella favoletta.
Box Office: $134,059,282
Consigli: Film divertente e innoquo, perfetto per passare del tempo spensierato o una serata tra amici. Il cast salva una trama quasi inesistente e, nonostante il botox qua e là, Mary Steenburgen rimane una donna particolarmente affascinante (canta perfino un paio di canzoni della colonna sonora).
Parola chiave: Matrimonio.

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Bengi

giovedì 19 settembre 2013

Film 584 - Now You See Me - I maghi del crimine

Ero molto, molto curioso di vedere questa pellicola!


Film 584: "Now You See Me - I maghi del crimine" (2013) di Louis Leterrier
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Premessa: grande cast con attori di Hollywood che spaziano dalla cerchia in divenire dei nuovi divi (Jesse Eisenberg, Isla Fisher, Dave Franco, Mélanie Laurent) a quelli già più collaudati (Woody Harrelson, Mark Ruffalo) passando per le vere e proprie leggende (Michael Caine, Morgan Freeman). E già qui avevo gli occhi che brillavano. Inoltre la trama sembrava davvero intrigante, tra giochi di prestigio e clamorose sparizioni per arrivare ai meno consueti furti in banca tramite giochi di prestigio. Il trucco c'è, ma per un bel po' non si vede.
Questi sono i punti forti di "Now You See Me", vera sorpresa al botteghino mondiale di quest'anno, esploso con $320,875,000 incassati (75 milioni il budget) senza alcun trucchetto magico.
La storia, neanche a dirlo, è un gioco d'incastri e di piani narrativi sovrapposti, ognuno tassello di una vicenda che si completerà solo alla fine con la spiegazione di ciò che si può cominciare a sospettare dal secondo tempo inoltrato in poi. I colpi di scena valgono l'attesa e devo aggiungere che niente mi affascina di più del capire come è stato realizzato un bel trucco di magia (anche se la storia dello specchio mi sembra un pochino troppo semplicistica). La tagline "Look closely, because the closer you think you are, the less you will actually see" rispecchia perfettamente la struttura narrative che, alla fine, è totalmente comprensibile solo quando si guarda tutta la vicenda nell'insieme (quindi tagline sensata).
Il ritmo dato alla storia attraverso il montaggio serrato e i buoni effetti speciali utilizzati aiutano a confezionare un prodotto facilmente fruibile e digeribile, l'ideale per l'estate da disimpegno e divertimento. Il gruppo di attori che costituisce i Quattro Cavalieri (Jesse Eisenberg, Isla Fisher, Dave Franco e Woody Harrelson) è sorprendentemente ben assortito e capace di funzionare, nonostante sulla carta non fosse garantito che un quartetto così eterogeneo e mai sperimentato prima funzionasse effettivamente. In particolare i miei dubbi erano principalmente legati alla presenza della Fisher come protagonista femminile che, invece, se la cava egregiamente.
Nonostante le critiche in generale abbiano lamentato un eccessivo mistero nello svelare certi passaggi chiave, penso che con l'arrivo di "Now You See Me 2" - già messo in produzione, alla regia sempre Leterrier - si potrà meglio far luce su ciò che qui può rimanere un interrogativo. Inoltre svelare tutto forse avrebbe un poco compromesso quell'alone misterioso legato al mondo della magia. Io, personalmente, mi sono appassionato alla storia e ho trovato "Now You See Me - I maghi del crimine" una pellicola davvero piacevole e ben riuscita, un blockbuster meno scontato di tanti altri e intrigante. Ovvero esattamente quello che speravo di vedere. Attenderò il secondo episodio!
Film 1120 - Now You See Me - I maghi del crimine
Film 1178 - Now You See Me 2
Consigli: Assolutamente godibile e divertente, oltre che capace di scatenare curiosità legata al mondo della magia. La trama è sufficientemente elaborata per lasciare soddisfatti (per carità, non è nulla di mai visto, ma funziona) e nell'insieme questo è uno di quei film che può essere visto e rivisto senza rischiare troppo di stancare. Carino e piacevole, una bella sorpresa.
Parola chiave: L'Occhio.

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Bengi

martedì 30 aprile 2013

Film 542 e 546 - Oblivion

Due lunedì con "Oblivion". La settimana scorsa la prima visione tra stanchezza e pisolini, ieri la seconda... integrale!

Film 542: "Oblivion" (2013) di Joseph Kosinski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Leoo

Film 546: "Oblivion" (2013) di Joseph Kosinski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Padre
Pensieri: La prima volta che ho visto "Oblivion" mi ha sinceramente deluso. La stanchezza del viaggio di ritorno dalla Toscana si è fatta sentire durante la visione del secondo tempo, dopo una prima parte lenta (anche se affascinante e visivamente suggestiva) e ha finito per influenzare pesantemente il mio giudizio su questa pellicola dello stesso regista di "Tron: Legacy". Mancandomi una buona parte dei punti chiave per leggere e mettere insieme gli spezzoni visti tra un momento di siesta sulla poltrona e l'altro, non riuscivo a capire come potessero certi avvenimenti avessero un senso o non sembrare ridicoli. Com'è possibile, per esempio, che Jack tra tutti gli umani del mondo, ritrovi proprio sua moglie, appena precipitata dallo spazio? Diciamo che mi sembrava quantomeno un po' forzata come cosa...
Dopo la seconda visione di ieri sera, invece, i pezzi hanno trovato il modo di incastrarsi, per la maggior parte funzionando. Rimango scettico sulla scelta del finale, in particolare su Sally, ma il resto degli spezzoni che avevo visto hanno finito per andare ognuno al proprio posto. E così "Oblivion" è finito per essermi abbastanza piaciuto.
Inevitabilmente questo giudizio è imprescindibilmente legato al fatto che la prima volta l'ho trovato completamente sconnesso e, avendo con piacere constatato che alla fine un senso c'era, la cosa mi ha soddisfatto. In quest'ottica mi sono goduto un film che, però, dura troppo.
La prima parte, ben dettagliata, curata e resa spettacolarmente dagli effetti speciali, è però alla lunga pesante da affrontare in quanto, per la maggior parte del tempo, non succede nulla. E' nella seconda parte che finalmente si passa, più che all'azione - che c'è, ma finisce per rivestire un ruolo secondario rispetto alla parte della trama in cui tutti i misteri vengono svelati -, alla vera parte interessante di questa pellicola. 
Anche se, come dicevo, non è un successo su tutti i fronti. 
La virata aliena alla "2001: Odissea nello spazio", infatti, non mi ha convinto. La battuta peggiore è sicuramente "Io sono il tuo dio" pronunciata da una Sally in via d'estinzione, incapace di combattere un Jack figlio della sua stessa mano, quasi decisa a morire senza opporre resistenza.
Ed è in quel momento che secondo me "Oblivion" non funziona come dovrebbe. Perché mai Sally (inutile dire che parlo della sua manifestazione aliena) dovrebbe far accedere Jack all'interno della sua sede, cuore pulsante di un'attività aliena fatta di saccheggio e clonazione, dopo aver puntato contro gli umani praticamente qualunque arma a sua disposizione, per poi arrendersi senza un motivo valido? Jack/Tom Cruise è palesemente colpevole di ammutinamento-in-divenire e Sally per un attimo lo sospetta, ma cede abbindolata da una scusa che sa di poco credibile; per poi tentare, nel finale, di salvarsi con la famigerata frase-boiata citata prima.
Lo sci-fi che sconfina nel minatissimo universo costellato di creazioni, clonazioni e paternità, dovrebbe quantomeno evitare di scadere in cliché già molto abusati - per non dire un po' ridicoli - dove tecnologie aliene di non ben identificata natura finiscono per autodefinirsi onnipotenti semidei. Mi è sembrato che, con questa scelta, si sia optato per un finale privo di originalità, lasciato in pasto ad un pubblico abbagliato dalla perfezione tecnica della resa e, forse, più disponibile a sorvolare su una mancanza di idee per chiudere tutta una serie di premesse iniziali capaci di solleticare davvero la curiosità.
A questo proposito, va detto che per il resto "Oblivion" fa il suo dovere, impiantando egregiamente nello spettatore il seme della curiosità. Che ci sia molto più di quanto non venga svelato - a noi e alla coppia Jack + Victoria/Andrea Riseborough - è evidente quasi da subito e, grazie alla mia seconda visione, ho colto molti più dettagli e suggerimenti lasciati dalla sceneggiatura (per esempio: perché mai i due protagonisti vivono con in casa un drone per il quale Missione non manda mai i pezzi di ricambio...?). Per essere un blockbuster da grande distribuzione ha anche una discreta caratterizzazione dei due personaggi principali (la figura di Julia/Olga Kurylenko non la prendo nemmeno in considerazione, è un personaggio tanto piatto quanto il ruolo che deve rivestire all'interno dell'intreccio narrativo) e, per quanto senza troppe pretese, l'opposizione di curiosità, intuito e apertura mentale (Jack) contro la paura, la rigidità e chiusura mentale (Victoria) risulta particolarmente incisiva e ruscita all'interno del racconto.
Insomma, ammetto che per certi aspetti "Oblivion" mi è sembrato capace di funzionare e mi ha lasciato soddisfatto. Cade, invece, quando si inerpica per territori più complessi (altre forme di vita + resistenza + dio + clonazione + autocoscienza delle macchine) o quando si fa influenzare da atteggiamenti di banale superficialità alla pellicola da pubblico generalista.
Ps. Tom Cruise ritrova il grande successo commerciale, piazzandosi primo in classifica in molti Paesi tra cui Italia e Stati Uniti, portando a casa un incasso mondiale (dopo due sole settimane) di $198,831,000.
Consigli: Colonna sonora estremamente simile a quella del duo francese Daft Punk realizzata per il precedente film di Kosinski, solo che questa volta i francesi a realizzarla sono stati gli M83. Quest'ultima, assieme agli effetti speciali e, devo dirlo, ad un'interpretazione convincente di Cruise, sono i motivi per cui si può dare una chanche a questa pellicola. Le influenze proprio di "TRON: Legacy" e anche di "Inception" si ritrovano spesso, quindi chi ha gradito gli altri due, troverà sicuramente interessante anche questo film.
Parola chiave: Coppia efficiente.

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Bengi