Consigliato da Valentina qualche mese fa, attendevo l'occasione di vederlo.
Film 419: "John Carter" (2012) di Andrew Stanton
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: "John Carter" appartiene alla sfortunata serie di film da cui tutti si aspettano il botto e, invece, succede il contrario. L'anno scorso era toccata a "Lanterna verde" (200 milioni di dollari per produrlo, $219,851,172 di incasso), quest'anno al momento è invece Mr. Carter a dover fare i conti con un botteghino a malapena accettabile ($250 milioni di spesa, $282,729,025 di incasso). Cosa sarà andato storto?
La pellicola in sé non è male, la storia è piacevole e intrattiene anche se, a livello di effetti speciali, ho trovato una certa negativa somiglianza proprio con "Lanterna verde" (in cui era presente, come qui, l'attore inglese Mark Strong, famoso soprattutto per essere stato il primo cattivo dello "Sherlock Holmes" di Guy Ritchie). Essendoci un'innumerevole quantità di esseri alieni è inevitabile che il tutto risulti vagamente fittizio, però ho trovato la resa poco funzionale, quasi troppo evidentemente finta.
L'insieme, comunque, mi ha genericamente ricordato un mix di tante cose. Da "Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma" a "Avatar" e ancora "La mummia", "Il gladiatore" o "Prince of Persia: Le sabbie del tempo". Forse più di tutti "Cowboys & Aliens" (un altro sfortunato al botteghino: $174,822,325 a cui sottrarre $163 milioni...).
Che sia qui, dunque, il vero problema? Dov'è l'identità spinta ed evidente di "John Carter"? Cos'ha di indelebile o inconfondibile, in fin dei conti? Non posso dire, in quanto blockbuster, che questa pellicola non faccia il suo dovere, ma forse manca di originalità non tanto per la trama (ormai siamo abituati a ben di peggio), quanto per una rappresentazione di un mondo nuovo (Marte e rispettivi abitanti) che di incredibile o innovativo non ha nulla. Lo si capisce dal trailer e, purtroppo, questa sensazione non passa durante la visione del film.
Aggiungo che, forse, la scelta di un protagonista più "indimenticabile" avrebbe regalato quel qualcosa in più che avrebbe potuto salvare il resto. Taylor Kitsch è abbastanza uguale a Barry Watson (il Matt Camden di "Settimo cielo", per capirci) ed entrambi condividono una certa propensione per l'inespressività. Ne è recente esempio quel "Battleship" in cui trama banale e mancanza di idee corrono a braccetto. E dove Rihanna finisce per risultare la migliore a recitare. Credo che questo dica molto.
Curioso, poi, che Kitsch abbia già lavorato con la qui-compagna-di-set Lynn Collins in "X-Men le origini - Wolverine" dove entrambi avevano parti abbastanza insignificanti. Sorte destinata a ripetersi?
Consigli: Per una serata in compagnia è sicuramente un buon aiuto allo svago. Si poteva fare un po' di più, specialmente considerando che il regista è Andrew Stanton (che ha diretto "Alla ricerca di Nemo" e "WALL·E" oltre che sceneggiato "Toy story - Il mondo dei giocattoli" e "Monsters & Co."), da cui siamo abituati a piccoli capolavori. Ma l'animazione, probabilmente, è un'altra cosa.
Parola chiave: Barsoom.
Trailer
Ric
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