lunedì 15 aprile 2013

Film 531 - Le idi di marzo

Sempre stato curioso di vederlo. Ecco l'occasione giusta: le feste pasquali!


Film 531: "Le idi di marzo" (2011) di George Clooney
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sapevo solo che parlasse di politica, che sullo schermo lo scontro era fra Ryan Gosling e George Clooney e che non a tutti fosse piaciuto. Non molto, insomma, per essere una delle pellicole più chiacchierate di un paio di stagioni fa.
Già, perchè Mr. Gosling con "Le idi di marzo" e "Crazy, Stupid, Love." nel 2011-12 ha fatto veramente il botto, esplodendo a livello mediatico quale sex-symbol e attore capace di misurarsi in ruoli difficili o divertenti, spigliati o drammatici. Insomma, adesso anche Ryan tutto può.
A differenza di Ryan Reynolds, il cui effetto exploit si è rovinato a causa di un "Lanterna verde" piuttosto moscio, questo Ryan è riuscito a costruire l'immagine di bello e, soprattutto bravo, che si sposa perfettamente con l'immagine pubblica di George Clooney, da anni considerato uno che, oltre ad essere affascinante, è anche piuttosto capace di fare il suo mestiere (o mestieri, visto che da attore si è perfettamente calato nei panni di sceneggiatore e regista). La premessa per "Le idi di marzo", insomma, era allettante, ma non era l'unico fattore in ballo.
Alcuni commenti al film, infatti, mi erano arrivati tiepidi, se non addirittura freddini. Sembrava che le aspettative rispetto all'ultima fatica di Clooney fossero state disattese. L'approccio al film, quindi, era duplice curiosità: mi sarebbe piaciuto o alla fine sarei rimasto deluso anche io?
Ad essere totalmente onesti, "The Ides of March" non mi ha per nulla lasciato insoddisfatto, nonostante il mio approccio 'guardingo'. L'atmosfera apparentemente pacata è limpida sarà smascherata dalla trama in maniera interessante e intelligente, lasciando lo spazio, per il resto della pellicola, ad una tensione generale impalpabile ma sempre maledettamente presente. E la domanda sarà sempre: il Governatore Mike Morris è o non è colpevole?
L'intrigo, il potere, i compromessi e le verità delle persone sono tutti temi che mi appassionano sempre in un film, quindi man mano che la storia si evolveva ero sempre più interessato a capire come si sarebbe venuto a risolvere il tutto. L'idealismo iniziale, i valori della politica e l'etica delle persone sono tutte tematiche che finiranno per dover scontrarsi con i meccanismi umani più scotati e deludenti: carriera, arrivismo, tornaconto personale e, chiaramente, la gestione del potere. Anche i più 'puri' dovranno sporcarsi le mani, scendere a patti con i propri errori e sacrificare qualcosa in funzione di un obiettivo più grande: che sia la carriera politica, che sia il tenersi il proprio lavoro o prendersi una sonora rivincita.
La 'caduta agli Inferi' di Stephen Meyers/Gosling è ben architettata e pensata e la sceneggitura composta di meccanismi narrativi su più livelli, viene lentamente districata durante i 100 minuti di pellicola, con un crescendo nel finale proprio quando sarebbe sembrato tutto finito per Meyers. Il gioco d'astuzia, bilanciato da buone idee e bei dialoghi, funziona bene e lascia certamente soddisfatti. E' il prezzo richiesto al personaggio che, invece, lascia un po' di amaro in bocca.
Il percorso di del giovane e motivato Stephen, quindi, regge bene le sorti di una storia in cui fanno capolino una serie di altri personaggi ognuno con qualcosa da nascondere, il Governatore in primis. Il suo segreto - che ha un nome: Molly Stearns/Evan Rachel Wood - sarà il fulcro di tutta la vicenda, cui ruoteranno attorno una serie di avvenimenti che saranno necessariamente influenzati dal misterioso segreto (che, per carità, non è nulla di nuovo).
Sebbene i temi presentati non siano di originalità assoluta, il mix rende bene e, sullo schermo, tutto funziona a dovere: ci sono tensione e pathos, una buona sceneggiatura e un cast veramente all'altezza (oltre ai già citati sono presenti anche i premi Oscar Marisa Tomei e Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti e Jeffrey Wright). Insomma, sono rimasto soddisfatto da queste 'idi'. E George Clooney sa quello che fa.
Ps. Una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, 4 ai Golden Globes (film drammatico, regia, attore protagonista e sceneggiatura) e $75,993,061 di incasso mondiale.
Consigli: Cast ricco e capace, bella fotografia e colonna sonora (di Alexandre Desplat), trama interessante e ben sviluppata (basata sull'opera teatrale "Farragut North" di Beau Willimon. Vale la pena di dargli un'opportunità se il genere politico con intrighi, giochi di potere e corruzione vi appassiona.
Parola chiave: Biglietto d'addio.

Trailer

Bengi

2 commenti:

  1. Sarà perchè mi aspettavo qualcosa di diverso, sarà perchè il tema affrontato non è assolutamente originale, però questo film mi ha lasciato completamente indifferente. Non ho colto tutta la tensione e il pathos di cui tu scrivi.
    Nonostante un ottimo Ryan Gosling (e mi sento personalmente offesa che non hai citato Drive tra i film che l'hanno definitivamente consacrato come attore :-p ) e un piuttosto convincente George Clooney, non ho mai sentito e credo mai sentirò la necessità di rivedere questo film proprio perchè non mi ha lasciato nulla.

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