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mercoledì 13 novembre 2024

Film 2321 - Apartment 7A

Intro: Secondo appuntamento di Halloween rigorosamente sul divano.

Film 2321: "Apartment 7A" (2024) di Natalie Erika James
Visto: dal proiettore
Lingua: inglese
Compagnia: Sarah
In sintesi: ho iniziato questo film senza sapere che fosse direttamente collegato a "Rosemary's Baby". Verso metà della visione, andando a curiosare su internet, ho poi scoperto che si trattasse del prequel ufficiale del famosissimo film di Polanski e tutto ha cominciato ad avere un senso (a partire dal poster).
Le atmosfere sono simili e ci sono sufficienti rimandi alla pellicola originale, anche se in generale "Apartment 7A" mi pare riesca sufficientemente a distinguersi (a parte il titolo, che trovo veramente poco fantasioso). In particolare ho apprezzato la sequenza di ballo ispirata alla Hollywood dei grandi musical del passato che qui, immancabilmente essendo questo un horror, cela tutt'altro significato.
Julia Garner è un'ottima protagonista, mentre Dianne Wiest si dimostra (al solito) magnifica comprimaria. Onestamente, un piacere anche ritrovare Jim Sturgess che da troppo tempo non ritrovavo in qualche progetto.
Non un prodotto perfetto e, certamente, era impossibile bissare l'impareggiabile originale, però il film funziona abbastanza bene quando si entra nel vivo dell'azione (ci si mette un po', però).
Anche se solo disponibile in streaming, ho trovato curioso che la produzione del film non abbia pubblicizzato di più e meglio un progetto di così alto rilievo, considerato che "Rosemary's Baby" è ancora oggi ritenuto uno dei migliori horror della storia del cinema.
Ps. Il palazzo usato nel film mi ha ricordato tantissimo l'Arconia (in realtà The Belnord, NY) di "Only Murders in the Building", anche se la location usata per le riprese, scopro da internet, è stata l'edificio The Dakota di New York.
Cast: Julia Garner, Dianne Wiest, Jim Sturgess, Kevin McNally, Marli Siu.
Box Office: /
Vale o non vale: Alcuni storceranno il naso, considerato che si tratta di un prodotto direttamente derivato da un grande classico, ma preso per quello che è "Apartment 7A" fa il suo dovere. Visivamente ed esteticamente presenta uno suo stile ben definito, il cast è ottimo e l'atmosfera è quella giusta. Non iconico quanto l'originale, certo, ma si lascia guardare.
Premi: /
Parola chiave: "The girl who fell".
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 9 novembre 2024

Film 2319 - The Omen

Intro: Altra scelta di Michael, questa volta perfettamente in linea con il mood del momento. Visto il 30 ottobre, ci sembrava il titolo perfetto per prepararci alla notte di Halloween.

Film 2318: "The Omen" (1976) di Richard Donner
Visto: dal computer
Lingua: inglese
Compagnia: Michael
In sintesi: non sono mai stato particolarmente fan di questo franchise, anche se nel tempo ho recuperato alcuni titoli connessi alla serie, il più recente giusto quest'anno. Vedere l'originale è stato sicuramente interessante e mi ha permesso di mettere insieme alcuni pezzi del puzzle che, a posteriori, adesso hanno molto più senso.
Premesso che "The Omen" non mi è dispiaciuto, il fatto di conoscere già parti della storia mi ha un po' rovinato la visione perché, inevitabilmente, sapevo dove si sarebbe andato a parare. Qualcuno potrebbe anche dire che, essendo un titolo degli anni '70, sarei comunque stato in grado di anticipare alcuni dei colpi di scena, ma tant'è.
In ogni caso, gli horror in generale mi piacciono sempre e sicuramente questa pellicola ha il suo posto d'onore tra quelle che hanno portato alta la bandiera del genere. Per i miei gusti da spettatore odierno il film in generale è un po' lento, però tutto sommato davvero nessuna critica. Ho trovato anche molto interessante tutto il lavoro fatto con gli animali (il che deve aver richiesto un sacco di preparazione) e con gli effetti speciali.
Film 2279 - The First Omen
Film 2318 - The Omen
Film 775 - Omen - Il presagio
Cast: Gregory Peck, Lee Remick, David Warner, Billie Whitelaw, Harvey Spencer Stephens, Patrick Troughton.
Box Office: $60,922,980 (solo Stati Uniti e Canada)
Vale o non vale: Un classico imperdibile per i fan dell'horror. Forse non un prodotto per tutti, ma una buona scelta se si sta cercando qualcosa di meno contemporaneo (e/o non troppo spaventoso). Per chi apprezza "L'esorcista", un titolo da recuperare.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar per Miglior canzone originale ("Ave Satani") e colonna sonora, il film ha vinto per quest'ultima. 1 nomination ai BAFTA per la Miglior attrice non protagonista (Billie Whitelaw) e 1 nomination ai Golden Globe per Harvey Spencer Stephens (Miglior attore esordiente). La colonna è stata candidata al Grammy per Best Album of Original Score Written for a Motion Picture or Television Special.
Parola chiave: 666.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 29 luglio 2024

Film 2301 - The Miracle Club

Intro: Weekend casalingo (tanto pioveva, sai che novità) all'insegna di non uno, non due, ma bensì tre film. Ecco il secondo.

Film 2301: "The Miracle Club" (2023) di Thaddeus O'Sullivan
Visto: dalla tv
Lingua: inglese
Compagnia: Michael
In sintesi: genuinamente contento di recuperare finalmente questa pellicola che mi ero perso al cinema, devo ammettere che sono rimasto un po' deluso.
Da quello che avevo visto nel trailer, mi era parso di capire che si trattasse di un altro tipo di prodotto, più vicino al genere della commedia, uno di quei titoli british che fanno dello humor il proprio marchio di fabbrica o comunque l'elemento che contraddistingue il prodotto finale da quelli simili precedenti.
Invece, "The Miracle Club" è una pellicola drammatica con annessa morale buonista religiosa. Premesso che, ovviamente, non si tratti esattamente del mio genere, va detto che il salvabile del film sia l'ottimo cast - Laura Linney, Kathy Bates e Maggie Smith in primis, ovvero il motivo principale per cui volevo vedere questo film - in una performance generale che supera certamente la qualità della storia (anche se l'accento irlandese di Kathy Bates non è esattamente riuscito). Insomma, non fosse per il calibro dei propri attori, "The Miracle Club" potrebbe benissimo essere un prodotto per la tv.
Cast: Laura Linney, Kathy Bates, Maggie Smith, Stephen Rea, Agnes O'Casey, Mark O'Halloran, Brenda Fricker.
Box Office: $5.8 milioni
Vale o non vale: Per i fan delle grandi attrici coinvolte, forse può valere la pena dare un'occhiata. Per tutti gli altri, a meno che non interessati alla componente religiosa (il film è ambientato in Irlanda, quindi figuriamoci se non si tirava in ballo la religione), si può tranquillamente lasciare stare.
Premi: /
Parola chiave: Lourdes.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 3 ottobre 2020

Film 1926 - For Keeps

Intro: In treno verso casa, con la prospettiva di 5 ore di viaggio, mi è sembrato giusto termi compagnia con un filmetto facie facile che da tempo volevo recuperare.
Film 1926: "For Keeps" (1988) di John G. Avildsen
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: sono un fan delle pellicole anni '80 che parlano di teenagers e le loro difficoltà nell'affrontare l'approccio all'età adulta, per cui ho sicuramente un debole per Molly Ringwald e la sua filmografia d'esordio ("Sixteen Candles - Un compleanno da ricordare", Breakfast Club", "Bella in rosa"). Mi sono interessato a questo film quando ho scoperto che la protagonista fosse proprio lei e che, da quanto potevo dedurre, si parlasse di tematiche di una certa complessità, come gravidanza e ripercussioni sul futuro.
Devo dire che "For Keeps" non si tira certo indietro quando è il momento di mettere in scena le difficoltà della coppia Darcy - Stan dal momento in cui si scopre che la ragazzina è incinta e che i progetti di successi scolastici a venire saranno decisamente da mettere in stand-by. Pur concesso questo, la rappresentazione delle dinamiche di una coppia di minorenni che decide di tenere il figlio di una gravidinza inattesa e sposarsi per andare a vivere in una topaia (che magicamente diventerà piccola reggia) dopo che i genitori li avranno di fatto ripudiati, presenta una dose non indifferente di edulcorazione e semplicismo su cui, a mio avviso, è bene non soprassedere con troppa leggerezza. Non contenta, la storia affronta anche questioni delicate come la depressione post partum, per poi ricorrere a un escamotage frettoloso nel momento in cui la sceneggiatura ha bisogno di procedere oltre e accompagnarci verso l'happy ending.
Insomma, nonostante le buone intenzioni è pur vero che ci troviamo di fronte ad una pellicola romantica il cui scopo finale è quello di rassicurare lo spettatore - probabilmente teenager - e garantire quella dose di felicità e serenità ai protagonisti che assicuri un finale soddisfacente dopo tutta la dose di complicazioni derivate dal presupposto iniziale.
Credo che "For Keeps" regali a tratti una visione plausibile di come sarebbe la vita di due teenagers alle prese con un bebè, ma è pur vero che per il benestare dell'operazione commerciale, la storia è stata farcita di semplificazioni e una certa qual dose di superficialità che ha tratti mi ha infastidito (il personaggio della madre di Darcy è terribile). Decisamente non un capolavoro, ma in definitiva passabile.
Cast: Molly Ringwald, Randall Batinkoff, Kenneth Mars, Miriam Flynn, Conchata Ferrell, Sharon Brown.
Box Office: $17.5 milioni
Vale o non vale: I fan della Ringwald non possono esimersi dal recuperare uno dei tanti prodotti mainstream adolescenziali della popolare attrice anni '80 (oggi la troviamo in "Riverdale"). Per tutti gli altri, magari fa di quel particolare decennio, può essere un passatempo sensato, pur consapevoli che si tratta di una storia per nulla spensierata.
Premi: /
Parola chiave: Gravidanza.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 15 aprile 2013

Film 531 - Le idi di marzo

Sempre stato curioso di vederlo. Ecco l'occasione giusta: le feste pasquali!


Film 531: "Le idi di marzo" (2011) di George Clooney
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sapevo solo che parlasse di politica, che sullo schermo lo scontro era fra Ryan Gosling e George Clooney e che non a tutti fosse piaciuto. Non molto, insomma, per essere una delle pellicole più chiacchierate di un paio di stagioni fa.
Già, perchè Mr. Gosling con "Le idi di marzo" e "Crazy, Stupid, Love." nel 2011-12 ha fatto veramente il botto, esplodendo a livello mediatico quale sex-symbol e attore capace di misurarsi in ruoli difficili o divertenti, spigliati o drammatici. Insomma, adesso anche Ryan tutto può.
A differenza di Ryan Reynolds, il cui effetto exploit si è rovinato a causa di un "Lanterna verde" piuttosto moscio, questo Ryan è riuscito a costruire l'immagine di bello e, soprattutto bravo, che si sposa perfettamente con l'immagine pubblica di George Clooney, da anni considerato uno che, oltre ad essere affascinante, è anche piuttosto capace di fare il suo mestiere (o mestieri, visto che da attore si è perfettamente calato nei panni di sceneggiatore e regista). La premessa per "Le idi di marzo", insomma, era allettante, ma non era l'unico fattore in ballo.
Alcuni commenti al film, infatti, mi erano arrivati tiepidi, se non addirittura freddini. Sembrava che le aspettative rispetto all'ultima fatica di Clooney fossero state disattese. L'approccio al film, quindi, era duplice curiosità: mi sarebbe piaciuto o alla fine sarei rimasto deluso anche io?
Ad essere totalmente onesti, "The Ides of March" non mi ha per nulla lasciato insoddisfatto, nonostante il mio approccio 'guardingo'. L'atmosfera apparentemente pacata è limpida sarà smascherata dalla trama in maniera interessante e intelligente, lasciando lo spazio, per il resto della pellicola, ad una tensione generale impalpabile ma sempre maledettamente presente. E la domanda sarà sempre: il Governatore Mike Morris è o non è colpevole?
L'intrigo, il potere, i compromessi e le verità delle persone sono tutti temi che mi appassionano sempre in un film, quindi man mano che la storia si evolveva ero sempre più interessato a capire come si sarebbe venuto a risolvere il tutto. L'idealismo iniziale, i valori della politica e l'etica delle persone sono tutte tematiche che finiranno per dover scontrarsi con i meccanismi umani più scotati e deludenti: carriera, arrivismo, tornaconto personale e, chiaramente, la gestione del potere. Anche i più 'puri' dovranno sporcarsi le mani, scendere a patti con i propri errori e sacrificare qualcosa in funzione di un obiettivo più grande: che sia la carriera politica, che sia il tenersi il proprio lavoro o prendersi una sonora rivincita.
La 'caduta agli Inferi' di Stephen Meyers/Gosling è ben architettata e pensata e la sceneggitura composta di meccanismi narrativi su più livelli, viene lentamente districata durante i 100 minuti di pellicola, con un crescendo nel finale proprio quando sarebbe sembrato tutto finito per Meyers. Il gioco d'astuzia, bilanciato da buone idee e bei dialoghi, funziona bene e lascia certamente soddisfatti. E' il prezzo richiesto al personaggio che, invece, lascia un po' di amaro in bocca.
Il percorso di del giovane e motivato Stephen, quindi, regge bene le sorti di una storia in cui fanno capolino una serie di altri personaggi ognuno con qualcosa da nascondere, il Governatore in primis. Il suo segreto - che ha un nome: Molly Stearns/Evan Rachel Wood - sarà il fulcro di tutta la vicenda, cui ruoteranno attorno una serie di avvenimenti che saranno necessariamente influenzati dal misterioso segreto (che, per carità, non è nulla di nuovo).
Sebbene i temi presentati non siano di originalità assoluta, il mix rende bene e, sullo schermo, tutto funziona a dovere: ci sono tensione e pathos, una buona sceneggiatura e un cast veramente all'altezza (oltre ai già citati sono presenti anche i premi Oscar Marisa Tomei e Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti e Jeffrey Wright). Insomma, sono rimasto soddisfatto da queste 'idi'. E George Clooney sa quello che fa.
Ps. Una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, 4 ai Golden Globes (film drammatico, regia, attore protagonista e sceneggiatura) e $75,993,061 di incasso mondiale.
Consigli: Cast ricco e capace, bella fotografia e colonna sonora (di Alexandre Desplat), trama interessante e ben sviluppata (basata sull'opera teatrale "Farragut North" di Beau Willimon. Vale la pena di dargli un'opportunità se il genere politico con intrighi, giochi di potere e corruzione vi appassiona.
Parola chiave: Biglietto d'addio.

Trailer

Bengi