Cineforum dell'incidentato capitolo VII: allo zoo.
Film 621: "King Kong" (2005) di Peter Jackson
Visto: dalla tv dei miei
Lingua: italiano
Compagnia: madre
Pensieri: Ricordavo perfettamente che, quando l'avevo visto al cinema con la mia amica Claudia, lei era arrivata alla fine della visione sfiancata dalla lunghezza del film.
Quando ho deciso di rivederlo, quindi, avevo a mente questo dettaglio, ma non avevo messo a fuoco bene la cosa, ovvero che "King Kong" di Peter Jackson dura 187 minuti filati. Più o meno come tutta la trilogia de "Il signore degli anelli".
Da questo punto di vista è una storia fallimentare, troppo carica di eventi per risultare digeribile ai più e solo chi fosse veramente appassionato a (ri)vedere l'enorme gorilla sul grande schermo potrebbe decidere di imbarcarsi in un'impresa tanto lunga ed estenuante.
E' vero che il mondo presentato è certamente affascinante, specialmente quello dell'isola, però c'è proprio troppa carne al fuoco e alla lunga si perde la concentrazione per la stanchezza.
Anche se ammetto che mi sono fatto coinvolgere volentieri dai fantastici effetti speciali, i personaggi mi pare siano un po' deboli più che altro perché troppi e perché, in tutto il casino pre e post Kong, non ci si riesce mai ad affezionare davvero a nessuno di loro. Kong a parte, chiaramente.
Bello e riuscito il finale - tristissimo - con il povero gorilla in cima all'Empire State Building che difende l'amata e sé stesso dagli attacchi del resto delle persone che non solo non l'hanno mai capito, ma l'hanno anche incatenato e reso schiavo, come un trofeo vivente.
In generale la storia di Kong ci racconta che l'uomo e la natura si scontrano sempre e non è detto che il risultato sia certo. Per la maggior parte del racconto, infatti, gli uomini sono microscopiche pedine al servizio di affamati predatori che se li contendono come deliziose caramelle e, anche quando l'uomo riesce a prendere il sopravvento sull'animale, il prezzo da pagare è alto.
Insomma, per quanto la non totale originalità dei macrotemi di questo film alla lunga affatichi il risultato finale, bisogna riconoscere a Jackson quello di sapere riempire un "semplice" effetto speciale di una sorta di anima narrativa capace, senza alcuna sintesi, di tracciare le avventure dei personaggi che, col tempo, passano tra le mani del regista (Jackson ha scritto la sceneggiatura di tutte le sue ultime pellicole assieme alla moglie Fran Walsh e Philippa Boyens). Questa volta i protagonisti erano molti e anche piuttosto famosi (Jack Black, Adrien Brody, Colin Hanks, Andy Serkis, Kyle Chandler, Jamie Bell, ma solo Naomi Watts è ancora veramente sulla cresta dell'onda), nessuno dei loro ruoli davvero simpatico o in grado di attirare il consenso del pubblico. Tutti un po' freddini.
Insomma, il potere di Jackson sta nel saper dare vita alla sua immaginazione servendosi di strumenti che altri utilizzerebbero solo per far esplodere cose. C'è accuratezza nei dettagli, un grande lavoro di ricostruzione e una cura dell'immagine particolarmente ricercata. Si perdere solo un po' l'effetto durante le scene con i dinosauri, più che altro perché sembra di vedere un videogioco e scema il senso del reale.
Tutto sommato direi che è un film che si può certamente vedere almeno una volta nella vita. Ma bisogna avere molto tempo a disposizione...
Ps. 3 Oscar vinti (effetti speciali, missaggio sonoro, montaggio sonoro) e un incasso mondiale di $550.5 milioni di dollari (aggiustando il valore, tenendo conto dell'inflazione, il totale è $658 milioni).
Consigli: Se "King Kong" fosse stato in 3D credo avrebbe veramente valso la pena vederlo.
Spettacolare e di intrattenimento. Ma è molto, molto, molto lungo.
Parola chiave: Isola del Teschio.
Trailer
Bengi
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