Vabbé, era la sera di Natale. Ero solo in casa dopo l'abbuffata con i miei al ristorante... C'era il link on-line gratuito... Io l'ho visto!
Film 642: "I Am Britney Jean" (2013) di Fenton Bailey, Randy Barbato
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ebbene sì, sono uno di quegli irriducibili che ancora seguono l'iter "musicale" di Miss Spears, osannata per anni e ora notevolmente in declino rispetto agli albori della sua carriera. Tra le varie mosse per destare un po' di attenzione mediatica c'è anche questo documentario televisivo, operazione teoricamente astuta di marketing per promuovere il prossimo prodotto commerciale di punta della Spears che, no, non è l'album "Britney Jean" uscito 3 settimane fa e già flop documentato, ma bensì il tour de force pseudo canoro che la cantante terrà a Las Vegas a partire da oggi. Ovvero quella che viene definita la residenza al Planet Hollywood: "Britney: Piece of Me".
Già di partenza, dunque, chi si aspettava di scoprire quale potesse essere stata la genesi dell'ottavo album di Britney può accantonare ogni speranza.
Di fatto "I Am Britney Jean" è un prodotto vendibile solamente ai veri fans della cantante, poiché lo scarso appeal che riesce a generare non può che essere apprezzato da chi la segue con devozione dagli inizi e comprende o conosce il difficoltoso cammino di ricostruzione personale e di immagine che la cantante ha affrontato. E' bello rivederla in forma, capace di muovere le gambe a tempo di musica senza dimenticare di avere cognizione di causa anche sulle sue braccia e, soprattutto, rendersi conto che riesce a rispondere durante le interviste senza ripetere ad alta voce la domanda che le è appena stata fatta per iniziare la sua risposta. Effettivamente, dopo la devastazione fisica e psicologica di non moltissimo tempo fa, i risultati sono notevoli: lo sguardo da pazza sotto psicofarmaci pare sparito, i capelli non sembrano sudati da una ventina di muratori che staccano dopo una giornata di lavoro e il suo corpo è nuovamente quello di una ragazza sana e in forma.
Miglioramenti personali a parte, però, cosa rimane della nostra eroina? Difficile dirlo se si cerca risposte in questo prodotto televisivo. Già, perché a parte vedere come è nato lo show di Las Vegas e sentirci ripetere quanto Britney sia timida e brava come ballerina - un po' come Victoria Beckham che sul sito ufficiale delle Spice Girls era presentata come stilista - non c'è molto altro. Gli spezzoni di intervista proposti sono di una banalità che sfiora la scuola elementare (la prima domanda che le pongono è qualcosa tipo quale sia il suo gusto di lecca-lecca preferito) e le risposte mono-frase che dà la ragazza sono difficili da metabolizzare e incasellare in un mosaico che vada a costruire un'idea anche solo generale su chi sia la Spears persona.
Chiaro che l'intento prepotentemente commerciale di questo prodotto oscura anche solo il tentativo di rendere umana la figura iconica della star, ma un tentativo, una sorpresa, un'epifania avrebbe certo migliorato in questo senso il risultato finale. Che, per carità, è assolutamente godibile, ma non aggiunge assolutamente niente all'idea mediatica che si ha di lei.
In questo senso il titolo è fuorviante perché "I Am Britney Jean" fa supporre un approfondimento sul personaggio che, ci fosse stato, avrebbe destato interesse a prescindere dall'essere o meno suo fan. Invece, scegliendo di presentare i concerti di Las Vegas come unico macrotema di tutti i 90 minuti di spettacolo, si finisce per appiattire un contenuto teoricamente di approfondimento che altrimenti avrebbe potuto giocare a favore della cantante, regalandole un po' di visibilità svincolata dall'aspetto commerciale che da sempre la lega al mondo della musica.
Quindi, in definitiva, "I Am Britney Jean" è uno pseudo documentario sulla preparazione dei due anni di residenza al Planet Hollywood di Britney "lip-sync" Spears che ci rivela A) quanto si sia sbattuta fisicamente per preparasi allo show B) quanto voglia bene ai suoi figli C) quanto lei sia una vera artista D) quanto personale sia questo suo ottavo album E) quanto sia pubblicamente irritantemente cattolica la sua famiglia F) quanti gay gravitano attorno al mondo dello show business. Ho semplificato, ma nemmeno troppo.
Di conseguenza il risultato è prodotto estremamente superficiale che niente ha a che spartire con altri documentari musicali passati di recente, certo palesi operazioni commerciali, eppure più furbescamente attenti a presentare i beniamini della musica non tanto come bidimensionalità iconografiche, ma come persone uguali ad ognuno di noi. Qui, per quanto si sforzino di rendere gli Spears una normale famiglia americana, di fatto non ci riescono.
Consigli: Rispetto ad un prodotto come "Katy Perry: Part of Me", unico recente termine di paragone che posso avere, "I Am Britney Jean" è molto più debole e di superficie. Il risultato finale sarà certo interessante per tutti i suoi fans e rimane comunque divertente e anche interessante per certi aspetti. Lascia un po' delusi che manchi la presentazione della vera Britney, l'occasione di un momento a cuore aperto della cantante dopo tanti alti e bassi e una disastrosa promozione del recente ultimo cd. Si poteva sfruttare questo documentario in maniera meno maldestra e regalare al pubblico il piacere di conoscere una 'parte di lei' che, purtroppo, qui non si vede.
Parola chiave: "Britney: Piece of Me".
Trailer
Bengi
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