Avevo comprato il dvd perché in promo circa un anno fa, poi lo avevo riposto nella libreria in attesa di un buon momento per dare una chance a questo remake dell'originale svedese di soli due anni prima. Ad Hollywood sono sempre più a secco di idee?
Film 632: "Millennium: Uomini che odiano le donne" (2011) di David Fincher
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Niente di questa storia mi era noto. Avevo visto solo qualche immagine promozionale tratta da entrambe le produzioni, ma non sapevo né di cosa trattasse il libro né immaginavo possibili sviluppi. Le uniche notizie a riguardo erano i nomi delle due protagoniste che hanno interpretato Lisbeth Salander (Noomi Rapace e Rooney Mara che per il ruolo ha ricevuto una nomination all'Oscar) e Fincher, qui alla regia, che aveva chiamato nuovamente a collaborare con lui alcuni dei 'tecnici' di "The Social Network" tra cui Trent Reznor e Atticus Ross per le musiche che, in quel film, non mi erano per niente piaciute (ma loro ci hanno vinto un Oscar). Ero un po' dubbioso in generale.
La mia iniziale titubanza nei confronti di questo titolo è svanita quasi subito. Per quanto per una buona parte della storia non si capisca bene dove si voglia andare a parare (ma quindi Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander come fanno ad incontrarsi? Si incontreranno?), si rimane comunque rapiti dalla trama e dai personaggi magnetici, incorniciati in scenari nordici cupi, freddi e maledettamente affascinanti.
Se devo sbilanciarmi sull'impressione generale che ho avuto, devo dire che secondo me "The Girl with the Dragon Tattoo" ha perfettamente trovato la sua dimensione: riusce a distinguersi dai tanti altri prodotti crime-drama-mistery grazie ad una storia ben architettata ed interessantissima, una protagonista tanto strana quanto affascinante e un James Bond finalmente umano. Sono questi tre aspetti ad essere (con)vincenti. Immagino il libro di Stieg Larsson debba essere una bomba se questa ne è la trasposizione cinematografica.
Per quanto riguarda i toni e lo stile della regia - non del montaggio! - ho trovato qualche somiglianza con il film di Polanski "L'uomo nell'ombra" con cui condivide i colori freddi e il senso di solitudine trasmesso dal paesaggio, oltre che una vena di mistero veicolata da indagini sull'oscuro passato di una famiglia potente.
Fincher conduce in modo funzionale a raccontare le vicende che intersecano i due protagonisti alla famiglia Vanger, capace di custodire un mistero per anni senza porsi troppo il problema della verità. Christopher Plummer è il carismatico capofamiglia che ingaggerà i servizi di Blomkvist per indagare a proposito della scomparsa della giovane nipote durante un ritrovo di famiglia avvenuto quattro decadi prima. Per come presenta i suoi parenti e da cosa suggeriscono le sue condizioni di salute, non si è naturalmente portati a dargli totale fiducia, ma saprà mostrare le sue prove. Da questo incipit e dal successivo arrivo di Lisbeth ad aiutare partirà un indagine che metterà a setaccio l'esistenza della famiglia e dell'intera comunità a cui appartiene per tentare di scoprire se un assassino ci sia (stato) effettivamente. Parallelamente a questo tema, la trama ne proporrà numerosi altri che aumenteranno l'appeal di tutto il film (passato di Lisbeth e suo "rapporto" col tutore, scandalo legato all'attività giornalistica di Blomkvist, rapporto che si instaura tra i due protagonisti, ...) che, nel finale, dovrà dare una risposta alle molte questioni tirate in ballo dagli snodi della trama.
Il risultato finale è un thriller a tinte noir davvero ben riuscito. A differenza del precedente "Zodiac" - piuttosto lento -, Fincher riesce a dare dinamismo ad una storia ambientata in una apparente staticità dettata dal tempo e dall'ambiente apparentemente immutabile e immutato. Una volta che i primi dettagli cominciano a dare senso alle ipotesi, il racconto spinge definitivamente sull'acceleratore fino a condurre a un finale che dà finalmente voce all'ipotesi già balenata nella mente dello spettatore.
Suggestivo, intrigante e sinceramente ben recitato.
Ps. 5 candidature agli Oscar 2012, un premio vinto per il montaggio e $232,617,430 di incasso mondiale.
Pps. Il capitolo successivo della saga, "La ragazza che giocava con il fuoco", è stato appena messo in produzione; mancano ancora una data di uscita e un regista. Le produzioni svedesi che hanno portato sullo schermo i due capitoli seguenti della saga di Stieg Larsson hanno avuto un discreto successo commerciale mondiale rispetto al primo film e, nonostante tutto, nemmeno questo remake americano ha avuto un introito clamoroso al box office. Riuscirà la versione americana di "The Girl Who Played with Fire" a fare meglio?
Film 632 - Millennium: Uomini che odiano le donne
Film 1546 - The Girl with the Dragon Tattoo
Film 2175 - The Girl with the Dragon Tattoo
Film 1768 - The Girl in the Spider's Web
Consigli: Bello e, se ci si lascia condurre dalla trama, anche coinvolgente. Ci sono segreti di famiglia, sparizioni, violenza e abusi, investigazioni e scandali editoriali, oltre che una magnetica protagonista femminile in stile punk e assolutamente anticonformista. Un film che è stato davvero una piacevole sorpresa. Lo rivredò sicuramente.
Parola chiave: Wennerström.
Trailer
Bengi
Film 632: "Millennium: Uomini che odiano le donne" (2011) di David Fincher
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Niente di questa storia mi era noto. Avevo visto solo qualche immagine promozionale tratta da entrambe le produzioni, ma non sapevo né di cosa trattasse il libro né immaginavo possibili sviluppi. Le uniche notizie a riguardo erano i nomi delle due protagoniste che hanno interpretato Lisbeth Salander (Noomi Rapace e Rooney Mara che per il ruolo ha ricevuto una nomination all'Oscar) e Fincher, qui alla regia, che aveva chiamato nuovamente a collaborare con lui alcuni dei 'tecnici' di "The Social Network" tra cui Trent Reznor e Atticus Ross per le musiche che, in quel film, non mi erano per niente piaciute (ma loro ci hanno vinto un Oscar). Ero un po' dubbioso in generale.
La mia iniziale titubanza nei confronti di questo titolo è svanita quasi subito. Per quanto per una buona parte della storia non si capisca bene dove si voglia andare a parare (ma quindi Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander come fanno ad incontrarsi? Si incontreranno?), si rimane comunque rapiti dalla trama e dai personaggi magnetici, incorniciati in scenari nordici cupi, freddi e maledettamente affascinanti.
Se devo sbilanciarmi sull'impressione generale che ho avuto, devo dire che secondo me "The Girl with the Dragon Tattoo" ha perfettamente trovato la sua dimensione: riusce a distinguersi dai tanti altri prodotti crime-drama-mistery grazie ad una storia ben architettata ed interessantissima, una protagonista tanto strana quanto affascinante e un James Bond finalmente umano. Sono questi tre aspetti ad essere (con)vincenti. Immagino il libro di Stieg Larsson debba essere una bomba se questa ne è la trasposizione cinematografica.
Per quanto riguarda i toni e lo stile della regia - non del montaggio! - ho trovato qualche somiglianza con il film di Polanski "L'uomo nell'ombra" con cui condivide i colori freddi e il senso di solitudine trasmesso dal paesaggio, oltre che una vena di mistero veicolata da indagini sull'oscuro passato di una famiglia potente.
Fincher conduce in modo funzionale a raccontare le vicende che intersecano i due protagonisti alla famiglia Vanger, capace di custodire un mistero per anni senza porsi troppo il problema della verità. Christopher Plummer è il carismatico capofamiglia che ingaggerà i servizi di Blomkvist per indagare a proposito della scomparsa della giovane nipote durante un ritrovo di famiglia avvenuto quattro decadi prima. Per come presenta i suoi parenti e da cosa suggeriscono le sue condizioni di salute, non si è naturalmente portati a dargli totale fiducia, ma saprà mostrare le sue prove. Da questo incipit e dal successivo arrivo di Lisbeth ad aiutare partirà un indagine che metterà a setaccio l'esistenza della famiglia e dell'intera comunità a cui appartiene per tentare di scoprire se un assassino ci sia (stato) effettivamente. Parallelamente a questo tema, la trama ne proporrà numerosi altri che aumenteranno l'appeal di tutto il film (passato di Lisbeth e suo "rapporto" col tutore, scandalo legato all'attività giornalistica di Blomkvist, rapporto che si instaura tra i due protagonisti, ...) che, nel finale, dovrà dare una risposta alle molte questioni tirate in ballo dagli snodi della trama.
Il risultato finale è un thriller a tinte noir davvero ben riuscito. A differenza del precedente "Zodiac" - piuttosto lento -, Fincher riesce a dare dinamismo ad una storia ambientata in una apparente staticità dettata dal tempo e dall'ambiente apparentemente immutabile e immutato. Una volta che i primi dettagli cominciano a dare senso alle ipotesi, il racconto spinge definitivamente sull'acceleratore fino a condurre a un finale che dà finalmente voce all'ipotesi già balenata nella mente dello spettatore.
Suggestivo, intrigante e sinceramente ben recitato.
Ps. 5 candidature agli Oscar 2012, un premio vinto per il montaggio e $232,617,430 di incasso mondiale.
Pps. Il capitolo successivo della saga, "La ragazza che giocava con il fuoco", è stato appena messo in produzione; mancano ancora una data di uscita e un regista. Le produzioni svedesi che hanno portato sullo schermo i due capitoli seguenti della saga di Stieg Larsson hanno avuto un discreto successo commerciale mondiale rispetto al primo film e, nonostante tutto, nemmeno questo remake americano ha avuto un introito clamoroso al box office. Riuscirà la versione americana di "The Girl Who Played with Fire" a fare meglio?
Film 632 - Millennium: Uomini che odiano le donne
Film 1546 - The Girl with the Dragon Tattoo
Film 2175 - The Girl with the Dragon Tattoo
Film 1768 - The Girl in the Spider's Web
Consigli: Bello e, se ci si lascia condurre dalla trama, anche coinvolgente. Ci sono segreti di famiglia, sparizioni, violenza e abusi, investigazioni e scandali editoriali, oltre che una magnetica protagonista femminile in stile punk e assolutamente anticonformista. Un film che è stato davvero una piacevole sorpresa. Lo rivredò sicuramente.
Parola chiave: Wennerström.
Trailer
Bengi
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