Intro: Eric è un super fan di Almodóvar e questa pellicola l'aveva già vista, ma ci teneva tantissimo affinché la recuperassi anche io. Trascinato dal suo entusiasmo, non ho potuto sottrarmi.
Film 1837: "Dolor y gloria" (2019) di Pedro Almodóvar
Visto: dalla tv di Eric
Lingua: spagnolo
Compagnia: Eric, Nahuel
In sintesi: pellicola molto intensa e personale, sicuro uno degli ultimi lavori di Almodóvar più centrato, concreto, solido. Non conoscendo molto della storia personale del regista, ho apprezzato questo suo mettersi a nudo, scoprire qualcosa di lui che andasse oltre l'immagine pubblica del personaggio. Si capisce che "Dolor y gloria" ha uno scopo quasi esorcizzante, mette in scena un vissuto estremamente privato e gioca con debolezze e ansie di una persona che vede la vita attraverso gli occhi della sofferenza; il mix di ricordi e nostalgia conferisce al risultato finale un sapore agrodolce, per quanto riappacificatore, nei confronti di tutta una serie di esperienze che avrebbero potuto avere come effetto, altrimenti, quello di annientare la persona che le ha vissute.
In tutto questo turbinio di emozioni e flashback, Antonio Banderas non solo porta sulle proprie spalle tutto il film, ma lo fa con una consapevolezza e una maestria che quasi stupiscono. Non che non si sapesse che l'attore spagnolo fosse in grado di recitare con bravura, ma in anni di produzioni hollywoodiane e scelte artistiche non sempre immortali, è bello riscoprirne il grande talento. Per lui premi a pioggia e una nomination all'Oscar che avrei visto volentieri tramutarsi in una vittoria (ma il Joker Phoenix era veramente impossibile da battere).
Insomma, Almodóvar torna al cinema con un prodotto fortissimo e d'impatto, capace di parlare al suo pubblico abituale, ma anche a quello spettatore occasionale che si cimenta con le sue opere di tanto in tanto. E' innegabile il grande talento di regista e cast ed è quasi impossibile non farsi prendere da una storia che racconta in maniera così delicata e personale genialità e paure di un personaggio - o persona - a cui ci si affeziona in poco tempo. Non saremo tutti artisti, ma il nostro essere persone ci fa avvicinare senza sforzi all'umanità fragile ma consapevole di Salvador Mallo.
Cast: Antonio Banderas, Asier Etxeandia, Leonardo Sbaraglia, Nora Navas, Julieta Serrano, Penélope Cruz.
Box Office: $38.1 milioni
Vale o non vale: Storie d'amore, carriera, famiglia, passato, cinema, ansie, malattia, un mix di elementi estremamente personale riporta Almodóvar al cinema. Il grande regista chiama a sé i suoi attori preferiti e ad ognuno regala una parte fondamentale della propria storia privata. Non è la classica biografia lineare e narrativamente "pulita", anzi, richiede una certa elasticità e spirito di adattamento, se così si può dire. Un tour de force emotivo, ma molto gratificante che regala allo spettatore molte emozioni e una serie di elementi su cui riflettere. Quello che a me ha più colpito è, certamente, come ognuno di noi affronti diversamente i rapporti amorosi e li gestisca rispetto alle altre cose della vita. Qui c'è la creatività che in primis ne trae giovamento o danno, per un'altalena emotiva che conferisce alla vita un'intensa alterazione.
Premi: Candidato a 2 Oscar e 2 Golden Globes per il Miglior film straniero (Spagna) e il Miglior attore protagonista; 1 nomination ai BAFTA e ai César per il film straniero. In concorso al festival del cinema di Cannes, il film ha vinto per il Miglior attore e la colonna sonora di Alberto Iglesias.
Parola chiave: Federico.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1837: "Dolor y gloria" (2019) di Pedro Almodóvar
Visto: dalla tv di Eric
Lingua: spagnolo
Compagnia: Eric, Nahuel
In sintesi: pellicola molto intensa e personale, sicuro uno degli ultimi lavori di Almodóvar più centrato, concreto, solido. Non conoscendo molto della storia personale del regista, ho apprezzato questo suo mettersi a nudo, scoprire qualcosa di lui che andasse oltre l'immagine pubblica del personaggio. Si capisce che "Dolor y gloria" ha uno scopo quasi esorcizzante, mette in scena un vissuto estremamente privato e gioca con debolezze e ansie di una persona che vede la vita attraverso gli occhi della sofferenza; il mix di ricordi e nostalgia conferisce al risultato finale un sapore agrodolce, per quanto riappacificatore, nei confronti di tutta una serie di esperienze che avrebbero potuto avere come effetto, altrimenti, quello di annientare la persona che le ha vissute.
In tutto questo turbinio di emozioni e flashback, Antonio Banderas non solo porta sulle proprie spalle tutto il film, ma lo fa con una consapevolezza e una maestria che quasi stupiscono. Non che non si sapesse che l'attore spagnolo fosse in grado di recitare con bravura, ma in anni di produzioni hollywoodiane e scelte artistiche non sempre immortali, è bello riscoprirne il grande talento. Per lui premi a pioggia e una nomination all'Oscar che avrei visto volentieri tramutarsi in una vittoria (ma il Joker Phoenix era veramente impossibile da battere).
Insomma, Almodóvar torna al cinema con un prodotto fortissimo e d'impatto, capace di parlare al suo pubblico abituale, ma anche a quello spettatore occasionale che si cimenta con le sue opere di tanto in tanto. E' innegabile il grande talento di regista e cast ed è quasi impossibile non farsi prendere da una storia che racconta in maniera così delicata e personale genialità e paure di un personaggio - o persona - a cui ci si affeziona in poco tempo. Non saremo tutti artisti, ma il nostro essere persone ci fa avvicinare senza sforzi all'umanità fragile ma consapevole di Salvador Mallo.
Cast: Antonio Banderas, Asier Etxeandia, Leonardo Sbaraglia, Nora Navas, Julieta Serrano, Penélope Cruz.
Box Office: $38.1 milioni
Vale o non vale: Storie d'amore, carriera, famiglia, passato, cinema, ansie, malattia, un mix di elementi estremamente personale riporta Almodóvar al cinema. Il grande regista chiama a sé i suoi attori preferiti e ad ognuno regala una parte fondamentale della propria storia privata. Non è la classica biografia lineare e narrativamente "pulita", anzi, richiede una certa elasticità e spirito di adattamento, se così si può dire. Un tour de force emotivo, ma molto gratificante che regala allo spettatore molte emozioni e una serie di elementi su cui riflettere. Quello che a me ha più colpito è, certamente, come ognuno di noi affronti diversamente i rapporti amorosi e li gestisca rispetto alle altre cose della vita. Qui c'è la creatività che in primis ne trae giovamento o danno, per un'altalena emotiva che conferisce alla vita un'intensa alterazione.
Premi: Candidato a 2 Oscar e 2 Golden Globes per il Miglior film straniero (Spagna) e il Miglior attore protagonista; 1 nomination ai BAFTA e ai César per il film straniero. In concorso al festival del cinema di Cannes, il film ha vinto per il Miglior attore e la colonna sonora di Alberto Iglesias.
Parola chiave: Federico.
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