Intro: Netflix l'ha sponsorizzato a manetta e sembrava impossibile sottrarsi alla possibilità di vederlo. Anche perché quando mi ricapitava di vedere il film sul Papa argentino... in Argentina?!
Film 1847: "The Two Popes" (2019) di Fernando Meirelles
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas, Evelin
In sintesi: il film è più dinamico di quanto mi potessi aspettare la storia di due ultra ottantenni che parlano di pensione e Chiesa potesse essere. Ci sono diversi scenari globali (Città del Vaticano, Buenos Aires, Roma, Castel Gandolfo), una multiculturalità a confronto, numerose lingue parlate (inglese, spagnolo, italiano), c'è la guerra e la dittatura, la finale del campionato mondiale di calcio, la Cappella Sistina, il conclave e "Il commissario Rex". Insomma, un mix di elementi del tutto eterogenei che conferiscono a questo prodotto un'aria meno solenne e pesante e, certamente, più contemporanea e godibile dal punto di vista della cultura popolare.
Invece di una costante indagine sulla fede, l'introspezione personale o, magari, un morboso attaccamento riguardo al perché Papa Benedetto XVI abbia preso la decisione di lasciare la sua carica, la trama si concentra più sull'aspetto umano e il contorno assolutamente straordinario in cui si trovano immersi i due protagonisti, qui chiamati dalla storia a scrivere un nuovo, inaspettato capitolo: non solo, infatti, Ratzinger sarà il primo Papa dal 1415 a decidere di rinunciare al ministero petrino, ma Bergoglio sarà anche il primo capo della Chiesa cattolica proveniente dal continente americano.
Il racconto di questa amicizia agli antipodi ha il suo fascino e Hopkins e Pryce fanno un egregio lavoro non solo ad assomigliare a chi stanno interpretando, ma anche ad arricchire le loro performance di quello spessore che necessitano prodotti di questo tipo, altrimenti piatta illustrazione di una sequenza di fatti avvenuti che portano all'argomento centrale della pellicola. In questo devo dire che ho particolarmente apprezzato il mimetismo preciso, gentile e pulito di Pryce e la grandezza di Hopkins, fenomenale attore con ancora tantissimo da dire, che qui riesce nell'impresa di rendere umana una delle figure ecclesiastiche più "chiacchieratamente" fredda e distaccata. Inutile dire che i due attori (e i due personaggi) fanno tutto il film.
Detto questo, comunque, non sono rimasto travolto dall'entusiasmo una volta visto "The Two Popes". Non che non mi sia piaciuto, ma non ho nemmeno gridato al miracolo. Troppi green screen mi hanno guastato la visione, l'illuminazione di certi set era tanto posticcia da risultare fastidiosa e, forse per me, l'argomento in generale aveva poco presa. Mi sono comunque interessato alla storia umana dietro a due figure importanti del nostro tempo, avrei forse pepato un po' di più il tutto, rendendolo meno pulito o corretto.
Cast: Anthony Hopkins, Jonathan Pryce, Juan Minujín, Cristina Banegas, Luis Gnecco, Sidney Cole, Lisandro Fiks.
Box Office: $758,711
Vale o non vale: Sicuramente da vedere non solo perché è gratis su Netflix, ma anche perché si focalizza sulla storia che ha portato alla situazione attuale della Chiesa cattolica (per chi interessa) e racconta l'amicizia improbabile di due persone diametralmente opposte per modi e pensieri. E' un prodotto molto luminoso, avrei gradito forse qualche ombra in più, ma comunque interessante.
Premi: Candidato a 3 Oscar per Miglior attore protagonista (Pryce), attore non protagonista (Hopkins) e sceneggiatura non originale; stesse nomination ai Golden Globe, a cui va aggiunta quella per Miglior film drammatico; 5 nomination ai BAFTA per Miglior film britannico, attore protagonista e non protagonista, sceneggiatura e casting.
Parola chiave: Retirement.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1847: "The Two Popes" (2019) di Fernando Meirelles
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas, Evelin
In sintesi: il film è più dinamico di quanto mi potessi aspettare la storia di due ultra ottantenni che parlano di pensione e Chiesa potesse essere. Ci sono diversi scenari globali (Città del Vaticano, Buenos Aires, Roma, Castel Gandolfo), una multiculturalità a confronto, numerose lingue parlate (inglese, spagnolo, italiano), c'è la guerra e la dittatura, la finale del campionato mondiale di calcio, la Cappella Sistina, il conclave e "Il commissario Rex". Insomma, un mix di elementi del tutto eterogenei che conferiscono a questo prodotto un'aria meno solenne e pesante e, certamente, più contemporanea e godibile dal punto di vista della cultura popolare.
Invece di una costante indagine sulla fede, l'introspezione personale o, magari, un morboso attaccamento riguardo al perché Papa Benedetto XVI abbia preso la decisione di lasciare la sua carica, la trama si concentra più sull'aspetto umano e il contorno assolutamente straordinario in cui si trovano immersi i due protagonisti, qui chiamati dalla storia a scrivere un nuovo, inaspettato capitolo: non solo, infatti, Ratzinger sarà il primo Papa dal 1415 a decidere di rinunciare al ministero petrino, ma Bergoglio sarà anche il primo capo della Chiesa cattolica proveniente dal continente americano.
Il racconto di questa amicizia agli antipodi ha il suo fascino e Hopkins e Pryce fanno un egregio lavoro non solo ad assomigliare a chi stanno interpretando, ma anche ad arricchire le loro performance di quello spessore che necessitano prodotti di questo tipo, altrimenti piatta illustrazione di una sequenza di fatti avvenuti che portano all'argomento centrale della pellicola. In questo devo dire che ho particolarmente apprezzato il mimetismo preciso, gentile e pulito di Pryce e la grandezza di Hopkins, fenomenale attore con ancora tantissimo da dire, che qui riesce nell'impresa di rendere umana una delle figure ecclesiastiche più "chiacchieratamente" fredda e distaccata. Inutile dire che i due attori (e i due personaggi) fanno tutto il film.
Detto questo, comunque, non sono rimasto travolto dall'entusiasmo una volta visto "The Two Popes". Non che non mi sia piaciuto, ma non ho nemmeno gridato al miracolo. Troppi green screen mi hanno guastato la visione, l'illuminazione di certi set era tanto posticcia da risultare fastidiosa e, forse per me, l'argomento in generale aveva poco presa. Mi sono comunque interessato alla storia umana dietro a due figure importanti del nostro tempo, avrei forse pepato un po' di più il tutto, rendendolo meno pulito o corretto.
Cast: Anthony Hopkins, Jonathan Pryce, Juan Minujín, Cristina Banegas, Luis Gnecco, Sidney Cole, Lisandro Fiks.
Box Office: $758,711
Vale o non vale: Sicuramente da vedere non solo perché è gratis su Netflix, ma anche perché si focalizza sulla storia che ha portato alla situazione attuale della Chiesa cattolica (per chi interessa) e racconta l'amicizia improbabile di due persone diametralmente opposte per modi e pensieri. E' un prodotto molto luminoso, avrei gradito forse qualche ombra in più, ma comunque interessante.
Premi: Candidato a 3 Oscar per Miglior attore protagonista (Pryce), attore non protagonista (Hopkins) e sceneggiatura non originale; stesse nomination ai Golden Globe, a cui va aggiunta quella per Miglior film drammatico; 5 nomination ai BAFTA per Miglior film britannico, attore protagonista e non protagonista, sceneggiatura e casting.
Parola chiave: Retirement.
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#HollywoodCiak
Bengi
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RispondiEliminaL'avevo visto in occasione di recuperi pre-Oscar. Temevo la mattonata, fortunatamente mi sono trovata davanti un film quasi "lieve", nonostante l'interessante ritratto dei due papi. Loro, poi, sono davvero bravi.
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