giovedì 8 ottobre 2020

Film 1930 - Now, Voyager

Intro: Mesi e mesi che cercavo di recuperare questa pellicola (sia in termini di dove trovarla che di quando guardarla), l'altra sera mi sono finalmente concesso il piacere del classico in bianco e nero!
Film 1930: "Now, Voyager" (1942) di Irving Rapper
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: il dettaglio che mi ha attratto e convinto a vedere questa pellicola è legato alla metamorfosi del personaggio della Davis, Charlotte Vale, che da brutto anatroccolo si trasforma in meraviglioso cigno. Su questo nessun fraintendimento, la storia segue effettivamente la trasformazione della sua protagonista, ma la cosa che mi ha sorpreso è che il tutto avviene nel giro della prima mezz'ora di film o forse addirittura meno. Di cosa andrà parlare, quindi, "Now, Voyager"?
Beh, diciamocelo subito: tutto mi sarei immaginato tranne che il finale raccontato qui. Non perché sia qualcosa di straordinariamente innovativo, ma perché propone un discogliersi dei nodi narrativi centrali alla storia in una maniera tutt'altro che semplice - di solito il criterio più usato ad Hollywood - andando, per così dire, a complicare la storia all'infinito. Ma procediamo con calma. (attenzione allo spoiler)
Charlotte Vale è una depressa, repressa e maledettamente insicura ragazza single (nel film non smettono mai di dire "spinster", zitella, ma diciamo che erano altri tempi) che vive infelice sotto la tirannia di una madre che l'ha concepita in età avanza e, soprattutto, non l'hai mai voluta e non ne fa mistero. Lo scopo di Charlotte è, di fatto, quello di farle da badante.
Sull'orlo di una crisi di nervi, la ragazza si fa ricoverare in quella che oggi chiameremmo rehab, e inizia la terapia con lo psichiatra della struttura che la aiuta a trovare un equilibro e la sprona a vivere una vita più aperta e, soprattutto, che non contempli l'ingratitudine della madre. Per questo motivo la ragazza si allontana da casa per 6 mesi e vi fa ritorno completamente cambiata: l'aspetto e l'attitudine sono l'esatto opposto a prima e, soprattutto, è stata coinvolta in un amore impossibile con Jerry (Paul Henreid) che, sposato e con figlie, non può che limitarsi a rimanere un flirt passeggero.
Ed è a questo punto che pensavo di avere la sceneggiatura in pugno, immaginandomi già che Jerry avrebbe nuovamente fatto capolino a un certo punto della storia per rivelarsi nuovamente single o recentemente vedovo, il tutto per la coronazione di un sogno d'amore della sfortunata zitella che, dopo anni di soprusi e violenze psicologiche, può finalmente trovare la serenità che merita tra le braccia dell'amato. E invece no, perché niente di tutto questo accade e, sopratutto, il racconto si complica e non poco. Sarò breve (ribadisco, spoiler): Charlotte torna a casa, la madre muore dopo una litigata con lei, la ragazza sente di dover tornare in rehab per riprendersi (nel frattempo ha ereditato la fortuna della famiglia), appena tornata alla clinica conosce Tina, una ragazzina in cui si identifica per insicurezza, paure e rifiuto da parte della madre, cosicché ne diventa amica, quasi madre e figlia, e, naturalmente, la non poco antipatica ragazzina risulterà essere proprio la figlia di quel Jerry che no, non è per niente single o vedovo, ma ringrazia Charlotte per il suo aiuto con la figlia concedendole di continuare di fatto a farle da madre mentre loro due, pur innamorati, faranno come se Tina fosse loro figlia e nella sua crescita e prosperità vedranno il coronamento di un amore ormai platonico. Fine, sipario, pausa di riflessione, respiro profondo, via.
Cioè, dopo tutto l'investimento emotivo per Charlotte - per cui non si può evitare di fare il tifo dal primo secondo che è in scena (vedere per credere) - sono rimasto francamente un po' confuso dalle complicazioni narrative che il finale mette in scena e le riserva, un'ulteriore punizione direzionata a un personaggio vessato per metà della storia e che, al di là del riscatto con la madre e sociale in generale, meritava a mio avviso una storia d'amore che, se proprio doveva esserci, almeno prescindesse da questo pastrocchio buonista.
Non vorrei essere frainteso: capisco perfettamente che a) stiamo parlando di un film degli anni '40 e che b) il messaggio di indipendenza racchiuso nel personaggio di Charlotte sia assolutamente una conquista apprezzabile ancora oggi, ma mi sento di dire che se lo fosse stata del tutto, la donna avrebbe trovato la felicità nella riscoperta di sé, nella ritrovata libertà - anche di scelta - e non sarebbe servita da strumento per la realizzazione della felicità del soggetto (non principale) maschile che vive, attraverso di lei, la soddisfazione di vedere la figlia prosperare sotto l'amore di una donna che per lui sacrifica affetto, tempo e risorse in nome di un sentimento che non troverà mai vera soddisfazione.
Ecco, devo dire che nonostante abbia apprezzato il film in generale - sicuramente mi ha lasciato con spunti su cui riflettere - non posso comunque nascondere la delusione nei confronti di un arco narrativo della protagonista che sembra promettere bene e, invece, finisce per veicolare una serie di messaggi almeno in parte ingiusti; poi, per carità, mi arrendo al fatto che parliamo di un prodotto all'alba dei suoi 80 anni, motivo per cui si rende necessaria una certa mediazione.
Per cui, per concludere, dico che "Now, Voyager" è stato tutto tranne quello che mi aspettavo eccetto che per un fatto: ero sicuro sarei rimasto rapito dalla performance di Bette Davis e così è stato. Una stella irraggiungibile.
Cast: Bette Davis, Paul Henreid, Claude Rains, Gladys Cooper, Bonita Granville, John Loder, Ilka Chase, Janis Wilson.
Box Office: $4,177,000
Vale o non vale: La perfoarmance di Bette Davis da sola vale tutto il film che no, non è un capolavoro, ma le regala tutto lo spazio per dimostrare le sue inarrivabili capacità d'attrice. Per il resto la storia d'amore verte più su toni di inaspettata virtù e rassegnata platonicità, per cui meglio consolarsi contemplando il meraviglioso guardaroba di Charlotte e dando credito all'attitudine positiva che questa pellicola conferisce nei confronti del percorso terapeutico intrapreso con uno specialista (che qui non è mai strizzacervelli!). Insomma, scesi a patti con il contesto di produzione e realizzazione del film, "Now, Voyager" può rivelarsi un interessante intrattenimento per una serata diversa.
Premi: Vincitore dell'Oscar per la Migliore colonna sonora e candidato per la Miglior attrice protagonista (Davis) e non protagonista (Cooper).
Parola chiave: Crociera.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

1 commento:

  1. #HollywoodCiak 1930 #NowVoyager #IrvingRapper #BetteDavis #PaulHenreid #ClaudeRains #GladysCooper #BonitaGranville #JohnLoder #IlkaChase #JanisWilson #Oscars #depression #spinster #therapy #love #loneliness #family #aristocrats #Boston #dowager #breakdown #rehab #psychiatrist #sanitarium #cruise #RiodeJaneiro #Brazil #SugarloafMountain #carcrash #BuenosAires #Argentina #engagement #widower #heartattack #platonic #relationship #daughter #mother #bully #followme

    RispondiElimina