domenica 25 ottobre 2020

Film 1940 - The Trial of the Chicago 7

Intro: Pochissimo tempo fa c'è stato un attimo in cui questo film sembrava il nuovo miracolo della stagione. Ci ho messo un po' a realizzare che fosse disponibile su Netflix, ma appena ho ritrovato le direzioni per il pianeta terra l'ho recuperato.
Film 1940: "The Trial of the Chicago 7" (2020) di Aaron Sorkin
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: cos'è che rimane più impresso di tutto questo film? Facilissimo: Frank Langella nei panni del giudice più antipatico della storia (vera e del cinema).
Nonostante conosca pochissimo della filmografia di Langella - ma ricordo con immenso piacere la sua performance in "Frost/Nixon", c'è qualcosa di questo attore che trovo infinitamente magnetico e devo dire che anche in questa occasione si è distinto grazie ad una magistrale interpretazione. Va aggiunto che il suo personaggio sarebbe difficile da dimenticare a prescindere, ma Langella fa un lavoro egregio nel caratterizzare il giudice Julius Hoffman. Sul resto del film, un po' meno entusiasmo.
Premesso che "The Trial of the Chicago 7" mi sia piaciuto, visto e considerato l'hype mediatico e le eccellenti recensioni ricevute mi sarei aspettato qualcosa di più segnante e meno patinato. Ma andiamo con ordine.
1) Sceneggiatura e (seconda) regia di Aaron Sorkin. Il nostro sa scrivere, è evidente, ed è certamente molto apprezzato in patria e nell'industria cinematografica e televisiva: molteplici nomination e 1 Oscar per "The Social Network", 6 Emmy vinti per la serie tv cult (in America) "The West Wing", 2 Golden Globe, 1 BAFTA e altri premi a valanga. A parte questo, a Sorkin sono state dirette numerose critiche rispetto al film su Zuckerberg e certe libertà che l'autore si è preso per drammatizzare la storia. Pare che anche in questo caso ci siano state licenze narrative, ma il punto è che Sorkin scrive fiction, non documentari, per cui non mi sento di accodarmi alle lamentele rispetto a questo aspetto.
Quello che mi sento di dire, invece, è che "The Trial of the Chicago 7", come altri prodotti di Sorkin, soffre di una contrapposizione bene/male così evidente e netta che si fa fatica a non concepirla come fittizia: il giudice passivo-aggressivo (sul quale c'è addirittura una nota informativa pre-titoli di coda per amplificarne e legittimare ancora di più l'astio nei confronti del personaggio), il pubblico ministero che tutte le volte che sembra avere una crisi di coscienza viene sempre apostrofato da qualcuno che ne svela il motivo legale negativo implicito che parrebbe esserci sotto, il Procuratore Generale che all'inizio della storia dice esplicitamente che intende farla pagare a tutta una serie di soggetti che, alla fine, saranno i protagonisti del processo; e, dalla fazione ideologica opposta, credo che sia esemplare e sufficiente citare il surreale dialogo fra Abbie Hoffman e il pubblico ministero che, incontratisi casualmente per strada, si scambiano parole gentili con - e qui per me brividi - Hoffman che non perde occasione di sottolineare che non ce l'ha con l'avvocato dell'accusa e che, anzi, pensa che lui sia un brav'uomo. Forse neanche in "Crossroads" con Britney Spears c'era tanta bontà e compassione.
2) Il cast. C'è talmente tanta gente famosa in questo film che si fatica a contarla. E ovviamente non c'è nessuna figura femminile di rilievo. Mi rendo perfettamente conto che si tratti di una pellicola che è allo stesso tempo un fatto storico, ma un prodotto come "Mrs. America" - che affronta tematiche molto vicine al preambolo iniziale di questo film - ci dimostra velocemente quanto figure femminili chiave non mancassero nel periodo a cavallo tra anni '60 e '70 e fossero ampiamente attive nel forgiare il discorso politico attorno a loro.
Tornando a noi, al di là della marea di attori certamente bravissimi, due punti su cui mi vorrei soffermare: Eddie Redmayne che fa l'accento americano e le parrucche. Rispetto al primo non posso fare a meno di chiedermi perché, con la marea di attori americani disponibili, ne sia stato scelto un britannico per rappresentare Tom Hayden; per il secondo, dico solo che, volendo sorvolare sui vari look che stanno male letteralmente a tutti, nello specifico le parrucche utilizzate per questo film sono orrende e inspiegabilmente mal posizionate (l'attaccatura dei capelli di Mark Rylance parte... dall'orecchio sinistro?!).
3) L'elemento glam. Per essere una storia di lotta sociale e resistenza all'ingiustizia dei poteri forti, "The Trial of the Chicago 7" si sporca poco le mani. O meglio, lo fa, ma senza mai dimenticare di fare affidamento su una fotografia tanto pulita ed enfatizzata nel saturare i colori che sembra di stare in una produzione di Ryan Murphy. L'ho trovato troppo pulito e "perfettino", se mi si concede l'espressione.
Detto ciò, non posso dire di non essermi goduto la visione di questo titolo che, tutto sommato, ha il grande pregio di portare sul grande (?) schermo una storia che al giorno d'oggi avrebbe faticato a trovare un'audience così ampia; a mio avviso, comunque, è evidente che questo prodotto abbia dei limiti su cui forse molti hanno soprasseduto considerato il periodo cinematografico di magra che si sta rivelando essere questo 2020. Per non dire di totale disastro.
Per quanto mi riguarda, visto e considerato quanto mi appassionano le pellicole ambientate in tribunale, non ho potuto fare a meno di apprezzare il risultato finale generale, anche se forse 2 ore e 9 minuti sono un po' troppe. In ogni caso una storia che fa bene seguire e ascoltare, specialmente in questo momento storico in cui la più grande ingiustizia inflitta all'uomo moderno sembra essere il chiedergli di stare a casa per la salvaguardia della sua salute durante un'epidemia di scala mondiale.
Cast: Yahya Abdul-Mateen II, Sacha Baron Cohen, Daniel Flaherty, Joseph Gordon-Levitt, Michael Keaton, Frank Langella, John Carroll Lynch, Eddie Redmayne, Noah Robbins, Mark Rylance, Alex Sharp, Jeremy Strong, Kelvin Harrison Jr., Ben Shenkman, John Doman, Caitlin FitzGerald.
Box Office: $104,048 (ad oggi)
Vale o non vale: Per chi ha Netflix, voglio dire... perché no? E' sicuramente uno dei titoli del suo catalogo più sensato e di qualità e certamente una delle pochissime ultime uscite più interessanti.
In generale a mio avviso il film presenta delle criticità, però è pur vero che nel deserto cinematografico che è diventato questo 2020, "The Trial of the Chicago 7" si presenta come un'oasi di salvezza in cui trovare rifugio per un paio d'ore. Ristoratevi sereni.
Premi: /
Parola chiave: Resignations.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

1 commento:

  1. #HollywoodCiak 1940 #TheTrialoftheChicago7 #AaronSorkin #YahyaAbdulMateenII #SachaBaronCohen #DanielFlaherty #JosephGordonLevitt #MichaelKeaton #FrankLangella #JohnCarrollLynch #EddieRedmayne #NoahRobbins #MarkRylance #AlexSharp #JeremyStrong #KelvinHarrisonJr #BenShenkman #JohnDoman #CaitlinFitzGerald #Netflix #truestory #trial #judge #VietnamWar #protesters #war #Vietnam #riots #convention #Chicago #charges #uprising #BlackPantherParty #court #Party #Yippies #AbbieHoffman #TomHayden #RennieDavis #JerryRubin #DavidDellinger #LeeWeiner #JohnFroines #BobbySeale #JuliusHoffman #mistrial #police #justice #law #followme

    RispondiElimina