Intro: Nel 2000 avevo 13 anni ed ero andato al cinema a vedere questo film, trovandolo carino. Ricordo fossi rimasto sorpreso nel vederlo così universalmente deriso e criticato, per cui una sera, mentro ero ancora ad Auckland due anni fa, ho deciso di rivederlo. Sicuro che avrei gradito.
Film 1798: "The Next Best Thing" (2000) di John Schlesinger
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ventuno anni fa questo film poteva anche essere considerato progressista: portare sul grande schermo la storia della profonda amicizia tra due persone - una delle quali omosessuale - che si trasforma per caso nel racconto di una nuova forma di genitorialità era sicuramente un tentativo coraggioso e inusuale considerato il background mainsteam di questa operazione commerciale.
Purtroppo, però, la sceneggiatura fallisce nel connettere questa storia ad un livello emotivo anche solo basico, preferendo tentare un approccio comico che non sempre funziona (Madonna non mi sembra una credibile nei panni di una che si prende poco sul serio) per poi mandare tutto in vacca nella seconda parte del film, preferendo una linea più tradizionale e conforme agli stereotipi dell'epoca. Ovvero, per capirsi: la famiglia è formata solo da un uomo e una donna eterosessuali che devono amarsi a tutti i costi.
"The Next Best Thing" tradisce le sue premesse iniziali - un po' come ha fatto "Sex and the City" nel tempo - promettendo al suo pubblico una storia che vada oltre il classico stereotipo del "maschio + femmina = ok", ma finendo per rinforzare quello stesso concetto che intendeva screditare. La famiglia composta da Madonna e Rupert Everett funziona solo fino a quando è funzionale per il racconto, per poi venire cestinata nel momento in cui il personaggio di Madonna deve necessariamente trovare il vero amore. Ed è qui che per me si esaurisce l'interesse: per quanto la qualità generale dell'operazione non fosse granché, fino a questo momento almeno la storia raccontava qualcosa di inusuale a un potenziale pubblico generalista che da una qulunque romcom si poteva aspettare la classica e trita idea di un amore accettabile solo nei termini hollywoodiani canonici (ovvero quello che è considerato "ok", vedi sopra), ribaltando gli elementi tradizionali per presentare in termini accettabili l'idea che una coppia di amici single e felici delle loro vite potessero scegliere di allevare un bambino insieme. Abbie (Madonna), capendo di non aver bisogno di un uomo nella sua vita, poteva tranquillamente trovare la felicità in se stessa - visto che tra l'altro viene rappresentata come un personaggio spirituale -, nella sua famiglia e nel suo lavoro, mentre Robert (Everett) poteva dimostrarsi all'altezza di un incarico che la società tendeva (e ancora oggi tende) a non volergli riconoscere come idoneo, ovvero quella della figura paterna perfettamente adeguata per la responsabilità genitoriale. E, invece, "The Next Best Thing" sceglie di barattare la possibilità di veicolare un messaggio positivo e progressista come questo in nome di tutta quella serie di cliché che il genere della commedia romantica, l'industria cinematografica commerciale e il perbenismo bigotto parevano all'epoca richiedere a gran voce.
Sì, lo so, probabilmente ho riposto troppe speranze e speso malamente le mie energie rispetto ad un prodotto nato e concepito unicamente in quell'ottica commerciale che avrebbe voluto vederlo prosperare in termini di incasso e smercio di CD (perché non ci dimentichiamo della cover di "American Pie" appositamente realizzata da Madonna per la colonna sonora del film, onestamente l'unico elemento di valore di tutta questa débâcle cinematografica). Insomma, probabilmente "The Next Best Thing" sarà la pellicola che vedrete dopo questo film.
Cast: Rupert Everett, Madonna, Benjamin Bratt, Michael Vartan, Josef Sommer, Lynn Redgrave, Neil Patrick Harris.
Box Office: $24.3 milioni
Vale o non vale: Nonostante una certa intenzionalità positiva (tematiche LGBTQI e female empowerment), questo film baratta in fretta i suoi buoni propositi in nome dei diktat hollywoodiani dell'epoca, fallendo platealmente anche nel tentativo di darsi un appeal più commerciale.
Premi: Candidato a 5 Razzie Awards nel 2001 (tra cui Peggior film, regia e sceneggiatura) il film ha vinto per la Peggior attrice Madonna. La cantante ha ottenuto un'ulteriore nomination nel 2010 anche grazie a questo film (e "Die Another Day" & "Swept Away") per la Peggiore attrice del decennio, perdendo contro Paris Hilton.
Parola chiave: Custodia. Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1798: "The Next Best Thing" (2000) di John Schlesinger
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ventuno anni fa questo film poteva anche essere considerato progressista: portare sul grande schermo la storia della profonda amicizia tra due persone - una delle quali omosessuale - che si trasforma per caso nel racconto di una nuova forma di genitorialità era sicuramente un tentativo coraggioso e inusuale considerato il background mainsteam di questa operazione commerciale.
Purtroppo, però, la sceneggiatura fallisce nel connettere questa storia ad un livello emotivo anche solo basico, preferendo tentare un approccio comico che non sempre funziona (Madonna non mi sembra una credibile nei panni di una che si prende poco sul serio) per poi mandare tutto in vacca nella seconda parte del film, preferendo una linea più tradizionale e conforme agli stereotipi dell'epoca. Ovvero, per capirsi: la famiglia è formata solo da un uomo e una donna eterosessuali che devono amarsi a tutti i costi.
"The Next Best Thing" tradisce le sue premesse iniziali - un po' come ha fatto "Sex and the City" nel tempo - promettendo al suo pubblico una storia che vada oltre il classico stereotipo del "maschio + femmina = ok", ma finendo per rinforzare quello stesso concetto che intendeva screditare. La famiglia composta da Madonna e Rupert Everett funziona solo fino a quando è funzionale per il racconto, per poi venire cestinata nel momento in cui il personaggio di Madonna deve necessariamente trovare il vero amore. Ed è qui che per me si esaurisce l'interesse: per quanto la qualità generale dell'operazione non fosse granché, fino a questo momento almeno la storia raccontava qualcosa di inusuale a un potenziale pubblico generalista che da una qulunque romcom si poteva aspettare la classica e trita idea di un amore accettabile solo nei termini hollywoodiani canonici (ovvero quello che è considerato "ok", vedi sopra), ribaltando gli elementi tradizionali per presentare in termini accettabili l'idea che una coppia di amici single e felici delle loro vite potessero scegliere di allevare un bambino insieme. Abbie (Madonna), capendo di non aver bisogno di un uomo nella sua vita, poteva tranquillamente trovare la felicità in se stessa - visto che tra l'altro viene rappresentata come un personaggio spirituale -, nella sua famiglia e nel suo lavoro, mentre Robert (Everett) poteva dimostrarsi all'altezza di un incarico che la società tendeva (e ancora oggi tende) a non volergli riconoscere come idoneo, ovvero quella della figura paterna perfettamente adeguata per la responsabilità genitoriale. E, invece, "The Next Best Thing" sceglie di barattare la possibilità di veicolare un messaggio positivo e progressista come questo in nome di tutta quella serie di cliché che il genere della commedia romantica, l'industria cinematografica commerciale e il perbenismo bigotto parevano all'epoca richiedere a gran voce.
Sì, lo so, probabilmente ho riposto troppe speranze e speso malamente le mie energie rispetto ad un prodotto nato e concepito unicamente in quell'ottica commerciale che avrebbe voluto vederlo prosperare in termini di incasso e smercio di CD (perché non ci dimentichiamo della cover di "American Pie" appositamente realizzata da Madonna per la colonna sonora del film, onestamente l'unico elemento di valore di tutta questa débâcle cinematografica). Insomma, probabilmente "The Next Best Thing" sarà la pellicola che vedrete dopo questo film.
Cast: Rupert Everett, Madonna, Benjamin Bratt, Michael Vartan, Josef Sommer, Lynn Redgrave, Neil Patrick Harris.
Box Office: $24.3 milioni
Vale o non vale: Nonostante una certa intenzionalità positiva (tematiche LGBTQI e female empowerment), questo film baratta in fretta i suoi buoni propositi in nome dei diktat hollywoodiani dell'epoca, fallendo platealmente anche nel tentativo di darsi un appeal più commerciale.
Premi: Candidato a 5 Razzie Awards nel 2001 (tra cui Peggior film, regia e sceneggiatura) il film ha vinto per la Peggior attrice Madonna. La cantante ha ottenuto un'ulteriore nomination nel 2010 anche grazie a questo film (e "Die Another Day" & "Swept Away") per la Peggiore attrice del decennio, perdendo contro Paris Hilton.
Parola chiave: Custodia. Trailer
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