Intro: Tornati in Italia che si fa? Ma andiamo al cinema, ovviamente, a recuperare il film più chiacchierato della stagione e di Venezia 2022.
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
Film 2138: "Don't Worry Darling" (2022) di Olivia Wilde
Visto: al cinemaLingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: il film non è perfetto, ma certamente non terribile. Forse il suo peggior difetto è quello di non portare con sé niente che non sia già stato fatto o mostrato prima, ma nel complesso il risultato finale è godibile.
Tecnicamente è un prodotto ben fatto, la fotografia di Matthew Libatique è impeccabile, la colonna sonora di John Powell assolutamente disturbante, bei costumi e location e la regia di Olivia Wilde, per quanto non particolarmente innovativa, serve la storia dignitosamente.
Ribadisco, per me l'unico vero difetto imputabile a "Don't Worry Darling" è che di fatto si serva di escamotage già visti e di una rivelazione finale che sa di meno eclatante del previsto. La storia si prende - giustamente - il suo tempo per stabilire le dinamiche incoerenti di un mondo perfetto solo in superficie e, fino a un certo punto, il racconto regge. Poeteva essere sforbiciato in alcune parti? Decisamente, ma quantomeno è coerente.
Poi con la virata rivelatoria del terzo atto, il tutto prende una piega un po' sciapa e ci troviamo di fronte a un epilogo meno forte rispetto alle premesse iniziali.
La realtà come una gabbia insopportabile da cui evadere, i ruoli sociali femminile e maschile, l'assoggettazione e l'abuso, il complesso di inferiorità, la riesumazione di valori datati, meccanismi psicologici di compensazione, tutti questi temi, insieme al finale fantascientifico (con intelligenza artificiale annessa), sono molto interessanti e favoriscono non pochi spunti di riflessione e discussione. Di fatto, però, questa pellicola manca di offrire nuove prospettive o addirittura una propria visione su tutti gli elementi tirati in ballo e finisce per liquidare tutte le implicazioni tirate in ballo dalla rivelazione finale in un rush finale che coglie lo spettatore di sorpresa, sì, ma non concede alla storia la possibilità di elaborare l'accaduto e trarne le necessarie conclusioni. E' chiaro che il giudizio di "Don't Worry Darling" rispetto alle azioni di suoi protagonisti (maschi) sia negativo, ma questo non è sufficiente. La storia dovrebbe prendere una posizione che non sia di banale evidenza e, con lei, chi scrive e dirige.
Poi mi rendo conto che si tratti di un film ad ampio consumo che puntasse il tutto sul richiamo di un cast stellare e particolarmente glam a cui aggiungere il doppio carico da novanta, ovvero Harry Styles al suo primo ruolo da protagonista, nonché Harry Styles che per la prima volta lavora con la sua compagna Olivia Wilde, qui nei tripli panni di regista, produttrice e attrice. Insomma, l'approfondimento di temi complessi e oggi molto rilevanti forse col tempo è sbiadito sullo sfondo.
Di fatto, comunque, rimane un film che si lascia seguire, perfettamente interpretato da una Florence Pugh sempre più in ascesa anche nel cinema mainstream. A lei l'onere dell'intera storia sulle spalle, che l'attrice inglese riesce sapientemente a condurre regalando un'interpretazione perfettamente calibrata tra note docili e più pacate, esplosioni di sensualità e incredulità, frustrazione e smarrimento. Per lei una grandissima prova d'attrice finalmente non più solamente relegata a ruoli secondari.
Decisamente meno efficace Harry Styles, a volte in evidente disparità recitativa rispetto al resto del cast e, in maggior misura, a Pugh che nelle scene di coppia (specialmente quelle emotivamente più cariche e coincitate) se lo divora. Chris Pine, invece, non delude nel ruolo del carismatico leader della "setta", ma non c'erano veramente dei dubbi a riguardo.
Insomma, "Don't Worry Darling" fa centro solo in parte, ma si perde nel finale. Sarebbe potuto essere un thriller più interessante e moderno e, invece, finisce per accantonare l'anima high-tech della storia in favore di un immaginario estetico troppo superficiale per costituire una solida base per la storia. Mettiamola così: il terzo atto sarebbe dovuto essere il secondo, cosicché nel finale si sarebbero potute esplorare meglio le implicazioni e conseguenze della rivelazione che la storia porta con sé. Peccato.
Cast: Florence Pugh, Harry Styles, Olivia Wilde, Gemma Chan, KiKi Layne, Nick Kroll, Douglas Smith, Sydney Chandler, Timothy Simons, Kate Berlant, Chris Pine.
Box Office: $69.3 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Esteticamente molto bello e curato, si perde nella sceneggiatura. Certi elementi della trama non tornano e non vengono spiegati, altri - specialmente nel finale - dovrebbero venire affrontati con più attenzione e dettaglio. Tutto sommato, però, il film si lascia guardare, specialmente grazie a una Florence Pugh in grandissima forma.
Premi:
Parola chiave: Plane crush.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Tecnicamente è un prodotto ben fatto, la fotografia di Matthew Libatique è impeccabile, la colonna sonora di John Powell assolutamente disturbante, bei costumi e location e la regia di Olivia Wilde, per quanto non particolarmente innovativa, serve la storia dignitosamente.
Ribadisco, per me l'unico vero difetto imputabile a "Don't Worry Darling" è che di fatto si serva di escamotage già visti e di una rivelazione finale che sa di meno eclatante del previsto. La storia si prende - giustamente - il suo tempo per stabilire le dinamiche incoerenti di un mondo perfetto solo in superficie e, fino a un certo punto, il racconto regge. Poeteva essere sforbiciato in alcune parti? Decisamente, ma quantomeno è coerente.
Poi con la virata rivelatoria del terzo atto, il tutto prende una piega un po' sciapa e ci troviamo di fronte a un epilogo meno forte rispetto alle premesse iniziali.
La realtà come una gabbia insopportabile da cui evadere, i ruoli sociali femminile e maschile, l'assoggettazione e l'abuso, il complesso di inferiorità, la riesumazione di valori datati, meccanismi psicologici di compensazione, tutti questi temi, insieme al finale fantascientifico (con intelligenza artificiale annessa), sono molto interessanti e favoriscono non pochi spunti di riflessione e discussione. Di fatto, però, questa pellicola manca di offrire nuove prospettive o addirittura una propria visione su tutti gli elementi tirati in ballo e finisce per liquidare tutte le implicazioni tirate in ballo dalla rivelazione finale in un rush finale che coglie lo spettatore di sorpresa, sì, ma non concede alla storia la possibilità di elaborare l'accaduto e trarne le necessarie conclusioni. E' chiaro che il giudizio di "Don't Worry Darling" rispetto alle azioni di suoi protagonisti (maschi) sia negativo, ma questo non è sufficiente. La storia dovrebbe prendere una posizione che non sia di banale evidenza e, con lei, chi scrive e dirige.
Poi mi rendo conto che si tratti di un film ad ampio consumo che puntasse il tutto sul richiamo di un cast stellare e particolarmente glam a cui aggiungere il doppio carico da novanta, ovvero Harry Styles al suo primo ruolo da protagonista, nonché Harry Styles che per la prima volta lavora con la sua compagna Olivia Wilde, qui nei tripli panni di regista, produttrice e attrice. Insomma, l'approfondimento di temi complessi e oggi molto rilevanti forse col tempo è sbiadito sullo sfondo.
Di fatto, comunque, rimane un film che si lascia seguire, perfettamente interpretato da una Florence Pugh sempre più in ascesa anche nel cinema mainstream. A lei l'onere dell'intera storia sulle spalle, che l'attrice inglese riesce sapientemente a condurre regalando un'interpretazione perfettamente calibrata tra note docili e più pacate, esplosioni di sensualità e incredulità, frustrazione e smarrimento. Per lei una grandissima prova d'attrice finalmente non più solamente relegata a ruoli secondari.
Decisamente meno efficace Harry Styles, a volte in evidente disparità recitativa rispetto al resto del cast e, in maggior misura, a Pugh che nelle scene di coppia (specialmente quelle emotivamente più cariche e coincitate) se lo divora. Chris Pine, invece, non delude nel ruolo del carismatico leader della "setta", ma non c'erano veramente dei dubbi a riguardo.
Insomma, "Don't Worry Darling" fa centro solo in parte, ma si perde nel finale. Sarebbe potuto essere un thriller più interessante e moderno e, invece, finisce per accantonare l'anima high-tech della storia in favore di un immaginario estetico troppo superficiale per costituire una solida base per la storia. Mettiamola così: il terzo atto sarebbe dovuto essere il secondo, cosicché nel finale si sarebbero potute esplorare meglio le implicazioni e conseguenze della rivelazione che la storia porta con sé. Peccato.
Cast: Florence Pugh, Harry Styles, Olivia Wilde, Gemma Chan, KiKi Layne, Nick Kroll, Douglas Smith, Sydney Chandler, Timothy Simons, Kate Berlant, Chris Pine.
Box Office: $69.3 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Esteticamente molto bello e curato, si perde nella sceneggiatura. Certi elementi della trama non tornano e non vengono spiegati, altri - specialmente nel finale - dovrebbero venire affrontati con più attenzione e dettaglio. Tutto sommato, però, il film si lascia guardare, specialmente grazie a una Florence Pugh in grandissima forma.
Premi:
Parola chiave: Plane crush.
Trailer
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