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martedì 24 giugno 2025

Film 2366 - Crazy Rich Asians

Intro: Back at home after two amazing Spanish weeks, the first I watched is one that I hadn't seen since it came out in theaters.

Film 2366
: "Crazy Rich Asians" (2018), Jon M. Chu
Watched on: My computer
Language: English
Watched with: Michael
Thoughts: I really wanted to rewacth it because I remembered I enjoyed it, although I didn't necessarily remember the story in full.
This second watch was fun, I kinda forgot that Awkwafina had her major moment thanks to this movie that launched her into mainstream stardom (though now her popularity has definitely faded a bit due to overexposure), and in general "Crazy Rich Asians" is a very well don romcom.
I think Henry Golding is particularly charming here, more a scene stealer than Constance Wu, who has more female competition to deal with (Gemma Chan, Lisa Lu, obviously Awkwafina, but mostly a pre-Oscar Michelle Yeoh) and didn't necessarily pop for me as the lead character.
Overall, 9a very entertaining movie and especially beautiful to look at (I'm actually surprised it didn't get nominated for costumes and set design at the Oscars).
Film 1680 - Crazy Rich Asians
Film 2366 - Crazy Rich Asians
Cast: Constance Wu, Henry Golding, Gemma Chan, Lisa Lu, Awkwafina, Harry Shum Jr., Ken Jeong, Michelle Yeoh.
Box Office: $239 million
Worth a watch?: If you love romcoms, this is definitely a good watch, funney enough, very pretty to look at (both visually and because of the actors in it) and entertaining. There's a sequel coming up (and possibly a third one), so no time to (re)watch it like today.
Awards: 2 Golden Globe nominations for Best Motion Picture - Musical or Comedy and Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy (Constance Wu).
Key word: Our own.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 10 ottobre 2022

Film 2138 - Don't Worry Darling

Intro: Tornati in Italia che si fa? Ma andiamo al cinema, ovviamente, a recuperare il film più chiacchierato della stagione e di Venezia 2022.

Film 2138: "Don't Worry Darling" (2022) di Olivia Wilde
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: il film non è perfetto, ma certamente non terribile. Forse il suo peggior difetto è quello di non portare con sé niente che non sia già stato fatto o mostrato prima, ma nel complesso il risultato finale è godibile.
Tecnicamente è un prodotto ben fatto, la fotografia di Matthew Libatique è impeccabile, la colonna sonora di John Powell assolutamente disturbante, bei costumi e location e la regia di Olivia Wilde, per quanto non particolarmente innovativa, serve la storia dignitosamente.
Ribadisco, per me l'unico vero difetto imputabile a "Don't Worry Darling" è che di fatto si serva di escamotage già visti e di una rivelazione finale che sa di meno eclatante del previsto. La storia si prende - giustamente - il suo tempo per stabilire le dinamiche incoerenti di un mondo perfetto solo in superficie e, fino a un certo punto, il racconto regge. Poeteva essere sforbiciato in alcune parti? Decisamente, ma quantomeno è coerente.
Poi con la virata rivelatoria del terzo atto, il tutto prende una piega un po' sciapa e ci troviamo di fronte a un epilogo meno forte rispetto alle premesse iniziali.
La realtà come una gabbia insopportabile da cui evadere, i ruoli sociali femminile e maschile, l'assoggettazione e l'abuso, il complesso di inferiorità, la riesumazione di valori datati, meccanismi psicologici di compensazione, tutti questi temi, insieme al finale fantascientifico (con intelligenza artificiale annessa), sono molto interessanti e favoriscono non pochi spunti di riflessione e discussione. Di fatto, però, questa pellicola manca di offrire nuove prospettive o addirittura una propria visione su tutti gli elementi tirati in ballo e finisce per liquidare tutte le implicazioni tirate in ballo dalla rivelazione finale in un rush finale che coglie lo spettatore di sorpresa, sì, ma non concede alla storia la possibilità di elaborare l'accaduto e trarne le necessarie conclusioni. E' chiaro che il giudizio di "Don't Worry Darling" rispetto alle azioni di suoi protagonisti (maschi) sia negativo, ma questo non è sufficiente. La storia dovrebbe prendere una posizione che non sia di banale evidenza e, con lei, chi scrive e dirige.
Poi mi rendo conto che si tratti di un film ad ampio consumo che puntasse il tutto sul richiamo di un cast stellare e particolarmente glam a cui aggiungere il doppio carico da novanta, ovvero Harry Styles al suo primo ruolo da protagonista, nonché Harry Styles che per la prima volta lavora con la sua compagna Olivia Wilde, qui nei tripli panni di regista, produttrice e attrice. Insomma, l'approfondimento di temi complessi e oggi molto rilevanti forse col tempo è sbiadito sullo sfondo.
Di fatto, comunque, rimane un film che si lascia seguire, perfettamente interpretato da una Florence Pugh sempre più in ascesa anche nel cinema mainstream. A lei l'onere dell'intera storia sulle spalle, che l'attrice inglese riesce sapientemente a condurre regalando un'interpretazione perfettamente calibrata tra note docili e più pacate, esplosioni di sensualità e incredulità, frustrazione e smarrimento. Per lei una grandissima prova d'attrice finalmente non più solamente relegata a ruoli secondari.
Decisamente meno efficace Harry Styles, a volte in evidente disparità recitativa rispetto al resto del cast e, in maggior misura, a Pugh che nelle scene di coppia (specialmente quelle emotivamente più cariche e coincitate) se lo divora. Chris Pine, invece, non delude nel ruolo del carismatico leader della "setta", ma non c'erano veramente dei dubbi a riguardo.
Insomma, "Don't Worry Darling" fa centro solo in parte, ma si perde nel finale. Sarebbe potuto essere un thriller più interessante e moderno e, invece, finisce per accantonare l'anima high-tech della storia in favore di un immaginario estetico troppo superficiale per costituire una solida base per la storia. Mettiamola così: il terzo atto sarebbe dovuto essere il secondo, cosicché nel finale si sarebbero potute esplorare meglio le implicazioni e conseguenze della rivelazione che la storia porta con sé. Peccato.
Cast: Florence Pugh, Harry Styles, Olivia Wilde, Gemma Chan, KiKi Layne, Nick Kroll, Douglas Smith, Sydney Chandler, Timothy Simons, Kate Berlant, Chris Pine.
Box Office: $69.3 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Esteticamente molto bello e curato, si perde nella sceneggiatura. Certi elementi della trama non tornano e non vengono spiegati, altri - specialmente nel finale - dovrebbero venire affrontati con più attenzione e dettaglio. Tutto sommato, però, il film si lascia guardare, specialmente grazie a una Florence Pugh in grandissima forma.
Premi:
Parola chiave: Plane crush.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 20 dicembre 2021

Film 2069 - Eternals

Intro: Curioso di vedere questo film, alla fine mi convinco ad andare al cinema per recuperarlo.

Film 2069: "Eternals" (2021) di Chloé Zhao
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ci hanno provato tantissimo a spacciare questa pellicola per qualcosa che non è, ovvero un piccolo gioiellino di qualità. La realtà è che "Eternals" è probabilmente uno tra i peggiori esordi Marvel da tempo.
Prima di tutto il fatto che si volesse a tutti i costi produrre qualcosa di al contempo artistico e intrattenimento a mio avviso ha rovinato il progetto. Non c'era sicuramente bisogno di una regia premio Oscar per catturare l'inizio dell'avventura di questo nuovo gruppo di supereroi (ci hanno già provato col primo "Thor" e anche allora era andata così così, più che altro perché pure all'epoca si provò a legare la storia della divinità nordica a qualcosa di non necessario come un dramma shakespeariano) e, sicuramente, il pubblico non stava cercando niente di qualitativamente troppo elevato nel momento in cui ha deciso di recarsi al cinema. La verità è che questa smania di elevare prodotti di massa a qualcosa "di più" mortifica in origine l'esperienza principale che ha reso i prodotti Marvel - e quelli dei tanti altri supereroi - così popolari, ovvero la ricerca di svago. Anche perché non sarà un premio Oscar a decretare il successo commerciale di un film come "Eternals" (non che abbia alcuna possibilità di aggiudicarsene uno che non sia per una categoria tecnica).
In aggiunta a questi elementi già elencati, la pellicola della Zhao ha un grandissimo problema alla radice: ci sono troppi personaggi mai presentati prima e di cui, onestamente, ci frega ben poco. Nonostante le oltre 2 ore e mezza di durata - francamente sprecate per infiniti momenti di stallo ed attesa - sono pochissimi gli aspetti narrativi votati alla crescita dei personaggi sia perché seguirli tutti è impossibile, sia perché gli sbalzi temporali da un'epoca all'altra confondono lo spettatore che è chiamato non solo a decodificare quello che sta succedendo nel presente, ma anche nei millenni passati, oltre che tentare di ricordarsi quale Eternal faccia cosa e come sia connesso alla trama principale. E nonostante tutta questa carne al fuoco, ho rischiato di addormentarmi almeno in un paio di occasioni durante la visione.
Da ultimo, aggiungo che il contesto pandemico non ha certamente aiutato. Dalla riapertura più o meno generale di cinema e teatri, la Marvel ci ha letteralmente bombardato di suoi prodotti: "Black Widow" a luglio, "Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings" a settembre, "Eternals" a novembre e "Spider-Man: No Way Home" a dicembre con, in mezzo, "WandaVision" a gennaio, "The Falcon and the Winter Soldier" a marzo, "Loki" a giugno, "What If...?" ad agosto e, infine, "Hawkeye" partito a novembre e vicino alla messa in onda dell'ultimo episodio tra 2 giorni. Insomma, dire che siamo stati bombardati è dire poco.
In tutto questo marasma di contenuti è chiaro che quello più debole finisce inevitabilmente per venire penalizzato, soprattutto quando non ha trovato il tempo di venire sufficientemente interiorizzato dai fans. Perché voglio dire, non so voi, ma io sicuramente non sentivo l'esigenza o l'urgenza di una storia sugli "Eternals", specialmente considerato quanta carne al fuoco già ci fosse nell'universo MCU e che il predecessore "Black Widow" non fosse stato proprio granché.
Ecco, preso in considerazione tutto questo calderone di coincidenze e conseguenze, bisogna proprio ammettere che "Eternals" sia stato una delusione nonostante un cast stellare e potenzialità innegabili. La verità è che il tutto profuma di progetto spilla soldi privo di troppa ispirazione mascherato da progetto pseudo-artistico che in realtà è solo un generico film di supereroi a malapena spassoso.
Cast: Gemma Chan, Richard Madden, Kumail Nanjiani, Lia McHugh, Brian Tyree Henry, Lauren Ridloff, Barry Keoghan, Don Lee, Harish Patel, Kit Harington, Salma Hayek, Angelina Jolie, Bill Skarsgård, Harry Styles.
Box Office: $399.7 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Il cast pazzesco e la regia della premio Oscar Chloé Zhao non salvano un prodotto mediocre, molto lento e sovrappopolato di personaggi e linee temporali, il tutto per un pasticcio a tratti noioso che non aggiunge niente all'universo Marvel se non in termini di profitto (che poi nemmeno tanto, visto che il film è costato 200 milioni di dollari solo per produrlo...). Solo per i fan.
Premi: /
Parola chiave: Uni-Mind.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 12 maggio 2021

Film 1995 - Raya and the Last Dragon

Intro: Altro cartone animato, questa volta solo di casa Disney. Ero molto curioso di vederlo...
Film 1995: "Raya and the Last Dragon" (2021) di Don Hall, Carlos López Estrada
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: mi rendo conto che il momento storico sia quel che sia, ma non posso fare a meno di rimanere un tantino sorpreso dall'incasso deludente di questa pellicola che, diversamente da molti prodotti visti quest'anno, presenta un buon livello di qualità e originalità. Specialmente quando un altro titolo simile come "The Croods: A New Age" ha incassato (solo al cinema) $60 milioni in più. Sarà che questo "Raya and the Last Dragon" non è un sequel né fa parte di un franchise, sarà che la diretta concorrenza con pellicole che mirano alla stessa audience ha influito, sarà il potere dello streaming vs. la non ancora ristabilità normalità della fruizione cinematografica, di fatto il recente prodotto di casa Disney non ha decisamente fatto il botto.
Ed è un peccato perché questo film funziona. Magari non è indimenticabile come certi altri classici cartoon, ma sicuramente presenta tutti gli elementi richiesti ad una pellicola di animazione che si rispetti: un'estetica solida e ben sviluppata, humor, una buona protagonista e un gruppo eterogeneo e spassoso di non protagonisti, ritmo ed elementi narrativi sufficientemente sviluppati, ottime sequenze d'azione. Ho trovato un po' stiracchiata l'idea del bebé ninja, ma quella è un'altra storia.
Insomma, "Raya and the Last Dragon" è un ottimo titolo per tutta la famiglia, perfetto veicolo per la comicità contagiosa di Awkwafina - che qui praticamente interpreta se stessa - e in definitiva una pellicola ben confezionata, piacevolissima e bellissima da guardare. Non si poteva chiedere di più.
Cast: Kelly Marie Tran, Awkwafina, Izaac Wang, Gemma Chan, Daniel Dae Kim, Benedict Wong, Sandra Oh, Thalia Tran, Lucille Soong, Alan Tudyk.
Box Office: $105.9 milioni
Vale o non vale: Divertente, dinamico e visivamente stupendo, "Raya and the Last Dragon" è il titolo perfetto per un momento di svago adatto a tutti. Da recuperare.
Premi: /
Parola chiave: Kumandra.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 25 giugno 2020

Film 1729 - Captain Marvel

Intro: Quando esce un nuovo Marvel, noi ci fiondiamo al cinema. Quando sei ad Auckland, però, aspetti di andarci il giorno in cui il film è in sconto (visto il prezzo), per cui mentre aspettavo di poter andare a recuperare questo film, avevo già sentito qualche opinione in proposito e non tutte positive.
Film 1729: "Captain Marvel" (2019) di Anna Boden, Ryan Fleck
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas
In sintesi: vedendo questo film ricordo che ho pensato che fossi contento per Brie Larson che, dopo una serie di ruoli minori, poi un Oscar, poi la necessità di confermarsi quale star hollywoodiana, è riuscita a trovare un ruolo degno di essere interpretato (nonché estremamente mainstream e popolare).
"Captain Marvel" non è il miglior film dell'universo Marvel, ma è un film che funziona per diverse ragioni: la prima è sicuramente Larson che è perfetta per il ruolo; seguono diversi altri motivi tra cui annovero l'atmosfera retrò, il parallelismo con "Top Gun", il tono divertito e il ritmo che tiene per la maggior parte del film. Insomma, questa pellicola riesce nel non semplicissimo intento di continuare l'arco narrativo creato fino a questo punto, aggiungendo l'ennesimo nuovo punto di vista che deve andare a caratterizzare il nuovo personaggio introdotto, ma deve anche rispettare il canone fin qui veicolato con i titoli precedenti. A me pare che l'operazione sia decisamente riuscita.
Ps. Posso solo dire che il poster non mi piace?
Cast: Brie Larson, Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Djimon Hounsou, Lee Pace, Lashana Lynch, Gemma Chan, Annette Bening, Clark Gregg, Jude Law, Akira Akbar, Mckenna Grace.
Box Office: $1.128 miliardi
Vale o non vale: Due delle curiosità che hanno spesso catalizzato l'attenzione della stampa americana rispetto a questo film riguardano un paio di primati, che mi hanno lasciato un po' perplesso più che altro perché ad oggi sono conquiste che è ancora necessario sottolineare rispetto a un prodotto del genere. "Captain Marvel", infatti, è stato il primo titolo Marvel co-diretto (nemmeno diretto...) da una donna e il primo film con protagonista un supereroina ad abbattere il muro del miliardo di dollari di incasso al botteghino mondiale.
Non voglio fare di questo post uno statement, quindi mi limiterò a dire che, nonostante la rinfrescante ondata di inclusione e ampliamento di tematiche e punti di vista, se perfino nel proficuo mondo dei supereroi ci si deve ancora stupire che il genere del/la protagonista non sia rilevante siamo ancora decisamente in un grosso pantano.
Dovremo aspettare "Wonder Woman 1984" e "Mulan" per capire a che punto della questione siamo, nella speranza che le storie siano sufficientemente buone da valorizzare il prodotto finale affinché non ci si debba più stupire che, con una donna a portare tutta l'operazione commerciale sulle spalle, le probabilità di una hit commerciale è probabile quanto con un protagonista maschile. Nel frattempo, guardatevi "Captain Marvel" con spensieratezza: il film è fatto bene, Brie Larson è magnifica e perfetta nel ruolo e tutta l'operazione funziona.
Premi: /
Parola chiave: Emotions.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 13 gennaio 2020

Film 1727 - Mary Queen of Scots

Intro: Sinceramente non vedevo l'ora di vederlo, sia perché la storia della famiglia reale britannica mi affascina tantissimo, sia perché le due grandi protagoniste presenti promettevano scintille.
Film 1727: "Mary Queen of Scots" (2018) di Josie Rourke
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: avevo grandissime aspettative per questa pellicola, tutte onestamente disattese. Non che non ci fossero le carte in regola per un potenzialmente interessante e ben realizzato prodotto cinematografico, ma la realtà è che questo "Mary Queen of Scots" non funziona a livello di trama e lascia lo spettatore poco interessato alla vicenda originale, anche considerate le svariate inesattezze storiche raccontate (Maria Stuarda ed Elisabetta I non si incontrarono mai).
Al di là di questo, comunque, mi è parso un prodotto poco ispirato, nonostante i bellissimi costumi e le due grandi attrici coinvolte. Insomma, si poteva fare di più (vedi "Elizabeth") e molto meglio. Peccato per l'occasione persa.
Cast: Saoirse Ronan, Margot Robbie, Jack Lowden, Joe Alwyn, David Tennant, Guy Pearce, Gemma Chan.
Box Office: $46.7 milioni
Vale o non vale: Nonostante le aspettative, il film non riesce a veicolare quella grandezza e magnificenza, nonché il mistero che si celano dietro a questa storia di potere e famiglia. Certamente non il miglior titolo sull'argomento, anche se visivamente questa pellicola ha il suo perché.
Premi: Candidato a 2 Oscar (Migliori costumi e make up) e 3 BAFTA (Miglior attrice non protagonista per Robbie, costumi e make up).
Parola chiave: Throne.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 24 novembre 2019

Film 1680 - Crazy Rich Asians

Intro: Un vero e proprio fenomeno al box-office americano, non potevo perdermi il film sorpresa del 2018!
Film 1680: "Crazy Rich Asians" (2018) di Jon M. Chu
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: diciamoci la verità, non avesse generato tanto scalpore, probabilmente non lo avrei visto al cinema. Ma, va detto, considerato tutto il clamore attorno ad una pellicola così di sorprendente successo per un'America non abituata ad un cast all-Asian (per quanto Asian-American), non potevo davvero esimermi dal farmi un'opinione personale su "Crazy Rich Asians", apparentemente così speciale.
E insomma, tanto speciale poi non è. Nel senso che è un prodotto ben confezionato e curatissimo a livello di messa in scena e sicuramente l'aspetto etnico ha giocato una parte importante nella partita della pubblicità diretta e indiretta, ma rimane il fatto che siamo di fronte ad una commedia romantica come le altre, né più bella né più brutta. Ci sono attrici e attori che ci hanno costruito sopra carriere attorno a prodotti come questo - a volte ricevendo anche non poche critiche -, eppure in questo caso pareva di stare di fronte al miracolo. Il punto è che quando ci si stupisce che il pubblico reagisca positivamente a un titolo che proponga attori asiatici nel ruolo di personaggi asiatici, si sposta l'attenzione su un altro aspetto non molto felice, come sottintendendo che un prodotto che non sia al 100% white, American and pround non possa trovare un proprio spazio all'interno della proposta cinematografica non solo USA, ma anche globale (che poi, in realtà, è stata proprio l'America a risultare il mercato più interessato a questo prodototto, con un incasso complessivo di $174.5 milioni contro i $64 incassati nel mondo).
Insomma, senza voler togliere niente al successo ottenuto qui, mi limito a dire che mi aspettassi di più, visto e considerato quanto chiacchierare si è fatto attorno a questo successo commerciale. Credevo che fosse merito della qualità della sceneggiatura e, invece, mi sono trovato di fronte al solito prodotto romantico e a tratti divertente - sicuramente godibile -, anche se per nulla innovativo.
Ps. Due sequel sono già in lavorazione, tratti dagli omonimi romanzi: "China Rich Girlfriend" e "Rich People Problems".
Film 1680 - Crazy Rich Asians
Film 2366 - Crazy Rich Asians
Cast: Constance Wu, Henry Golding, Gemma Chan, Lisa Lu, Awkwafina, Ken Jeong, Michelle Yeoh, Harry Shum Jr., Nico Santos.
Box Office: $238.5 milioni
Vale o non vale: Tratto dal romanzo omonimo di Kevin Kwan, una storia d'amore tra lui che è ricco e bono e lei che è carina ma di basso ceto sociale. Niente di nuovo, ma sicuramente godibile. Bei costumi (già in esposizione ai Warner Bros. Studios, Burbank, Los Angeles).
Premi: Candidato a 2 Golden Globe per Miglior film commedia o musical e Miglior attrice protagonista (Wu).
Parola chiave: Tradizioni.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi