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lunedì 21 dicembre 2020

Film 1757 - Beach Rats

Intro: Suggerito da Netflix, ricordo che mi avesse colpito la locandina e la storia intrigante a tema homo.
Film 1757: "Beach Rats" (2017) di Eliza Hittman
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: forse dalla storia mi aspettavo qualcosa di un attimo più sconvolgente, in ogni caso questo "Beach Rats" è intrigantee presenta un'estetica ben sviluppata che conferisce al prodotto finale un'anima ben delineata.
La storia di Frankie (Harris Dickinson), ragazzetto spiantato e confuso alle prese con droghe e amicizie discutibili, si fa interessante (e piccante) quando scopriamo che, nel tempo libero, cerca compagnia tra le lenzuola di ben più attempati signori che trova sulle chat in internet. Non ci sarebbe niente di rivoluzionario, non fosse che il ragazzo si considera etero e ha una fidanzata (Madeline Weinstein). Chiaramente nemmeno questo twist narrativo risulta particolarmente innovativo, ma aggiunge sicuramente pepe a una storia altrimenti relegata all'universo ragazzetti/bulletti allo sbando che, da sola, non avrebbe molto da dire.
Poi, ribadisco, "Beach Rats" è meno profondo di quanto non vorrebbe far credere, ma rimane comunque un titolo indipendente dotato di un certo proprio magnetismo.
Cast: Harris Dickinson, Madeline Weinstein, Kate Hodge, Neal Huff.
Box Office: $486,623
Vale o non vale: Intrigante, visivamente ben concepito e con un protagonista credibile, "Beach Rats" è un titolo sicuramente non per tutti, ma che può meritare una chance, specialmente se si apprezzato le tematiche LGBTQI.
Premi: Premio alla regia al Sundance Film Festival del 2017.
Parola chiave: Weed.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 27 maggio 2019

Film 1599 - Closer

Intro: Avevo visto questa pellicola una sola volta al cinema quando era uscita e ultimamente mi era tornata la voglia di rivederla, così alla prima occasione buona ne ho approfittato.
Film 1599: "Closer" (2004) di Mike Nichols
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: amare e farsi del male. Praticamente questa la trama di "Closer", pellicola palesemente tratta da un'opera teatrale, eppure inaspettatamente immune alla logica da interno cara al teatro;
credo che "Closer" sia un film interessante e ben realizzato, anche se troppo spesso devoto all'eccessiva drammatizzazione, il che alla lunga può stancare. Capisco che si voglia descrivere un tipo di amore che tende a mettere in pratica la scelta sbagliata, ma con questo si rischia molto spesso di mettere in scena una serie di comportamenti antipatici e poco realistici. Poi, si sa, è un'opera di finzione e va bene esplorare attraverso l'esagerazione territori altrimenti nella vita meno comuni, però mi chiedo quante volte si possa tornare sui propri passi in nome di una relazione. Della serie: prendete una decisione e conviveteci. Detto questo, ho comunque apprezzato l'opera nel suo insieme grazie all'ottima regia di Nichols e la performance corale dei quattro protagonisti. E poi vogliamo parlare di quanto sia bella la locandina?
Cast: Julia Roberts, Jude Law, Natalie Portman, Clive Owen.
Box Office: $115 milioni
Vale o non vale: Un drammone romantico che analizza il rapporto a 4 tra due coppie che scoppiano, per riassortirsi e rimescolarsi con il procedere della trama. Non per ogni occasione, ma comunque un buon film.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar per le performance degli attori protagonisti (Portman e Owen) che, per la stessa categoria, hanno vinto entrambi il Golden Globe (su 5 nomination tra cui Miglior regia e film); Owen ha vinto anche il BAFTA come Miglior attore non protagonista sulle 3 nomination ricevute nel complesso dal film (anche sceneggiatura e attrice non protagonista).
Parola chiave: Tradimento.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 6 dicembre 2013

Film 629 - Smiley

Cineforum dell'incidentato capitolo XV: vabbé, meglio non chiedersi troppo il perché abbia deciso di vederlo.

Film 629: "Smiley" (2012) di Joshua Michael Stern
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Truce. Ma nella sua accezione più contemporanea: becero, ridicolo, inutile, trash.
"Smiley" è tutto quello che un horror non dovrebbe fare, ovvero essere più in grado di far ridere che paura.
L'incipit è anche accattivante e disturbante, se vogliamo: scrivi tre volte una frase specifica sulla chat della persona con cui sei collegato in internet e il serial killer ribattezzato Smiley appare uccidendo la persona dall'altra parte dello schermo. Chi sia non si sa. Come faccia ad apparire sempre quando chiamato, anche. Un buon mistero splatter su cui indagare, diciamo.
Il film invece si concentra su dinamiche adolescenziali di ampia superficialità, abbozzando una caratterizzazione dei personaggi che non va mai oltre uno stereotipo riconoscibile e usurato. Un carnet umano banalissimo, dialoghi scritti da un bambino di 6 anni e una recitazione che fa pietà. La non tanto sconosciuta protagonista Caitlin Gerard ("The Social Network", "Magic Mike") è tanto brava a recitare quanto Manuela Arcuri e regge in maniera pessima le poche sfide recitative richieste dal copione. Farà la fine che si merita.
Insomma questo "Smiley" è proprio un prodotto inutile e brutto, incapace anche solo di ricreare quell'atmosfera intrigante vista, per esempio, in un'altra pellicola sulle leggende metropolitane, "Urban Legend" (che già non è certo un capolavoro...). Sì, ci sono momenti di tensione sporadici, ma il tutto è rovinato dall'imbarazzante messa in scena generale e dall'incapacità della sceneggiatura di concentrarsi sulla figura del serial killer, dei suoi disturbi e sul suo modo di agire, presentando invece lo psicodramma di una ragazzina agitata e credulona. Il tutto, poi, è assolutamente prevedibile e privo di un qualunque margine di originalità.
Per dimostrare quanto tutto ciò sia frutto di una disperazione generale, basti pensare che due tra i protagonisti principali sono attori che, per un po', hanno goduto di una certa fama grazie a serie tv famossissime, ma con ormai carriere in declino inesorabile: Liza Weil ("Una mamma per amica") e Roger Bart ("Desperate Housewives").
Consigli: Pessimo esempio di film horror tra splatter e urban legend. Può valere la visione solo se si è interessati a verificare quanto sia mal realizzato, banale e, passatem iil termine, poraccio.
Parola chiave: I did it for lulz.

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Bengi

sabato 10 novembre 2012

Film 477 - Bella in rosa

80s are back!!!


Film 477: "Bella in rosa" (1986) di Howard Deutch
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: "Pretty in Pink" è davvero un film carino, perfettamente incasellabile in quello spirito '80s che ultimamente mi sta facendo impazzire. Molly Ringwald, nonostante ruoli fotocopia da una di queste pellicole all'altra, è davvero azzeccata e capisco perchè, all'epoca, fosse stata scelta così tante volte come protagonista di un film di John Hughes. Carina, simpatica e normale, incarna alla perfezione la persona normale con dei sogni da realizzare, volendo anche qualche talento, a cui il destino deve una storia da favola, avendole riservato qualche colpo gobbo durante la vita. Il che significa che il personaggio di Andie Walsh può essere una, cento, mille ragazzine qualunque che ci avranno messo un secondo ad identificarsi in lei e nel viso acqua e sapone della Ringwald.
A rendere tutto anche divertente, poi, sono stati aggiunti due amici-spalla piuttosto fuori dai canoni che servono a dare un tocco di colore ed energia ad una storia che, per la sua banalità, non avrebbe alcun motivo di essere raccontata. E allora abbiamo lo sfigato ma tenero Duckie/Jon Cryer (oggi affermato protagonista di "Due uomini e mezzo") e la sorella nascosta di Cyndi Lauper Iona/Annie Potts (che probabilmente in tanti la ricorderanno per essere stata Janine, la segretaria nei due film "Ghostbusters - Acchiappafantasmi" e "Ghostbusters II (Acchiappafantasmi II)").
A regalare, invece, 'emozioni di cuore' è il belloccio Andrew McCarthy ("Weekend con il morto", "Lipstick Jungle", "St. Elmo's Fire") che farà perdere la testa alla protagonista, chiaramente credendosi non ricambiata. Se, da una parte, non si può dire che le innovazioni per la trama siano il forte di Hughes (questa volta c'entra la differenza di classe sociale), bisogna ammettere che prodotti come questo esercitano un certo tipo di fascino naturale cui è difficile resistere. Hanno tutti un'atmosfera particolare, un piacevole candore che è praticamente impossibile trovare in un qualunque prodotto televisivo o cinematografico di oggi.
Nessuno grida al capolavoro, ma sicuramente credo si possa affermare che film come questo hanno segnato e accompagnato la crescita di una generazione.
Ps. Da notare che negli anni '80 in America - in una struttura pubblica, la biblioteca - si usava il computer con la chat. Avanguardia.
Pps. Un appunto riguardo al presunto talento di Andie nel film: dovrebbe essere una capace di creare bei vestiti dal niente? Credo che il vestito usato per il ballo scolastico parli da solo. Obbrobrioso.
Consigli: Sicuramente un altro esempio di film carino e piacevole da riscoprire se si è fan degli anni '80.
Parola chiave: Prom.

Trailer

BB