martedì 1 giugno 2010

Film 118 - Robin Hood

Dove c'è Cate Blanchett ci sono io...


Film 118: "Robin Hood" (2010) di Ridley Scott
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Teoricamente poteva essere il film dell'anno. Sulla carta si univano quasi ancestralmente stelle dell'olimpo hollywoodiano (Russell Crowe, Cate Blanchett, Max von Sydow, William Hurt, Mark Strong e Ridley Scott) in una produzione già famosa prima ancora dell'uscita della pellicola.
In realtà il risultato non è quello promesso e, anzi, lascia leggermente delusi. Sarà per la lunghezza eccessiva (140 min), sarà che non si arriva mai al dunque o che ci si aspetta da un momento all'altro che Robin tramuti nel gladiatore, tant'è che l'occhio soffre un po' la noia e l'orecchio non si stupisce di sentire qualcuno russare.
Ovvio - inutile dirlo - ci si rimane male non tanto perchè tutto sembra tranne che la storia di Robin Hood (maledetta Disney, è colpa loro se idealizziamo!), ma perchè con tutto il ben di dio di cast, produzione, pubblicità si poteva fare molto di più.
Non è che Ridley Scott mi sia mai piaciuto particolarmente, comunque non si può negare che la storia di Maximus avesse il suo fascino. Quella di Robin, invece, risulta abbastanza tediosa, anche perchè la si prende molto alla lontana. Ci mancava solo il prologo con il Robin-neonato in fasce tra le braccia di mammina e poi la storia era completa. L'idea di far conoscere la storia prima della leggenda poteva essere interessante, ma trovo sia stata troppo politicizzata e contestualizzata, quasi con voglia smaniosa di dimostrare che Robin è esistito e che la leggenda è tale non tanto perchè un benefattore delle masse non potesse esistere, ma perchè le sue gesta sono state davvero grandi. E' quasi troppo hollywoodiano perfino per me...
Dove sono gli scontri con lo sceriffo di Nottingham? E l'amore furbetto per lady Marion? Le avventure con l'allegra brigata? Purtroppo, come dicevo prima, l'immaginario disneyano ha fatto sì che nella mente ritornasse sempre il ricordo del "Robin Hood" di Wolfgang Reitherman, più simpatico e scaltro, meno violento e più giocherellone, rappresentato alla perfezione dalla volpina furbizia dell'animale-simbolo/personaggio. Non c'è bisogno di sottolineare oltre che lo scontro era decisamente impari.
Insomma, insomma, il povero Robin del sig. Scott poteva essere promosso a pieni voti, ma ogni tanto riprende troppo certi altri film (i capelli di lady Marion sono gli stessi, ma castani, della biondissima Galadriel de "Il Signore degli Anelli") e si dimentica che il Colosseo è sparito 10 anni fa e che, teoricamente, sarebbe meglio andare oltre. In sostanza, potrebbe essere una qualsiasi storia di guerra, con il solito protagonista che sopravvive a tutte le prove. Ma Robin Hood che c'entra?
Consigli: Lasciate stare il confronto con tutti gli altri film su Robin Hood che avete visto perchè questo è decisamente uno dei più atipici film sul ladro gentiluomo.
Parola chiave: Ribellione.



#HollywoodCiak
Bengi

3 commenti:

  1. Ahi ahi ci vai giù pesante ma sei tu stesso che hai sbagliato ad andare a vedere un film tale se la tua ottica di visione era già ben rinchiusa nell'immaginario del classico Robin Hood. Si sapeva da mille anni che non avrebbe avuto niente a che fare con tutto quello che avevamo sempre visto, creduto e pensato riguardo al ladro gentiluomo. Ed era quindi ovvio che fosse un film da andare a vedere senza alcun tipo di altra opera con cui effettuare un confronto. Confronto da ritenersi inesistente peraltro non solo perchè dettato dalla completa estraneità dalle nostre conoscenze riguardo al personaggio di Robin Hood, ma dalla stessa storia presentata, che può essere considerata un vero e proprio prequel di quello che noi sappiamo. Inutile dire che, a questo punto, il tuo occhio critico non sia stato poi così oggettivo come invece sarebbe dovuto essere. Ovviamente non è semplice vedere il film senza cascare nella trappola disney-kostner-serie tv e quant'altro, ma lo sforzo andava fatto per poter apprezzare quest'opera.
    Infatti la particolarità di questa ennesima storia su Robin Hood è esattamente questa: non ci interessa l'uomo della leggenda, che ormai è stato raccontato in tutte le forme e le maniere, ma ci interessa chi fosse l'uomo Robin. Secondo me una strategia vincente: finalmente un'idea originale per omaggiare a questa grande leggenda!
    Riguardo alla lentezza: secondo me è voluta e ben realizzata, proprio per testimoniare l'evoluzione dell'uomo Robin. Il film è molto lento all'inizio -come per prendere la rincorsa- e via via sempre più rapido in un crescendo di tensione e azione.
    Crowe mi è piaciuto e questi ruoli caratterizzati non solo dall'azione e dagli scontri, ma soprattuto da un'umanità disarmante e da una saggezza al limite della "filosofia" gli riescono particolarmente bene. Discorso analogo vale per la Blanchett che è ugualmente perfetta per questi ruoli "femministi": non la tipica donna che subisce la vita e l'uomo, anonima e piatta; bensì la donna combattiva, dal bel caratterino, colei che può benissimo gareggiare con un uomo (vedasi anche la sua interpretazione in "Elizabeth: The Golden Age" o anche solo la sua stupenda Galadriel in "Il Signore degli Anelli - La compagnia dell'anello").
    Infine un plauso particolarmente forte alla performance di Max von Sydow.
    In definitiva lo ritengo un film che scorre bene sia dal punto di vista dell'azione che dell'evoluzione dei rapporti tra i vari personaggi (non ultimo il riavvicinamento agli orfani datisi al saccheggio). Ovvio, non la perfezione, ma neanche un "filmaccio" come l'ha ridotto la tua recensione :D
    Ultima nota al proposito: una colonna sonora fantastica. E' incredibile quale possa essere il contributo di una colonna sonora ben realizzata, al successo di un film.

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  2. ad un certo punto credevo mi avrebbero fatto vedere Robin che andava dal dentista o in bagno per i suoi bisogni corporei... film fatto bene per carità, con tutti quei soldi e quegli attoroni, ma basta! possibile che non ci siano storie nuova da raccontare?

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