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sabato 2 ottobre 2021

Film 2055 - No Time to Die

Intro: Faccio un balzo in avanti con le recensioni per anticipare quello che è il film del momento che ho visto al cinema il giorno di uscita, giovedì 30 settembre. Esattamente un anno prima, invece, mi trasferivo ufficialmente in Irlanda.

Film 2055: "No Time to Die" (2021) di Cary Joji Fukunaga
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: John
In sintesi: dopo averlo tanto atteso, aspettato e immaginato, finalmente l'ultimo James Bond è arrivato al cinema. Ultimo anche per il suo protagonista Daniel Craig che, alla sua quinta avventura da 007, saluta ufficialmente il franchise. Con il botto.
Già perché se "No Time to Die" parte un po' lentamente e sembra non ingranare inizialmente, la realtà è che, una volta preso il ritmo, la storia non delude, soprattutto grazie ad un finale che definire da bomba è dire poco. BOOM.
Devo ammettere che all'inizio, un po' inebetito dalla splendida cornice italiana di Matera - tanti ricordi dalla vacanza dell'anno scorso! - un po' esasperato dalla lunga attesa e desideroso di scoprire questa nuova storia, il film di Fukunaga mi è parso un filino complesso da seguire, con una trama particolarmente intricata di cui faticavo a tenere il passo. Ci sono tanti passati con cui fare i conti e questa volta non è il passato di Bond ad essere messo sotto la lente di ingrandimento, quanto quello della sua amata Madeleine Swann (Léa Seydoux), il che ingarbuglia ancora di più le carte in tavola. L'intricato intreccio si scioglierà lentamente e porterà alla ribalta anche le pericolose intenzioni di un cattivo che, però, risulta essere l'unico vero anello debole di tutta la storia.
Rami Malek nei panni di Lyutsifer Safin non è assolutamente il problema che, invece, risiede in una sceneggiatura che ha preferito optare per un antagonista "casuale", che sembra quasi lì per caso. Nonostante la classica minaccia globale (in questo caso inquietantemente preveggente, considerando che si parla di una sorta di virus su scala mondiale), il punto qui è che Lyutsifer e Bond non condividono alcun passato, non sono vecchi nemici, non hanno punti in comune non fosse che Bond deve salvare il mondo e Lyutsifer è il prossimo sulla lista a voler tentare il colpaccio. Poi sì, è vero che il cattivo sfigurato ha una connessione diretta con l'amore di Bond, Madeleine, ma per come viene sviluppata la storia il super villain di questa pellicola è più collaterale del previsto.
Parte del motivo sta nel fatto che la sceneggiatura - co-firmata dalla sempre più lanciata Phoebe Waller-Bridge e dallo stesso regista - avesse la necessità di portare avanti una narrazione in cui molti elementi avevano necessità di spazio: la love story di Bond e Madeleine, il passato oscuro della donna, vecchi nemici da riportare sullo schermo un'ultima volta e vecchi amici da salutare definitivamente, tutte le varie e necessarie scene action e, perno portante di tutta l'operazione, un finale shock che lascia lo spettatore a bocca aperta.
Tutto questo cinsiderato, "No Time to Die" è stato il grande spettacolo d'azione che doveva essere (anche se meno del solito) con un'ottima dose di elementi più profondi e ponderati per dare spazio alla crescita del personaggio che, da quando Craig è entrato in squadra, ha gradualmente guadagnato spazio nelle avventure di 007.
Insomma, "Bond 25" si è fatto a lungo attendere, ma ne è valsa sicuramente la pena. E ora la grande domanda: what's next for James Bond? Ps. Ana de Armas, che ha già lavorato con Craig in "Knives Out", ha un ruolo piccolo, veloce, ma veramente ben riuscito che rimane impresso.
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Cast: Daniel Craig, Rami Malek, Léa Seydoux, Lashana Lynch, Ben Whishaw, Naomie Harris, Jeffrey Wright, Christoph Waltz, Ralph Fiennes, Billy Magnussen, Ana de Armas, David Dencik, Rory Kinnear.
Box Office: $321.2 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Quest'anno ha portato con sé una certa dose di film "evento", molti dei quali lo sono stati più che altro come conseguenza della mancanza di numerose proposte cinematografiche valide e concorrenti. La realtà è che "No Time to Die" è uno dei pochi film evento del 2021, nonché appuntamento imperdibile per i fan del franchise e del Bond targato Daniel Craig. Da vedere.
Premi: La canzone portante del film cantata da Billie Eilish, "No Time to Die", ha vinto il Grammy per Best Song Written for Visual Media. Candidato a 5 BAFTA per Miglior fotografia, montaggio, effetti speciali, sonoro e film britannico dell'anno.
Parola chiave: Nanobots.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 27 giugno 2016

Film 1167 - Spectre

E dopo aver recuperato l'episodio precedente, la conseguenza naturale era tornare a questo titolo già iniziato e poi interrotto. E James Bond sia!

Film 1167: "Spectre" (2015) di Sam Mendes
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: "Spectre" non è "Skyfall", ma ammetto che questa seconda visione mi ha fatto rivalutare in positivo la seconda pellicola di Mendes legata all'universo dell'agente segreto più famoso del mondo.
Non che ne avessi un cattivo ricordo, ma sicuramente il confronto con il riuscitissimo predecessore offuscava leggermente questo seguito, pur riuscito, meno carico di sconvolgenti rivelazioni e colpi di scena veramente ben architettati. Ce ne sono anche qui, ovviamente, ma la morte di M (Judi Dench) non si batte.
In questa nuova ottica riveduta, comunque, "Spectre" è un ottimo film d'azione, con una fotografia pazzesca, emozionanti scene adrenaliniche e una dose di Bond girls riveduta e aggiustata rispetto ai due precedenti episodi, che non hanno visto grandi fortune per le donne dei film di 007 dopo la terra bruciata fatta nel cuore dell'agente da Vesper Lynd (Eva Green). La Bellucci - che in italiano si doppia uno schifo, ma ammetto che in inglese non risulta così impostata nella modalità soap opera - si fa salvare da James e tra un amplesso e l'altro gli da pure qualche consiglio, mentre la Seydoux pare proprio andare a colmare quel vuoto lasciato nel suo cuore dal precedente amore, quindi da quel fronte tutto abbastanza bene. Per quanto riguarda i cattivi, qui abbondanti, l'inquietante Waltz fa il suo ingresso nella saga pubblicizzato quale antagonista, ma non mancheranno sorprese anche da quel punto di vista.
Tutto sommato, quindi, "Spectre" mantiene la promessa di un degno successore al difficilmente eguagliabile capitolo precedente e, come quest'ultimo, riesce addirittura nell'impresa di bissare l'Oscar per la Miglior canzone originale ("Writing's On The Wall" di Sam Smith). L'incasso nuovamente astronomico, la solida performance di Craig, il ricchissimo cast internazionale, le svolte della trama che - in questa rinnovata saga - ci regalano un percorso narrativo seriale aperto e l'ottima realizzazione tecnica raggiunta assicurano un risultato finale particolarmente felice a questo "Bond 24", sufficiente a farci sperare che la saga prosegua l'ottima rotta intrapresa.
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Cast: Daniel Craig, Christoph Waltz, Léa Seydoux, Ben Whishaw, Naomie Harris, Dave Bautista, Andrew Scott, Monica Bellucci, Ralph Fiennes, Rory Kinnear, Jesper Christensen.
Box Office: $880.7 milioni
Consigli: Collegato ai precedenti, ma perfettamente fruibile anche in solitaria, "Spectre" è un ottimo titolo adrenalinico oltre che un buon episodio dell'imperitura saga legata all'agente 007. Inferiore al precedente, ma perfettamente godibile, interessante, ben girato, con certi elementi glam e qualche battuta simpatica. Godibilissimo.
Parola chiave: Marco Sciarra.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 7 giugno 2016

Film 1152 - The Lobster

Avrei voluto vederlo al cinema, ma non c'era stata occasione. Così, quando lo streaming lo ha reso disponibile, ho subito recuperato.

Film 1152: "The Lobster" (2015) di Yorgos Lanthimos
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Un film stranissimo che parte da un'idea inusuale quanto accattivante: in una società futura che non accetta la solitudine, i single vengono radunati in un hotel dove hanno 45 giorni di tempo per trovarsi un compagno/a tra i vari ospiti della struttura. Nel caso in cui non riescano a trovare nessuno, allo scadere del tempo a loro disposizione vengono trasformati in un animale a loro scelta. Bizzarro, no?
Ecco spiegato, dunque, il titolo che fa riferimento all'animale scelto dal protagonista (l'aragosta), anche se le stranezze non si concludono nelle poche righe di cui sopra. Tra i vari personaggi, infatti, anche un gruppo di solitari che si rifiuta di cedere alle regole dell'accoppiamento forzato predicando, invece, l'assoluto divieto al congiungersi con chiunque altro.
Tra questi due fronti opposti ed estremi, naturalmente, la battaglia del protagonista (Colin Farrell) che non tarderà ad innamorarsi della bella solitaria interpretata da Rachel Weisz, dovendo fronteggiare non solo gli attacchi da parte dei residenti dell'hotel, che si divertono ad andare letteralmente a caccia dei solitari, ma anche la minaccia costituita dal capo di questi ultimi (Léa Seydoux) che, dovesse scoprirli, non tarderebbe a punirli.
Al suo debutto anglofono, dunque, il regista greco Lanthimos confeziona una pellicola che molto si distanzia dai canoni hollywoodiani, nonostante un cast di star invidiabile. Gioca molto con le relazioni umane e non teme di estremizzarle, ridicolizzarle, in un gioco finale al massacro che è sconcertante quanto assurdo e divertente. Il tutto riassumibile in: quanto saresti disposto a fare per trovare l'anima gemella (in una società che ti obbliga a trovare l'amore nella somiglianza con l'altro/a)?
Insomma, esperimento non convenzionale, ma godibile.
Ps. Selezione ufficiale di Cannes 2015, il film ha vinto il premio della giuria e il Queer Palm.
Cast: Colin Farrell, Rachel Weisz, Jessica Barden, Olivia Colman, Ashley Jensen, Ariane Labed, Angeliki Papoulia, John C. Reilly, Léa Seydoux, Michael Smiley, Ben Whishaw.
Box Office: $10.3 milioni
Consigli: Un Colin Farrell decisamente fuori forma, una storia da futuro distopico, un'ambientazione sufficientemente futuristica e un'idea di partenza particolarmente stimolante, il tutto mixato in questa storia che non manca di intrattenere e, all'occorrenza, divertire grazie a toni surreali ed estremi. Sicuramente da vedere!
Parola chiave: Amore.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 28 dicembre 2015

Film 1058 - Mission: Impossible - Protocollo fantasma

Per completare la visione della saga cominciata ormai mesi fa, finalmente sono arrivato all'ultimo titolo mancante!
Film 1058: "Mission: Impossible - Protocollo fantasma" (2011) di Brad Bird
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Brad Bird dirige (alla grande) una saga che ha ritrovato il suo antico splendore. Sto un po' esagerando? Non direi, visto i buoni risultati di questo "Mission: Impossible", ma soprattutto del successivo uscito proprio quest'anno al cinema.
Dopo aver diretto il terzo capitolo, J. J. Abrams qui produce insieme a Cruise, sempre più lanciato quale agente segreto impossibile da neutralizzare Ethan Hunt. In questa nuova (dis)avventura dovrà fronteggiare un Cremlino che esplode, il disconoscimento dell'IMF da parte del governo degli Stati Uniti, la scalata del Burj Khalifa di Dubai, le tempeste di sabbia del deserto e, che lo dico a fare, chi più ne ha più ne metta. Il risultato finale, evitando l'accozzaglia di scene d'azione ad effetto fine a se stessa, riesce a portare nuova linfa al franchise, sempre più proiettato nel mondo delle saghe prolifiche e interessanti da seguire. Non era un risultato per niente scontato e se ora "Mission: Impossibile" ha raggiunto questo traguardo è solo perché si è riusciti a fare mea culpa dopo lo scivolone del secondo capitolo.
Bene quindi, "Mission: Impossible - Ghost Protocol" è una pellicola d'azione ad alta tensione, molto spettacolare e dagli effetti speciali veramente ben fatti. Il cast consolidato prosegue nel regalare buone prove, soprattutto Cruise che, ormai, trascina da solo tutta l'operazione grazie ad un physique du rôle invidiabile. Di nuovo, missione compiuta.
Film 1005 - Mission: Impossible
Film 2382 - Mission: Impossible
Film 1027 - Mission: Impossible II
Film 1049 - Mission: Impossible III
Film 409 - Mission: Impossible - Protocollo Fantasma
Film 1058 - Mission: Impossible - Protocollo fantasma
Film 1012 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1206 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1672 - Mission: Impossible - Fallout
Film 1747 - Mission: Impossible - Fallout
Film 2205 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One
Film 2381 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One
Film 2387 - Mission: Impossible - The Final Reckoning
Cast: Tom Cruise, Jeremy Renner, Simon Pegg, Paula Patton, Michael Nyqvist, Anil Kapoor, Léa Seydoux, Josh Holloway, Ving Rhames, Tom Wilkinson, Michelle Monaghan.
Box Office: $694.7 milioni
Consigli: Buon film d'azione, carico d'adrenalina e tensione, sequenze mozzafiato e colpi di scena niente male, "Mission: Impossible 4" è in grado di rendere felice i fan della saga e, al contempo, di intrattenere a dovere anche chi non ricordasse i precedenti titoli o non fosse un particolare adepto. Cruise perfetto nel ruolo, assolutamente suo, è qui accompagnato da un team che lo seguirà anche nel prossimo capitolo (tranne la protagonista femminile) e avrà come antagonista nientemeno che l'ultima, biondissima Bon Girl Léa Seydoux. E, dopo averla creduta morta, rivedremo per un attimo la Sig.ra Hunt...
Parola chiave: Cobalt.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 7 dicembre 2015

Film 1044 - Spectre

Lo attendevo da mesi, curiosissimo e con una segreta paura: avrebbe rovinato tutto?

Film 1044: "Spectre" (2015) di Sam Mendes
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Ale, Matte, Pietro
Pensieri: Allora, allora, allora, che ne è stato di James Bond, dopo i fasti di "Skyfall"?
Sembra quasi una filastrocca, ma la domanda è seria perché dopo aver conquistato tanti traguardi importantissimi - due Oscar, oltre un miliardo di dollari d'incasso e critiche molto positive -, il franchise su 007 arriva a quel fatidico momento in cui l'apice lo ha raggiunto e ora deve saper fare se non meglio, quantomeno molto bene. A "Spectre" il difficilissimo compito di replicare un successo fino ad ora inusuale per la saga inglese.
E, infatti, il secondo film consecutivo diretto dal premio Oscar Sam Mendes fa egregiamente il suo lavoro, senza però toccare picchi di qualità visti in precedenza: è un buon film, tecnicamente inattaccabile, che ci conduce purtroppo oltre lo stupendo ma ormai passato "Skyfall" e verso un futuro Bond che sa tantissimo di passato. Funziona? Sicuramente sì, pur mancando di qualcosa.
Nello specifico a mancare è l'azione, sacrificata in favore di una trama complessa e rivelatrice che regala tantissimo agli appassionati del celebre personaggio di Ian Fleming, togliendo però a chi è in sala solo per il piacere di gustarsi un bel film adrenalinico, quella sensazione di avventura e missioni ai limiti della sopravvivenza che sono tanto comuni all'agente segreto. A ben vedere è forse un po' troppa la parte sottratta al pubblico di massa e troppo lenta quella relativa alle scoperte sul passato di James e della sua famiglia. Tant'è, non possiamo farci nulla, la crisi mistica del cinema commerciale ci regala sempre più spesso introspezioni al limite del cinema d'autore e anche se spesso la cosa funziona, aggiungendo spessore ai personaggi protagonisti, in questo caso specifico mi è parso leggermente fuori dai canoni della saga che, fino ad ora, ha preferito mantenere gli intriganti misteri del suo protagonista piuttosto che rivelarne al pubblico dettagli particolari.
Questo cambiamento legittimo, snatura leggermente - almeno per me è stato così - l'anima di James Bond rilanciata con Daniel Craig e fino a qui proposta. Probabilmente col tempo mi abituerò all'idea che "Spectre" (da pronunciare rigorosamente con la "e") sia, a livello narrativo, un titolo-ponte che ci trainerà verso altre, e a questo punto numerose, scoperte su 007. Non che non le volessi sapere, ci mancherebbe, semplicemente non mi aspettavo questo tipo di scelta. Forse, dopo tanti combattimenti, intrighi, e vittorie per il rotto della cuffia, si è preferito optare per un momento di (relativa) pausa favorendo l'approfondimento di un personaggio famosissimo, eppure quasi completamente sconosciuto.
A parte ciò, come si diceva prima, tecnicamente il film è veramente ben fatto: una fotografia stupenda, la regia di Mendes molto funzionale, effetti speciali da grande budget - il regista ha voluto che ogni scena fosse girata veramente, per cui si spiega facilmente l'investimento mastodontico che oscilla, e scusate se è poco, tra i 245 e i $300 milioni di dollari - e un cast delle grandi occasioni, capitanato dal nuovissimo supercattivo Christoph Waltz, che ormai pare solo riuscire a trovare parti da antagonista diabolico. Il risultato finale è quindi molto buono, oltre che molto affascinante dato che si passa da Città del Messico a Roma, da Città del Capo a Tangeri senza, ovviamente, dimenticare Londra. Le violente avventure dell'agente segreto spaziano geograficamente quanto tendono a non passare inosservate, tanto che nell'incipit di questa storia il nostro Bond riuscirà perfino a farsi sospendere dal nuovo M (Ralph Fiennes)... Ma non aggiungo altro, il piacere di scoprire la nuova avventura di Bond, James Bond preferisco lasciarlo intatto.
Dunque "Skyfall" vs "Spectre" non è una battaglia persa in partenza e, tutto sommato, non si può nemmeno dire che le due pellicole insieme non garantiscano reciprocamente il nuovo altissimo standard assicurato dalla saga di 007. La verità, è inutile nasconderlo, è che il primo supera il secondo, il quale comunque si difende degnamente e porta a casa un risultato che, fosse mancato il predecessore, sarebbe stato festeggiato con un entusiasmo assolutamente più marcato. Fare il miracolo era quasi impossibile - solo Adele può, ora lo sappiamo, e lei questa saga l'ha già benedetta 3 anni fa -, ma fare bene non era scontato, per cui va detto: "Spectre" è un ottimo film su James Bond, capitanato da un grande protagonista (Craig). Non sarà il miglior titolo di sempre della saga, ma certamente non ha nulla da invidiare a quanto mostrato fino ad ora.
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Cast: Daniel Craig, Christoph Waltz, Léa Seydoux, Ben Whishaw, Dave Bautista, Naomie Harris, Monica Bellucci, Ralph Fiennes, Andrew Scott, Rory Kinnear, Judi Dench.
Box Office: $792 milioni (ad oggi)
Consigli: Cast al solito internazionale, con - ma che lo dico a fare? - la nostra Monica Bellucci al solito autodoppiata e pure terribilmente, una nuova fiamma dallo sguardo tossico ma ammaliante (Léa Seydoux), un nuovo nemico direttamente dal suo passato (Waltz): a Bond non si risparmia niente e Bond non si risparmia niente. Un buon film, da vedere certamente, una buona prova di longevità per l'agente segreto più famoso di sempre che, dopo il botto di 3 anni fa, riesce nuovamente ad accattivarsi il pubbico con uan performance cinematografica degna del suo ben conosciuto nome. Manca un po' di azione, ma lo si intuiva già dalla scelta della canzone di apertura (e relativo videoclip): "Writing's on the Wall" di Sam Smith è una ballad strappalacrime e pure un po' pallosa, ma rende giustizia a dei titoli di testa come sempre maledettamente sexy ed intriganti. L'operazione commerciale è riuscitissima, il passaggio di testimone dal 23esimo al 24esimo episodio effettuata e la replica del miracoloso successo non replicata, ma avvicinata. Di più non credo si potesse fare.
Parola chiave: "Nove Occhi".

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 3 luglio 2014

Film 736 - Grand Budapest Hotel

Orso d'argento all'ultima Berlinale, Miglior film straniero ai David di Donatello e Nastro d'argento ai Migliori costumi: insomma, anche solo per queste premesse non potevo assolutamente perdermi questo film!

Film 736: "Grand Budapest Hotel" (2014) di Wes Anderson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Tipicamente in stile Wes Anderson, ma questa volta meglio di "Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore": più ritmato, divertente, intrigante e stravagante.
Il fascino decadente del Grand Budapest Hotel, il cast stellare, la trama così ben scritta, la solita cura maniacale per i dettagli, le inquadrature, la realizzazione che è una continua ricerca di stile. Veramente un bel film, che vive di tutti questi aspetti e finisce per essere un vero gioiellino.
Non riesco a fare a meno di chiedermi tutte le volte che vedo un film di Anderson come riesca a ricreare queste atmosfere pastello, a pensare a così tanti dettagli dando ad ognuno lo spazio che richiede, ad inventarsi storie da collocare in contesti così particolari, a caratterizzare così tanti personaggi. E' innegabile che, piacciano o meno i suoi film, sia un artista che persegue un suo progetto d'insieme.
Insomma, trovo che "The Grand Budapest Hotel" meriti davvero il successo ottenuto in quanto esempio di cinema ben fatto e con uno scopo, in grado di sopravvivere alla prima ondata di euforia da weekend d'uscita in sala, di crescere e guadagnare consensi e spettatori in quanto opera realizzata con stile, classe e spiccata 'personalità'. Oltre agli aspetti tecnici, naturalmente, buona parte dell'ottimo risultato finale è da accreditare anche agli ottimi attori coinvolti: Ralph Fiennes, F. Murray Abraham, Edward Norton, Mathieu Amalric, Saoirse Ronan, Adrien Brody, Willem Dafoe, Léa Seydoux, Jeff Goldblum, Jason Schwartzman, Jude Law, Tilda Swinton, Harvey Keitel, Tom Wilkinson, Bill Murray, Owen Wilson, Tony Revolori.
Insomma, davvero una bella pellicola, originale, visivamente intrigante e ben scritta. Da non perdere!
Box Office: $164,742,585
Consigli: Ogni pellicola di Anderson è un'immersione totale nel suo mondo particolarissimo, a tratti ingenuo a tratti crudissimo. Bello, ben recitato, decadente e per certi aspetti molto cool, raffinato e dall'ottimo ritmo. Ci si fa trascinare ben volentieri nella storia del Gran Budapest e del suo proprietario Zero Moustafa, finendo per vivere una bella avventura tra qualche mistero, scenari 'plastici', una colonna sonora del sempre perfetto Desplat, costumi di Milena Canonero e un'atmosfera che solo le storie del regista americano riescono ad avere.
Parola chiave: .

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Bengi

giovedì 20 marzo 2014

Film 684 - La bella e la bestia

Erika insisteva e la 3 regalava l'ingresso: potevamo mancare?

Film 684: "La bella e la bestia" (2014) di Christophe Gans
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika, Luigi
Pensieri: "La belle et la bête" non sarebbe neanche malaccio se fosse anche dotato di una trama. Così, come accessorio alle certamente belle e curate immagini che la produzione franco-tedesca è riuscita a mettere insieme.
Il film parte male fin da subito: colpita da disgrazia e pubblica derisione, la famiglia di Belle si rifugia in campagna per sparire dalla circolazione. Nell'amenità campastre Belle è l'unica a sentirsi parte integrante del contesto e lavora come una pazza per assomigliare tantissimo a Cenerentola, con cui condivide un contesto familiare altrettanto insopportabile. Quando, per un nano secondo di fortuna, il padre crede di essere riuscito a recuperare le sue ricchezze, i suoi figli sentono nuovamente scorrere in loro il fervore aristocratico e preparano una lista di cose assolutamente necessarie per il ritorno in città in grande stile. Cosa chiederà Belle al padre, unica tra tutti i sei figli? Una rosa. E già qui...
Ma poi la storia prosegue peggiorando. Il padre, per un successione di eventi, si perde nella foresta e si ritrova nel castello (della Bestia). Il castello lo accoglie con cibo e ristoro, oltre che con esattamente tutte le voci della sua lista di oggetti da comprare per i figli... tranne cosa? La rosa. (ma va?)
Lasciando il castello il padre se ne ricorderà e cercherà tra il roseto del castello, scegliendo quella per la figlia preferita: la Bestia si incavola nera, fa il suo ingresso in scena, e spiega con un ragionamento che non fa una piega, che, dopo tutto il ben di dio che l'uomo gli aveva già portato via, ora osa prendersi perfino la cosa più cara (nella fattispecie la rosa)? Sacrilegio. Blasfemia. La rosa no.
Il risultato sarà la maledizione sulla famiglia di Belle: una vita in cambio di una rosa.
E qui mi fermo con lo spoiler (il tutto si succede con estrema, superflua, lentezza). E pongo la più grande delle mie domande: perché la rosa ha questo valore iconico-simbolico se poi all'interno della trama non la si citerà praticamente più? Scordatevi la storia Disney, infatti, qui nessun petalo cadente scandise lo scorrere del tempo. E allora? Non c'è risposta.
La pellicola, invece, prosegue con una lentezza da Calende greche e, per arrivare in fondo, lo spettatore dovrà subirsi innumerevoli sproloqui della voce fuori campo, sospiri di paura, terrore, amore, tristezza, ecc e poi ancora cambi d'abito sfarzosi, balli in saloni fuoti, flashback e quel pizzico di magia che rende tutto l'assurdo che viene raccontato assolutamente plausibile.
Insomma, questo "La bella e la bestia" moderno presenta due macroaspetti evidenti: da un lato la necessità di dimostrare che anche una produzione europea (non ingelse) può investire moltissimi euro e riuscire nell'impresa di lanciare un prodotto internazionale raffinato e molto curato esteticamente, carico di un'opulenza che ferisce l'occhio ed effetti speciali che interagiscono con protagonisti anche capaci (Vincent Cassel, Léa Seydoux). Dall'altra, però, commette l'errore di fallire sul timing. I tempi non sono da cinema commerciale: tutto troppo lungo, troppo lasciato all'immaginazione dello spettatore. Manca mordente, pathos, vivacità, interesse per i personaggi. E non è poco.
In definitiva, anche se ho molto apprezzato che si sia cercata una rappresentazione estetica molto personale, il grande problema dell'assenza di una trama capace di accompagnare i 112 minuti di pellicola non può essere messo da parte. Bello da vedere, ma non c'è nulla, di fatto, da seguire.
Box Office: $26,951,840 (ad oggi)
Consigli: E' una fiaba - anche se il finale è un pelo più violento di quanto non mi sarei aspettato - e, tra l'altro, anche abbastanza stiracchiata. Lungo e senza colpi di scena. Valgono le belle immagini e rimane impresso l'esubero di pelo della Bestia. Comunque Disney batte questo film 10 a 0.
Parola chiave: Cervo.


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Bengi

lunedì 21 maggio 2012

Film 409 - Mission: Impossible - Protocollo Fantasma

Si torna al film adrenalinico carico di ritmo e suspance...


Film 409: "Mission: Impossible - Protocollo Fantasma" (2011) di Brad Bird
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: E Tom non si arrende! La sua stella un po' offuscata tenta il riscatto con il quarto episodio del suo personaggio cinematografico più famoso: Ethan Hunt. E ci riesce.
Un po' come seguendo il mantra della Ventura, credendoci sempre e non arrendendosi mai pare che Tom sia riuscito finalmente a tornare in favore di una fortuna che da un po' sembrava avergli voltato le spalle. Dopo salti su divani, particolarità made in Scientology e una serie di pellicole non fortunatissime ("Leoni per agnelli", "Operazione Valchiria", "Innocenti bugie"), sembrava non fosse più capace di brillare come si richiede ad una stella di Hollywood. E invece "Mission: Impossible - Ghost Protocol" funziona e incassa $693,054,071, il più alto guadagno al botteghino dell'intera saga (il peggiore è stato il terzo, arrivando a quasi 400milioni).
Inutile riassumere una trama carica di intrighi e voltagabbana, basti sapere che come al solito la missione sarà ricca di pericoli e scenografici svolgimenti con quel tocco alla James Bond che fa sempre figo in un film del genere. Da un tono, regala sex appeal e poi passa sempre per 'un classico'. Chiaramente Bond qui non c'entra niente, Hunt-Cruise sono più avvezzi alla scalata di grattacieli che allo spionaggio con pistola e silenziatore, ma il risultato è omogeneo e piuttosto riuscito. Il tutto pare non soffrire della crisi del quarto episodio e, forse, in un periodo in cui le pellicole di genere spari&adrenalina non sembrano particolari gioielli, un ritorno al buon caro vecchio classico "Mission: Impossible" può dare una certa sicurezza ad un pubblico che non sa più verso chi dirottarsi. Cruise è sempre stato capace di regalare alle folle quel brivido pazzo di chi non utilizza controfigure e si gioca la parte buttandosi nel vuoto, quindi anche questo probabilmente ha contribuito ad un successo su cui non in molti avrebbero scommesso. Da aggiungere, anche, che la stagione scorsa non è stata particolarmente prolifica di capolavori, quindi sicuramente c'è stato chi se ne è avvantaggiato.
Di fatto la pellicola scorre liscia, c'è anche una spiegazione familiare riguardo ad Hunt che dovrebbe piacere agli appassionati, in più il cast di comprimari sa difendersi bene: Simon Pegg ("Hot Fuzz", "Paul", l'unico del cast ad aver partecipato anche al precedente "Mission: Impossible III"), Jeremy Renner ("The Avengers", due nomination all'Oscar per "The Hurt Locker" e "The Town"), Paula Patton ("Precious"), Léa Seydoux ("Robin Hood", "Midnight in Paris"), Josh Holloway ("Lost"). Tutto sommato è un buon quarto capitolo che intrattiene a dovere.

Film 1005 - Mission: Impossible
Film 2382 - Mission: Impossible
Film 1027 - Mission: Impossible II
Film 1049 - Mission: Impossible III
Film 409 - Mission: Impossible - Protocollo Fantasma
Film 1058 - Mission: Impossible - Protocollo fantasma
Film 1012 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1206 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1672 - Mission: Impossible - Fallout
Film 1747 - Mission: Impossible - Fallout
Film 2205 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One
Film 2381 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One
Film 2387 - Mission: Impossible - The Final Reckoning
Consigli: Chiaramente per i fan della saga è imperdibile, ma si lascia guardare anche da chi non ha troppa confidenza con lo spericolato Ethan Hunt. Divertente.
Parola chiave: Cobalt.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 1 giugno 2010

Film 118 - Robin Hood

Dove c'è Cate Blanchett ci sono io...


Film 118: "Robin Hood" (2010) di Ridley Scott
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Teoricamente poteva essere il film dell'anno. Sulla carta si univano quasi ancestralmente stelle dell'olimpo hollywoodiano (Russell Crowe, Cate Blanchett, Max von Sydow, William Hurt, Mark Strong e Ridley Scott) in una produzione già famosa prima ancora dell'uscita della pellicola.
In realtà il risultato non è quello promesso e, anzi, lascia leggermente delusi. Sarà per la lunghezza eccessiva (140 min), sarà che non si arriva mai al dunque o che ci si aspetta da un momento all'altro che Robin tramuti nel gladiatore, tant'è che l'occhio soffre un po' la noia e l'orecchio non si stupisce di sentire qualcuno russare.
Ovvio - inutile dirlo - ci si rimane male non tanto perchè tutto sembra tranne che la storia di Robin Hood (maledetta Disney, è colpa loro se idealizziamo!), ma perchè con tutto il ben di dio di cast, produzione, pubblicità si poteva fare molto di più.
Non è che Ridley Scott mi sia mai piaciuto particolarmente, comunque non si può negare che la storia di Maximus avesse il suo fascino. Quella di Robin, invece, risulta abbastanza tediosa, anche perchè la si prende molto alla lontana. Ci mancava solo il prologo con il Robin-neonato in fasce tra le braccia di mammina e poi la storia era completa. L'idea di far conoscere la storia prima della leggenda poteva essere interessante, ma trovo sia stata troppo politicizzata e contestualizzata, quasi con voglia smaniosa di dimostrare che Robin è esistito e che la leggenda è tale non tanto perchè un benefattore delle masse non potesse esistere, ma perchè le sue gesta sono state davvero grandi. E' quasi troppo hollywoodiano perfino per me...
Dove sono gli scontri con lo sceriffo di Nottingham? E l'amore furbetto per lady Marion? Le avventure con l'allegra brigata? Purtroppo, come dicevo prima, l'immaginario disneyano ha fatto sì che nella mente ritornasse sempre il ricordo del "Robin Hood" di Wolfgang Reitherman, più simpatico e scaltro, meno violento e più giocherellone, rappresentato alla perfezione dalla volpina furbizia dell'animale-simbolo/personaggio. Non c'è bisogno di sottolineare oltre che lo scontro era decisamente impari.
Insomma, insomma, il povero Robin del sig. Scott poteva essere promosso a pieni voti, ma ogni tanto riprende troppo certi altri film (i capelli di lady Marion sono gli stessi, ma castani, della biondissima Galadriel de "Il Signore degli Anelli") e si dimentica che il Colosseo è sparito 10 anni fa e che, teoricamente, sarebbe meglio andare oltre. In sostanza, potrebbe essere una qualsiasi storia di guerra, con il solito protagonista che sopravvive a tutte le prove. Ma Robin Hood che c'entra?
Consigli: Lasciate stare il confronto con tutti gli altri film su Robin Hood che avete visto perchè questo è decisamente uno dei più atipici film sul ladro gentiluomo.
Parola chiave: Ribellione.



#HollywoodCiak
Bengi