Appena visto la recensione è subito d'obbligo!
Film 836: "Hunger Games: il canto della rivolta - Parte I" (2014) di Francis Lawrence
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Dopo un'attesa così estenuante che ha costretto i numerosi fan ad un conto alla rovescia forzato man mano che la data d'uscita si avvicinava (e soprattutto perché ogni due per tre la produzione faceva trapelare qualche nuovo dettaglio, immagine, poster, trailer o affini), finalmente il momento di rivedere Katniss Everdeen sul grande schermo è arrivato. In linea con la data d'uscita in America - da noi il debutto è stato giovedì il 21 - venerdì mi sono recato al cinema carico di attese e sicuro di portare a casa l'ennesima impressione positiva. Non è stato così.
Con non poco rammarico, da fan della saga cinematografica, mi sono trovato di fronte all'evidenza che, questa volta, un film in più su uno dei miei franchise preferiti non è equivalso ad una piacevole avventura in più. Per dirla fuori dai denti: "The Hunger Games: Mockingjay - Part 1" non ha molto da dire.
Credo che, visti i due precedenti titoli, le aspettative fossero altissime e questo certamente non abbia aiutato, ma il vuoto narrativo che il terzo capitolo porta con sé spiazza chi segue le disavventure del Distretto 12 e dei suoi abitanti in fuga. Katniss è la nuova paladina della rivolta e ci metterà un bel po' per decidersi ad abbracciare questo suo inatteso destino, e nonostante il sacrificio della ragazza dovrebbe suscitare in chi segue la storia una certa dose di empatia, di fatto si avverte solo un po' di noia misto impazienza. Non perché improvvisamente la saga di "Hunger Games" abbia perso mordente, ma perché è ovvio che ciò che viene raccontato in un libro, se non tradotto nel linguaggio cinematografico più adatto, rischia di non funzionare. Qui si è preso un romanzo, si è deciso di suddividerne la traspozione cinematografica in due parti e ci si è ritrovati col dover razionare il meglio per la fine trovando però il modo di raccontare qualcosa anche nel capitolo di passaggio. Il guaio è che, forse - dico forse perché i libri non li ho letti -, non c'era poi così tanto da raccontare tra "La ragazza di fuoco" e la seconda parte de "Il canto della rivolta". Il risultato, quindi, è qualcosa che oscilla tra il film più che altro per i fan della saga e un racconto di mezzo che, preso singolarmente, funziona poco.
Durante i 123 minuti di pellicola vengono riprese le fila del precedente capitolo, intavolati i nuovi snodi della trama e preparato lo scenario di una guerra che incombe, ma per il momento solo nei discorsi dei rivoluzionari. Mi aspettavo che da un momento all'altro Aragon saltasse fuori e pronunciasse una delle battute più iconiche del secondo capitolo de "Il signore degli Anelli": "La guerra aperta incombe, che tu la rischi o no".
Di fatto qui, a parte qualche imboscata, non si rischia granché e sono solo i nemici - capitanati dal Presidente Snow/Donald Sutherland - ad arrecare i danni più gravi, sacrificando vite innocenti ogni qualvolta la situazione lo consenta. Sul fronte ribelle, invece, si mette in scena qualcosa di curioso. Solitamente, infatti, siamo abituati ad una presa di coscienza del proprio ruolo da parte dell'eroe che percorre vie spontanee, una maturazione che avviene naturalmente dopo che gli eventi ne forzano l'avverarsi. Qui, invece, vi è una vera e propria costruzione dell'immagine dell'eroe - in questo caso eroina - che richiede la pianificazione quasi di una campagna pubblicitaria. C'è la scelta del testimonial, la realizzazione di abiti di scena, lo shooting promozionale e lo spot da far rimbalzare di televisore in televisore con lo scopo di risvegliare le coscienze altrui, intorpidite da paura e malainformazione, al fine di reclutare quanti più seguaci possibile. Per la guerra (aperta), naturalmente.
Quindi, una volta che Katniss viene scossa dal vedere un Peeta malridotto ostaggio del nemico e le rovine del suo ormai ex distretto, la storia prende il via e riesce finalmente a mostrare qualcosa di differente dai soli momenti di introspezione, rammarico, rabbia, frustrazione. Perché è giusto che si costruisca bene il carattere del personaggio fornendo allo spettatore i numerosi esempi della sua profondità o maturità, però costruirci l'intero primo tempo di un film sopra mi sembra un tantino eccessivo. Quando, poi, l'azione parrebbe cominciare, di fatto l'unica cosa che accade è la ritirata sottocoperta e, bombardamenti a parte, non si ha altra testimonianza di uno scontro.
Insomma, diciamo che il paragone tra le due arene precedenti con questa prima parte di una rivolta che ancora fatica a partire non è dei più felici. Il buon scenario politico architettato viene imbruttito da un'attesa e una lentezza che forse un titolo del genere non dovrebbe avere. Non solo perché 4 film su 3 libri sono tanti, ma anche perché con tutta questa storia delle trilogie e affini, lo spettatore si aspetta almeno che qualcosa accada in tutti gli episodi che si portano al cinema. Quello che qui viene mostrato si poteva condensare in una mezz'ora abbondante / un'ora, ritagliando lo stesso tempo per un finalone con il botto. A questo punto non so più cosa aspettarmi per l'"imminente" capitolo conclusivo e vorrei sperare che al diluirsi della trama in questa prima parte non ne corrisponda uno nella seconda. Il che mi farebbe ancora di più pensare che di un quarto capitolo non ci fosse bisogno (ma questo è un altro discorso che, chiaramente, non può tenere presente il riscontro monetario).
In definitiva, a caldo (ma ormai un po' raffreddato), posso dire che no, "Hunger Games: il canto della rivolta - Parte I" non è stato così emozionante, interessante o avvincente come mi aspettavo e volevo che fosse. Probabilmente una volta digerita la delusione saprò affrontare con più lucidità questo "Hunger Games 3" che, per il momento, rimane l'anello debole di tutta la catena. Suppongo che col tempo - e presa visione del quarto - saprò rimodellare la mia opinione su basi meno sentimentali (come è stato, per esempio, con il secondo capitolo de "Lo Hobbit") che mi porteranno a scorgere anche un'utilità dietro questa evidente operazione commerciale. Per il momento, però, posso solo affermare che se ai giochi di Capitol City togli l'arena ne elimini anche l'essenza.
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Film 634 e 635 - Hunger Games: la ragazza di fuoco
Film 699 - Hunger Games: La ragazza di fuoco
Film 1171 - The Hunger Games: Catching Fire
Film 1552 - The Hunger Games: Catching Fire
Film 2078 - Hunger Games: La ragazza di fuoco
Film 836 - Hunger Games: il canto della rivolta - Parte I
Film 1176 - The Hunger Games: Mockingjay - Part 1
Film 1056 - Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2
Film 1460 - The Hunger Games: Mockingjay - Part 2
Film 2239 - The Hunger Games: The Ballad of Songbirds & Snakes
Box Office: $275 milioni (incasso mondiale del primo weekend d'uscita)
Consigli: Anche questa volta si sono fatte le cose in grande. Al cast sempre magnifico si aggiungono principalmente Julianne Moore e Natalie Dormer; la produzione è quella delle grandi occasioni e tutto è curato, ricostruito e inscenato alla perfezione; la colonna sonora (attentissima ad essere super cool) sfodera nientemeno che Lorde per la canzone portante. Insomma, come per i precedenti episodi a livello tecnico non si può che tessere lodi. Qui, però, c'è una necessaria virata narrativa che forse non è intrapresa nel migliore dei modi. Molti tempi morti, moltissimi momenti lenti e poca azione fanno sì che "Il canto della rivolta - Parte I" abbassi lo standard cui il franchise ci aveva abituato. Fortunatamente Jennifer Lawrence è in grado di sopportare il peso di un capitolo di passaggio come questo e risultare non solo credibile, ma ancora interessante per il pubblico che, dopo una storia pesante come questa, avrebbe potuto (o potrebbe ancora) anche decidere di abbandonarla al suo destino. Non credo, di fatto, sia un caso che l'esordio al botteghino americano sia stato il peggiore dei tre titoli della saga, nonostante il crescente interesse del pubblico per l'opera della Collins e la totale assenza di titoli avversari in uscita. Come ho ribadito a sufficienza, questo terzo episodio si divide tra il voler creare attesa - di fatto non mostrando nulla che non si evincesse dal trailer - e una presa di coscienza contemporanea che il supereroe deve avere una forte caratterizzazione attraverso un intelligente lavoro di sceneggiatura. Qui si mette in scena il tentativo - anche lodevole - di farlo, senza forse centrare l'obiettivo in pieno. Motivo per il quale penso che "Mockingjay - Part 1" non sia perfetto per tutti, ma che privilegi maggiormente i fan della saga disposti a qualunque sacrificio pur di arrivare all'agognato finale della saga. Chi è meno devoto troverà più faticosa questa storia e sicuramente meno appassionante. Per carità, è un buon film-ponte e questo non glielo può togliere nessuno; preso singolarmente, però, è un titolo con evidenti limitazioni.
Parola chiave: Depistaggio.
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#HollywoodCiak
Bengi
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