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venerdì 5 aprile 2024

David di Donatello 2024: nomination e vincitori

David di Donatello 2024

Miglior film
C'è ancora domani, regia di Paola Cortellesi
Il sol dell'avvenire, regia di Nanni Moretti
Io capitano, regia di Matteo Garrone
La chimera, regia di Alice Rohrwacher
Rapito, regia di Marco Bellocchio

Miglior regia
Nanni Moretti – Il sol dell'avvenire
Matteo Garrone – Io capitano
Andrea Di Stefano – L'ultima notte di Amore
Alice Rohrwacher – La chimera
Marco Bellocchio – Rapito

Miglior regista esordiente
Paola Cortellesi – C'è ancora domani
Giacomo Abbruzzese – Disco Boy
Micaela Ramazzotti – Felicità
Michele Riondino – Palazzina Laf
Giuseppe Fiorello – Stranizza d'amuri

Migliore sceneggiatura originale
Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi – C'è ancora domani
Francesca Marciano, Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Valia Santella – Il sol dell'avvenire
Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri – Io capitano
Alice Rohrwacher, Marco Pettenello e Carmela Covino – La chimera
Maurizio Braucci e Michele Riondino – Palazzina Laf

Migliore sceneggiatura adattata
Pietro Marcello, Maurizio Braucci e Maud Ameline – Le vele scarlatte
Giorgio Diritti e Fredo Valla – Lubo
Emma Dante, Elena Stancanelli e Giorgio Vasta – Misericordia
Sydney Sibilia e Armando Festa – Mixed by Erry
Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli, Edoardo Albinati e Daniela Ceselli – Rapito

Miglior produttore
Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, Vision Distribution in collaborazione con Sky e Netflix – C'è ancora domani
Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri per Indigo Film, Pierpaolo Verga, Edoardo De Angelis per O' Groove, Paolo Del Brocco per Rai Cinema, Attilio De Razza per Tramp Limited, Mariagiovanna De Angelis per Vgroove, Antonio Miyakawa per Wise Pictures – Comandante
Giulia Achilli, Marco Alessi, Lionel Massol, Pauline Seigland e André Logie – Disco Boy
Archimede, Rai Cinema, Pathe e Tarantula – Io capitano
Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema – La chimera

Miglior attrice protagonista
Linda Caridi – L'ultima notte di Amore
Paola Cortellesi – C'è ancora domani
Isabella Ragonese – Come pecore in mezzo ai lupi
Micaela Ramazzotti – Felicità
Barbara Ronchi – Rapito

Miglior attore protagonista
Antonio Albanese – Cento domeniche
Valerio Mastandrea – C'è ancora domani
Pierfrancesco Favino – Comandante
Josh O'Connor – La chimera
Michele Riondino – Palazzina Laf

Migliore attrice non protagonista
Barbora Bobulova – Il sol dell'avvenire
Emanuela Fanelli – C'è ancora domani
Alba Rohrwacher – La chimera
Isabella Rossellini – La chimera
Romana Maggiora Vergano – C'è ancora domani

Miglior attore non protagonista
Giorgio Colangeli – C'è ancora domani
Elio Germano – Palazzina Laf
Adriano Giannini – Adagio
Vinicio Marchioni – C'è ancora domani
Silvio Orlando – Il sol dell'avvenire

Migliore autore della fotografia
Davide Leone – C'è ancora domani
Ferran Paredes Rubio – Comandante
Paolo Carnera – Io capitano
Hélène Louvart – La chimera
Francesco Di Giacomo – Rapito

Miglior compositore
Subsonica – Adagio
Lele Marchitelli – C'è ancora domani
Franco Piersanti – Il sol dell'avvenire
Andrea Farri – Io capitano
Santi Pulvirenti – L'ultima notte di Amore

Migliore canzone originale
Adagio (musica, testo e interpretazione dei Subsonica) – Adagio
La vita com'è (musica, testo e interpretazione di Brunori Sas) – Il più bel secolo della mia vita
Baby (musica di Andrea Farri, testo e interpretazione di Seydou Sarr) – Io capitano
'O Dj (Don't Give Up) (musica, testo e interpretazione di Liberato) – Mixed by Erry
La mia terra (musica, testo e interpretazione di Diodato) – Palazzina Laf

Miglior scenografo
Paola Comencini e Fiorella Cicolini – C'è ancora domani
Carmine Guarino e Iole Autero – Comandante
Dimitri Capuani e Roberta Troncarelli – Io capitano
Emita Frigato e Rachele Meliadò – La chimera
Andrea Castorina e Valeria Vecellio – Rapito

Miglior costumista
Alberto Moretti – C'è ancora domani
Massimo Cantini Parrini – Comandante
Stefano Ciammitti – Io capitano
Loredana Buscemi – La chimera
Sergio Ballo e Daria Calvelli – Rapito

Miglior truccatore
Antonello Resch, Lorenzo Tamburini, Michele Salgaro Vaccaro e Francesca Galafassi – Adagio
Ermanno Spera – C'è ancora domani
Paola Gattabrusi e Lorenzo Tamburini – Comandante
Dalia Colli e Roberta Martorina – Io capitano
Enrico Iacoponi – Rapito

Miglior acconciatore
Teresa Di Serio – C'è ancora domani
Massimo Gattabrusi – Comandante
Stefano Ciammitti e Dalia Colli – Io capitano
Daniela Tartari – La chimera
Alberta Giuliani – Rapito

Miglior montatore
Valentina Mariani – C'è ancora domani
Marco Spoletini – Io capitano
Giogiò Franchini – L'ultima notte di Amore
Nelly Quettier – La chimera
Francesca Calvelli e Stefano Mariotti – Rapito

Miglior suono
C'è ancora domani
Comandante
Il sol dell'avvenire
Io capitano
La chimera

Migliori effetti speciali visivi
Stefano Leoni e Flaminia Maltese – Adagio
Kevin Tod Haug e Stacey Dodge – Comandante
Fabio Tomassetti e Daniele Tomassetti – Denti da squalo
Laurent Creusot e Massimo Cipollina – Io capitano
Rodolfo Migliari e Lena Di Gennaro – Rapito

Miglior documentario
Enzo Jannacci - Vengo anch'io, regia di Giorgio Verdelli
Io, noi e Gaber, regia di Riccardo Milani
Laggiù qualcuno mi ama, regia di Mario Martone
Mur, regia di Kasia Smutniak
Roma, santa e dannata, regia di Daniele Ciprì

Miglior cortometraggio
The Meatseller, regia di Margherita Giusti
Asterión, regia di Francesco Montagner
Foto di gruppo, regia di Tommaso Frangini
In quanto a noi, regia di Simone Massi
We Should All Be Futurists, regia di Angela Norelli

Miglior film internazionale
Anatomia di una caduta, regia di Justine Triet
As bestas, regia di Rodrigo Sorogoyen
Foglie al vento, regia di Aki Kaurismäki
Killers of the Flower Moon, regia di Martin Scorsese
Oppenheimer, regia di Christopher Nolan

David Giovani
C'è ancora domani, regia di Paola Cortellesi
Comandante, regia di Edoardo De Angelis
Io capitano, regia di Matteo Garrone
L'ultima volta che siamo stati bambini, regia di Claudio Bisio
Stranizza d'amuri, regia di Giuseppe Fiorello

#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 1 febbraio 2024

Film 2246 - C'è ancora domani

Intro: Finalmente ripreso dal weekend casalingo a causa della febbre, con cuggy decidiamo di andare a recuperare il film italiano dell'anno per capire se, effettivamente, meritasse tutt le magnifiche critiche che si è aggiuticato o se, invece, fosse solo tanto rumore per nulla.

Film 2246: "C'è ancora domani" (2023) di Paola Cortellesi
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Fre
In sintesi: probabilmente il film più bello del 2023 che ho visto.
Non sapevo bene cosa aspettarmi da "C'è ancora domani" perché, prima di vederlo, ne avevo solamente sentito parlare o letto recensioni e/o articoli, specialmente riguardo alla sorprendente performance al box-office nostrano. Con una "presentazione" tanto impressionante, sono arrivato al cinema con non pochi dubbi rispetto a quanto avrei genuinamente apprezzato questa pellicola.
Dalla prima scena, con quello schiaffo così inaspettato, il film della Cortellesi (qui al suo esordio da regista) mi ha da subito coinvolto: la storia di Delia è presentata con crudo realismo alternato a momenti di inaspettata comicità, in un crescendo di emozioni che, verso il finale, incolla letteralmente alla sedia. Mi ha colpito in particolare quest'ultimo aspetto, perché era da molto tempo che la storia di un film non mi appassionasse in questo modo, a maggior ragione un prodotto di questo genere che punta tutto sul piano emotivo e, dunque, si gioca l'interesse e coinvolgimento dello spettatore tutto su un piano personale e non oggettivo. Per capirci, questo non è un thriller in cui certi elementi della trama implicano necessariamente quale sia la posta in gioco e, di conseguenza, le sensazioni percepite da chi guarda saranno per ciascuno differenti sulla base della propria esperienza, empatia e interesse nei confronti di quello che sta guardando. In questo senso trovo che "C'è ancora domani" faccia un lavoro eccezionale e metta sapientemente in scena, uno dopo l'altro, gli elementi centrali alla storia che, pian piano, finiscono per delineare un quadro chiaro ed efficace, fornendo allo spettatore tutti gli strumenti necessari a comprendere il punto di vista della protagonista e degli altri personaggi principali. Il che contribuisce ad enfatizzare ulteriormente il percorso di Delia e a far comprendere perché a) per lei sia così importante non mancare all'appuntamento segreto e b) quanto ancora più significativi siano i sacrifici che è disposta a fare e impressionanti la sua capacità di subire tutti quegli abusi in nome della causa in cui silenziosamente crede.
Ammetto che il finale mi abbia particolarmente spiazzato e, umanamente, ho faticato ad accettare che dopo tutto l'investimento emotivo nei confronti della storia di Delia, la storia venga conclusa con un colpo di scena così inaspettato e diametralmente opposto alle aspettative maturate durante la visione. Detto ciò, capisco il motivo di una scelta del genere e, anzi, trovo ammirevole come la sceneggiatura riesca a confeionare un finale tanto coerente nonostante la necessità di dover nascondere per tutto il tempo il vero senso finale della storia.
Insomma, "C'è ancora domani" è un gran bel film, ben realizzato e recitato particolarmente bene (cosa rara per un film italiano), lascia molto su cui riflettere e regala uno spaccato spiazzante senza mai far leva sulla pietà, per un risultato finale sorprendente e appassionante. Paola Cortellesi, per tanti motivi, ha fatto un piccolo miracolo.
Cast: Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli, Francesco Centorame, Vinicio Marchioni.
Box Office: $38,883,607
Vale o non vale: Per i pochi che ancora in Italia non lo abbiano ancora visto, correte al cinema. Un titolo imperdibile, una storia che va vista e che ci ricorda, oggi come non mai, quanto sia importante parlare nel nostro paese di violenza sulle donne e diritti, nonché interrogarsi sul tipo di società cui facciamo parte, cosa sia necessario cambiare, cosa vogliamo cambiare. Per alcuni un film è solo un film, ma a volte le discussioni e il mettersi in discussione parte anche dagli spunti più inaspettati.
Premi: Premio speciale della giuria e menzione speciale come miglior opera prima alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Parola chiave: Lettera.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 9 febbraio 2017

Film 1301 - Amiche da morire

Alla ricerca di un titolo da guardare durante la cena, abbiamo scelto una commedia italiana che avevo già visto (per andare sul sicuro). Ovviamente offerta da Netflix...

Film 1301: "Amiche da morire" (2013) di Giorgia Farina
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Già alla prima visione ero rimasto colpito da questo titolo italiano fuori dal coro, divertente e riuscito. Con questa seconda ho confermato il mio pensiero in positivo e anche se non si tratta di una pellicola perfetta, il risultato è comunque simpatico e il trio di protagoniste azzeccatissimo e in gamba.
La storia fila bene e non manca di trovate geniali o grottesche al punto giusto e solo qual e là c'è qualche battuta fuori posto; i toni della Gerini sono spesso troppo carichi o impostati e delle tre è l'unica di cui si capisce che recita, anche se qui il suo personaggio è certamente sopra le righe. Capotondi e Impacciatore sono invece stupende, comiche che non te lo aspetti e da sole valgono la visione. Marchioni riesce a rendere credibile un ispettore che è una macchietta, il che non è da tutti.
Certamente una delle più evidenti qualità di questo film è il giusto bilanciamento di elementi, che utilizza i vari assi nella manica senza voler strafare. Troppe scemenze di olivia o comportamenti da repressa bacchettona di Crocetta, per esempio, avrebbero sicuramente appesantito la narrazione.
Inoltre, bella fotografia che evita le solite atmosfere da fiction italiana e, al contrario, si attesta sugli standard delle produzioni con budget significativo. L'immagine è curata - probabilmente ripulita - ma l'effetto è gradevole.
Insomma, "Amiche da morire" è stato una bella sorpresa la prima volta e anche in questa occasione sono rimasto piacevolemente colpito.
Film 566 - Amiche da morire
Cast: Claudia Gerini, Cristiana Capotondi, Sabrina Impacciatore, Vinicio Marchioni, Marina Confalone, Corrado Fortuna, Antonella Attili, Tommaso Ramenghi, Adriano Chiaramida, Gaetano Aronica, Giovanni Martorana.
Box Office: € 1.785.000
Consigli: Divertente titolo made in Italy capace di risultare simpatico ed efficace dall'inizio alla fine. Sopra alle righe quanto basta, con non pochi momenti comici, questa pellicola è adatta a qualsiasi momento che richieda spensieratezza e leggerezza con un pizzico di furba malignità.
Parola chiave: Pistola nella borsetta.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 4 giugno 2014

Film 723 - Tutta colpa di Freud

Commedia italiana che mi ero perso e volere assolutamente recuperare.

Film 723: "Tutta colpa di Freud" (2014) di Paolo Genovese
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Consigliato dai miei genitori, mi sono approcciato a questa pellicola italiana con le migliori intenzioni e, soprattutto, sorvolando sulla presenza come protagonista di Valeria Puccini. Purtroppo, ancora una volta, devo dire che mi trovo in disaccordo con l'opinione cinematografica dei miei: questo film è una boiata spacciata per commediola semi-impegnata.
L'errore di partenza è scopiazzare l'idea di "In Treatment" e rivederla per la commedia nostrana, semplificandola e cambiandone i connotati fino a trasportarla nella dimensione famigliare, ovvero padre psicologo che analizza i problemi delle figlie che lo utilizzano come medico invece di vederlo come padre. In secondo luogo - come se già non riuscire a partorire un'idea originale non fosse abbastanza - la trama si concentra sulle vite stereotipiche delle tre figlie, chiaramente una l'opposto dell'altra così da poter coprire tutte le variabili della banalità. Dunque abbiamo, come dicevo, la Puccini che è l'anima romantica e dolce, bellezza classica che si realizza attraverso l'emancipazione culturale (che si traducono in citazioni colte da Bacio Perugina) e lo spirito da crocerossina.
Poi la sorella più piccola, interpretata da Laura Adriani, che appena maggiorenne sta con uno che ha l'età di suo padre. Credo che questa coppia voglia rappresentare quello che potremmo definire il 'decadimento morale' di questi ultimi tempi, dove ragazzine e anzianotti si accoppiano come funghi per ragioni che parrebbero quelle del baratto: un corpo per della richezza. Nonostante l'intento anche apprezzabile di mettere in ridicolo un tale comportamento oggi così di moda, la rappresentazione fatta qui è alla stregua della macchietta e non approfondisce in alcun modo le dinamiche sociali e mentali che stanno dietro a tali tipi di scelte. Inevitabile, quindi, che l'Alessandro Gassman fedifrago vorrà poi tornara tra le braccia della riscoperta moglie Claudia Gerini (candidata ai David di Donatello 2014 per questo ruolo).
Infine, la sorella più ridicola: Anna Foglietta è Sara, lesbica pentita. Con le donne non gliene va una giusta e allora cosa fa? Sceglie (e sottolineo il carattere decisionale di questo atto) di tornare etero. Per quanto i toni da commedia e l'evidente limite di approfondimento della trama rendano il risultato finale un calderone di banalità inoffensive, ho trovato comunque stupida la scelta di presentare un tale tipo di personaggio. Anche se per scherzo, l'identità sessuale è una cosa che non va ridicolizzata né presa troppo alla leggera. Mi è sembrato indelicato rappresentare un personaggio del genere.
Sorelle + padre psicologo a parte, il resto del film si snoda per vicende sentimentali per la maggior parte del tempo, componendo e disfando coppie con qualche effetto domino sulla trama. Il risultato finale è banale e non tutti gli attori all'altezza del ruolo. Una pellicola cinematografica non dovrebbe mai essere recitata come una fiction tv a mio avviso. Motivo per il quale ritengo che molti dei nostri prodotti non siano esportabili all'estero.
In ogni caso mi aspettavo un prodotto più maturo e - magari! - incentrato sull'approfondimento psicologico dei personaggi, considerato chi è il protagonista maschile (interpretato da Marco Giallini). Più inaspettata la scelta di dare spazio al personaggio sordomuto Fabio/Vinicio Marchioni, che regala al grande pubblico una prospettiva solitamente ignorata riguardo alla condizione di chi non sente e non parla. In ogni caso, il tutto è, come al solito, il classico esempio di cinema italiano contemporaneo, ovvero principalmente vuoto e, anche se a tratti divertente, spesso fine a se stesso. "Tutta colpa di Freud" si vede tranquillamente, ma non brilla per alcun motivo particolare.
Box Office: € 7.747.527
Consigli: Quando l'Italia incontra la psicoanalisi e brucia le possibilità legate a questa opzione per regalare al pubblico la solita commedia che ha per finale la coesione familiare, l'amore e la realizzazione di sé. Troppo banale per spiccare in qualche cosa. Si lascia guardare con la stessa facilità con cui lo si dimentica. Puccini e Foglietta recitano quasi sempre male.
Parola chiave: Famiglia+amore.

Trailer

Bengi

mercoledì 25 settembre 2013

Film 587 - Passione sinistra

Non amo nessuno dei 4 protagonisti e sono sempre titubante riguardo il cinema italiano. Però il trailer, devo dirlo, era accattivante...


Film 587: "Passione sinistra" (2013) di Marco Ponti
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Diciamo che tutto sommato il film non è nulla di più che un prodotto carino e di facilissimo consumo. Quando in Italia si affronta il tema politico (al giorno d'oggi) nella commedia lo si fa rimanendo molto furbescamente in superficie, evitando di andare oltre quella critica popolare facilmente condivisibile e, soprattutto, vendibile. In questo senso la vocazione politica di "Passione sinistra" è unicamente di cornice per dar linfa ad una favoletta che, altrimenti, sarebbe solo la fotocopia di uno qualsiasi degli altri prodotti simili già visti in precedenza.
La mossa vincente di questa pellicola è certamente quella di aver scelto un buon cast - anche se la Lodovini non mi piace -, andando sul sicuro con Geppi Cucciari, usando bene l'animo stronzo di Alessandro Preziosi e regalando la parte perfetta ad Eva Riccobono che, nei panni di attrice, non saprei immaginare in altro contesto se non quello della svampita scema e anoressica. Con questo insieme di buoni comprimari, la nota dolente è proprio l'insopportabile personaggio di Nina/Lodovini, piena di sé e spocchia, un insieme di equità, no global, lotta per i diritti, giustizia uguale per tutti (e per questo sono figa) che alla lunga è qualcosa di insostenibile. Si addolcirà grazie all'inevitabile amore con Giulio/Preziosi e, a maggior ragione, cadrà ancora di più in un insopportabile cliché della donna dagli idieali di sinistra che si innamora dell'uomo di destra, ci si scontra, si mette in discussione e trova la vera sé stessa abbandonando buona parte del suo essere stata così radicale.
Insomma, per quanto per una parte di film "Passione sinistra" cerchi di mascherare la sua vera natura dietro la facciata di vago impegno sociale con una denuncia politica all'acqua di rose, man mano che si affronta la narrazione ci si accorge che il tema politico è solo il pretesto per presentare la storia di una coppia che si scontra su quali parti prendere, ma a letto fa scintille. Della serie: l'amore abbatte ogni barriera. Già sentito?
Ps. Cameo di Marco Travaglio che non risulta simpatico nemmeno 'recitando' sé stesso.
Consigli: Niente di più che una commedia infarcita di cliché su amore, relazioni e politica contemporanea. E' un film carino da guardare una sera e in compagnia e da soli, dato che non impegna la mente e ha qualche battuta divertente. Nell'insieme della spensieratezza senza secondi fini funziona. Ma la denuncia politica è un'altra cosa.
Parola chiave: Partito politico.

Trailer

Bengi