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sabato 19 settembre 2020

Film 1921 - Mighty Aphrodite

Intro: Film che avevo sempre vedere e non avevo mai avuto occasione di recuperare. Ne ho approfittato con Andrea.
Film 1921: "Mighty Aphrodite" (1995) di Woody Allen
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Andrea
In sintesi: più che dal film in sé ero attratto dalla questione Mira Sorvino, attrice non certo riconducibile allo stardom hollywoodiano classico che nel '96 si accaparra tutti i premi che contano e poi, di fatto, scompare dai radar (è tornata un po' in auge di recente grazie alla serie "Hollywood" di Ryan Murphy).
Onestamente la sua interpretazione - sicuramente simpatica e chiaramente marcata da una tonalità vocale inconfondibile (e difficile da dimenticare) - risalta nell'universo più convenzionale che la storia racconta, per quanto anche il personaggio di Helena Bonham Carter non manchi di lasciare un segno che, però, credo sia più rinconducibile ad una caratteristica della Bonham Carter in sé. In generale "Mighty Aphrodite" ha un'idea generale che incuriosisce e stuzzica, pur mancando di un vero e proprio brio che faccia ingranare il racconto. Il presupposto è questo: coppia di newyorkesi adotta bambino che si rivelerà essere un piccolo genio e il padre (Allen) rimane ossessionato dall'idea di capire chi siano i genitori naturali. Rintracciata la madre, la prostituta Linda Ash (Sorvino), cominceranno le vicissitudini e gli equivoci che porteranno alla conclusione con twist speculare.
In generale, quindi, questa pellicola non manca di intrattenere lo spettatore anche grazie ad un linguaggio colorito e una marea di allusioni sessuali sicuramente meno presenti nel cinema attuale del regista. Mi aspettavo sicuramente qualcosa di più "esplosivo" e ho trovato un po' faticoso il parallelismo con la tragedia greca che, pur andando a sottolineare didascalicamente i passaggi della storia, finisce per spezzare il ritmo e talvolta confondere lo spettatore. Ma si sa, questa è l'ironia dell'autore e fa parte della sua visione cinematografica.
Quindi film curioso e diverso dai prodotti contemporanei che si lascia guardare tranquillamente.
Cast: F. Murray Abraham, Woody Allen, Claire Bloom, Helena Bonham Carter, Olympia Dukakis, Michael Rapaport, Mira Sorvino, David Ogden Stiers, Jack Warden, Peter Weller.
Box Office: $26 milioni
Vale o non vale: Gli appassionati del cinema di Allen, quello ancora iper nevrotico e con idee più originali, apprezzeranno l'approccio ironico e giocosa che pervade tutta la storia. Sicuramente non una pellicola per tutti, ma rimane una scelta piacevole e sicuramente un titolo più "facile" per chi volesse riscoprire la filmografia dell'artista newyorkese.
Premi: Candidato a 2 Oscar per Miglior sceneggiatura e Miglior attrice non protagonista, ha vinto per quest'ultimo. La Sorvino ha vinto anche il Golden Globe ed è stata candidata al BAFTA. Nominato a 2 David di Donatello per Miglior Film Straniero e Migliore Attore Straniero.
Parola chiave: Adozione.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 5 settembre 2019

Film 1799 - Klute

Intro: Il 7 settembre 2018 ho conosciuto Chris a Sydney per caso e, un mese dopo, ci siamo rivisti ad Auckland, non più per caso.
Da allora so qual è il suo film preferito e anche se l'avevo scaricato ormai quasi un anno fa, non avevo mai trovato l'occasione giusta per vederlo. Ne ho approfittato la settimana scorsa quando, con lui a Queenstown per qualche giorno, ci siamo ritagliati del tempo per vedere il film insieme.
Film 1799: "Klute" (1971) di Alan J. Pakula
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Chris
In sintesi: la mia visione di "Klute" è stata tutt'altro che regolare. Per recuperare una pellicola di neanche due ore, forse ce ne abbiamo messe tre, tra pause, scambio di opinioni, ragionamenti sulla messa in scena e le tecniche di narrazione. E' stato molto interessare seguire la storia con chi come Chris l'ha analizzata da cima a fondo, facendomi notare dettagli o concentrare su risvolti che, da solo, probabilmente non avrei notato. In generale ho molto apprezzato "Klute" come prodotto cinematografico, molto dark e inquietante in non poche parti grazie al racconto di un serial killer che, per coprire le proprie tracce, uccide chi potrebbe incastrarlo, comprese alcune squillo; a rischio anche Bree Daniels (Fonda) che, prima nel tentativo di mettersi in salvo e poi alla ricerca della verità, finirà per cercare l'aiuto di John Klute (Sutherland);
non mancano toni paranoici e una buona dose di voyerismo veicolato specialmente dalla telecamera di Pakula, molto spesso nascosta ad emulare il punto di vista di chi stia spiando la propria vittima. Non bastasse, colonna sonora e registrazioni audio aggiungono quel tono angosciante e losco che conferisce a "Klute" un'anima tormentata; in questo senso anche le sedute d'analisi della protagonista contribuiscono ad amplificarne la drammaticità;
insomma, prodotto molto 70s dalla trama intrigante e risultato finale interessante. Durante la visione mi sono tornati in mente alcuni titoli di Dario Argento - a Chris ho consigliato "Profondo rosso" - e, a posteriori, quel "All the President's Men" proprio di Pakula.
Cast: Jane Fonda, Donald Sutherland, Charles Cioffi, Roy Scheider, Dorothy Tristan, Rita Gam, Nathan George, Vivian Nathan, Jean Stapleton, Sylvester Stallone.
Box Office: $12,512,637
Vale o non vale: Prodotto interessante e decisamente, profondamente anni '70. Immagini e sonoro non sono perfetti - come del resto l'acconciatura della povera Bree Daniels -, ma in generale un prodotto da recuperare. Interessante il finale, aperto a due possibilità.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar per Miglior sceneggiatura originale e Miglior attrice protagonista (Jane Fonda), vince per il secondo; stesse nomination e stessa vittoria ai Golden Globes. 1 candidatura ai BAFTA per la Miglior attrice
Parola chiave: Black book.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 25 maggio 2019

Film 1597 - Only God Forgives

Intro: Non avevo alcuna intenzione di vederlo, ma Ryan è Ryan e ogni tanto cambiare un po' genere può fare bene. O no?
Film 1597: "Only God Forgives" (2013) di Nicolas Winding Refn
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: visivamente intrigante ed esteticamente sicuramente riuscito, nel complesso "Only God Forgives" è, però, un brutto film. Privo di qualcosa da raccontare, Nicolas Winding Refn tenta di bissare il successo ottenuto con "Drive", esasperando il racconto e richiedendo allo spettatore un grandissimo atto di fede che si tramuta in un attesa senza speranza. Un film immobile, una narrazione priva di pathos, di suspense, che prende vita solamente nel finale pur non riuscendo a lasciare lo spettatore soddisfatto. Non è colpa degli attori, né della regia. La verità è che questa pellicola si basa sul nulla e col nulla ti lascia.
Cast: Ryan Gosling, Kristin Scott Thomas, Vithaya Pansringarm, Rhatha Phongam, Gordon Brown, Tom Burke.
Box Office: $10.6 milioni
Vale o non vale: Nicolas Winding Refn ha fatto di meglio (davvero, però?) e sicuramente Ryan Gosling può annoverare titoli più riusciti nella sua filmografia. Non perdete tempo con questa pellicola.
Premi: In concorso al Festival di Cannes 2013.
Parola chiave: Spada.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 21 settembre 2017

Film 1410 - Tutto su mia madre

Sono sempre stato curioso di vedere questo film, anche se non avevo mai trovato il momento giusto per recuperarlo. Alla fine mi sono deciso.

Film 1410: "Tutto su mia madre" (1999) di Pedro Almodóvar
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Claudia
Pensieri: Forse mi sono un po' bruciato le aspettative attendendo per così tanto tempo di vedere questa pellicola. Mi è piaciuta, ma ammetto che mi aspettassi qualcos'altro, forse addirittura qualcosa di più. L'Almodóvar che preferisco è quello dei racconti meno frammentati, con meno personaggi in gioco. Anche qui come in "Parla con lei" c'è un proliferare di protagonisti che inonda la scena, ognuno con le sue caratteristiche, la sua storia, i suoi problemi.
In questo film partiamo dalla morte di un giovane ragazzo davanti agli occhi della madre, per finire alle origini della storia tra quest'ultima e il padre del giovane che, anche se vedremo solo nel finale, sarà centrale pur tutta la durata della storia. Il filo narrativo sarà la donna che, scossa dalla perdita e convita alla donazione degli organi, partirà alla volta di Barcellona per un viaggio alla ricerca dell'ex compagno che, neanche a dirlo, sarà confido della classiche situazioni almodovariane, tra prostitute transessuali, suore incinta e con l'HIV, malati di Alzheimer in giro liberi per il parco e così via. Insomma, in quanto a creare microcosmi carichi di vitalità il regista e sceneggiatore spagnolo è imbattibile. Chi ama il suo stile, la disarmante crudezza che utilizza a volte, le storie fatte di fortuito e casualità concatenate, questo è certamente un ottimo esempio da tenere presente. Ripeto, non è il mio Almodóvar preferito (leggi "Volver"), ma ho comunque gradito aver finalmente recuperato questo suo lavoro.
Ps. Vincitore dell'Oscar per il Miglior film straniero del 2000.
Cast: Cecilia Roth, Marisa Paredes, Penélope Cruz, Candela Peña, Antonia San Juan, Rosa Maria Sardà, Fernando Fernán Gómez, Fernando Guillén, Toni Cantó, Eloy Azorin, Carlos Lozano.
Box Office: $67,872,296
Consigli: Vortice di emozioni per Manuela (Cecilia Roth), mamma single che perde il figlio e decide di andare alla ricerca del padre, abbandonato tanti anni prima e ora transessuale, per un viaggio di formazione molto particolare che passa per le tipiche figure dei racconti di Almodóvar e lascia con un finale agrodolce. I fan del regista spagnolo dovrebbero amare senza dubbio alcuno; gli altri potrebbero trovarlo a volte un po' tragico, a volte un po' troppo sopra le righe. E' comunque un bel film che andrebbe visto almeno una volta nella vita.
Parola chiave: Autografo.

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Bengi

giovedì 9 febbraio 2017

Film 1301 - Amiche da morire

Alla ricerca di un titolo da guardare durante la cena, abbiamo scelto una commedia italiana che avevo già visto (per andare sul sicuro). Ovviamente offerta da Netflix...

Film 1301: "Amiche da morire" (2013) di Giorgia Farina
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Già alla prima visione ero rimasto colpito da questo titolo italiano fuori dal coro, divertente e riuscito. Con questa seconda ho confermato il mio pensiero in positivo e anche se non si tratta di una pellicola perfetta, il risultato è comunque simpatico e il trio di protagoniste azzeccatissimo e in gamba.
La storia fila bene e non manca di trovate geniali o grottesche al punto giusto e solo qual e là c'è qualche battuta fuori posto; i toni della Gerini sono spesso troppo carichi o impostati e delle tre è l'unica di cui si capisce che recita, anche se qui il suo personaggio è certamente sopra le righe. Capotondi e Impacciatore sono invece stupende, comiche che non te lo aspetti e da sole valgono la visione. Marchioni riesce a rendere credibile un ispettore che è una macchietta, il che non è da tutti.
Certamente una delle più evidenti qualità di questo film è il giusto bilanciamento di elementi, che utilizza i vari assi nella manica senza voler strafare. Troppe scemenze di olivia o comportamenti da repressa bacchettona di Crocetta, per esempio, avrebbero sicuramente appesantito la narrazione.
Inoltre, bella fotografia che evita le solite atmosfere da fiction italiana e, al contrario, si attesta sugli standard delle produzioni con budget significativo. L'immagine è curata - probabilmente ripulita - ma l'effetto è gradevole.
Insomma, "Amiche da morire" è stato una bella sorpresa la prima volta e anche in questa occasione sono rimasto piacevolemente colpito.
Film 566 - Amiche da morire
Cast: Claudia Gerini, Cristiana Capotondi, Sabrina Impacciatore, Vinicio Marchioni, Marina Confalone, Corrado Fortuna, Antonella Attili, Tommaso Ramenghi, Adriano Chiaramida, Gaetano Aronica, Giovanni Martorana.
Box Office: € 1.785.000
Consigli: Divertente titolo made in Italy capace di risultare simpatico ed efficace dall'inizio alla fine. Sopra alle righe quanto basta, con non pochi momenti comici, questa pellicola è adatta a qualsiasi momento che richieda spensieratezza e leggerezza con un pizzico di furba malignità.
Parola chiave: Pistola nella borsetta.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 2 novembre 2016

Film 1232 - L.A. Confidential

Era già da tempo che desideravo rivedere questo film: l'avrò visto almeno altre 5 volte, ma non mi stanca mai. L'occasione si è presentata qualche tempo fa, dopo la scomparsa del regista.

Film 1232: "L.A. Confidential" (1997) di Curtis Hanson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Uno dei miei film preferiti. Un vero capolavoro, stupendo.
Tratto dal romanzo di James Ellroy, racconta la storia della polizia di Los Angeles, negli anni '50 tra le più corrotte d'America. E come si inserisce la corruzione nella ricerca della giustizia? Inutile dirlo: solo grazie all'onore di pochi, pochissimi uomini.
E' questo, in breve, il perimetro di una storia che, in realtà, è molto più complessa di così. Prostituzione di lusso, omicidi e regolamento di conti, persone scomparse, spioni e paparazzi impiccioni, il tutto in un mix intrigante e inaspettatamente di classe. Molto del fascino di questa pellicola, per quanto mi riguarda, deriva dalla magnifica sosia di Veronica Lake interpretata da Kim Basinger, sensuale ed enigmatica tanto da rendere indimenticabile e iconico questo suo ruolo.
Ma "L.A. Confidential" non è solo fascino, anzi, tra i vari intrighi, le scazzottate, le ingiustizie, il razzismo, l'omofobia e gli omicidi non si tratta certo di un film leggero. E' una storia di malavita e corruzzione, parla del marcio e dello schifo cui può arrivare l'uomo pur di badare ai suoi interessi. In tutto questo scenario di desolazione e disillusione, i pochi che non si lasciano traviare non hanno vita facile e, ognuno come può, reagisce alle sfide della propria vita come riesce. In pochi, neanche a dirlo, sopravviveranno. E vale la pena scoprire chi sono.
Ps. Candidato a 9 premi Oscar, ne ha vinti 2: Miglior sceneggiatura e attrice non protagonista (Kim Basinger).
Film 1232 - L.A. Confidential
Film 2267 - L.A. Confidential
Cast: Kevin Spacey, Russell Crowe, Guy Pearce, Kim Basinger, James Cromwell, David Strathairn, Danny DeVito, Ron Rifkin, Paul Guilfoyle, Simon Baker.
Box Office: $126.2 milioni
Consigli: Magnifico. Cast stellare, sceneggiatura perfetta, colonna sonora indimenticabile e risultato finale impeccabile per una pellicola che è un vero e proprio cult tra i noir degli ultimi anni. L'anno prossimo "L.A. Confidential" compie 20 anni ed è ancora un film bellissimo. Da vedere.
Parola chiave: Rollo Tomasi.

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Bengi

venerdì 28 ottobre 2016

Film 1230 - Bella di giorno

Qualche settimana fa mi era venuta voglia di recuperare almeno un film con Catherine Deneuve, in particolare quello della sua performance candidata all'Oscar. Lo streaming di "Indochine", però, non era disponibile, per cui mi sono lanciato su questo titolo che da tantissimo tempo volevo recuperare!

Film 1230: "Bella di giorno" (1967) di Luis Buñuel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non sapevo nulla di questa storia. Dal titolo potevo immaginarmi una prostituzione versione upper class, ma nulla di più e, sorpresa, mi sono innamorato del film! Bellissimo, erotico e rivoluzionario, inaspettatamente provocatorio ma mai volgare, sorprendente nel toccare temi scomodi rimanendo sempre all'interno di una classe e una delicatezza che francamente non mi aspettavo. Chiaro, sempre di vendere il proprio corpo si tratta (e non solo), però rispetto alla crudezza delle immagini cui oggi siamo ampiamente abituati, la quasi pudica versione di Buñuel mi ha davvero colpito. E la Deneuve è perfetta.
Molto più risucito di "Lolita" (volutamente presentato come scabroso e carico di tensione sessuale), mi pare che "Belle de jour" riesca ampiamente a sconvolgere il suo spettatore, rimanendo ancora ad una visione d'insieme che riflette lo stile e la classe della sua protagonista. Dunque fantasia sadomaso sì, ma con la classica aplomb francese. J'adore.
Personaggi bizzarri, case chiuse, abiti Yves St. Laurent ed erotiche avventure qui si fondono in un tutt'uno di desiderio e inammissibilità, pudore e ricerca del proprio e dell'altrui piacere. Insomma, una pellicola di una certa potenza non solo narrativa, ma anche visiva. Bello e indimenticabile.
Ps. Leone d'Oro al Festival del Cinema di Venezia.
Cast: Catherine Deneuve, Jean Sorel, Michel Piccoli, Geneviève Page, Pierre Clémenti, Françoise Fabian, Macha Méril, Maria Latour, Marguerite Muni, Francis Blanche.
Box Office: $20,246,403
Consigli: Tratto dall'omonimo romanzo di Joseph Kessel, questo film è sorprendentemente erotico senza mostrare, provocatorio per i tempi in cui è uscito e allo stesso tempo in grado di presentarsi con classe, evitando scivoloni volgari. E' la storia di una casalinga (f)rigida col marito che finisce per mettere in pratica le sue fantasie sadomaso e non in una casa di appuntamenti d'alto bordo, intrecciando relazioni con numerosi uomini e riuscendo pian piano a trovare una dimensione affettiva più umana col consorte.
Dunque di certo non un titolo per tutti - pur casto nella messa in scena! -, ma un bellissimo film di cui consiglio vivamente la visione. Un cult.
Parola chiave: Marcel.

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giovedì 5 marzo 2015

Film 886 - St. Vincent

Non che non mi sia piaciuto, ma mi ero davvero dimenticato di questa pellicola e, soprattutto, di metterla nella lista delle recensioni da scadenzare. Quindi, con molto ritardo, inserisco questo film un po' a casaccio nell'elenco di quelli visti, anche se la visione ha di molto preceduto la sua odierna collocazione nel blog.

Film 886: "St. Vincent" (2014) di Theodore Melfi
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Oggettivamente è una commedia carina, esperimento indie-indipendente in grado di suscitare più di una genuina risata. Tutto il merito va a un Bill Murray in gran forma, vero polo magnetico della vicenda, spalleggiato bene da una Naomi Watts insolitamente leggera (prostituta incinta e successivamente golf per Vincent). Completa il quadro Melissa McCarthy, finalmente in un ruolo normale e non chiassoso e Jaeden Lieberher nei panni del piccolo, curioso Oliver.
Anche qui, come in altre storie raccontate prima, il binomio giovane-anziano, pupillo-mentore è l'aspetto della vicenda che più viene considerato, anche se la chiave di lettura mostrata da questa vicenda è piuttosto irriverente, considerato che il Vincent del titolo è, da subito, un insopportabile alcolizzato che sembra odiare tutto e tutti, ricoperto di debiti di gioco e con la casa di cura dove, si scoprirà, è alloggiata la moglie malata. Insomma, è un bel casino. Ma, disperata, Maggie/McCarthy sarà costretta a chiedere a lui di prendersi cura del figlio mentre lei è costretta a fare gli straordinari al lavoro per far quadrare i conti.
E' chiaro che l'aspetto più piacevole di "St. Vincent" è il buon gruppo di attori che mettono in scena un racconto a tratti strampalato e irriverente, ma che nel finale si lascia coinvolgere da un sentimento buonista da lieto fine che mette tutto a posto. L'amicizia tra il lunatico Vincent e Oliver è certamente il valore aggiunto che motiva la visione di una storia che, altrimenti, sarebbe stata meno interessante e sicuramente più convenzionale. In definitiva un film carino.
Ps. Due candidature ai Golden Globes 2015 nella sottocategoria musical o commedia: Miglior film e Miglior attore protagonista (Murray).
Box Office: $54 milioni di dollari
Consigli: Pellicola carina è meno convenzionale di quanto si potrebbe pensare, "St. Vincent" è un titolo che sicuramente si può vedere senza pensieri, simpatico e adatto ad ogni occasione di disimpegno. Non è un capolavoro, ma ha i suoi buoni momenti, soprattutto finché la figura burbera di Vincent rimane celata dietro il suo odio per il mondo intero e il suo essere così fuori dagli schemi. Bill Murray è il valore aggiunto di tutto il progetto.
Parola chiave: Progetto scolastico.

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Bengi

giovedì 25 dicembre 2014

Film 841 - Pretty Woman

Alla scoperta della carriera cinematografica di Julia Roberts - Atto terzo.

Film 841: "Pretty Woman" (1990) di Garry Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Pretty woman, walking down the street
Pretty woman, the kind I'd like to meet"
Una canzone famosissima per un film ancora più famoso, addirittura di culto. "Pretty Woman" è la storica pellicola che ormai più di 20 anni fa lanciò letteralmente nell'olimpo delle star mondiali la Roberts e Richard Gere, un duo che, tra l'altro, saprà bissare il clamoroso successo sul grande schermo grazie alla successiva commedia romantica sempre diretta da Garry Marshall: "Se scappi, ti sposo" (pellicola che, parentesi degenerativa tutta italiana, ha avuto l'infausto merito di inaugurare la tutt'ora attiva stagione del 'se... ti'. Esempi celebri "Se mi lasci ti cancello", "Se sei così ti dico sì", "Se ti investo mi sposi?" e altre fregnacce simili).
Tornando a noi, "Pretty Woman" è uno di quei film che DEVI aver visto, che sai a memoria, che non manca nella tua collezione di dvd, che richiama una serie di ricordi, che ha fatto sognare un paio di generazioni. Tutte cose che, fino a qualche settimana fa, per me erano solo vuote parole, frasi celebri più volte pronunciate da amici prima di apostrofarmi stupefatti: "Come non lo hai mai visto?!".
A questa sconcertante verità si è dovuto porre rimedio, cosicché non si dica più che mi manchi un tassello fondamentale della cultura pop anni 90, esempio perfetto di cinema di massa che collega alla perfezione le due decadi fra cui è a cavallo.
La nostra Vivian Ward, signorina allegra della strada, è una che ha un gran fisico e chiacchiera a manetta, colpisce per il giga-sorriso ma ancora di più per il volume della chioma e, successivamente, delle parolacce che spara. Vivian è forgiata dalla strada da cui proviene, si è adattata giocoforza e ora è quello che è: una con degli stivali alla coscia e un vestitino che è il risultato dell'incrocio tra l'elastan e un buco nero.
Al contrario, Edward Lewis è uno che può permettersi tutto - anche la strada, ovviamente - ma è scontento della sua vita, almeno da un certo punto di vista. Ma non solo, perché è anche onesto e con uan certa morale per gli affari, che sopraggiunge dopo, a dire il vero, che la morale puritana è stata scaricata sul marciapiede.
Questi due tipi umani sono la ciliegina e la torta, un connubio perfetto di amore in divenire che saprà diventare non solo reale, ma anche cult. Ed è così che si forgia una carriera: con ruoli forti e un titolo stellare. I due signori in carrozza a questo giro, Roberts e Gere, sapranno fare tesoro di questo mantra della vita, finendo più volte a rivestire panni decisamente simili in titoli decisamente romantici, il tutto per un'eterna spirale che, vissuta al contrario, riporterà sempre e comunque al punto di partenza: questo.
E allora diciamolo pure che "Pretty Woman" tutto sommato mi è piaciuto, mi ha divertito e intrattenuto. Ho amato questa Julia scurrile e bagascia (all'acqua di rose però) impreziosita di Chanel e desiderosa di riscatto sulle commesse frigide. E' naturale che questo ruolo femminile così forte mi abbia ricordato quello di "Erin Brockovich" e la naturale congiunzione è stata ben gradita. Gere, dal canto suo, era già "Ufficiale e gentiluomo", ma anche e soprattutto un "American Gigolo", titolo che lo avvicina di molto alla protagonista qui. E comunque bisogna concedergli che fosse proprio un bell'uomo.
Tutto sommato, quindi, pollice in su per questo titolo di riferimento del cinema moderno, classico esempio di come il mainstream riesca sempre a farla da padrone al pari del lieto fine. Che c'è anche qui, ma poi che ve lo dico a fare? Lo sapevate già da molto, molto più tempo di me.
Ps. Questo ruolo è valso alla Roberts la sua seconda nomination all'Oscar e il suo secondo Golden Globe vinto di fila. I precedenti erano stati, alle rispettive cerimonie del 1990, per "Fiori d'acciaio".
Box Office: $463,407,268
Consigli: Tra i film migliori per le feste. Non perché abbia un particolare spirito natalizio, pasquale o di fine anno, ma semplicemente perché è un titolo per tutte le occasioni. Ci si siede sul divano, si fa partire il film e si lascia che la storia ci coinvolga, ci rilassi, ci faccia dimenticare che poi, se ci pensiamo un attimo, la festa è già finita. E allora va bene, sognano ancora un po'. Con Julia, che riesce quasi sempre a farcelo fare.
Parola chiave: Baciare con la lingua.

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Bengi

martedì 8 luglio 2014

Film 739 - Walk of Shame

Curioso di vedere questo film, soprattutto per la sua protagonista!

Film 739: "Walk of Shame" (2014) di Steven Brill
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Quando ho visto il film il titolo italiano non era ancora uscito e per fortuna: oltre ad essere la solita scelta imbarazzante e priva di contestualizzazione, "Una notte in giallo" fa riferimento solamente al vestito che indossa la protagonista e non c'entra nulla con il genere giallo, in quanto questa pellicola è una commedia e demenziale e degli equvoci. Era meglio lasciare il titolo originale che rende perfettamente l'idea...
Premessa fatta, per quanto questa pellicola non sia esattamente un capolavoro - per dire: è meno divertente e pazzo di "Notte folle a Manhattan" -, ammetto di essermelo goduto. Le situazioni assurde ci sono, Elizabeth Banks (una tra le attrici attualmente pi sottovalutate) è perfetta e, tutto sommato, il risultato finale è conforme alle aspettative di prodotto commerciale che fa leva su divertimento facile, equivoci imbarazzanti e una superficialità distensiva. Ovvero: piacevole e senza pretese.
Considerato quello che ci propinano oggigiorno spacciandolo per buon cinema (o tentando) e quanto spesso anche la medicrità sia premiata con ottimi incassi, mi ha stupido scoprire il deludente risultato al box-office, anche se il quasi inesistente incasso americano è dovuto al fatto che il film ha ricevuto solamente una distribuzione limitata e una direttissima realizzazione in DVD, mentre fuori dall'America la distribuzione è stata normale, ma necessariamente gli incassi sono inferiori. In ogni caso, con un budget da 15 milioni di dollari, il buco nell'acqua è evidente. Certamente il cambio di casa di distrubuzione ha generato intoppi.
In ogni caso "Walk of Shame" è assurdo quanto basta per far passare piacevolmente i 95 minuti della sua durata, anche se non porta assolutamente nulla di nuovo sullo schermo e vale soprattutto per la presenza della sua brava protagonista, in grado da sola di trascinare l'intera "baracca" e uscirne assolutamente fantastica!
Box Office: $5,565,259
Consigli: Nottata folle, colma di imprevisti e situazioni estreme per la povera Meghan che sogna di diventare volto telvisivo delle news nazionali. Dovrà passare attraverso il suo personalissimo inferno per arrivare al colloquio della carriera e dovrà riuscirci senza macchina, senza portafogli, senza documenti e, soprattutto, post sbronza (con rimorchio) e vestita troppo sexy per non sembrare una prostituta. Premesse carine - anche se già viste -, realizzazione accettabile e Elizabeth Banks sempre sul pezzo per una pellicola tutto sommato carina e ottima per una serata spensierata. Se cercate qualcosa per spegnere il cervello questo è il titolo che fa per voi. In Italia dal 24 luglio.
Parola chiave: Lavoro.

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Bengi

giovedì 11 luglio 2013

Film 566 - Amiche da morire

Lo volevo vedere da quando era uscito al cinema, ma non c'era stata occasione. Ho recuperato!

Film 566: "Amiche da morire" (2013) di Giorgia Farina
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: "Amiche da morire" è veramente un film carino, come già si poteva intuire dal trailer. Innanzitutto la trama è ben scritta e ricama sopra temi anche consueti (omicidio passionale, la provincialità di paeselli del sud, la prostituta intelligente che ha un sogno, ecc) in maniera furba e simpatica, passando anche per momenti estremizzati o poco plausibili nella realtà con una leggerezza e autoironia davvero apprezzabili.
La buona caratterizzazione dei personaggi (seppure molto legata ai cliché) deve tutto alle tre bravissime protagoniste Gerini, Capotondi, Impacciatore, ognuna perfetta nel proprio ruolo e, insieme, un trio esplosivo e spassosissimo. Nonostante in effetti la Gerini si sia spesso legato al ruolo di bellona e piacente - con un certo margine di degrado sociale - (anche) questa volta è riuscita a salvarsi dal 'fattore Buy', ovvero il ciclico riprorsi dello stesso ruolo (solo in contesti diversi) ben recitato ma che alla lunga stufa. Io, va detto, ho una naturale propensione per la Gerini e, seppure a volte un po' inadatta o sopra le righe, finisco sempre sinceramente per apprezzarla.
Sulla Capotondi, invece, avevo non pochi dubbi e riserve, svaniti a pochi minuti dall'inizio del film: accento siculo non fastidioso, credibile nel ruolo, divertente e capace di interpretare l'ingenuità necessaria a rendere lo spietato candore della sua Olivia. Quest'ultima all'inizio sembrerebbe poco simpatica e, invece, saprà riscattarsi agli occhi del pubblico.
Mia personale standing ovation, però, per il personaggio di Crocetta che Sabrina Impacciatore interpreta assolutamente in maniera perfetta! Divertentissima, martoriata da abiti, trucco e parrucco da befana sicula, succube di una madre-carceriera e, non bastasse, additata dal paese come porta iella locale, delle tre protagoniste è stata in assoluto quella che ho preferito. La scena in cui le fanno la ceretta e il momento in cui impara a flirtare al mercato sono davvero comici.
Insomma, complici le tre attrici e lo spunto narrativo interessante e trattato con piacevolissima leggerezza, questo film decolla fin dall'inizio e regala proprio quello che mi aspettavo di trovare in questo prodotto cinematografico: spasso spensierato, buone interpretazioni e una pellicola capace di intrattenere senza violenza o volgarità gratuite. In questo contesto è facile sorvolare sulle ingenuità di certi passaggi - in effetti, per esempio il momento del primo interrogatorio dopo l'omicidio di Rocco è reso in maniera troppo comica e poco credibile - e concentrarsi solamente sul buon lavoro finale che, finalmente, una commedia-noir italiana è riuscita a fare. Ci voleva tanto?
Ps. Alla sua ultima apparizione nel box office italiano in data 29 marzo, il film segnava l'incasso di 1,785,462€.
Pps. Agli ultimi David di Donatello, il film ha ricevuto una nomination nella categoria Migliore Regista Esordiente per Giorgia Farina. Ha vinto, però, Leonardo di Costanzo per "L'intervallo".
Film 1301 - Amiche da morire

Consigli: Bellissima cornice e fotografia e buon esordio registico per la Farina alla sua prima esperienza sul grande schermo. Per una serata in compagnia o anche da soli è perfetto perché spassoso, ma noioso e lascia con un sorrisetto alla fine della visione che non sono in tanti film ultimamente a saperlo regalare. Divertente!
Parola chiave: "Ho notato che sparare mi secca la pelle".

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Bengi

lunedì 19 novembre 2012

Film 481 - Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)

In pausa la fase anni '80, si passa alla commedia italiana dei primi anni '70.


Film 481: "Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)" (1970) di Ettore Scola
Visto: dal computer di Valentina
Lingua: italiano
Compagnia: Paola, Valentina
Pensieri: Primo film che vedo con interprete Monica Vitti, e, soprattutto, primo che vedo diretto da Ettore Scola, ho molto goduto della visione di questa pellicola che, internazionalmente, è conosciuta col titolo di "The Pizza Triangle".
Divertente e dal retrogusto amarognolo, è la storia di un triangolo amoroso che dei più sofferti non si può, tanto da culminare in follia e morte. Tutto, però, è trattato con toni leggeri e, al contempo, sempre camuffata sotto il tono sarcastico della battuta, vi è nascosta una satira sociale che non si fatica a cogliere in più di un passaggio (un esempio molto divertente è quello della sorella di Adelaide/Vitti, che la vuole a tutti i costi sposata e le fa la predica morale quando lei, in realtà, di mestiere fa la prostituta).
Il trio di attori è di prim'ordine: oltre alla Vitti anche Giancarlo Giannini nei panni di Nello e il protagonista Oreste, interpretato da Marcello Mastroianni che per questa pellicola vince la Palma d'oro al Festival di Cannes come miglior attore.
Tra l'altro, oltre alla critica sociale e un cast di tutto rispetto, la trama è anche piuttosto all'avanguardia: ad un certo punto il trio di amanti - entrambi gli uomini innamorati della Vitti - tentano un ménage à trois che è vero non andrà in porto, ma rimane comunque un argomento forte da mettere in tavola per il pubblico dell'epoca. Piacevole da guardare, fa anche pensare. Non c'è per niente male.
Consigli: 4 buoni motivi per vedere questa pellicola? Ettore Scola, Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Giancarlo Giannini.
Parola chiave: Processo.

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Ric