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martedì 7 maggio 2024

Film 2273 - The Persian Version

Intro: Domenica al cinema a sopresa dopo brunch casalingo.

Film 2272: "The Persian Version" (2023) di Maryam Keshavarz
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Michael
In sintesi: devo dire che "The Persian Version", nonostante non sia un film perfetto, mi è piaciuto.
Alcuni dei problemi che ho avuto con la storia:
a) a volte la storia sembra troppo disconessa e i pezzi del puzzle sembrano faticare a stare insieme;
b) ci sono troppi personaggi, molti dei quali a malapena abbozzati;
c) il flashback sulla madre è troppo lungo per trovarsi a metà della trama e nel modo in cui è presentato. Si perde il contatto con la storia raccontata fino a quel momento, ci si inserisce in un racconto nuovo, praticamente un piccolo film all'interno del film stesso e, per quanto estremamente ben realizzato, la sensazione è che la pausa che ci si prende per seguire questo nuovo racconto sia troppo lunga. Fosse stato diviso in vari flashback sparsi durante tutta la durata della pellicola, secondo me, avrebbe funzionato meglio.
A parte questo, comunque, il film ha un punto di vista molto personale e molto evidente, il che per un prodotto come questo è fondamentale per emergere dalla mischia di altri prodotti simili. Di fatto "The Persian Version" mischia commedia e dramma (molto bene) ed era necessario che trovasse il suo modo di miscelare questi due elementi. Il risultato finale è buono, dolceamaro ma coinvolgente.
Cast: Layla Mohammadi, Niousha Noor, Bijan Daneshmand, Bella Warda, Tom Byrne.
Box Office: $765,427
Vale o non vale: Un buon prodotto, diverso dalle solite produzioni americane a cui siamo abituati (e che ci hanno ambiamente anestetizzato). Layla Mohammadi è un'ottima protagonista e, in generale, il cast di comprimari è molto valido. Un piccolo film per quando si ha bisogno di qualcosa di diverso.
Premi: /
Parola chiave: Madre.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 28 agosto 2022

Film 2128 - Wedding Season

Intro: Ho visto il trailer su Netflix e, devo ammettere, mi ha fatto subito venire voglia di recuperarlo. D'altronde è estate e qualcosa di facile e leggero ci sta!

Film 2128: "Wedding Season" (2022) di Tom Dey
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: un capolavoro del genere commedia romantica moderna? Assolutamente no. Un film piacevole e spensierato che aiuta a staccare il cervello per un'oretta e mezza di spensieratezza? Certamente sì.
"Wedding Season" è piacevole a sufficienza e i suoi protagonisti affiatati e in parte, per cui anche se il risultato finale rispecchia tante altre romcom simili che abbiamo visto in passato, non si può dire che per questo il film ne risenta. Anzi, onestamente l'ho trovato alquanto piacevole, nonsotante la trama scontata e prevedibile.
Non indimenticabile, ma perfetto per una serata estiva.
Cast: Suraj Sharma, Pallavi Sharda, Rizwan Manji, Veena Sood, Ari Afsar, Sean Kleier, Manoj Sood.
Box Office: /
Vale o non vale: Anche se a tratti ricorda un po' "27 volte in bianco", questo "Wedding Season" è una piacevole distrazione estiva che spegne il cervello senza far danni e regala qualche momento simpatico e l'inevitabile lieto fine. Che sì, lo si sapeva anche solo guardandone la locandina, però ogni tanto un filmetto d'amore facile facile fa bene al cuore e all'anima.
Premi: /
Parola chiave: Matrimonio.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 9 settembre 2020

Film 1919 - The Farewell

Intro: Altro film che ero curiosissimo di recuperare viste le buonissime recensioni e un ruolo da protagonista per Awkwafina che ha attirato molto la mia curiosità.
Film 1919: "The Farewell" (2019) di Lulu Wang
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese, mandarino
Compagnia: Andrea
In sintesi: non mi sento di definire questa pellicola una commedia, per quanto pare che commedia drammatica sia la descrizione più comune. E' vero, Awkwafina riesce perfettamente a bilanciare una comicità tagliente con le tematiche spesso complesse e/o drammatiche della sceneggiatura di Lulu Wang, però da qui a ridere ne passa.
Più che altro si può definire per noi (occidentali?) surreale l'idea alla base di "The Farewell" perché per molti versi lontana da come concepiamo i diritti del malato e della persona in generale. Il presupposto è questo: la nonna di Billi - una giovane adulta cinese immigrata in America con i genitori - abita in Cina e sta per morire. Nessuno della famiglia ha intenzione di dirglielo per non costringere la donna a vivere in sofferenza i suoi ultimi giorni. Per questo motivo a) nessuno vuole che Billi vada a trovare la nonna insieme agli altri parenti a Changchun perché la ragazza non sa tenere un segreto e b) la famiglia organizza un matrimonio così da distrarre l'anziana.
E' evidente che ci sia molta carne al fuoco, la storia si confronta con tantissime tematiche anche molto attuali, prima fra tutte quella dell'immigrazione e cosa significhi per le persone che lasciano il proprio paese per un altro, quali implicazioni ci siano. Divisa a metà fra due culture opposte, Billi - ma anche i suoi genitori - fatica a mettere insieme i pezzi di una vita che sembrerebbe non aver ingranato e il viaggio in Cina non farà che mettere ancora di più in luce questo senso di vuoto. L'imminente perdita della nonna non fa che acuire il sentimento di mancanza, tanto che la ragazza si ripropone di rimanere al fianco dell'anziana fino alla fine.
Al contempo Nai Nai (Zhao Shu-zhen) non dimostra alcun segno di cedimento e, anzi, più arzilla che mai si prepara all'organizzazione di un matrimonio che pare più una copertura che un vero atto d'amore. Il tutto in un mix familiare che coinvolge un numeroso gruppo di persone che non si sedeva assieme a tavola da tempo. Non mancano tensioni e incomprensioni, pur sempre addolcite dalle circostanze.
Insomma, "The Farewell" è un bel prodotto che ha molto da raccontare e lo fa con un tono pacato, eppure estremamente incisivo. La performance di Awkwafina è perfetta e regge buona parte della storia, accompagnando i momenti spensierati a quelli più drammatici con estrema vitalità e carisma. Davvero un'ottima prova di attrice. Nell'insieme, quindi, un buon risultato finale per un titolo della passata stagione che ha qualcosa da dire.
Cast: Awkwafina, Tzi Ma, Zhao Shu-zhen, Diana Lin, Lu Hong, Jiang Yongbo, Chen Han, Aoi Mizuhara.
Box Office: $22.5 milioni
Vale o non vale: L'ho trovato piacevole e interessante dall'inizio alla fine. Mette a confronto molteplici culture e come le persone ci si rapportino. Descrive dinamiche familiari che potrebbero appartenere a qualunque famiglia, per cui è abbastanza facile immedesimarsi. Racconta una storia meno convenzionale di quanto non si penserebbe all'inizio, grazie anche ad un finale che, pur non gridato, risulta in un colpo di scena inaspettato. Insomma, "The Farewell" funziona su tutta la linea ed è certamente un piccolo film indipendente a cui dare una chance.
Premi: Candidato al Golden Globe per Miglior film straniero, Awkwafina ha vinto quello per la Miglior attrice protagonista musical o commedia (WTF?!). Candidato al BAFTA per il Miglior film straniero.
Parola chiave: Uccellino.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 5 agosto 2020

Film 1902 - Bangla

Intro: Avevo già scritto la recensione di questo film e ne ero onestamente soddisfatto, ma l'aggiornamento dell'interfaccia di scrittura di questo blog - da me non richiesta - ha fatto sì che tutto quello che avevo scritto non si sia salvato. Quindi eccomi qui, due giorni dopo, a tentare di riscrivere nuovamente i pensieri su questa pellicola.
Ho deciso che, in vista del nuovo mese appena cominciato, delle ferie in Puglia appena terminate e un generale senso di rimessa in gioco e discussione che mi pervade, fosse il caso di mettere idee ed opinioni nero su bianco rispetto a pellicole recenti che ho visto in successione e che mi sono apparse, francamente, più fuori dai miei schemi del solito. Sarà che ultimamente sto guardando molte più serie che prodotti cinematografici, sarà che sono diventato un po' più selettivo, di fatto ci tengo a tirare fuori pensieri su quanto ho visto di recente il prima possibile.
Film 1902: "Bangla" (2019) di Phaim Bhuiyan
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano, bengali
Compagnia: Cuggy
In sintesi: Ho scaricato "Bangla" durante la quarantena, incuriosito dalle varie nomination ottenute ai David di Donatello; sono stato principalmente attratto dal titolo, lo ammetto. Un'amica, poi, me lo ha caldeggiato e - forse colpito da quel senso di colpa che ogni tanto mi prende rispetto al fatto che dò sempre pochissime chance al cinema nostrano - ho deciso che fosse giunto il momento di recuperare un titolo italiano, per giunta d'esordio, per giunta su un musulmano figlio di immigrati che vive a Roma. C'era molta carne al fuoco.
Lo dico subito: "Bangla" mi è molto piaciuto. L'ho trovato divertente e intelligente, spigliato e giovane nell'approccio, facile solo apparentemente perché gioca con un'ironia che arriva dritta al punto e lascia molto su cui riflettere. Bhuiyan è bravo perché riesce a mettere a confronto due mondi apparentemente diversissimi, sottolineandone poi gli aspetti comuni e riuscendo nell'intento del farci ridere su pur lasciandoci con qualcosa su cui riflettere.
Il personaggio Phaim è figlio di immigrati del Bangladesh, è scuro di pelle, parla romano, sogna il sesso e spera nel vero amore, ma deve fare i conti con una religione che lo vuole illibato e una famiglia che lo vede presto sposato con una connazionale. La complicazione si mette in scena quando conosce Asia (Carlotta Antonelli) e i due si innamorano, dovendo entrambi confrontarsi con realtà che parrebbero dare poca speranza ad un futuro insieme.
Nonostante non sia un film perfetto, "Bangla" funziona perché parla un linguaggio universale, capace di farsi comprendere a chiunque stia guardando per una semplicità che non significa semplificazione o superficialità. E' questo che mi è particolarmente piaciuto della pellicola, che è efficace con leggerezza e una certa dose di "amatorialità" che finisce per dare un tono realistico a tutta l'operazione. Un grandissimo esordio per un cinema italiano che ha bisogno di nuove voci, nuovi punti di vista, nuove storie.
Cast: Phaim Bhuiyan, Carlotta Antonelli, Simone Liberati, Pietro Sermonti, Shaila Mohiuddi, Nasima Akhter, Rishad Noorani.
Box Office: € 200.682
Vale o non vale: Una commedia che fa pensare, una storia sugli stereotipi, un film fresco e molto vitale. "Bangla" è un ottimo esordio e un buon film che, pur con delle imperfezioni, finisce per lasciare lo spettatore non solo soddisfatto della visione, ma anche con qualcosa su cui riflettere. Da vedere.
Premi: Candidato a 4 David di Donatello per Migliore sceneggiatura originale, Miglior produttore, Migliore canzone originale ("Festa" di Antonio Aiello, Shoshi MD Ziaul), Phaim Bhuiyan ha vinto il premio per Miglior regista esordiente.
Parola chiave: Religione.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 27 maggio 2019

Film 1598 - Gangs of New York

Intro: Non vedevo l'ora di rivedere questo film. Avendolo visto una sola volta - non so nemmeno quanti anni fa - avevo un ricordo vago e non esattamente affidabile, per cui desideravo recuperarlo per rinfrescarmi la memoria. Sapevo che mi sarebbe piaciuto! Second time's a charm...
Film 1598: "Gangs of New York" (2002) di Martin Scorsese
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: come per "The Departed", anche per questo titolo di Scorsese provavo inizialmente una certa avversione, dettata probabilmente dalla mia giovane età al tempo d'uscita... A 15 anni forse non hai la capacità di apprezzare un certo modo di fare cinema. All'epoca, poi, non apprezzavo particolarmente DiCaprio. Col senno di poi devo dire che "Gangs of New York", con la sua sete di sangue e vendetta, mi ha davvero conquistato. Privo di fronzoli, diretto e crudo, con un cast azzeccatissimo - Cameron, davvero?! Chi se lo aspettava! - e una regia assolutamente consapevole di ciò che deve raccontare e far vedere, questo film riesce a portare a casa un risultato straordinariamente realistico nonostante la ogni tanto evidente finzione scenografica da ricostruzione in studio (Cinecittà, tra parentesi). Menzione speciale per Daniel Day-Lewis, qui grandissimo co-protagonista e spietato macellaio. Un'interpretazione magistrale.
Cast: Leonardo DiCaprio, Daniel Day-Lewis, Cameron Diaz, Jim Broadbent, John C. Reilly, Liam Neeson, Henry Thomas, Brendan Gleeson, Gary Lewis, Eddie Marsan, Barbara Bouchet.
Box Office: $193.8 milioni
Vale o non vale: Forse non un titolo per tutti, ma sicuramente imperdibile per gli amanti di DiCaprio e Scorsese e chi apprezza, tra l'altro, le loro molteplici collaborazioni. Il film è un vero e proprio colossal, non solo per i soldi spesi per produrlo, ma anche per ciò che riguarda la storia e la realizzazione. Da vedere.
Premi: Candidato a 10 premi Oscar, tra cui Miglior film, regia, attore protagonista, sceneggiatura e canzone originale (degli U2); nominato a 5 Golden Globe ne ha vinti 2 per Miglior regia e canzone originale ("The Hands That Built America"); 12 nomination ai BAFTA (tra cui Miglior film e regia) e 1 premio portato a casa per Day-Lewis come attore protagonista; nominato al César come Miglior film straniero.
Parola chiave: Priest.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi