giovedì 18 dicembre 2014

Film 835 - A letto con il nemico

Recuperiamo la filmografia di Julia Roberts - Atto secondo.

Film 835: "A letto con il nemico" (1991) di Joseph Ruben
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "A letto con il nemico" è un titolo molto seducente per una storia che, però, non lo è nei fatti. La sottintesa tensione sessuale che pare promettere, traveste di pathos "a luci rosse" un racconto in realtà incentrato sugli abusi domestici subiti dal personaggio femminile principale.
Julia Roberts è Laura Burney seviziata e mortificata moglie di un tizio col baffo a cavallo tra gli '80 e i '90 che appare super tonico durante gli allenamenti casalinghi, ma appena si veste sembra mio nonno, il che riduce un pelino l'effetto timore. Tra l'altro, bisogna aggiungere, sarà quel baffo preciso o quel capello un po' così, di fatto il nostro innamorato dal pugno facile ha anche un gran fiuto per quanto riguarda l'arte di risolvere i misteri: da una lampadina rotta riuscirà a dedurre quello che 10 anni dopo Gil Grissom riesce a dedurre da uno starnuto. Che l'FBI lo contatti.
In questa cornice di (un po' superficiale) contestualizzazione matrmoniale che definire infelice è mettarla giù bene, la nostra beniamina cercherà giustamente una via di fuga alla prima occasione. Si presenterà con la scusa di una gita in barca durante una tempesta (...) che praticamente ribalterà la barca ma non annegherà la nostra Laura, fino a due giorni prima incapace di nuotare ed ora olimpionica sirena dalla bussola stellare. Guadagnerà la riva, come la promessa di una ritrovata libertà.
L'incubo sembra finito: nuovo nome, nuova casa, nuovo uomo. Poi, però, di nuovo incubo col ritorno di baffetto e della sua ossessione per gli asciugamani perfettamente allineati. Ed è qui che il film prende una piega fastidiosa, più del fatto che fino a quel momento si era basato sul grande valore semplificatore del cliché: Laura dovrà lottare per la sua vita in uno scontro che si capisce fin da subito sarà decisivo. O lei o gli anni '80 (leggi baffetto). Eppure, nonostante la nostra protagonista abbia dimostrato più volte di avere la volontà di ricominciare per sottrarsi ai sopprusi, alla violenza, alla sottomissione e al degrado cui era sottoposta, eppure, si diceva, nel momento di reagire e lottare per sé stessa si accascia e si lascia atterrire. Sopravvive solo perché la pistola è scarica, non perché lei lotti per la sua vita. E allora, scusate, ma qual è il senso di questa storia? Non c'è mica Woody Allen e il suo rimbalzo di anello a rallentatore qui, non si può lasciare al caso l'emissione del verdetto. Io voglio una Julia che lotta, una futura Erin Brockovich che non si lasci sopraffare dalla paura di un ricordo, un fantasma passato tornato a reclamare la sua vittima d'amore.
Questo aspetto fatalista di Laura non mi è per nulla piaciuto e, anzi, ho trovato che passi un messaggio - sempre che ci fosse, forse sono io che cerco troppo e chiedo troppo a un prodotto come "Sleeping with the Enemy" - di infelice vittimismo e succube sottomissione all'uomo e agli eventi che non dovrebbe essere permesso alla protagonista di una storia del genere. O almeno non a una protagonista che ha già ampiamente abbracciato un atteggiamento reattivo e propositivo nella prima parte del racconto.
Questo scivolone francamente poco felice e il risultato finale mediocre non mi hanno fatto particolarmente apprezzare questa pellicola. Nemmeno Julia mi sembrava tanto ispirata. Però era carina.
Box Office: $174,999,005
Consigli: L'atmosfera è ancora molto 80s e le cotonature di Julia ne sono la felice testimonianza. Il baffetto furbetto, tornato recentemente alla ribalta, è piacevolissimo da notare tutte le volte che il suo possessore appare in scena. Per il resto non c'è molto da dire su questa pellicola, esempio piatto di thriller psicologico, genere francamente un po' estraneo alla Roberts e motivo per il quale ero tanto interessato a questo prodotto. Manca pathos e una contestualizzazione che vada oltre lo spintone o il pugno. La sofferenza psicologica non crea abbastanza empatia, il disturbo mentale è caricaturale, la scena madre frettolosa. E' tutto giocato sulla presenza della Star, una Roberts con già all'attivo 2 nomination all'Oscar, e la legittimazione di tale status attraverso un bottheghino ricco (solo 19 milioni per produrlo) e la presenza dell'attrice come unica veramente riconoscibile del cast. Ti piace vincere facile?
Di fatto si fa vedere senza difficoltà, ma non è nulla di che.
Parola chiave: Fede nuziale.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

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