Sufficientemente incuriositi per decidere di vederlo, lo abbiamo recuperato.
Film 863: "La spia" (2014) di Anton Corbijn
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "A Most Wanted Man" è uno di quei thriller tesi e lenti, in cui ti sembra non accada nulla fino alla fine in cui, poi, si decide tutta la storia. Fedele a questa formula, anche l'ultimo film con Philip Seymour Hoffman presenta questa peculiarità che lo caratterizza appieno.
Non che mi aspettassi una trama ricca di bombardamenti, sparatorie o inseguimenti, ma va detto che per la maggior parte del tempo qui si sta a guardare qualcuno che guarda qualcosa, ascolta o pensa e, diciamocelo pure, non è roba per tutti. Tra l'altro la trama parte in una direzione e finisce da un'altra parte, confondendo i meno attenti.
Tutto sommato non si può certo dire che questo prodotto non sia ben fatto e, in verità, se si ha la pazienza di scoprire come andrà a finire si rimane anche sorpresi in positivo. Semplicemente bisogna pazientare.
La freddezza delle immagini e dei luoghi - le location si trovano ad Amburgo, Germania - non aiuta il coinvolgimento dello spettatore all'interno della storia e, per quanto mi riguarda, mi ha lasciato un po' perplesso (come per "Il quinto potere"), probabilmente perché assuefatto da sfondi urbani americani o inglesi. Forse li ho collegati inconsciamente a pellicole come "Le vite degli altri" di cui ho ricordi freddi e solitari. Chissà.
In ogni caso questa produzione britannica tratta dal romanzo omonimo di John le Carré - dopo gli altri successi cinematografici "The Constant Gardener - La cospirazione", "La talpa" - è sufficientemente buono per essere visto, sufficientemente indipendente e al contempo sufficientemente mainstream per piacere ad una buona fetta di pubblico e, anche se non il caso più eclatante, è comunque un titolo che porta con onore il non facile compito di ultima pellicola di un attore che ha saputo regalare non poche buone interpretazioni.
Box Office: $31.6 milioni
Consigli: Cast importante (Philip Seymour Hoffman, Rachel McAdams, Willem Dafoe, Robin Wright, Grigoriy Dobrygin, Homayoun Ershadi, Nina Hoss, Daniel Brühl) per un thriller tratto dal romanzo di John le Carré che, visto con la giusta predisposizione d'animo, può valere la visione soprattutto nel finale. Seymour Hoffman guida bene il gioco e dimostra, ancora una volta, di essere un ottimo protagonista, anche decentrato dall'occhio vigile di Hollywood. Va visto se si ama il genere, l'autore del romanzo da cui è tratto o se si gradiscono le buone produzioni britanniche che strizzano l'occhio all'America pur rimanendo marcatamente europee. Eviterei, invece, di lasciare che trailer e locandina del film influenzino l'intenzione di seguire questa storia semplicemente per il fatto che sia l'ultima pellicola dell'attore newyorkese scomparso a febbraio. Se si vuole onorarlo simbolicamente attraverso le sue interpretazioni, meglio scegliere altri lidi ("Il dubbio", "Magnolia", "I Love Radio Rock" anche "Truman Capote - A sangue freddo" per quanto non mi sia piaciuto).
Parola chiave: Banca.
Trailer
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