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domenica 2 febbraio 2025

Film 2343 - Nosferatu

Intro: Back from Italy after the holiday break, Niamh and I had this movie planned for as soon as we got back to Dublin.

Film 2343
: "Nosferatu" (2024), Robert Eggers
Watched on: At the movies
Language: English
Watched with: Niamh
Thoughts: I was excited to see this movie, but not as excited as Niamh was.
I wasn't exactly sure what to expect, which I think didn't make me too entusiastic about watching this movie to begin with. What excited me the most, though, was it's cast: with Nicholas Hoult, Aaron Taylor-Johnson and Willem Dafoe all in lead and supporting roles and none other than "It" itself Bill Skarsgård in the titular role, definitely "Nosferatu"'s star factor was playing a big role.
What hurt the chances of me liking and enjoying this movie experience, though, were two factors. Firstly, an external one: the movie theater we were in had no heating on and we ended up watching the movie wearing our jackets all buttoned up. It maybe (unintentionally) mimicked this film's atmosphere, but it wasn't at all pleasent and actually made imèatient to leave ("Nosferatu" is 132 min long...).
Secondly, I couldn't understand a single thing Bill Skarsgård says. The tone of his voice playing this character and especially the accent made impossible for me to grasp just a couple of words here and there, to the point I eventually gave up trying to understand what "Nosferatu" was saying. Which obviously made it kind of hard for me to understand what was going on with his character in general and especially with his relationship to and with Lily-Rose Depp's Ellen. To the point that I had to go and read the plot of this movie on Wikipedia to get a better sense of what I just watched.
So, maynly for these two reasons, i can't say I enjoyed watching "Nosferatu" as much as I was expecting to.
That said, it's undeniable that this movie has a clear point of view, is masterfully crafted and well acted and has a great sense of style and it's visually compelling. I particularly loved the gloomy atmosphere, the cinematography and costumes and the actor's perfromances. I think Robert Eggers once again proves that he has a really interesting point of view and his film are more and more becoming recognizable in terms of their clear style and visual, estethic and directing.
Also, I want to mention that I enjoyed Lily-Rose Depp's performance, this is the first time I see her act and she didn't disappoint (although I think this could have been another role Anya Taylor-Joy would have killed had she collaborated with Eggers once more after "The Witch" and "The Northman").
Cast: Bill Skarsgård, Nicholas Hoult, Lily-Rose Depp, Aaron Taylor-Johnson, Emma Corrin, Willem Dafoe.
Box Office: $172.2 million (so far)
Worth a watch?: Visually intriguing, extremelly well crafted and directed, I'm sure "Nosferatu" won't disappoint the fans of the original (although I didn't watch it so take this with a pinch of salt). Some may require subtitles to understand what Bill Skarsgård is saying.
Awards: Nominated for 4 Oscar: Cinematography, Production Design, Costumes and Makeup and Hairstyling. 5 BAFTAs nominations for Cinematography, Production Design, Costumes, Make Up & Hair and Original Score.
Key word: Plague.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 26 ottobre 2024

Film 2314 - Beetlejuice Beetlejuice

Intro: Sempre in tema con Halloween ormai imminente, la settimana scorsa siamo andati al cinema a recuperare questo film prima che non lo passassero più nelle sale.

Film 2314: "Beetlejuice Beetlejuice" (2024) di Tim Burton
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh, Will
In sintesi: premesso che non ho mai visto l'originale per intero ma solo qualche spezzone qua e là negli anni - lo so, criminale - e che non avessi particolare intenzione di recuperare il sequel così a random, ammetto che tutto sommato "Beetlejuice Beetlejuice" non mi è dispiaciuto.
In un periodo in cui faccio davvero fatica a digerire filmoni della durata di 2 o più ore, ammetto che il pensiero confortante di una visione rapida di circa un'oretta e mezza mi dà il conforto giusto e mi mette nel mindset perfetto ad apprezzare al meglio ciò che sto per vedere. In nquesto senso credo che il nuovo film di Tim Burton abbia beneficiato della mia adduale (in)disposizione, il tutto per un rosultato finale che ho trovato piacevole e di intrattenimento, anche se meno divertente di quanto mi aspettassi.
Di per sé si tratta di un prodotto dall'estetica chiara e precisa, con una visione d'insieme solita che traspare per tutto il tempo, anche grazie alla colonna sonora del sempre magnifico Danny Elfman. Burton fa il suo dover, anche se non credo si possa dire che si sia particolarmente impegnato a consegnare al pubblico qualcosa di indimenticabile in termini di riprese. Cast buonissimo con una Winona Ryder di fatto protagonista, anche se Catherine O'Hara ormai è Moira Rose e Jenna Ortega finisce per interpretare sempre lo stesso ruolo (per cui è perfetta, ma è pur sempre sempre lo stesso personaggio).
Ciò detto, il problema principale di "Beetlejuice Beetlejuice" è il paradosso di avere troppi personaggi e, allo stesso tempo, niente da raccontare. Ci sono almeno sottotrame che si potrebbero tagliare senza che la storia ne risenta: i personaggi di Monica Bellucci e Willem Dafoe per intero + la storia d'amore tra Astrid (Ortega) e Jeremy (Arthur Conti). Ce ne sarebbero ancora molte altre, ma cito solo queste come principale esempio.
C'è davvero troppa carne al fuoco che di fatto non porta a niente, senza contare che le varie risoluzioni dell'arco narrativo dei personaggi sono talmente rapide e superficiali che il tutto risulta frettoloso e privo di tensione. Ed è un peccato, perché del potenziale ce ne sarebbe anche.
Infine, ammetto che per un film che si chiama "Beetlejuice Beetlejuice" mi aspettavo che il personaggio interpretato da Michael Keaton sarebbe stato un attimo più prominente, mentre in realtà Beetlejuice c'è per neanche metà della storia.
Poi, ribadisco, il film non mi è dispiaciuto (forse perché non avevo nessuna aspettativa), però mi sa che Niamh ha riassunto meglio il senso di tutta questa operazione commerciale: una pellicola più da Netflix che per il grande schermo.
Cast: Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O'Hara, Justin Theroux, Arthur Conti, Monica Bellucci, Jenna Ortega, Burn Gorman, Santiago Cabrera, Danny DeVito, Willem Dafoe.
Box Office: $435.7 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Immagino che il ritorno al cinema di Beetlejuice sia un evento non da poco per i fan, considerando che il primo film è uscito nel 1988. Sperando che ne sia valsa la pena di attendere per così tanto, per tutti gli altri che non sono necessariamente fanatici del primo titolo cult posso dire che questo sequel è un'innocua aggiunta a questa stagione cinematografica che si lascia tranquillamente vedere. Visto l'incasso al botteghino mi aspettavo un capolavoro - no - comunque un prodotto nell'insieme piacevole.
Premi: /
Parola chiave: Dad.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 19 agosto 2024

Film 2226 - Spider-Man: No Way Home

Intro: Era da un po' che volevo rivederlo, così una sera mi sono deciso.

Film 2226: "Spider-Man: No Way Home" (2021) di Jon Watts
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: sicuramente della nuova trilogia di Spider-man con Tom Holland il migliore uscito fino ad ora. Divertente, emozionante, con grandi scene d'azione e il ritorno di numerosi personaggi, "Spider-Man: No Way Home" non solo riesce a conciliare con intelligenza cameo e "riapparizioni" con la storia che intende raccontare, ma riesce a farlo in un modo che lascia sorpresi e, allo stesso tempo, è funzionale a portare avanti la storia. Chapeau.
Film 1394 - Spider-Man: Homecoming
Film 1653 - Spider-Man: Homecoming
Film 1781 - Spider-Man: Far from Home
Film 2077 - Spider-Man: No Way Home
Film 2226 - Spider-Man: No Way Home
Film 467 - The Amazing Spider-Man
Film 718 - The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro
Cast: Tom Holland, Zendaya, Benedict Cumberbatch, Jacob Batalon, Jon Favreau, Jamie Foxx, Willem Dafoe, Alfred Molina, Benedict Wong, Tony Revolori, Rhys Ifans, Charlie Cox, J. K. Simmons, Tom Hardy, Thomas Haden Church, Marisa Tomei, Andrew Garfield, Tobey Maguire.
Box Office: $1.923 miliardi
Vale o non vale: Uno degli ultimi film della Marvel a funzionare davvero, "No Way Home" è un divertente giro di giostra che intrattiene a dovere e lascia soddisfatti.
Premi: Candidato all'Oscar per i Migliori effetti speciali. Miglior film e miglior performance cinematografica (Tom Holland) agli MTV Movie + TV Award (su 7 nomination totali).
Parola chiave: Second chance.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 16 febbraio 2024

Film 2249 - Poor Things

Intro: Ammetto che non avessi intenzione originariamente di vedere questo film. Poi hanno cominciato a parlarne bene tutti, così alla fine mi sono convinto.

Film 2249: "Poor Things" (2023) di Yorgos Lanthimos
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: le pellicole precedenti di Lanthimos che ho visto mi sono piaciute tutte (tranne "The Killing of a Sacred Deer") per cui risultava strano a me per primo che mancassi di curiosità nei confronti del suo ultimo progetto. Credo che, per me, l'aspetto visivo fosse il primo deterrente: in un momento personale in cui (ancora) fatico ad approcciarmi a prodotti drammatici emotivamente provanti, l'idea che mi ero originariamente fatto di "Poor Things" era che potesse essere uno di quei film complessi, un po' cerebrali, tendenzialmente d'essai. Ovvero tutto ciò per cui non riesco a sviluppare un interesse ultimamente.
Poi, con tutto il clamore ottenuto, mi sono lasciato convincere e, devo dire, di fatto il film non mi è dispiaciuto. Ammetto che non sia una di quelle storie che sento il bisogno di rivivere - ovvero, vista la pellicola una volta sono contento così - però sicuramente "Poor Things" è un'esperienza visiva che, se si è appassionati di cinema contemporaneo, va fatta. Lanthimos è chiaramente un grande narratore e artista che, in questo caso, ha più che mai lasciato libera la sua creatività, confezionando un prodotto stilisticamente meraviglioso e artisticamente interessante. Oltre a lui, il merito va ovviamente a una Emma Stone mai così assorbita in un ruolo che ne mettesse alla prova le capacità (non solo recitative in questo caso, dato che qui è anche produttrice del film, ergo la Stone è anche candidata all'Oscar per il Miglior film quest'anno). A lei va tutto il merito di portare sulle spalle un prodotto complicato e complesso e, soprattutto, non facile da "vendere" al pubblico. Se il risultato finale funziona è anche per merito suo. Tra l'altro secondo me è possibile che la Stone vinca il suo secondo Oscar per la sua performance, anche se sarà difficile battere la Lily Gladstone di "Killers of the Flower Moon" (anche per una questione un po' politica a dire il vero, ma quella è un'altra storia).
Detto cioò, ho trovato "Poor Things" un po' troppo lungo per i miei gusti (142 minuti), in particolare mi è risultata "faticosa" la parentesi portoghese - per quanto spettacolare in termini visivi - probabilmente anche in conseguenza del fatto che l'antipatico personaggio interpretato da Mark Ruffalo in questo capitolo è molto presente.
A prescindere, comunque, avrei un po' sforbiciato qui e là, specialmente una parte iniziale particolarmente disorientante che mi ha lasciato per troppo tempo a chiedermi a cosa stessi assistento, sottraendo la mia attenzione dal film.
Particolarmente godibile, invece, la parentesi francese in cui Bella (Stone) matura una consapevolezza di sé stessa e del suo corpo che fino a quel momento non aveva. Quella che sarebbe potuta essere la parte più difficile della storia da digerire risulta, invece, divertente e sorprendentemente "self-aware".
Tutto sommato, quindi, una visione godibile di un prodotto artisticamente ricchissimo (costumi, scenografie, musiche, fotografia) che, insieme ad altri titoli più pop della passa stagione, la fa da padrone in una stagione cinematografica altrimenti particolarmente priva di ispirazione.
Cast: Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef, Christopher Abbott, Margaret Qualley, Jerrod Carmichael, Hanna Schygulla.
Box Office: $90.5 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Lanthimos si spinge ancora oltre "The Favourite" e confeziona una pellicola che, ad oggi, sembra essere la continuazione naturale di tutto ciò che ha portato precedentemente al cinema: più colorato, più audace, ancora più creativo, "Poor Things" è un altro film con una forte protagonista femminile, un'altra storia profondamente personale - del resto cosa c'è di più personale del trovare se stessi? - nonché un altro titolo dallo humor provocatorio, ma estremamente efficace. Insomma, nel marasma di robaccia che esce ultimamente, fatevi un regalo e date una chance a questa pellicola. Magari non è il vostro genere, ma almeno è un prodotto creativo che ha qualcosa da dire, nonché da mostrare.
Premi: Candidato a 11 premi Oscar per il Miglior film, regia, attrice protagonista (Stone), attore non protagonista (Ruffalo), sceneggiatura non originale, fotografia, scenografia, colonna sonora, montaggio, cortumi, make-up e acconciature. Vincitore di 2 Golden Globes per Miglior film musical/commedia e attrice protagonista (Stone) su 6 nomination (per regia, sceneggiatura, colonna sonora e i due attori non protagonisti Ruffalo e Dafoe). 11 nomination ai BAFTA per Miglior film, regia, attrice protagonista, sceneggiatura non originale, colonna sonora, montaggio, fotografia, costumi, scenografia, make-up e acconciature, effetti speciali e film britannico dell'anno. Il film ha vinto il Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia 2023.
Parola chiave: Experiment.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 27 maggio 2022

Film 2109 - The Northman

Intro: Molto, molto curioso di recuperare questa pellicola di cui avevo sentito parlare benissimo.

Film 2109: "The Northman" (2022) di Robert Eggers
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: lo dico fin da subito: 2 ore e 17 minuti mi sono parsi a tratti interminabili.
Di per sé "The Northman" è un bel film, mi è pure piaciuto nel suo insieme, ma ci sono dei momenti - specialmente all'inizio - che si sarebbero potuti decisamente sforbiciare (probabilmente anche certe parti nel corpo centrale del racconto, specialmente quando attendiamo pazientemente di veder mettersi in moto il piano di vendetta di Amleth, che parrebbe non partire mai). Insomma, ci mancava solo di vedere la nascita del protagonista e poi più che un'avventura epica ai tempi dei vichinghi diventava una biografia.
Comunque, pur facendosi attendere, "The Northman" consegna allo spettatore un racconto di vendetta e riscatto certamente difficile da dimenticare. In parte per la straordinaria interpretazione di Alexander Skarsgård - che dopo Tarzan torna a pomparsi di muscoli come non mai - in parte per un approccio che all'inizio lascia scioccati, ma poi paga: una violenza inaudita. La telecamera non ci risparmia niente e, verso il finale, si è capito che è veramente possibile che succeda qualsiasi cosa. Il che gioca decisamente a favore dell'effetto sorpresa. Forse il finale di per sé mi ha lasciato un po' interdetto nel senso che avrei preferito una risoluzione più netta, ma è anche vero che non conoscendo la leggenda del personaggio di Amleth, non so se questa conclusione rispecchi di fatto il racconto originale.
Da aggiungere, poi, che Robert Eggers spinge tantissimo sull'estetica, il che paga ancora di più che la violenza. La maggior parte delle scene sono stupende e per l'estetica generale e per la fotografia e perché talvolta sembra di guardare un quadro. Per un film che mette in scena così tante atrocità, colpisce l'approccio poetico nei confronti di certe scene a dir poco stupende (la Valchiria che porta i soldati caduti al Valhalla è quasi magica, mentre la veggente interpretata da Björk è spaventosamente intrigante, ma ci sono un'infinità di altri esempi che si potrebbero citare, come l'albero genealogico o un certo momento di tenerezza tra Skarsgård e Anya Taylor-Joy che, seduti tra le montagne, parlano del loro futuro). Insomma, la componente estetica è chiaramente parte integrante di quest'opera e bisogna ammettere che il lavoro fatto eleva "The Northman" rispetto a prodotti d'azione simili che mancano, però, di un immaginario visivo così potente.
Detto questo, ribadisco che quasi 2 ore e mezza di prosopopea normanna mi hanno provato e anche se questo film mi è piaciuto, onestamente dubito lo rivedrei.
Cast: Alexander Skarsgård, Nicole Kidman, Claes Bang, Anya Taylor-Joy, Ethan Hawke, Björk, Willem Dafoe, Claes Bang, Gustav Lindh.
Box Office: $64.8 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Decisamente, assolutamente non un film per tutti. Violento all'ennesima potenza, non risparmia un colpo allo stomaco allo spettatore che sia uno. Se, però, si guarda oltre il carattere violento di "The Northman" ci si accorgerà che c'è una certa purezza in questo racconto che viene veicolata dall'estetica potente e curatissima che va a costituire un immaginario glaciale e bellissimo che non lascia lo spettatore nemmeno a fine visione. Cast pazzesco, regia ispirata e colonna sonora da urlo.
Premi: /
Parola chiave: Vendetta.
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Bengi

sabato 22 gennaio 2022

Film 2077 - Spider-Man: No Way Home

Intro: Ultimo film al cinema del 2021, io e Oisin abbiamo addirittura prenotato i biglietti per non richiare di perdercelo (ed evitare gli spoiler, più che altro). E il 19 dicembre, 2 giorni prima di tornare in Italia, siamo finalmente andati a recuperare forse il film più atteso della stagione.

Film 2077: "Spider-Man: No Way Home" (2021) di Jon Watts
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Oisin
In sintesi: considerato che Doctor Strange è forse il mio personaggio cinematografico Marvel preferito, devo dire che l'idea di una combo Peter Parker - Stephen Strange mi avesse esaltato non poco. Specialmente perché, dopo il deludente (per quanto godibile) "Spider-Man: Far From Home", c'era veramente bisogno di riportare Spidy su un percorso narrativo più interessante. Con questo "Spider-Man: No Way Home" si sono davvero superati.
Solitamente quando una storia cerca di mettere insieme troppi elementi e chiama in gioco troppi personaggi sono il primo a lamentarsene - vedi per esempio il caso di un altro Spider-Man, ma di un altro universo "The Amazing Spider-Man 2" - eppure in questo caso il tutto funziona alla perfezione. Tanto bene che si stenta a crederci, bisogna ammetterlo. Considerati, poi, i pasticci che sono stati gli ultimi "Eternals" e "Venom 2", c'è ancora di più da festeggiare.
Questo terzo Spider-Man con protagonisti Tom Holland e Zendaya (finalmente più parte dell'intreccio) è certamente il migliore della trilogia e combina intelligentemente le componenti positive dei primi due titoli: il tono simpatico e scanzonato del primo insieme a quella (solo in parte) ambizione grandiosa del secondo, il tutto mixato in un risultato finale che definirlo elettrizzante è dire poco.
Numerosi ritorni fortunatamente non in formato cameo (Green Goblin, Doctor Octopus, Electro, Lizard, Sandman) per un moltiplicarsi di Parker in formato triplo che, onestamente, è un piacere vedere collaborare sul grande schermo. Tobey Maguire fa un po' effetto nostalgia - per quanto mi riguarda il suo Spider-Man è quello che ha un po' dato inizio al mio interesse per le pellicole sui supereroi - mentre ad Andrew Garfield viene regalata l'opportunità di una sorta di riscatto rispetto alla sua versione di Parker. C'è anche tanto che perdiamo in questo "No Way Home", e non solo in termini di memoria (ma qualche spoiler me lo tengo per me, dai).
Insomma, le critiche erano positive, le reazioni dei fans erano entusiaste e, per una volta, non solo le mie alte aspettative erano giustamente riposte e sono state rispettate, ma sono anche riuscito ad evitare quasi ogni spoiler importante prima della visione. Il che di per sé è valso quanto la visione stessa, se devo essere onesto, perché il piacere di scoprire la trama passo passo e l'essere talmente coinvolto dal portarmi a fare ipotesi sui possibili risvolti della trama non mi capitava da moltissimo tempo ed è stata una sensazione fantastica.
Film 1394 - Spider-Man: Homecoming
Film 1653 - Spider-Man: Homecoming
Film 1781 - Spider-Man: Far from Home
Film 2077 - Spider-Man: No Way Home
Film 2226 - Spider-Man: No Way Home
Film 467 - The Amazing Spider-Man
Film 718 - The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro
Cast: Tom Holland, Zendaya, Benedict Cumberbatch, Jacob Batalon, Jon Favreau, Jamie Foxx, Willem Dafoe, Alfred Molina, Benedict Wong, Tony Revolori, Rhys Ifans, Charlie Cox, J. K. Simmons, Tom Hardy, Thomas Haden Church, Marisa Tomei, Andrew Garfield, Tobey Maguire.
Box Office: $1.691 miliardi (ad oggi)
Vale o non vale: Un ottimo esempio di blockbuster riuscito e ben confezionato, anche se molti dei grandi ritorni in scena di questo film avranno più valore per gli appassionati e chi conosce già non solo questa storia, ma anche le precedenti raccontate (in quelli che ora sono universi paralleli). Personalmente ho trovato "Spider-Man: No Way Home" geniale per molteplici punti di vista e capace di tirare fuori il meglio da ogni personaggio richiamato in campo. Non solo, ma la fusione tra il mondo di Parker e quello di Strange è veramente riuscita. Insomma, se non lo avete ancora fatto, correte al cinema a recuperare questa perla mainstream molto rara!
Premi: /
Parola chiave: "And with great power, there must also come great responsibility."

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 26 giugno 2021

Film 2019 - Zack Snyder's Justice League

Intro: Non che sentissi il grande bisogno di rivedere questo film, ma avendone sentito così tanto parlare e - persino! - in chiave positiva, ho cercato di ritagliarmi un "momento" per poter recuperare questa riedizione e farmi un'opinione personale.

Film 2019
: "Zack Snyder's Justice League" (2021) di Zack Snyder
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: premesso che secondo me se per raccontare la tua visione della storia servono 242 minuti abbiamo un problema di base, devo comunque ammettere che adesso la storia di questa sgangherata "Justice League" abbia molto, molto più senso. Per non parlare del fatto che - forse la cosa che mi è rimasta più impressa - Cyborg è effettivamente un personaggio e pure centrale alla storia! Chi se lo aspettava...
Detto ciò e volendo pur ribadire tutti i pregi che il resoconto Snyder ha conferito ad una delle delusioni DC più grandi di sempre, voglio in ogni caso tornare a ribadire che un prodotto cinematografico di QUATTRO ore sia un tantino esagerato. E' vero che la storia ora funziona, ma è pur sempre vero che per arrivare al cuore del racconto ci voglia tanto di quel tempo che si rischia di perdere l'attenzione dello spettatore. E non sono nemmeno sicuro che si rischi solamente...
E qui sta il problema del prodotto "Justice League", portato nei cinema quando ancora 3 dei suoi personaggi principali non sono stati presentati al pubblico - "Aquaman" sarebbe uscito solo un anno dopo il primo "Justice League" del 2017 -, dovendo così dividere la storia di questo titolo in due, tra origin story e avventura corale.
Questo doppio animo (più bipolare che funzionale) finisce per costringere la sceneggiatura ad espandersi esponenzialmente per andare a coprire tutta una serie di buchi narrativi potenzialmente evitabili che, necessariamente, richiedono tempo e sviluppo. Tutte voci che, per carità, Snyder gestisce egregiamente, ma per uno che non ha il dono della sintesi rimane comunque un grande problema. E spesso anche per chi guarda.
Film 658 - L'uomo d'acciaio
Film 1127 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1128 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1218 - Suicide Squad
Film 1392 - Wonder Woman
Film 1640 - Wonder Woman
Film 1708 - Aquaman
Film 1459 - Justice League
Film 2019 - Zack Snyder's Justice League
Cast: Ben Affleck, Henry Cavill, Amy Adams, Gal Gadot, Ray Fisher, Jason Momoa, Ezra Miller, Willem Dafoe, Jesse Eisenberg, Jeremy Irons, Diane Lane, Connie Nielsen, J. K. Simmons, Ciarán Hinds, Ryan Zheng, Amber Heard, Joe Morton, Jared Leto, Billy Crudup, Joe Manganiello.
Box Office: /
Vale o non vale: Se il primo non vi è piaciuto, c'è una buona probabilità che questo vi stupisca.
Se il primo vi è piaciuto, c'è una buona probabilità che questo non sarà da meno (pur non riconoscendo buona parte della storia).
Se già del primo non ve ne fregava niente, non sarà questa riedizione da 4 ore filate di durata che saprà conquistarvi e rapirvi.
Premi: /
Parola chiave: Mother Box.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 21 maggio 2020

Film 1708 - Aquaman

Intro: Atterrato sulla terra ferma, in Europa, ma di nuovo su un'isola: welcome to Birmingham.
Film 1708: "Aquaman" (2018) di James Wan
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Fede
In sintesi: parliamoci chiaro, "Aquaman" è un prodotto di plastica rumoroso e colorato in maniera surreale, però tutto sommato (e considerati i precedenti "sforzi" DC) il risultato finale è meno peggio di quanto uno non sarebbe stato portato ad aspettarsi.
Il merito è certamente di un Jason Momoa in gran forma - diventato ormai il Chris Hemsworth della Justice League - che porta sulle sue spalle tutto il film, risultando credibile e divertente quanto basta per portare a casa non solo un risultato complessivo dignitoso, ma anche un gigantesco successo al box-office mondiale, che ha portato questo a diventare il titolo DC che ad oggi ha incassato di più.
Poi, ripeto, "Aquaman" è poco credibile a qualsiasi livello lo si voglia analizzare, sia questo la sceneggiatura, gli effetti speciali, la messa in scena generale (vi sfido a riconoscere un qualsivoglia elemento della Sicilia che qui, teoricamente, viene proposta come location di una scena di combattimento), è tutto talmente pompato a mille che si fatica a rimanere concentrati su anche un solo dettaglio che sia uno tanto viene tutto mixato e riversato addosso allo spettatore allo stesso istante. Si fatica a non sentirsi sopraffatti ogni tanto, specialmente nelle scene di battaglia.
Eppure e nonostante questo, è un prodotto che funziona nella sua strana, caotica maniera: presenta un tono più leggero e divertito rispetto ai precedenti, pesantissimi, film della DC; si concentra senza vergognarsi su quello che si richiede ad un prodotto di questo tipo, ovvero scene d'azione pazzesche ed effetti speciali a gogo; valorizza i punti di forza del suo protagonista, riuscendo finalmente a veicolare un personaggio tanto fuori dalla portata dell'uomo/spettatore medio, quanto a conti fatti godibile e rapportabile. Insomma, nonostante la qualità di questo prodotto in generale non sia eccelsa, non mi sembra si possa dire che sia un disastro su tutta la linea, né mi sento di confinarlo nella categoria "so bad is good"; diciamo che "Aquaman" è quello che ti aspetteresti da un prodotto DC dei bei tempi andati - come un "Batman Forever", per intenderci - con una strizzatina d'occhio ai tempi moderni della tecnologia e del montaggio frenetico.
Film 658 - L'uomo d'acciaio
Film 1127 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1128 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1218 - Suicide Squad
Film 1392 - Wonder Woman
Film 1640 - Wonder Woman
Film 1708 - Aquaman
Film 2247 - Aquaman and the Lost Kingdom
Film 1459 - Justice League
Film 2019 - Zack Snyder's Justice League
Cast: Jason Momoa, Amber Heard, Willem Dafoe, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Yahya Abdul-Mateen II, Nicole Kidman, Temuera Morrison, Randall Park.
Box Office: $1.148 miliardi
Vale o non vale: Considerate le mie aspettative totalmente negative, devo ammettere che "Aquaman" sia riuscito almeno in parte a riscattarsi. Ha certamente ritmo, un protagonista perfetto per la parte, un cast notevole e tutta una serie di avanguardie tecnologiche che rendono questo giro in giostra particolarmente divertente. Poi sì, a volte ti gira un bel po' la testa, però una volta sceso il ricordo è sufficientemente positivo. Specialmente per un prodotto DC.
Premi: /
Parola chiave: Tridente.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 29 aprile 2019

Film 1565 - Out of the Furnace

Intro: 5 anni fa ero incazzato come una iena con la distribuzione italiana di questo film che aveva totalmente sbagliato il poster riportando ben 3 errori nella locandina (Italian mistakes: Neighbors & Out of the Furnace), imprecisione piuttosto grossolana che a mio avviso evidenziava un'incompetenza infinita. Detto ciò, mai avrei pensato di recuperare questo film, ma ogni tanto devo cedere anche ai gusti altrui.
Film 1565: "Out of the Furnace" (2013) di Scott Cooper
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: non ho visto "Crazy Heart", il film che ha lanciato la carriera di Scott Cooper, quindi non conosco particolarmente il suo lavoro; posso dire, però, che le locandine dei due film mi sembrano identiche (lo so, mi sono fissato con ste locandine...);
grandissimo cast a cui va il merito principale della riuscita del film che, altrimenti, sarebbe risultato bene o male alla stregua di un qualunque film d'azione/vendetta che solitamente vedono protagonisti Bruce Willis, Keanu Reeves o Jason Statham. Poi, per carità, "Out of the Furnace" non è male, ma sicuramente si prende troppo sul serio. I toni drammatici sono al limite della sopportazione e l'altissima dose di tensione di cui questo titolo è impregnato non trova soddisfazione in una conclusione che, per quanto liberatoria, non si discosta dalle aspettative dello spettatore;
mi permetto di correggere qui le baggianate del poster italiano una volta per tutte.

Alla data di uscita del film nel 2013:
Woody Harrelson era stato candidato a 2 Oscar, senza vincerne nessuno (diversamente da come suggerito dal poster);
Christian Bale aveva vinto 1 solo Oscar e non 2 come riportato (la confusione sul numero di premi associati all'attore deriva sicuramente dal fatto che in Italia il film è uscito nel 2014, anno in cui Bale ha ottenuto la sua seconda nomination, pur senza vincere);
Sam Shepard ha ottenuto 1 nomination all'Oscar;
relativamente a Willem Dafoe e Casey Affleck, invece, hanno riportato il vero.
Comunque, che incapaci...
Cast: Christian Bale, Woody Harrelson, Casey Affleck, Forest Whitaker, Willem Dafoe, Zoë Saldana, Sam Shepard.
Box Office: $15.7 milioni
Vale o non vale: Sinceramente il film non mi ha entusiasmato. Non è brutto, per carità, ma non è nemmeno riuscito a catturare il mio interesse. Lento ed eccessivamente teso.
Premi: /
Parola chiave: Cellulare.

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Bengi

giovedì 4 aprile 2019

Film 1542 - Mr. Bean's Holiday

Intro: Giuro che è stata mia cugina ad insistere per vederlo! Mai avrei pensato di recensire questa pellicola: cosa non si fa per la famiglia...
Film 1542: "Mr. Bean's Holiday" (2007) di Steve Bendelack
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: una grandissima scemenza con rari momenti divertenti e un tripudio di gag snervanti e surreali. Mr. Bean è un personaggio che ho sempre trovato profondamente irritante, questa pellicola non ha cancellato questa mia convinzione.
Cast: Rowan Atkinson, Emma de Caunes, Max Baldry, Willem Dafoe, Karel Roden, Jean Rochefort, Preston Nyman, Lily Atkinson.
Box Office: $229.7 milioni
Vale o non vale: Assolutamente perdibile.
Premi: /
Parola chiave: Spiaggia.

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Bengi

domenica 31 marzo 2019

Film 1539 - Finding Nemo

Intro: Ogni tanto un bel film d'animazione non guasta!
Film 1539: "Finding Nemo" (2003) di Andrew Stanton
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: sempre carino e divertente, "Finding Nemo" è sicuramente una delle pellicole Pixar più riuscite, di quelle che non ti stanchi mai di rivedere;
inutile dire che il personaggio di Dory (Ellen DeGeneres) è assolutamente magnifico, in grado di rubare la scena in maniera memorabile. Il sequel/spin-off a lei dedicato è forse meno d'impatto, ma allo stesso tempo un buon esempio di come si possa portare avanti una storia e un personaggio senza snaturare quanto di buono si fosse fatto in precedenza. Due film che si completano a vicenda;
spassoso e geniale, capace di regalare al pubblico non solo una storia ben scritta, ma allo stesso un perfetto esempio di come si possa consegnare al pubblico - di bambini e adulti - un film d'animazione esteticamente bellissimo da guardare.
Film 295 - Alla ricerca di Nemo
Film 1175 - Alla ricerca di Nemo
Film 1539 - Finding Nemo
Film 1227 - Alla ricerca di Dory
Film 1573 - Finding Dory
Cast: Albert Brooks, Ellen DeGeneres, Alexander Gould, Willem Dafoe, Brad Garrett, Allison Janney, Stephen Root, Austin Pendleton, Vicki Lewis, Joe Ranft, Geoffrey Rush, Elizabeth Perkins, Eric Bana.
Box Office: $940.3 milioni
Vale o non vale: Uno dei miei film d'animazione preferiti. Ben fatto e scritto, divertente e godibile, da guardare e riguardare.
Premi: Candidato a 4 Oscar (tra cui Miglior sceneggiatura originale) ne ha vinto 1 per il Miglior film d'animazione; 1 candidatura ai Golden Globe (Miglior film commedia/musical) e 1 ai BAFTA (Miglior sceneggiatura).
Parola chiave: Dentista.

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Bengi

giovedì 7 dicembre 2017

Film 1451 - Murder on the Orient Express

E, finalmente, uno dei film che attendevo di più di questo fine 2017!

Film 1451: "Murder on the Orient Express" (2017) di Kenneth Branagh
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Francy
Pensieri: Aspettative molto alte combinate a critiche non particolarmente esaltanti mi avevano reso titubante nei confronti di una delle pellicole che attendevo con più impazienza questa stagione. Branagh è un maestro e riesce sempre con successo e gran classe a portare a termine i suoi progetti e di regista e di attore, ragion per cui ero ancora di più interessato a recuperare questo titolo. Senza contare che si tratta dell’adattamento moderno dell’omonimo classico anni ’70, un film insieme ad “Assassinio sul Nilo” trovo semplicemente irresistibile. Come si sa è difficile bissare un cult – specialmente di un racconto tanto noto come quello di Agatha Christie qui – e la sfida di solito viene persa.
Nel caso specifico dell’”Orient Express” classe 2017, il risultato finale è molto buono, anche se la parte più attesa della storia, ovvero il finale con risoluzione del caso, è meno carica di suspense di quella del suo predecessore. In una sorta di ultima cena su rotaia, Poirot (lo stesso Branagh) espone la sua teoria come giuntoci sul momento, con rabbia, e lascia lo spettatore “esperto” con la brutta sensazione che Sidney Lumet nel suo film abbia trovato una maniera più efficace di raccontare l’inaspettata conclusione.
A parte questo aspetto, l’unico che personalmente mi ha lasciato dubbioso, ho trovato la pellicola particolarmente ben fatta, esteticamente curatissima e davvero bella, recitata con consapevolezza da un cast tanto variegato quanto maledettamente intrigante. Del resto parte del fascino di questo riadattamento sta proprio qui. Tra i tanti spiccano una Michelle Pfeifer in formissima e ancora tremendamente sexy, Johnny Depp finalmente in un ruolo sensato, la nuova pupilla di “Star Wars” Daisy Ridley che dimostra di saperci fare e, ovviamente, Branagh, qui mattatore per tutti i 114 minuti di durata, capace di andare oltre i baffoni strambamente lunghi e l’inflessione francese del suo protagonista (che però è Belga, sia chiaro), regalandogli quello spessore che lo porta oltre la macchietta bidimensionale e lo rende umano nonostante le apparenze robotiche.
Tecnicamente il film è fatto veramente bene: costumi e scenografie sono sontuosi e sfarzosi, in grado di compiacere l’occhio dello spettatore; la fotografia è stupenda, mentre la regia di Branagh è attenta a non farci soffrire di claustrofobia regalando spesso momenti di respiro con riprese del treno dall’esterno e non pochi avvenimenti chiave svolti all’aperto. Come la scena finale, appunto. Quest’ultimo aspetto aiuta certamente a regalare dinamismo al prodotto finale – qualità che manca al classico del ’74 – evitando che la sensazione sia quella di venire schiacciati tra una parete e l’altra delle varie carrozze viaggiatori.
“Murdere on the Orient Express” è, in definitiva, un buon prodotto dal fascino retrò capace di catalizzare l’interesse del pubblico moderno, il che già di per sé è un pregio; è un film realizzato con grazia e occhio per i dettagli, pur non riuscendo del tutto a scrollarsi di dosso la pesante eredità del suo predecessore. In ogni caso si tratta certamente di una scommessa vinta – non bastasse l’incasso a confermarlo, va segnalata la nuova avventura che aspetta al cinema l’ispettore nel prossimo futuro, nientemeno che la stessa che lo aspetta alla fine di questa storia – che conferma per l’ennesima volta la presenza di un pubblico interessato a questo tipo di prodotti che, quando sono ben fatti, non tarda a presentarsi al cinema.
Film 1451 - Murder on the Orient Express
Film 2093 - Death on the Nile
Film 2212 - A Haunting in Venice
Cast: Kenneth Branagh, Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Josh Gad, Derek Jacobi, Leslie Odom Jr., Michelle Pfeiffer, Daisy Ridley, Tom Bateman, Olivia Colman, Lucy Boynton, Sergei Polunin.
Box Office: $352.8 milioni
Consigli: Gli amanti della Christie e dei suoi romanzi, chi in precedenza aveva già apprezzato la storia e/o il titolo di Lumet dovrebbe andare a colpo sicuro con questo nuovo adattamento firmato Branagh, capace artista in grado di lanciarsi in progetti controcorrente e ogni volta diversi riuscendo a portare a casa risultati qualitativamente molto alti sia tecnicamente che qualitativamente. Il cast è ricchissimo e dei più glam, l’ambientazione affascinantissima, per non parlare del caso da risolvere, apparentemente doverosamente impossibile. Ci sarebbero aspetti migliorabili, in ogni caso un bel titolo.
Parola chiave: Pugnalate.

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Bengi

domenica 4 giugno 2017

Film 1367 - The Great Wall

Sinceramente ero molto curioso di vedere questo film, ma quando è uscito nelle sale non sono riuscito ad andarlo a vedere. Così appena lo streaming lo ha permesso, l'ho recuperato, ansioso di capire quanto potesse essere davvero disastroso.

Film 1367: "The Great Wall" (2016) di Yimou Zhang
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Il film è una baggianata, anche se non così distante dalle tante altre boiate di successo che si sono alternate sul grande schermo negli anni. Non capisco, quindi, perché un così netto rifiuto del pubblico nei confronti di questo specifico prodotto, tra l'altro in linea con le promesse/premesse che genera. Forse l'unico aspetto veramente deludente sono gli effetti speciali.
Matt Damon devo dire che ultimamente lo trovo un tantino sotto tono, qui più volte messo in ombra dalla spalla Pedro Pascal. Forse non era il protagonista giusto.
Restando sugli aspetti negativi, ho trovato francamente ridicole le armature dell'esercito cinese. Più che soldati sembrano i Power Rangers: ci sono il blu, il rosso, il nero e il giallo a suddividere attraverso i colori le diverse mansioni di ogni gruppo dell'armata. Una scelta stilistica un po' infelice.
Molto scenografici, invece, i momenti musicali con i tamburi, belli da vedere e da ascoltare.
In ogni caso "The Great Wall" è il classico esempio di blockbuster facile facile che approda al cinema e fa sfaceli al box-office, pur in questa occasione al contrario di come ci si sarebbe aspettati. Né meglio né peggio di altri, semplicemente un prodotto molto commerciale altrettanto superficiale. Si poteva fare meglio.
Cast: Matt Damon, Jing Tian, Pedro Pascal, Willem Dafoe, Andy Lau, Zhang Hanyu, Lu Han, Eddie Peng, Kenny Lin, Wang Junkai, Zheng Kai, Huang Xuan, Cheney Chen.
Box Office: $332 milioni
Consigli: Si può vedere senza problemi in qualunque momento si abbia necessità di svago. E' intrattenimento puro, la storia è sufficientemente già vista per risultare scontata. Niente sorprese, giusto qualche ora di azione al sapore orientale.
Parola chiave: Taotie.

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Bengi

lunedì 18 luglio 2016

Film 1175 - Alla ricerca di Nemo

In vista dello spin-off, ci siamo messi a recuperare l'originale!

Film 1175: "Alla ricerca di Nemo" (2003) di Andrew Stanton
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ripassino pre "Alla ricerca di Dory" in modo da non farci trovare impreparati (comunque impossibile), nonché un'ottima occasione per rivedere un bellissimo film d'animazione.
Ormai lo si può definire un cult, vero e proprio evergreen che non accenna a dare segni di invecchiamento, questo "Alla ricerca di Nemo" è un vero e proprio gioiello dell'animazione, ma anche del cinema moderno molto prima che lo status della Pixar assorbisse le connotazioni di qualità e successo assicurato oggi date per scontate.
Nemo, insomma, è un ottimo esempio di come i prodotti solitamente catalogati come "per ragazzi" possano essere, in realtà, titoli validi universalmente e capaci di veicolare una qualità anche inusuale per ciò che siamo abituati a vedere, in media, in sala. E, ricordiamocelo, parliamo di un film uscito 13 anni fa e che, nonostante il tempo passato, è riuscito ad imporre sul mercato di oggi un titolo collaterale in grado, in appena un mese, di collezionare qualcosa come 721.7 milioni di dollari di incasso. Insomma, più che solamente un franchise, un successo colossale e inarrestabile che è anche un piacevolissimo film da vedere e rivedere.
Ps. 4 candidature all'Oscar e una vittoria come Miglior film d'animazione.
Film 295 - Alla ricerca di Nemo
Film 1175 - Alla ricerca di Nemo
Film 1539 - Finding Nemo
Film 1227 - Alla ricerca di Dory
Film 1573 - Finding Dory
Cast: Albert Brooks, Ellen DeGeneres, Alexander Gould, Willem Dafoe, Andrew Stanton, Barry Humphries, Geoffrey Rush, Brad Garrett, Allison Janney, Vicki Lewis, John Ratzenberger, Bob Peterson, Eric Bana, Elizabeth Perkins, Vanessa Marano.
Box Office: $936.7 milioni
Consigli: Inutile girarci attorno, questo è un bellissimo film per tutta la famiglia. Simpatico, divertente, ben scritto e realizzato in maniera meravigliosa. Insomma, da vedere e rivedere.
Parola chiave: Dory.

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mercoledì 18 febbraio 2015

Film 880 - John Wick

Critiche positive parlavano di una rinascita di carriera. Incassi non stratosferici, ma buoni lasciavano ben sperare. Il trailer, poi, aveva già solleticato la curiosità necessaria. Non mancava che recuperarlo...

Film 880: "John Wick" (2008) di Chad Stahelski, David Leitch (uncredited)
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Definirlo adrenalinico è riduttivo. "John Wick" è un film carico, che spinge sull'acceleratore fin da subito, regalando la possibilità al suo protagonista John Wick/Keanu Reeves due cog***ni così. Ed è un bene, perché è proprio quello che volevamo da questa pellicola!
Potremmo definirlo quasi un one man show, con il Sig. Wick al centro di un tripudio di sparatorie, scazzottate, inseguimenti, randellate e chi più ne ha più ne metta. Tutti i poveretti che avranno l'ardire di mettersi sulla sua strada soccomberano, riducendo di fatto la storia ad una narrazione in solitaria delle gesta del protagonista, nonostante sullo sfondo i comprimari non manchino di avere un nome proprio (tra i più famosi Michael Nyqvist, Alfie Allen, Willem Dafoe, Adrianne Palicki, John Leguizamo, Ian McShane e Bridget Moynahan solo nei flashback).
Devo dire che questo ritorno duro e crudissimo di Reeves al cinema mi è piaciuto assai. La sua calma apparente, il suo viso gentile dai bei lineamenti sono un toccasana per un genere cinematografico come quello dell'action con l'eroe che uccide a mani nude metà della popolazione mondiale in nome di un solo granitico principio (qui l'uccisione della cagnolina regalatagli dalla moglie morta). Gli ormai stantii Schwarzenegger, Stallone, Seagal, Van Damme, anche Statham, sono tutti capaci di prodursi sempre nella stessa cosa, sempre nella stessa espressione, sempre nel solito cliché, mentre l'approccio di questo "John Wick" e del suo - spesso sottovalutato - interprete sono una ventata fresca per chi apprezza il genere. Francamente io ho trovato piacevole anche "47 Ronin", ma poi son gusti.
In ogni caso ben tornato Keanu Reeves - appena visto sul tappeto rosso del Sundance con l'ultima fatica horror di Eli Roth, "Knock Knock" - nella speranza che questo titolo, come già hanno sentenziato i Razzie Awards 2015, sia un buon segno per una rinascita della sua carriera.
Ps. Una delle prime cose che ti colpisce del film è sicuramente che tra i produttori c'è nientemeno che Eva Longoria.
Box Office: $78.7 milioni
Consigli: Non certo una pellicola per tutti, "John Wick" è un action thriller che della violenza fa il suo cavallo di battaglia. Vendetta, vendetta e ancora vendetta a suon di proiettili e obiettivi umani fino a raggiungere colui che ha risvegliato la bestia ormai quietata, lo sfortunato figlio scemo di papà interpretato da Alfie Allen (fratello della cantante Lily, nonché Theon Greyjoy de "Il trono di spade"). Chi ama il generico spaccatutto-spaccotutto sarà molto felice di constatare che all'età di 50 anni tondi Keanu Reeves sia ancora in grado non solo di sembrare giovane e atletico, ma soprattutto di fare un c*lo così a tutti. E' davvero un piacere per gli occhi e ti gasa da morire. Certo, fa un po' effetto pensare alla carneficina che propina questa pellicola, ma hey, se lo volete guardare sapete esattamente a cosa andate incontro! E allora, in quest'ottica, "John Wick" è da vedere.
Parola chiave: Cane.

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martedì 20 gennaio 2015

Film 863 - La spia

Sufficientemente incuriositi per decidere di vederlo, lo abbiamo recuperato.

Film 863: "La spia" (2014) di Anton Corbijn
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "A Most Wanted Man" è uno di quei thriller tesi e lenti, in cui ti sembra non accada nulla fino alla fine in cui, poi, si decide tutta la storia. Fedele a questa formula, anche l'ultimo film con Philip Seymour Hoffman presenta questa peculiarità che lo caratterizza appieno.
Non che mi aspettassi una trama ricca di bombardamenti, sparatorie o inseguimenti, ma va detto che per la maggior parte del tempo qui si sta a guardare qualcuno che guarda qualcosa, ascolta o pensa e, diciamocelo pure, non è roba per tutti. Tra l'altro la trama parte in una direzione e finisce da un'altra parte, confondendo i meno attenti.
Tutto sommato non si può certo dire che questo prodotto non sia ben fatto e, in verità, se si ha la pazienza di scoprire come andrà a finire si rimane anche sorpresi in positivo. Semplicemente bisogna pazientare.
La freddezza delle immagini e dei luoghi - le location si trovano ad Amburgo, Germania - non aiuta il coinvolgimento dello spettatore all'interno della storia e, per quanto mi riguarda, mi ha lasciato un po' perplesso (come per "Il quinto potere"), probabilmente perché assuefatto da sfondi urbani americani o inglesi. Forse li ho collegati inconsciamente a pellicole come "Le vite degli altri" di cui ho ricordi freddi e solitari. Chissà.
In ogni caso questa produzione britannica tratta dal romanzo omonimo di John le Carré - dopo gli altri successi cinematografici "The Constant Gardener - La cospirazione", "La talpa" - è sufficientemente buono per essere visto, sufficientemente indipendente e al contempo sufficientemente mainstream per piacere ad una buona fetta di pubblico e, anche se non il caso più eclatante, è comunque un titolo che porta con onore il non facile compito di ultima pellicola di un attore che ha saputo regalare non poche buone interpretazioni.
Box Office: $31.6 milioni
Consigli: Cast importante (Philip Seymour Hoffman, Rachel McAdams, Willem Dafoe, Robin Wright, Grigoriy Dobrygin, Homayoun Ershadi, Nina Hoss, Daniel Brühl) per un thriller tratto dal romanzo di John le Carré che, visto con la giusta predisposizione d'animo, può valere la visione soprattutto nel finale. Seymour Hoffman guida bene il gioco e dimostra, ancora una volta, di essere un ottimo protagonista, anche decentrato dall'occhio vigile di Hollywood. Va visto se si ama il genere, l'autore del romanzo da cui è tratto o se si gradiscono le buone produzioni britanniche che strizzano l'occhio all'America pur rimanendo marcatamente europee. Eviterei, invece, di lasciare che trailer e locandina del film influenzino l'intenzione di seguire questa storia semplicemente per il fatto che sia l'ultima pellicola dell'attore newyorkese scomparso a febbraio. Se si vuole onorarlo simbolicamente attraverso le sue interpretazioni, meglio scegliere altri lidi ("Il dubbio", "Magnolia", "I Love Radio Rock" anche "Truman Capote - A sangue freddo" per quanto non mi sia piaciuto).
Parola chiave: Banca.

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mercoledì 22 ottobre 2014

Film 799 - Colpa delle stelle

Attendevo veramente tanto di vedere questa pellicola, molto curioso soprattutto visto l'enorme successo in patria sia al botteghino che di critica. Shailene Woodley: è nata una stella (gemella con Jennifer Lawrence)?

Film 799: "Colpa delle stelle" (2014) di Josh Boone
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "The Fault in Our Stars" è la storia d'amore di due adolescenti malati di cancro che, nonostante le avversità, affrontano la loro vita a testa alta.
Anche senza aver visto il film si capisce fin da subito che ciò che la pellicola mostrerà sarà non solo molto triste, ma anche molto toccante. Ed è effettivamente così! Il racconto è una montagna russa di emozioni che spazia dalle buone battute, alle sorprese romantiche, alla matura consapevolezza di sé e la straziante verità della malattia. Il senso di frustrazione e impotenza, la bella personalità dei due protagonisti e il sogno di un amore vero, forte, completo e che completa sono tutti elementi di cui la trama è impregnata e che affronterà durante i 126 minuti di tour emotivo in cui lo spettatore è coinvolto.
Shailene Woodley e Ansel Elgort sono due bei giovani normali in cui non si fatica ad identificarsi, due ragazzi malati, ma che affrontano le stesse tappe adolescenziali di chiunque di noi, con l'aggravante di un timer velocissimo che corre sopra le loro esistenze. Entrambi consapevoli della loro condinzione, decidono comunque di lasciarsi avvolgere dall'amore che sorprendentemente li ha trovati e uniti, affrontando insieme un percorso di dolcezza e dolore che, inutile dirlo, avrà un epilogo straziante.
Insomma, questo "Colpa delle stelle" sembrerebbe facilmente incasellabile in quella categoria che è il film drammatico-romantico per ragazzine adolescenti, eppure è troppo riduttivo liquidarlo così. Innanzitutto perché l'approccio narrativo è molto più maturo del solito, ben costruito nel presentare i personaggi, approfondendo le dinamiche famigliari e sociali senza mai evitare il confronto diretto con le tematiche scomode che le premesse di questa storia portano necessariamente. Poi perché la realizzazione è molto meno scontata di un qualsiasi prodotto commerciale facile facile composto da amore adolescenziale + dramma apparentemente irrisolvibile + lieto fine che spazza via ogni preoccupazione. Qui, diversamente, si è barattata la tranquillità della buona notizia standard dell'happy ending con qualcosa di più vero, anche se doloroso, che rende l'esperienza di quasto film più interessante in quanto più plausibile e vera.
In questo credo risieda uno dei segreti del successo di "Colpa delle stelle", insieme al fatto che è tratto da un best seller (di John Green), racconta una straziante storia romantica e i suoi protagonisti sono tutti piuttosto popolari al momento: Nat Wolff appena visto in "Matricole Dentro o Fuori", "Palo Alto" e "Comportamenti molto... cattivi"; Ansel Elgort (che ha all'attivo solo 4 film e un in produzione!) cavalca un'onda fortunata: è presente in "Lo sguardo di Satana - Carrie", il nuovo film di Jason Reitman "Men, Women & Children" e nella nuova saga per teenagers che ha lanciato la sua compagna di set Shailene Woodley (che ha già una nomination ai Golden Globe all'attivo per "Paradiso amaro"), ovvero "Divergent" e il prossimo "Insurgent". I 3 ragazzi, insomma, sono stati scelti sapientemente sia a livello di richiamo per il pubblico sia considerando che non sono niente male a recitare.
Per concludere direi che "The Fault in Our Stars" è un buon titolo drammatico e, sottolineerei, non solo per teenagers. La scelta di come presentare la malattia e il modo in cui i protagonisti la vivono non è certamente originale, eppure in questa storia c'è qualcosa di magnetico e molto personale, una scintilla che si avverte fin dall'inizio della narrazione e che certamente ha contribuito a rendere questo prodotto così di successo da risultare già un cult del suo genere. Sia Hazel o sia Shailene poco importa, perché il risultato è molto superiore a qualsiasi prodotto simile e finisce inevitabilmente per catturare attenzione e cuore dello spettatore. Forte, duro, romantico eppure da rivedere al più presto.
Box Office: $303,285,269
Consigli: E' una storia d'amore, è su due adolescenti e parla di malattia terminale. Non è allegra, eppure il film è in grado anche di divertire. Che il dramma sia dietro l'angolo lo sanno anche i muri e si aspetta, temendolo, il momento in cui comincerà la discesa. E questa storia sa come colpire. Il finale è molto triste e ti fa pensare, inevitabilmente, a quanto ti strappa il cuore dal petto veder morire una persona che ami. Non ci sono parole che confortino né situazioni che distraggano da un dolore così totale da lasciarti senza fiato. E così sarà anche per i protagonisti di questa storia dolceamara, ma che vale la pena vedere. Io lo consiglio, perché è un bel film, perché non gioca a far pena allo spettatore e perché non si tradisce con l'evolversi della trama. Bisogna essere preparati, eppure ogni tanto di queste storie ce n'è bisogno. Shailene Woodley e Ansel Elgort sono una coppia di attori molto promettenti.
Parola chiave: "Un'Imperiale Afflizione".

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Bengi

giovedì 3 luglio 2014

Film 736 - Grand Budapest Hotel

Orso d'argento all'ultima Berlinale, Miglior film straniero ai David di Donatello e Nastro d'argento ai Migliori costumi: insomma, anche solo per queste premesse non potevo assolutamente perdermi questo film!

Film 736: "Grand Budapest Hotel" (2014) di Wes Anderson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Tipicamente in stile Wes Anderson, ma questa volta meglio di "Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore": più ritmato, divertente, intrigante e stravagante.
Il fascino decadente del Grand Budapest Hotel, il cast stellare, la trama così ben scritta, la solita cura maniacale per i dettagli, le inquadrature, la realizzazione che è una continua ricerca di stile. Veramente un bel film, che vive di tutti questi aspetti e finisce per essere un vero gioiellino.
Non riesco a fare a meno di chiedermi tutte le volte che vedo un film di Anderson come riesca a ricreare queste atmosfere pastello, a pensare a così tanti dettagli dando ad ognuno lo spazio che richiede, ad inventarsi storie da collocare in contesti così particolari, a caratterizzare così tanti personaggi. E' innegabile che, piacciano o meno i suoi film, sia un artista che persegue un suo progetto d'insieme.
Insomma, trovo che "The Grand Budapest Hotel" meriti davvero il successo ottenuto in quanto esempio di cinema ben fatto e con uno scopo, in grado di sopravvivere alla prima ondata di euforia da weekend d'uscita in sala, di crescere e guadagnare consensi e spettatori in quanto opera realizzata con stile, classe e spiccata 'personalità'. Oltre agli aspetti tecnici, naturalmente, buona parte dell'ottimo risultato finale è da accreditare anche agli ottimi attori coinvolti: Ralph Fiennes, F. Murray Abraham, Edward Norton, Mathieu Amalric, Saoirse Ronan, Adrien Brody, Willem Dafoe, Léa Seydoux, Jeff Goldblum, Jason Schwartzman, Jude Law, Tilda Swinton, Harvey Keitel, Tom Wilkinson, Bill Murray, Owen Wilson, Tony Revolori.
Insomma, davvero una bella pellicola, originale, visivamente intrigante e ben scritta. Da non perdere!
Box Office: $164,742,585
Consigli: Ogni pellicola di Anderson è un'immersione totale nel suo mondo particolarissimo, a tratti ingenuo a tratti crudissimo. Bello, ben recitato, decadente e per certi aspetti molto cool, raffinato e dall'ottimo ritmo. Ci si fa trascinare ben volentieri nella storia del Gran Budapest e del suo proprietario Zero Moustafa, finendo per vivere una bella avventura tra qualche mistero, scenari 'plastici', una colonna sonora del sempre perfetto Desplat, costumi di Milena Canonero e un'atmosfera che solo le storie del regista americano riescono ad avere.
Parola chiave: .

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Bengi

lunedì 3 febbraio 2014

Film 663 - Aiuto vampiro

Non che avessi programmato di rivederlo, ma in tv in seconda serata questo era l'unico titolo appetibile...

Film 663: "Aiuto vampiro" (2013) di Paul Weitz
Visto: dalla tv
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Questo primo "Aiuto Vampiro" tratto dalla "Cirque du Freak Trilogy" di Darren Shan non è esattamente esaltante come ti potresti aspettare dal primo episodio di quella che potrebbe diventare una saga remunerativa e divertente. Nonostante il budget da blockbuster (di serie B, ma pur sempre un alto budget) di 40 milioni di dollari, il film e la storia non decollano mai e il risultato è un prodotto carino e spensierato, ma incapace di sollevare interesse nei confronti del progetto.
La storia va a rilento e sembra non succeda mai veramente nulla di che, ci sono troppi personaggi troppo poco approfonditi e manca il ritmo. Il film, nonostante i due protagonisti ragazzini Chris Massoglia (inespressivo) e Josh Hutcherson (già promettente), è tutto sulle capaci spalle di John C. Reilly che dimostra ancora una volta di essere un attore versatile e capace di adattarsi a disparati ruoli in disparati generi (qui è un vampiro). E' solo grazie a lui se si arriva alla fine senza morire di noia. Il resto dei protagonisti - tra i più famosi cito solo Salma Hayek, Willem Dafoe, Ken Watanabe e Jane Krakowski - ha parti troppo piccole o caricaturali per risultare incisivo e, inoltre, i freak del titolo sono tali solo perché portano un elemento di disomogeneità rispetto ai soliti prodotti commerciali cui siamo abituati, non tanto perché ci sia un interesse ad analizzare la loro condizione di emarginati o perché si sia interessati ad analizzare la loro comunità o il loro modo di affrontare un'imposta diversità. Quindi, come forse ci si poteva aspettare, i freak sono accessorio di una storia principale che li include solo inizialmente in uno spettacolo teoricamente raccapricciante, ma che più che far paura, mette in piazza una specie di spettacolino del diverso come fonte di stupore e disgusto che, sinceramente, non è granché (anche perché i freak presentano caratteristiche sovraumane e sovrannaturali piuttosto che dei veri e propri 'scherzi di natura').
Insomma, "Cirque du Freak: The Vampire's Assistant" non ha alcun appeal e alla lunga non funziona granché poiché ha una trama che si concentra su troppi aspetti collaterali e fallisce nel momento in cui deve centrare il bersaglio dei temi principali della storia, mancando di brio, senso del ritmo e scene d'azione che si possano definire tali.
Ps. L'incasso mondiale non è stato in grado di coprire nemmeno le spese di produzione: $39,102,650 al box office.

Film 119 - Aiuto vampiro
Consigli: E' un incrocio tra film di serie B: da una parte quelli su vampiri + licantropi + creature misteriose alla "Shadowhunters - Città di ossa", dall'altra quelli con un gruppo di ragazzini da addestrare in una scuola per 'diversamente dotati' alla "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il mare dei mostri". Anche se questa pellicola è precedente, però, il risultato è inferiore rispetto agli esempi.
Parola chiave: «Il circo dei freak è in città, solo per una notte».

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Bengi

giovedì 3 giugno 2010

Film 119 - Aiuto vampiro

L'altro giorno dovevo pranzare a casa e mi andava di guardarmi qualcosa. In attesa dell'uscita di "Sex and the City 2" (quindi un po' di tempo fa...) ho deciso di guardarmi un film di cui sapevo poco e niente...


Film 119: "Aiuto vampiro" (2009) di Paul Weitz
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Orrenda locandina, un photoshop casalingo avrebbe reso meglio. E poi vago (seeee) rimando a una mascolinità vampira alla Robert Pattison che, ultimamente, sembra non guastare mai.Questo "Aiuto vampiro" non aiuta neanche sé stesso a promuoversi in maniera decente.
Se la premessa è questa non si può certo auspicare in un capolavoro... E, infatti, questo filmetto che vorrebbe cavalcare l'onda dei canini appuntiti a tutti i costi, ricorda molto il teen movie "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: Il ladro di fulmini" piuttosto che una rilettura in chiave 'easy' del "Freaks" (1932) di Tod Browning.
Nessuno si aspettava grandi citazioni, per carità, ma effettivamente l'assenza totale di appeal rende la visione piuttosto piatta. Banali effetti speciali, più che altro un buon make-up e via che si va, mente e cuore leggeri. Molto leggeri.
I 'freaks' non sono interessanti, forse proprio perchè deturpati (non è assurdo?!) dalla banalità degli effetti speciali che li rendono solo vanesio (e pigro) divertimento per PC, ma niente di realisticamente plausibile (e via il fascino del diverso, da guardare se non spiare). Più interessanti dei loro ruoli, invece, gli attori in piccole parti o camei che avrebbero dovuto stimolare il film: Ken Watanabe (visto ne "L'ultimo samurai", "Memorie di una geisha" e "Lettere da Iwo Jima"); Jane Krakowski (vista in "Ally McBeal" e "30 Rock"); Salma Hayek (che dopo il monociglio di "Frida" qui prova la barba); Willem Dafoe (sempre poliedrico e capace di mettersi in discussione in film come "Antichrist", "Platoon" o "Nato il quattro luglio").
Insomma, i numeri per fare il botto c'erano, ma la combinazione non ha funzionato. Non saprei dire se il pubblico si stia cominciando a stufare dei vampiri in sé oppure se effettivamente sia solo colpa della realizzazione senza pretese di questa pellicola, sta di fatto che il regista Paul Weitz non sta avendo molta fortuna con i suoi film ("American Dreamz", "In Good Company") da 'solista'. Abituato a lavorare con il fratello Chris (insieme hanno diretto il primo "American Pie" e hanno ottenuto una nomination all'Oscar - anche se per la sceneggiatura - per "About a boy - Un ragazzo"), di recente hanno cominciato a firmare pellicole proprie, senza registrare, però, clamorosi successi al botteghino (di Chris il clamoroso flop "La bussola d'oro"). Che sia ora di riunirsi ed evitare la solitudine?
Infine, per spendere ancora due parole sulla pellicola, ci terrei a sottolineare la banalità espressiva dei giovani protagonisti, scelti per rappresentare il solito conflitto giovanile tra bene e male e che qui sfocia in prese di posizione molto drastiche (il che, ovviamente, avrebbe previsto la realizzazione di capitoli successivi). Sperando che la cosa non accada, sarebbe meglio che Chris Massoglia si preoccupasse del suo futuro attoriale, magari tentando di superare la faccia 'di stucco' che tanto ricorda il Brandon Routh di "Superman Returns".
Consigli: Se avete figli non farà certo loro del male seguire questo film molto (molto molto molto) tranquillo. Non fa certo paura...
Parola chiave: Ragno.


Ric