Cast di superstar, ma soprattutto secondo Oscar per la mia adorata Maggie Smith, finalmente ho trovato tempo e streaming di questa pellicola!
Film 1168: "California Suite" (1978) di Herbert Ross
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sorta di antesignano del "Four Rooms" di Allison Anders, Alexandre Rockwell, Robert Rodriguez e Quentin Tarantino, "California Suite" rivive delle stesse atmosfere spezzettate, ma sicuramente presenta una scrittura e un'idea d'insieme molto più compatte. Anche se, in tutta onestà, non ho particolarmente amato nessuna delle due pellicole.
Al di là del fantastico cast e dell'espediente della notte degli Oscar, che qui è parte integrante della storia (e sicuramente ha attirato la mia curiosità), il film scritto da Neil Simon non mi ha convinto nel suo insieme. Inizialmente pareva una commedia brillante basata su equivoci, gag e una cascata verbale conferita ad ogni personaggio, ma alla lunga l'illusione di freschezza e simpatia si perde nel dilagare delle situazioni collaterali, teoricamente tenute insieme dalla location presso il Beverly Hills Hotel, e nel mare ingestibile di una verbalità alla lunga fastidiosa (che potrebbe anche essere resa più insopportabile dal doppiaggio italino, chissà).
Il risultato finale, quindi, finisce per essere non solo molto frazionato, ma anche maledettamente fuori dal tempo (contemporaneo), estraneo all'estetica e alla forma cinematografica di oggi. E' richiesto necessariamente un adeguamento temporale allo spettatore - subito sancito da scenografie, costumi e make-up - e, nel caso questo non voglia adeguarsi al passo, faticherà ad arrivare alla fine di una storia spesso lenta e caotica, capace di creare un vortice inglobante che assorbe tutte le energie di chi guarda.
In questo gruppo di segmenti narrativi, ne escono vincenti e magnifici britannici Smith e Cane che giocano affettuosamente a farsi a pezzi mentre perde su tutti i fronti la coppia di coppie di colore (capitanata da un giovane Bill Cosby) delle quali ogni componente è maledettamente antipatico; nel mezzo Walter Matthau, ma soprattutto una bellissima Jane Fonda, per la quale il tempo oggi come allora pare non essere una variabile rilevante.
In definitiva, quindi, a parte il piacere dell'esercizio di mestiere, la storia non mi ha particolarmente colpito. Bella la ricostruzione del pre e della cerimonia degli Oscar - sarà stata girata durante un'edizione reale dello show? - e piacevole è curiosare in una situazione tanto esclusiva quanto stressante grazie al personaggio Diana Barrie, candidata come Miglior attrice per la sua prima volta; il resto della trama è francamente accessorio e non così determinante. Il dilagare della parola (del resto si tratta di un testo teatrale) la fa da padrone per quanto riguarda la forma, la pletora di star per l'estetica.
Ps. Maggie Smith ha di fatto vinto l'Oscar per la sua interpretazione della candidata all'Oscar, anche se a differenza del personaggio del film, nella realtà ha trionfato come Miglior attrice non protagonista. Per il film altre due nomination: Miglior sceneggiatura e scenografia.
Cast: Maggie Smith, Alan Alda, Jane Fonda, Walter Matthau, Bill Cosby, Richard Pryor, Elaine May, Michael Caine, Herb Edelman, Denise Galik, Sheila Frazier, Dana Plato.
Box Office: $42,913,571
Consigli: Commedia ricolma di personaggi e parole, puzzle di situazioni misto sentimentale-comico, risultato finale così così. Si può vedere tranquillamente e certo risulta imperdibile per i fans della Smith, che qui gioca a perdere un'Oscar che vincerà poi nella realtà. Una casualità simpatica che aggiunge colore a questo "California Suite".
Parola chiave: Hotel.
Trailer
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Bengi
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