Intro: Tornato in Italia per tre settimane tra la fine di agosto e settembre, ricomincio a lavorare per qualche tempo al mio amato Cinema Galliera. Questa la prima pellicola - di cui non avevo mai sentito parlare prima - che ho recuperato comodamente seduto in poltrona e rigorosamente munito di mascherina.
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Film 2048: "Io, lui, lei e l'asino" (2020) di Caroline Vignal
Visto: al cinemaLingua: italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: basato sul percorso descritto nell'opera di Robert Louis Stevenson, "Travels with a Donkey in the Cévennes", questo film racconta in maniera simpatica la storia di una maestra (Laure Calamy) che ha una storia clandestina con il papà (Benjamin Lavernhe) di una delle sue alunne e decide di seguirlo durante la vacanza che l'uomo farà insieme alla sua famiglia che la moglie ha organizzato all'ultimo minuto. Particolare - non da poco - di questa avventura nelle campagne francesi? Il viaggio si farà sulle spalle di un asino.
La commedia di Vignal è piacevole quanto basta a far passare una buona oretta e mezza in compagnia della strana coppia maestra-asino che, bisogna ammettere, funziona piuttosto bene sullo schermo. Il personaggio principale (umano) inizialmente si fa fatica ad apprezzare per una serie di nevrosi e ingenuità che rendono difficile per lo spettatore i tentativi di provare empatia per una così cieca testardaggine e illusione sentimentale. Man mano che la storia procede, però, bisogna ammettere che Antoinette riesce a farsi scoprire più profondamente - anche grazie alla contrapposizione con il padre/amante, un brutto personaggio che non si fatica a disprezzare - per cui non si potrà fare a meno di tifare per lei. Non tanto sulla sfera amorosa (disastrosa), quanto per il suo percorso di formazione che procede di pari passo ai chilometri di viaggio macinati. E, strano a dirsi, all'"aiuto" del quadrupede.
Insomma, "Io, lui, lei e l'asino" non è un capolavoro del cinema moderno francese, ma è certamente un racconto piacevole di una piccola avventura on the road che ha un sapore molto intimo e personale e che dà valore alla riscoperta di sé e al trovare la propria forza per affrontare le sfide della vita (qui in particolare quelle amorose). Personalmente non mi sarei aspettato un tale numero di candidature ai César, ma abbiamo visto prodotti ben peggiori trovare anche maggior riscontro.
Ps. Io licenzierei chiunque della distribuzione italiana abbia deciso di approvare un titolo così imbarazzante, anche considerato che il "lui" cui si fa riferimento ha un ruolo minore all'interno della storia e nel secondo tempo non è nemmeno presente. Detto ciò, il titolo originale è "Antoinette dans les Cévennes".
Cast: Laure Calamy, Benjamin Lavernhe, Olivia Côte, Marc Fraize, Jean-Pierre Martins.
Box Office: $6.3 milioni
Vale o non vale: Simpatico piccolo film francese che, non si sa bene come, riesce a rendere un asino protagonista di tutta la vicenda. Forse il concentrarsi più sulle tappe del viaggio che sull'aspetto amoroso avrebbe aiutato a "vendere" allo spettatore più un'esperienza che una storia, ma tutto sommato "Antoinette dans les Cévennes" lascia soddisfatti.
Premi: Candidato a 8 César 2021 tra cui Miglior film, sceneggiatura, attore non protagonista (Lavernhe) e montaggio, il film ha vinto per la Miglior attrice protagonista (Calamy). In concorso a Cannes 2020.
Parola chiave: Patrick.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
La commedia di Vignal è piacevole quanto basta a far passare una buona oretta e mezza in compagnia della strana coppia maestra-asino che, bisogna ammettere, funziona piuttosto bene sullo schermo. Il personaggio principale (umano) inizialmente si fa fatica ad apprezzare per una serie di nevrosi e ingenuità che rendono difficile per lo spettatore i tentativi di provare empatia per una così cieca testardaggine e illusione sentimentale. Man mano che la storia procede, però, bisogna ammettere che Antoinette riesce a farsi scoprire più profondamente - anche grazie alla contrapposizione con il padre/amante, un brutto personaggio che non si fatica a disprezzare - per cui non si potrà fare a meno di tifare per lei. Non tanto sulla sfera amorosa (disastrosa), quanto per il suo percorso di formazione che procede di pari passo ai chilometri di viaggio macinati. E, strano a dirsi, all'"aiuto" del quadrupede.
Insomma, "Io, lui, lei e l'asino" non è un capolavoro del cinema moderno francese, ma è certamente un racconto piacevole di una piccola avventura on the road che ha un sapore molto intimo e personale e che dà valore alla riscoperta di sé e al trovare la propria forza per affrontare le sfide della vita (qui in particolare quelle amorose). Personalmente non mi sarei aspettato un tale numero di candidature ai César, ma abbiamo visto prodotti ben peggiori trovare anche maggior riscontro.
Ps. Io licenzierei chiunque della distribuzione italiana abbia deciso di approvare un titolo così imbarazzante, anche considerato che il "lui" cui si fa riferimento ha un ruolo minore all'interno della storia e nel secondo tempo non è nemmeno presente. Detto ciò, il titolo originale è "Antoinette dans les Cévennes".
Cast: Laure Calamy, Benjamin Lavernhe, Olivia Côte, Marc Fraize, Jean-Pierre Martins.
Box Office: $6.3 milioni
Vale o non vale: Simpatico piccolo film francese che, non si sa bene come, riesce a rendere un asino protagonista di tutta la vicenda. Forse il concentrarsi più sulle tappe del viaggio che sull'aspetto amoroso avrebbe aiutato a "vendere" allo spettatore più un'esperienza che una storia, ma tutto sommato "Antoinette dans les Cévennes" lascia soddisfatti.
Premi: Candidato a 8 César 2021 tra cui Miglior film, sceneggiatura, attore non protagonista (Lavernhe) e montaggio, il film ha vinto per la Miglior attrice protagonista (Calamy). In concorso a Cannes 2020.
Parola chiave: Patrick.
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