Dal regista de "Il diavolo veste Prada" e il prossimo "Hope Springs - Consigli per gli affetti", una commedia che parrebbe strana e inusuale sul mondo dell'avvistamento uccelli. Un po' di curiosità c'è.
Film 438: "Un anno da leoni" (2011) di David Frankel
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Considerando che è stato uno dei più clamorosi flop del botteghio americano dell'anno scorso, mi aspettavo sinceramente una pellicola orrenda e mal confezionata. In realtà, pur non essendo nulla di che, non è nemmeno un prodotto tanto pessimo da dover essere snobbato in maniera tanto evidente.
Ammetto che, pur non amando nessuno dei tre attori protagonisti della pellicola (Owen Wilson, Jack Black e Steve Martin), l'idea un po' più originale del solito che fa da sfondo di questa commediola americana (il birdwatching) è gradita e mi ha fatto dimenticare il naso storto di Wilson, gli occhi da fumato di Black e la costante aria da idiota di Martin. Detto ciò nulla di nuovo all'orizzonte. A parte il disorientamento da nome di uccello - troppi - non si cavalca certo l'onda dell'originalità. E chi vorrebbe lasciare il lavoro, ma non riesce ad abbandonare le responsabilità; e chi è uno sfigato totale che deve dimostrare al padre e al mondo intero che ce la può fare; e chi mette a repentaglio il suo matrimonio in favore della sua più grande passione.
Ora, a parte la scontatezza, ammetto che questa storia del birdwatching non la conoscevo. Cito da Wikipedia: "Il birdwatching (in italiano osservazione degli uccelli) è un hobby inerente all'osservazione e allo studio degli uccelli in natura. È sinonimo del termine birding, usato negli Stati Uniti d'America, che comprende, oltre all'osservazione, anche l'ascolto e il riconoscimento dei canti". Premesso che a me sembra follia, rimane comunque un approfondimento di una cosa di cui non conoscevo l'esistenza e, alla fine, mi ha divertito. Non c'è molto altro da aggiungere, però, e forse, oltre ad incorniciare la vicenda all'interno del big year (ossia l'anno di tempo in cui si gira per il mondo intenti ad avvistare il maggior numero di volatili possibili), si sarebbe potuto investire di più su una trama che sa di già visto non appena comincia la visione della pellicola.
In fin dei conti non posso dire che sia un brutto film, però "The Big Year" poteva sfruttare molto meglio i 41 milioni di dollari spesi per produrlo (ne ha incassati $7,448,385 in tutto il mondo...).
Ps. Titolo italiano assolutamente fuoriluogo e insensato.
Consigli: Finché c'è l'ingresso gratis con la 3 niente vieta di andare a vederlo. Ma a prezzo pieno, diciamoci la verità, può essere anche tranquillamente evitato. Una pellicola molto easy.
Parola chiave: Record.
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