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giovedì 15 agosto 2024

Film 2225 - Haunted Mansion

Intro: Ho un po' un debole per LaKeith Stanfield e alla fine mi sono lasciato convincere a recuperare questa pellicola...

Film 2225: "Haunted Mansion" (2023) di Justin Simien
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: bah, non è che ci sia molto da dire, semplicemente l'ho trovato abbastanza noioso e senza particolare ispirazione. Per capirci, niente di nuovo sotto il sole.
Del resto, da un film ispirato a un'attrazione di un parco divertimenti cosa ci si poteva aspettare?
Cast: LaKeith Stanfield, Tiffany Haddish, Owen Wilson, Danny DeVito, Rosario Dawson, Dan Levy, Hasan Minhaj, Winona Ryder, Jamie Lee Curtis, Jared Leto.
Box Office: $117.5 milioni
Vale o non vale: Clamoroso flop al botteghino ($150 milioni solo per produrlo), il nuovo tentativo della Disney di dare un degno equivalente cinematografico alla famosa attrazione The Haunted Mansion fallisce ancora dopo il precedente risultato non esaltante di "The Haunted Mansion" del 2003 con Eddie Murphy.
Sarò sincero, mi stupisce che si producano ancora film così o che, per meglio dire, le grandi case di produzione non riescano a nasare l'odore di fallimento assicurato che certi titoli portano con sé (il più recente è "Borderlands" di Eli Roth, uscito al cinema giusto il weekend appena passato).
"Haunted Mansion" non ha niente di speciale e non è nemmeno il film più brutto mai visto, ma non racconta niente di nuovo, non aggiunge nulla al genere e nemmeno diverte. Anzi, ad essere sinceri annoia abbastanza.
Premi: /
Parola chiave: Grief.
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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 17 ottobre 2020

Film 1936 - Anaconda

Intro: La settimana scorsa volevo rilassarmi nel pomeriggio guardandomi un film boiata e ho scelto questo titolo. Dopo una mezzoretta mi sono addormentato...
Film 1936: "Anaconda" (1997) di Luis Llosa
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ho scelto "Anaconda" perché sulla carta pareva la scelta giusta per un paio d'ore di sano divertimento spegni-cervello e sì, mi sono un po' ricreduto. Non che cercassi o mi aspettassi alcun capolavoro, però ammetto ricordassi qualcosa di un po' più spassoso e sofisticato (a livello di effetti speciali e tecnologia utilizzata, ovviamente), mentre terminare la visione dell'a malapena un'ora e mezza di durata ha richiesto una certa dose di forza di volontà.
Al di là del fatto che "Anaconda" sia un brutto film - anche esteticamente -, la totale mancanza di pathos e la banalità dei personaggi non fa altro che esasperare il terribile livello di esecuzione del cattivo di tutta la storia, il serpentone meccanico/computerizzato, indifendibile su tutta la linea. Senza contare le inesattezze biologiche che a questo punto mi sento di dire non fossero davvero un problema narrativo preso in considerazione qui.
Il risultato finale è fiacco e troppo spesso noioso, il personaggio di Jon Voight è troppo irritante per sopravvivere così a lungo e JLo... che dire, fa quello che può (anche truccandosi nel bel mezzo della giungla! Voglio dire quale regista di documentario naturalistico in previsione di una crociera sul Rio delle Amazzoni non dà priorità alla cosmesi ricordandosi di portare con sé un rossetto?!) e devo dire che quantomeno in questa occasione sia riuscita nell'evitare di far strabordare quella sua anima da ghetto queen del Bronx che solitamente risulta essere suo marchio di fabbrica indelebile. Onore al merito. Detto ciò: "Anaconda" sashay away.
Cast: Jennifer Lopez, Ice Cube, Jon Voight, Eric Stoltz, Jonathan Hyde, Owen Wilson, Kari Wuhrer, Vincent Castellanos, Danny Trejo.
Box Office: $136.8 milioni
Vale o non vale: Crociera amazzonica sulle tracce di popolazioni indigene introvabili finisce male nel momento in cui la mitologica anaconda gigante mangiauomini si affaccia all'orizzonte. JLo resiste e le ricorda chi è la vera regina della festa.
Mi prendo ufficialmente una pausa dai film con animali assassini.
Premi: 6 candidature ai Razzie Awards del 1998 - e sorprendentemente nessuna per Jenny from the Block! - per Peggior film, regia, sceneggiatura, attore protagonista (Voight), coppia sullo schermo (Voight e l'anaconda) e star emergente (l'anaconda... ahahah). "Anaconda" ha perso tutto contro "L'uomo del giorno dopo" ("The Postman") di Kevin Costner.
Parola chiave: Documentario.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 19 luglio 2019

Film 1628 - Meet the Fockers

Intro: E si va direttamente al secondo capitolo.
Film 1628: "Meet the Fockers" (2004) di Jay Roach
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: il cast è fantastico e devo dire che Dustin Hoffman e Barbra Streisand si mettono davvero in gioco e sicuramente aiutano a trascinare un secondo episodio meno centrato di quello precedente anche se decisamente più remunerativo. Le situazioni comiche ci sono tutte e le assurdità non mancano nemmeno qui, ma "Meet the Fockers" punta più sul ridicolo che sul divertente.
Film 1627 - Meet the Parents
Film 1628 - Meet the Fockers
Film 219 - Vi presento i nostri
Cast: Ben Stiller, Robert De Niro, Dustin Hoffman, Barbra Streisand, Blythe Danner, Teri Polo, Alanna Ubach, Cedric Yarbrough, Tim Blake Nelson, Owen Wilson.
Box Office: $516.6 milioni
Vale o non vale: Visto il primo tanto vale vedere anche questo, se si ha voglia di qualcosa di spensierato e facile facile.
Premi: /
Parola chiave: Famiglia.

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Bengi

Film 1627 - Meet the Parents

Intro: E cominciamolo un altro franchise, dai!
Film 1627: "Meet the Parents" (2000) di Jay Roach
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: il film è simpatico, ma non sono un fan sfegatato della serie. Chiaramente questo è il migliore delle (sigh!) 3 pellicole e certamente il più originale e divertente. Detto ciò, a parte qualche scema risata e situazione assurda non è una commedia indimenticabile.
Film 1627 - Meet the Parents
Film 1628 - Meet the Fockers
Film 219 - Vi presento i nostri
Cast: Robert De Niro, Ben Stiller, Blythe Danner, Teri Polo, James Rebhorn, Jon Abrahams, Owen Wilson.
Box Office: $330.4 milioni
Vale o non vale: Il fascino sta tutto nella contrapposizione tra De Niro e Stiller, entrambi in grado di sostenere la pellicola praticamente da soli. Fanno da spalla una sempre fantastica e upperclass Blythe Danner, la al tempo sconosciuta Teri Polo (ora nuovamente sconosciuta) e Sfigatto (Mr Jinx in inglese). "Meet the Parents" fa il suo dovere di commedia e di certo è in grado di consegnare al suo pubblico non poche situazioni comiche, anche se non lo trovo un titolo nel suo genere indimenticabile.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior canzone originale ("A Fool In Love" di Randy Newman) e al Golden Globe per Miglior attore protagonista (De Niro).
Parola chiave: Matrimonio.

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lunedì 20 maggio 2019

Film 1589 - Father Figures

Intro: Continua la lista di film orrendi...
Film 1589: "Father Figures" (2017) di Lawrence Sher
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: non ricordavo nemmeno di averlo visto. Credo che questo riassuma alla perfezione cosa io possa pensare di "Father Figures".
Cast: Owen Wilson, Ed Helms, J. K. Simmons, Katt Williams, Terry Bradshaw, Ving Rhames, Harry Shearer, June Squibb, Christopher Walken, Glenn Close.
Box Office: $25.6 milioni
Vale o non vale: In questo film ci sono 2 premi Oscar e altri 3 candidati all'Oscar. Che cast sprecato. Tra tutte le commedie stupide che ho visto, di certo questa non funziona.
Premi: /
Parola chiave: Viaggio.

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Bengi

giovedì 4 ottobre 2018

Film 1516 - Wonder

Intro: I was curious to see this movie, an unexpected huge box office hit that I didn't know anything about until it hit the theatres.
Film 1516: "Wonder" (2017), Stephen Chbosky
Watched: my laptop
Language: English
Watched with: Fre
Briefly: a nice movie with an heartwarming story, "Wonder" works well thanks to its cast. Jacob Tremblay is a talented young actor (he's Brie Larson kid in "Room") able to lead this project on his own shoulders; Julia Roberts and Owen Wilson are an unexpectedly well matched married couple on the screen and, of course, they know how to act;
apart from the acting point of view, this picture is filled with feel-good vibes and good intentions, even though you can tell from the start where the plot is gonna lead you. You know that the poor kid with the facial deformity (Treacher Collins syndrome) will struggle at school, as you already know that at the end he will find he's way through the pain. He'll be always different, but he'll manage to make friends and survive his first school year. So, as I was saying, "Wonder" tells you a great story, even an empowering one, but fails to deliver something new to watch.
Cast: Julia Roberts, Owen Wilson, Jacob Tremblay, Mandy Patinkin, Daveed Diggs, Izabela Vidovic.
Box Office: $305.9 milion
Worth watching?: The perfect choice if you're looking for a decent movie with a feel-good vibes heart. It is based on the 2012 novel of the same name by R. J. Palacio.
Awards: Nominated for 1 Academy Award (Best Achievement in Makeup and Hairstyling) and 1 BAFTA Award (Best Make Up/Hair).
Key word: Friendship.

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venerdì 16 dicembre 2016

Film 1261 - Masterminds - I geni della truffa

Cinemino offerto dalla 3 per una serata tutta pop corn e tranquillità.

Film 1261: "Masterminds - I geni della truffa" (2016) di Mike Flanagan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ci sono 3 delle 4 ultime acchiappafantasmi, il che rende questa pellicola quasi una reunion involontaria. Diversamente da "Ghostbusters", però, non abbiamo il paranormale, anzi pare sia perfino una storia vera. E se è così - bisogna capire in che misura, ovviamente - si tratta di una delle imprese più strampalate di sempre. Ovvero come effettuare una rapina e risultare i più inadatti per farlo.
Per quanto si tratti di una grandissima scemenza di film, ammetto candidamente che "Masterminds" mi ha fatto morire dalle risate. Inaspettatamente. Perché davvero tutto mi sarei aspettato tranne che potesse così tanto farmi divertire. Sarà la demenzialità o l'assurdità di certe situazioni, sarà che rimango affascinato dalla pubblicizzata realtà della faccenda, oppure ero ben disposto quella sera, di fatto ho riso di gusto e la cosa mi ha colpito.
La maggior parte del merito va a Galifianakis che ci mette anima, corpo e faccia. Il resto del cast va alla grande e anche se non sopporto Owen Wilson, devo dire che per in generale le scelte sono state ben fatte (Sudeikis come assassino a pagamento e la futura sposa Kate McKinnon che sembra Cicciolina regalano non poche soddisfazioni!).
Dunque per quanto soprattutto inizialmente la storia manchi un po' di ritmo, in generale il risultato finale mi ha soddisfatto e, col procedere della trama, le assurdità diventano così surreali e gli incidenti così tanti, che si finirà per essere davvero travolti da un racconto che ha dell'incredibile. E dalle risate.
Cast: Zach Galifianakis, Owen Wilson, Kristen Wiig, Kate McKinnon, Leslie Jones, Jason Sudeikis, Mary Elizabeth Ellis, Ken Marino.
Box Office: $23.5 milioni
Consigli: Come ogni volta che si parla troppo bene o troppo male di una cosa, si finisce per darne una visione distorna agli altri, così ora che ho detto che mi ha fatto davvero ridere, questo "Masterminds" finirà per non piacere. O comunque non convincere come ha convinto me. Le critiche sono state tremende, l'incasso in negativo e tutto sommato quando sono arrivato al cinema mi aspettavo un filmetto inutile, una commedia del tipo che non fa ridere. Probabilmente anche per questo sono rimasto così colpito da questa storia e dai suoi tratti comici tanto assurdi quanto improbabili. Probabilmente la demenzialità di "Masterminds" non colpirà granché gli altri, ma davvero a me ha stupito quanto mi ha fatto divertire.
Parola chiave: Loomis, Fargo & Co.

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Bengi

mercoledì 31 agosto 2016

Film 1203 - Haunting - Presenze

Mi hanno regalato il dvd di questo film che avrò avuto 19 anni. Ce ne sono voluti 10, quindi, perché decidessi di tirarlo fuori dalla custodia e premere play.

Film 1203: "Haunting - Presenze" (1999) di Jan de Bont
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: "Haunting - Presenze" è una scemenza giga galattica, eppure uno dei titoli cui sono più affezionato. Già alle medie ne avevo scritto una specie di analisi, riciclata e ampliata anche al liceo, nella quale approfondivo le tematiche relative a questa pellicola in maniera anche troppo lusinghiera rispetto a quanto questo prodotto si meriti in realtà. Poi, si sa, le infatuazioni giovanili passano e ci si ritrova a sorridere placidamente al passato, ricordandolo con una nota di nostalgia e, forse, una punta di rimprovero a cui si aggiunge la consapevolezza delle esperienze acquisite e si arriva, così, a ricollocare certi "cimeli" all'interno di un contesto più appropriato. Con questo film ho fatto proprio così.
Ricollocato nella più giusta dimensione dell'horror sciocco e ricolmo di effetti speciali - figlio di quella Hollywood fatta di testosterone ed effetti digitali computerizzati da irradiare a profusione -, "The Haunting" è una pellicola insufficiente, pur caratterizzata da una scenografia particolarmente evocativa e d'impatto.
La trama non è granché, soprattutto per quanto riguarda una caratterizzazione dei protagonisti che vive di cliché; per quanto riguarda la possessione del titolo, si fa riferimento a una casa che non perde occasione per muoversi, mutare ed uccidere sotto l'effetto dello spettrale Hugh Crain, già cadaverico prima ancora di morire. Da questo punto di vista siamo ancora di fronte ad un tipo di cinema che fa sfoggio dell'impiego delle più innovative tecniche digitali a discapito di un racconto che non ha comunque molto da dire. Diversamente da oggi, dove sono l'atmosfera e la suspense che contano, all'epoca l'esibizione dell'ultimo gioiellino della computer grafica rendeva il prodotto più appetibile che i contenuti dello stesso (del resto il successo, clamoroso anche in Italia, di un prodotto come "San Valentino di sangue" che nel 2009 ha saputo racimolare ben $100.7 milioni a fronte di una spesa di 14, è tutto dovuto a una tra le prime implementazioni massificate del 3D, all'epoca spacciato come vera avanguardia del nuovo millennio).
In definitiva, quindi, "Haunting - Presenze" è un prodotto debole che fa leva su qualche già visto espediente di paura e molta poca fantasia, pur riuscendo all'epoca nell'intento di catalizzare l'interesse del pubblico (non è un caso che questo film sia uno di quelli parodiati nel secondo "Scary Movie"). Non è granché, ma personalmente ci sono affezionato.
Ps. Tratto da "L'incubo di Hill House" di Shirley Jackson, il film ha ricevuto 5 nomination ai Razzie Awards del 2000, tra cui Peggior film.
Cast: Liam Neeson, Catherine Zeta-Jones, Owen Wilson, Lili Taylor, Bruce Dern, Marian Seldes, Virginia Madsen, Todd Field, Tom Irwin, Michael Cavanaugh, Alix Koromzay.
Box Office: $177.3 milioni
Consigli: Tra gli horror in circolazione, questo non è certo il più riuscito. Di sicuro è una scelta facile e senza troppe pretese in vista di una serata, più che spaventosa, carica di qualche suggestione e molti effetti speciali.
Parola chiave: Registri.

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lunedì 2 marzo 2015

Film 884 - Notte al museo: Il segreto del faraone

Alla ricerca di qualcosa di leggero per una serata senza pensieri.

Film 884: "Notte al museo: Il segreto del faraone" (2014) di Shawn Levy
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Non che sia mai stato particolarmente fan della saga, però si può dire che è uno di quei franchise buono per tutte le occasioni, in grado di soddisfare un po' tutti in termini di intrattenimento spensierato e privo di contenuti.
Anche questo terzo ed ultimo titolo si inserisce alla perfezione nel trend, riuscendo a strappare qualche sorriso e qualche sguardo di ammirazione grazie alle buone idee rese possibili dagli effetti speciali. Sarà, infatti, il British Museum questa volta a prendere vita, in un tripudio di nuovi personaggi tra il simpatico e il pericoloso. Non mancheranno, ovviamente, anche gli storici protagonisti che hanno reso così suggestiva questa saga, uno fra tutti il compianto Robin Williams, giunto con questa alla sua ultima apparizione sul grande schermo.
La nuova avventura londinese si renderà necessaria per salvare la Tavola di Ahkmenrah, artefice della magia che fa vivere i vari inquilini del museo, da Roosevelt alla testa dell'Isola di Pasqua, dalla scimmietta Dexter ad Ahkmenrah stesso. Sarà quest'ultimo a suggerire di riportare la Tavola al padre Merenkahre/Ben Kingsley che si trova esposto al British Museum, per cercare una soluzione e salvare la vita di coloro che dipendono dalla magia che sprigiona il cimelio egiziano.
Il capitolo conclusiovo, quindi, si trasferisce a Londra e cerca il buon motivo per far tornare al cinema il maggior numero di spettatori possibile a 5 anni dal secondo episodio e 8 dal primo, clamoroso successo. In quest'ottica sono inserite alcune nuove star come Dan Stevens/Lancillotto, ma soprattutto Rebel Wilson nel non facilissimo compito di far ridere evitando di superare il limite (siamo pur sempre in un film per famiglie). La boccata d'aria fresca che la frizzante aria londinese porta è sicuramente efficace e di fatto "Notte al museo: Il segreto del faraone" supera di gran lunga il risultato finale della seconda pellicola, pur rimanendo sempre incagliato nell'ottica dell'intrattenimento facile facile cui Ben Stiller è quasi sempre relegato.
In definitiva, quindi, un titolo di puro intrattenimento che non va oltre la sua natura giocosa e disimpegnata, regala qualche ora spensierata ed innocua e saluta una saga che, zitta zitta, è costata 387 milioni di dollari e ne ha incassati $1.31 miliardi. E poi dicono che la cultura non porta soldi... (battuttaccia, lo so)
Ps. Il film è dedicato sia a Robin Williams che a Mickey Rooney, scomparsi prima dell'uscita del film nelle sale.
Box Office: $342.8 milioni
Consigli: Cast d'eccezione per il - speriamo definitivo - saluto del franchsie. In questo "Night at the Museum: Secret of the Tomb" accorrono Ben Stiller, Robin Williams, Owen Wilson, Steve Coogan, Dan Stevens, Ben Kingsley, Ricky Gervais, Dan Stevens, Rebel Wilson, Rami Malek, Skyler Gisondo, Patrick Gallagher, Mizuo Peck, Dick Van Dyke, Mickey Rooney e perfino Hugh Jackman e Alice Eve direttamente dal palco dello spettacolo teatrale "Camelot".
Insomma, classica pellicola acchiappa star, tutte in gran spolvero per il capitolo conclusivo di questa trilogia che ha certamente saputo colpire l'immaginario del pubblico grazie alla trovata dell'idea cardine della storia, riproposta pellicola dopo pellicola. L'incasso è un po' calato e in America il film ha faticato a trovare il suo spazio, ma il pubblico fidelizzato ha comunque premiato questo lavoro con un più che cospicuo profitto. In definitiva un titolo accettabile nell'ottica della ricerca di qualche ora spensierata e, nel finale, perfino un po' malinconica. Di certo non un capolvoro, ma passabile.
Parola chiave: Luna.

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mercoledì 26 novembre 2014

Film 823 - Free Birds - Tacchini in fuga

Sinceramente una pellicola di cui non ricordavo per nulla l'esistenza, eppure uscita a malapena un anno fa.

Film 823: "Free Birds - Tacchini in fuga" (2013) di Jimmy Hayward
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Simpatico cartoon dalla parte degli animali, "Free Birds" nello specifico prende a cuore le sventure culinarie dei tacchini nella ricorrenza del Thanksgiving americano che li vede grandi protagonisti del menù. Salvare la propria razza dal massacro a tavola comporterà un viaggio nel tempo - sì, avete letto bene - per risalire alle origini di questa tradizione. Si tornerà, quindi, a tre giorni prima che avvenga il primo Thankgsgiving in assoluto nel 1621.
Come si capisce già da questi pochi elementi la trama è piuttosto inusuale, soprattutto perché combina strani elementi insieme, ma a ben vedere recentemente abbiamo assistito alla storia di un cane super intelligente che adotta un bambino e assieme viaggiano nel tempo. A differenza di "Mr. Peabody e Sherman", però, "Tacchini in fuga" è più divertente. La saccenza costante del cane rende difficile simpatizzare per il protagonista che, invece, qui è abbastanza stupido e divertente, per cui si segue con pacata tranquillità le improbabili avventure temporali dei tacchini in cerca di riscatto.
Anche se la sensazione generale è sempre che ci sia tutto, eppure manchi qualcosa, la storia riesce comunque ad intrattenere lo spettatore, strappando qualche sorriso e riuscendo a giocarsi abbastanza benei 91 minuti di pellicola che gli competono. L'unica cosa che forse poteva essere un po' più moderata è il livello di idiozia dei personaggi, qui settati su valori molto alti che, se a volte funzionano, altre volte risultano un po' superflui (come per esempio la bambina narcolettica: la prima volta è divertente, alla terza quasi più). I doppiatori americani sono Woody Harrelson, Owen Wilson e Amy Poehler.
Box Office: $110,387,072
Consigli: Storiella sciocchina ma piacevole con anche una certa dose di fantasia che non guasta. Un film per tutta la famiglia su una tradizione tutta americana che ha i tacchini come protagonisti. Il Presidente americano è solito graziarne uno all'anno; l'altro, però, se lo mangia.
Parola chiave: Pizza.

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Bengi

giovedì 3 luglio 2014

Film 736 - Grand Budapest Hotel

Orso d'argento all'ultima Berlinale, Miglior film straniero ai David di Donatello e Nastro d'argento ai Migliori costumi: insomma, anche solo per queste premesse non potevo assolutamente perdermi questo film!

Film 736: "Grand Budapest Hotel" (2014) di Wes Anderson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Tipicamente in stile Wes Anderson, ma questa volta meglio di "Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore": più ritmato, divertente, intrigante e stravagante.
Il fascino decadente del Grand Budapest Hotel, il cast stellare, la trama così ben scritta, la solita cura maniacale per i dettagli, le inquadrature, la realizzazione che è una continua ricerca di stile. Veramente un bel film, che vive di tutti questi aspetti e finisce per essere un vero gioiellino.
Non riesco a fare a meno di chiedermi tutte le volte che vedo un film di Anderson come riesca a ricreare queste atmosfere pastello, a pensare a così tanti dettagli dando ad ognuno lo spazio che richiede, ad inventarsi storie da collocare in contesti così particolari, a caratterizzare così tanti personaggi. E' innegabile che, piacciano o meno i suoi film, sia un artista che persegue un suo progetto d'insieme.
Insomma, trovo che "The Grand Budapest Hotel" meriti davvero il successo ottenuto in quanto esempio di cinema ben fatto e con uno scopo, in grado di sopravvivere alla prima ondata di euforia da weekend d'uscita in sala, di crescere e guadagnare consensi e spettatori in quanto opera realizzata con stile, classe e spiccata 'personalità'. Oltre agli aspetti tecnici, naturalmente, buona parte dell'ottimo risultato finale è da accreditare anche agli ottimi attori coinvolti: Ralph Fiennes, F. Murray Abraham, Edward Norton, Mathieu Amalric, Saoirse Ronan, Adrien Brody, Willem Dafoe, Léa Seydoux, Jeff Goldblum, Jason Schwartzman, Jude Law, Tilda Swinton, Harvey Keitel, Tom Wilkinson, Bill Murray, Owen Wilson, Tony Revolori.
Insomma, davvero una bella pellicola, originale, visivamente intrigante e ben scritta. Da non perdere!
Box Office: $164,742,585
Consigli: Ogni pellicola di Anderson è un'immersione totale nel suo mondo particolarissimo, a tratti ingenuo a tratti crudissimo. Bello, ben recitato, decadente e per certi aspetti molto cool, raffinato e dall'ottimo ritmo. Ci si fa trascinare ben volentieri nella storia del Gran Budapest e del suo proprietario Zero Moustafa, finendo per vivere una bella avventura tra qualche mistero, scenari 'plastici', una colonna sonora del sempre perfetto Desplat, costumi di Milena Canonero e un'atmosfera che solo le storie del regista americano riescono ad avere.
Parola chiave: .

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Bengi

giovedì 16 agosto 2012

Film 438 - Un anno da leoni

Dal regista de "Il diavolo veste Prada" e il prossimo "Hope Springs - Consigli per gli affetti", una commedia che parrebbe strana e inusuale sul mondo dell'avvistamento uccelli. Un po' di curiosità c'è.


Film 438: "Un anno da leoni" (2011) di David Frankel
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Considerando che è stato uno dei più clamorosi flop del botteghio americano dell'anno scorso, mi aspettavo sinceramente una pellicola orrenda e mal confezionata. In realtà, pur non essendo nulla di che, non è nemmeno un prodotto tanto pessimo da dover essere snobbato in maniera tanto evidente.
Ammetto che, pur non amando nessuno dei tre attori protagonisti della pellicola (Owen Wilson, Jack Black e Steve Martin), l'idea un po' più originale del solito che fa da sfondo di questa commediola americana (il birdwatching) è gradita e mi ha fatto dimenticare il naso storto di Wilson, gli occhi da fumato di Black e la costante aria da idiota di Martin. Detto ciò nulla di nuovo all'orizzonte. A parte il disorientamento da nome di uccello - troppi - non si cavalca certo l'onda dell'originalità. E chi vorrebbe lasciare il lavoro, ma non riesce ad abbandonare le responsabilità; e chi è uno sfigato totale che deve dimostrare al padre e al mondo intero che ce la può fare; e chi mette a repentaglio il suo matrimonio in favore della sua più grande passione.
Ora, a parte la scontatezza, ammetto che questa storia del birdwatching non la conoscevo. Cito da Wikipedia: "Il birdwatching (in italiano osservazione degli uccelli) è un hobby inerente all'osservazione e allo studio degli uccelli in natura. È sinonimo del termine birding, usato negli Stati Uniti d'America, che comprende, oltre all'osservazione, anche l'ascolto e il riconoscimento dei canti". Premesso che a me sembra follia, rimane comunque un approfondimento di una cosa di cui non conoscevo l'esistenza e, alla fine, mi ha divertito. Non c'è molto altro da aggiungere, però, e forse, oltre ad incorniciare la vicenda all'interno del big year (ossia l'anno di tempo in cui si gira per il mondo intenti ad avvistare il maggior numero di volatili possibili), si sarebbe potuto investire di più su una trama che sa di già visto non appena comincia la visione della pellicola.
In fin dei conti non posso dire che sia un brutto film, però "The Big Year" poteva sfruttare molto meglio i 41 milioni di dollari spesi per produrlo (ne ha incassati $7,448,385 in tutto il mondo...).
Ps. Titolo italiano assolutamente fuoriluogo e insensato.
Consigli: Finché c'è l'ingresso gratis con la 3 niente vieta di andare a vederlo. Ma a prezzo pieno, diciamoci la verità, può essere anche tranquillamente evitato. Una pellicola molto easy.
Parola chiave: Record.

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Ric

domenica 5 febbraio 2012

Film 363 - Midnight in Paris

Ultimo film del 2011!


Film 363: "Midnight in Paris" (2011) di Woody Allen
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Nonostante certe critiche per la banalità della resa del messaggio - goditi il presente e non sognare il passato perchè ti dimentichi di assaporare il tuo attimo - devo dire e con forza ribadire che "Midnight in Paris" è il mio personalissimo colpo di fulmine del 2011. Allen è un narratore che mi piace (tra i suoi film che ho visto: "Io & Annie", "Hannah e le sue sorelle", "Celebrity", "La maledizione dello scorpione di giada", "Hollywood Ending", "Anything Else", "Match Point", "Scoop", "Vicky Cristina Barcelona" e "Basta che funzioni") e molti dei suoi temi soliti - domande sulla vita e il suo senso, meccanica del destino, critica alla classe sociale medio-alta, relazioni di coppia - sono presenti anche in questo suo ultimo prodotto, tra i più commerciali da lui mai realizzati.
Cambio di cornice con, per sfondo, la Tour Eiffel, questa pellicola è una storia d'amore per tante cose che non sono la donna della coppia in questione (Wilson/McAdams): c'è l'amore per la città, per la cultura, per le piccole cose della vita, per la creatività e per la bellezza globale che circonda chiunque di noi.
E' un film che lascia tendenzialmente ottimisti, nonostante le domande esistenziali del protagonista Gil e il suo snervante basso profilo, la famiglia americana di Inez tanto saldamente e ostinatamente legata al 'logo' USA e al disincanto che il messaggio del film stesso produce: non ha senso il guardarsi indietro nostalgico se ci dimentichiamo di vivere il nostro presente.
Buono (e bello) il cast molto glam e internazionale, tra cui alcuni premi Oscar: Owen Wilson e Rachel McAdams (già citati), poi ancora Michael Sheen, Kathy Bates, Marion Cotillard e Adrien Brody. Spicca, non tanto per l'elevata qualità artistica dell'interpretazione, la partecipazione alla pellicola di Mme. Carla Bruni con una particina tanto chiacchierata da destare molta curiosità. Fa un po' ridere, lo ammetto, non tanto perchè l'espressività sia pessima, ma perchè l'auto-doppiaggio in italiano con finto accento francese cade in una spirale dell'assurdo che mal gioca a favore dell'artista (no, le virgolette non voglio metterle) ormai italo-francese. La parte, comunque, è molto piccola e non fondamentale. Rimane comunque l'unica italiana ad aver preso parte al film.
Insomma, per finire posso dire che ho ampiamente gradito e trovo più che meritate le 4 nomination all'Oscar che il film porta alla prossima cerimonia di premiazione del 26 febbraio. Non credo vincerà nulla tra Miglior film, regia, sceneggiatura e scenografia, ma rimane il fatto che, almeno per una volta, l'Academy si è ricordata che il Woody Allen contemporaneo esiste ed è ancora capace di raccontare il suo punto di vista.
Consigli: Bello e piacevole, ben girato e con una 'magica' storia da raccontare. Da vedere non solo perchè di un grande regista, ma perchè racconta con passione l'amore per una città, analizza puntualmente certi aspetti umani del quotidiano e ricostruisce in maniera affascinante un pezzetto di passato capace di lasciare senza fiato.
Parola chiave: Romanzo.

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Ric

giovedì 2 febbraio 2012

Film 362 - Midnight in Paris

Serata al cinema: penultimo appuntamento in sala del 2011, ma primo per un'altra 'voce' che lascerò misteriosa...


Film 362: "Midnight in Paris" (2011) di Woody Allen
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco (Mi)
Pensieri: L’ultimo film di Woody Allen è il suo più commercialmente vendibile degli ultimi tempi. Una trama seducente, un cast davvero molto conosciuto (Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Kathy Bates, Michael Sheen, Adrien Brody, Carla Bruni, Alison Pill, Tom Hiddleston, Léa Seydoux) e la città pro amore per eccellenza. No, non era scontato che il film riuscisse a conquistare il mercato, specialmente per le basse performance al box office di Allen, eppure un certo magico appeal si avvertiva già durante la promozione del film.
Oltre all’incasso più alto di sempre in America per un prodotto alleniano - in tutto il mondo siamo a quota $148.289.110 -, il film vanta le recentissime 4 nomination all’Oscar per Miglior film, regia, sceneggiatura e scenografia. Un ritorno in grande stile per Allen, che non si vedeva accreditare una nomination alla regia dal 1995 per “Pallottole su Broadway” (l’ultima nomination è del 2006 per la sceneggiatura di “Match Point”). Ma passiamo a questa pellicola.
Personalmente gli ultimi lavori del regista mi sono genericamente piaciuti, ma questo - insieme a “Match Point” - li supera tutti.
Si capisce lo spirito del film già del prologo della pellicola: immagini accompagnate da piacevole musica di sottofondo raccontano Parigi in maniera discreta, ma impongono allo spettatore la bellezza (molto ripulita) della città. E’ già amore.
Allen, poi, inserisce i personaggi - lui, Wilson, è il classico timidello sfigato e saltuariamente balbuziente presente in ogni opera alleniana; lei, McAdams, è la classica americana che vede il bello solo in ciò che è del suo Paese (o nello shopping, ovviamente): i genitori di lei saranno anche peggio - e fa iniziare una storia che si snoda a braccetto con la magia.
E così a chi guarda è regalato un tuffo nel passato ricchissimo e ben ricostruito, divertente e sorprendente, carico di eccessi e grandi personalità. Gli anni ‘20 parigini, così tanto amati dal protagonista, diventano - senza un particolare motivo - per lui accessibili e fonte di meraviglia ed ispirazione.
Si susseguono nomi che hanno fatto la storia: Cole Porter, Zelda Fitzgerald, F. Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Gertrude Stein, Picasso, Dalí, Luis Buñuel, Matisse, Gauguin, Degas e, forse, pure qualcun'altro... Un ricco carnet di nomi per un'unica pellicola girata, per di più, ai giorni nostri!
Piace, insomma. Piace perchè non è un gioco a vantarsi o una mera digressione culturale, non c'è alcun fare spocchioso nella narrazione. Semplicemente passano stupore e ammirazione di un appassionato (Wilson/Allen) che conosce e viene in contatto con esattamente ciò che ama.
Dall'altra parte, però, qualche contestazione. Parto dai pareri che ho riscontrato.
Forse una pellicola troppo semplicistica, quasi una favoletta - con ovvio lieto fine - che racconta la magia dell'impossibile che, pur essendone consapevoli, affascina l'occhio e colpisce facile il cuore. Parigi sotto la pioggia è iper-romantica e la fidanzata americana ha solo paura di non bagnarsi la zeppa e la minigonna. Allora non è che la classe altoborghese americana (un certo alto tenore di vita c'è sempre nei film di Woody) è rappresentata in maniera troppo veloce, quasi relegata ai cliché che questa stessa ammette di avere? Non è forse troppo facile ricordare a tutti - specialmente gli europei - che per loro è buono solo il cibo americano, bello solo il paesaggio americano, sensato solo il modo di vivere made in USA?
Io penso che, sicuramente, siano ragionamenti giusti e, in effetti, la critica alleniana tanto evidente a volte si appiglia troppo ad un'immagine negativamente stereotipata. Eppure non posso fare a meno di trovarmi d'accordo con Allen. Sarò veloce e superficiale anche io?
Insomma, personalmente difendo questo film, è sicuramente uno dei più interessanti e piacevoli che la stagione 2011 mi ha proposto, con un bel cast e una sceneggiatura ben scritta nonostante l'inaspettato elemento magia. Ho amato la lunghissima scena (senza tagli di montaggio) davanti alla Reggia di Versailles, infinita carrellata in cui la cinepresa segue il cammino dei protagonisti e la conversazione che nasce tra le due coppie; oltre ad essere una tecnica che mi sembra molto cara al regista, trovo che renda alla perfezione la naturalezza con cui scaturisce il dialogo tra le persone. Nessuna finzione, solo parole e interpretazione degli attori. Il dialogo è un flusso e, ad imitarlo, la telecamera segue in orizzontale il lento procedere dei suoi soggetti. Molto bello.
Infine gli Oscar. Dubito che il film porti a casa qualcosa di diverso dalla sceneggiatura - plausibilmente il premio più alla portata tra le quattro nomination -, ma non credo sia comunque probabile che "Midnight in Paris" vinca qualcosa. Comunque, farò il tifo per questa pellicola che ho apprezzato davvero tanto.
Consigli: Non ragionate mentre seguite la trama. Lasciatevi trasportare dalla narrazione e tutto sarà ancora più gratificante!
Parola chiave: Mezzanotte.

Trailer

Ric

giovedì 17 febbraio 2011

Film 219 - Vi presento i nostri

Di leggerezza in leggerezza...


Film 219: "Vi presento i nostri" (2010) di Paul Weitz
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Alessandro
Pensieri: Con tre nomination ai Razzie Award di quest'anno e una trama scritta probabilmente da un bambino delle elementari, questo Focker n°3 non si può che definire apertamente brutto. Giunti al terzo capitolo della saga (poi basta con i 3 però!), l'incasso non delude, ma tutto il resto sì.
Rispetto al primo "Ti presento i miei" ($295,500,000) e al secondo "Mi presenti i tuoi?" ($432,667,575) questo "Vi presento i nostri" ha, sì, racimolato fino ad oggi $306,533,490, ma non si può dire sia certo perchè è un film ben realizzato...
Ben Stiller pare abbia esaurito la carica simpatica (magari anche lui si è un po' rotto le palle di questa serie), Teri Polo è frigida, Owen Wilson di un'antipatia infinita, Jessica Alba inutile quanto in altri pochissimi ruoli della sua carriera, Laura Dern in un cameo imbarazzante, Barbra Streisand chiassona e quasi ciociaresca, Dustin Hoffman, Robert De Niro e Blythe Danner (che pure lei ha una parte misera) sono gli unici a non essere del tutto fuori luogo o irritanti.
Male, male, male. Non si ride mai, non ci si commuove, non ci si diverte, non si vede nulla di nuovo, non è chiaro perchè il candidato all'Oscar Paul Weitz si sia dedicato a questa regia, non si capisce il perchè di questo ennesimo capitolo di una saga già tramortita col secondo. Si spera che non sia in cantiere anche una quarta avventura...
Film 1627 - Meet the Parents
Film 1628 - Meet the Fockers
Film 219 - Vi presento i nostri
Consigli: Mah, lasciate stare...
Parola chiave: Banalità.


#HollywoodCiak
Bengi

martedì 25 gennaio 2011

Film 208 - 2 single a nozze

Cambiando decisamente i toni, fuori dal contesto premiazioni 2011, un dvd che avevo comprato qualche anno fa e che non avevo ancora rivisto.


Film 208: "2 single a nozze" (2005) di David Dobkin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Nicolò
Pensieri: Filmettino facile facile, simpatico e divertente, innocuo in definitiva.
Coppia di amici (maschi) scapoli che si imbucano ai matrimoni per deflorarne le partecipanti, finisce per rimanere coinvolta nella sua stessa trappola: l'amore raggiungerà anche loro.
Bizzarra la coppia Vince Vaughn (sempre più grasso) e Isla Fisher (allora praticamente sconosciuta), più convenzionale e noiosa quella di Owen Wilson e Rachel McAdams (sempre bella e brava). Ottimi comprimari tra cui Bradley Cooper (oggi divenuto molto più famoso grazie a film come "Una notte da leoni", "The A-Team" e "Case 39"), Christopher Walken (Oscar 1979 per "Il cacciatore", visto anche in "Il mistero di Sleepy Hollow", "Prova a prendermi") e Jane Seymour (famosa per il suo personaggio Michaela Quinn nella serie tv "La signora del West").
Di fatto nulla di speciale, in Italia il film non ha avuto particolare seguito, ma in America l'incasso è stato di $209,218,368 su un totale mondiale di $285,176,741. Per un film fatto di nulla e che parla di nulla è un bel risultato. Bisognerebbe solo interrogarsi sul perchè di tale successo.
Consigli: Un film da vedere decisamente in compagnia di qualcuno per farsi qualche risata tranquilla. Accompagna la serata in modo easy e decisamente non affatica. Si può fare.
Parola chiave: Matrimonio.


Ric