Intro: Ero curioso di vederlo, anche se con i film sugli sport ci vado sempre un po' cauto.
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Film 2092: "King Richard" (2021) di Reinaldo Marcus Green
Visto: dal computer portatileLingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: "King Richard" o il film di cui non sapevo di avere bisogno.
Ben raccontato, dal ritmo serrato nei momenti giusti e con una storia pazzesca da portare sul grande schermo - gli inizi delle due fuoriclasse del tennis Venus e Serena Williams - questo film mette in fila tutti gli elementi giusti che mescolano biopic, racconto di formazione, 'feel good' movie, dramma e riscatto, credere in sé stessi, l'importanza della famiglia e del supporto di chi ci vuole bene e crede in noi. C'è una marea di buonismo, ovviamente, ma non di quel tipo stucchevole e hollywoodiano, quanto più un avvolgente abbraccio di gruppo dalla famiglia Williams allo spettatore. Il che è una bella sorpresa.
Poi, sì, diciamo che per focalizzarsi e pompare al massimo sull'atipicità delle circostanze, la storia mette un po' da parte elementi che altrimenti avrebbero richiesto troppo spazio - tra le 5 sorelle adolescenti c'è a malapena qualche screzio ogni tanto, ognuna sta al proprio posto, obbedisce e porta a casa solo ottimi risultati - e la testarda sicurezza del sig. Williams rispetto alle capacità atletiche da fuori classe delle figlie dà spesso sui nervi, però in generale la pellicola è in grado di compensare questi aspetti con momenti di buono sport cinematografico e una performance trascinante di Will Smith (forse non così strabiliante da farmi gridare Oscar, ma sicuramente l'elemento trainante di tutta questa operazione. E anche se la performance non dovesse essere la migliore dell'anno, sicuramente il riconoscimento sarebbe meritato considerata la magnifica carriera dell'attore).
Insomma, ammetto che "King Richard" mi abbia sorpreso in positivo, soprattutto perché sono sempre un po' restio a recuperare questi film sportivi, specialmente quando poi ricevono una marea di plausi dalla critica (il che di solito significa che rimarrò deluso, vedi per esempio "Moneyball"). Ben fatto.
Cast: Will Smith, Aunjanue Ellis, Saniyya Sidney, Demi Singleton, Tony Goldwyn, Jon Bernthal.
Box Office: $36.3 milioni
Vale o non vale: Il film funziona e la narrazione procede senza intoppi mixando insieme la giusta dose di dramma, film sportivo, racconto sul riscatto e quella leggerezza e sensazione di soddisfazione confortante che solo certe pellicole sono in grado di lasciare. Vedere per credere.
Premi: Candidato a 6 premi Oscar per il Miglior film, attore protagonista (Smith), attrice non protagonista (Ellis), sceneggiatura originale, montaggio e canzone originale ("Be Alive" di Beyoncé, Dixson); 4 nomination ai BAFTAs per Miglior attore protagonista, attrice non protagonista, casting e sceneggiatura originale. Ai Golden Globes 2022 ha vinto per il Miglior attore protagonista drammatico (Smith) su 4 nomination (le altre per attrice non protagonista, canzone originale e film drammatico).
Parola chiave: Humble.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Ben raccontato, dal ritmo serrato nei momenti giusti e con una storia pazzesca da portare sul grande schermo - gli inizi delle due fuoriclasse del tennis Venus e Serena Williams - questo film mette in fila tutti gli elementi giusti che mescolano biopic, racconto di formazione, 'feel good' movie, dramma e riscatto, credere in sé stessi, l'importanza della famiglia e del supporto di chi ci vuole bene e crede in noi. C'è una marea di buonismo, ovviamente, ma non di quel tipo stucchevole e hollywoodiano, quanto più un avvolgente abbraccio di gruppo dalla famiglia Williams allo spettatore. Il che è una bella sorpresa.
Poi, sì, diciamo che per focalizzarsi e pompare al massimo sull'atipicità delle circostanze, la storia mette un po' da parte elementi che altrimenti avrebbero richiesto troppo spazio - tra le 5 sorelle adolescenti c'è a malapena qualche screzio ogni tanto, ognuna sta al proprio posto, obbedisce e porta a casa solo ottimi risultati - e la testarda sicurezza del sig. Williams rispetto alle capacità atletiche da fuori classe delle figlie dà spesso sui nervi, però in generale la pellicola è in grado di compensare questi aspetti con momenti di buono sport cinematografico e una performance trascinante di Will Smith (forse non così strabiliante da farmi gridare Oscar, ma sicuramente l'elemento trainante di tutta questa operazione. E anche se la performance non dovesse essere la migliore dell'anno, sicuramente il riconoscimento sarebbe meritato considerata la magnifica carriera dell'attore).
Insomma, ammetto che "King Richard" mi abbia sorpreso in positivo, soprattutto perché sono sempre un po' restio a recuperare questi film sportivi, specialmente quando poi ricevono una marea di plausi dalla critica (il che di solito significa che rimarrò deluso, vedi per esempio "Moneyball"). Ben fatto.
Cast: Will Smith, Aunjanue Ellis, Saniyya Sidney, Demi Singleton, Tony Goldwyn, Jon Bernthal.
Box Office: $36.3 milioni
Vale o non vale: Il film funziona e la narrazione procede senza intoppi mixando insieme la giusta dose di dramma, film sportivo, racconto sul riscatto e quella leggerezza e sensazione di soddisfazione confortante che solo certe pellicole sono in grado di lasciare. Vedere per credere.
Premi: Candidato a 6 premi Oscar per il Miglior film, attore protagonista (Smith), attrice non protagonista (Ellis), sceneggiatura originale, montaggio e canzone originale ("Be Alive" di Beyoncé, Dixson); 4 nomination ai BAFTAs per Miglior attore protagonista, attrice non protagonista, casting e sceneggiatura originale. Ai Golden Globes 2022 ha vinto per il Miglior attore protagonista drammatico (Smith) su 4 nomination (le altre per attrice non protagonista, canzone originale e film drammatico).
Parola chiave: Humble.
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Bengi
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