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lunedì 15 maggio 2023

Film 2185 - Divergent

Intro: Non so bene perché, ma mi era tornata voglia di vederlo.

Film 2185: "Divergent" (2014) di Neil Burger
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: come sempre, quando qualcosa funziona alla grande, non ci vuole molto perché comincino a comparire dei cloni. Fossimo stati all'inizio degli anni '00 e stessimo parlando di musica, si potrebbe benissimo fare riferimo alla battaglia delle teen popstar, ovvero Britney Spears, Christina Aguilera, Mandy Moore e Jessica Simpson.
Invece, siccome ci occupiamo di cinema - e il riferimento temporale risale solo a 10 anni fa - ci tocca dire che questo "Divergent" è la copia sbiadita di quell'"Hunger Games" che in sala fece faville (specialmente coi primi due capitoli) e sta per tornare a novembre conl'inevitabile quanto evitabile prequel "The Hunger Games: The Ballad of Songbirds and Snakes". I sequel di "Divergent", invece, sono stati un totale disastro, tanto che la produzione del quarto e conclusivo episodio non si è mai verificata.
La verità è che "Divergent" accusa pesantemente i suoi quasi 10 anni di età e non regge il confronto con il ben più interessante "Hunger Games". Non è colpa di Shailene Woodley, che è sempre una grande protagonista, ma sicuramente la storia manca di mordente e la sceneggiatura qui non è esattamente eccelsa. La romance tra Tris e Four non è particolarmente elttrizzante e il risultato finale, per quando passabile, manca di quel qualcosa in più. Forse, non ci fosse stato l'inevitabile paragone con l'altro franchise, questo ne sarebbe uscito vincente. Ma, vista la difficile competizione, "Divergent" finisce per risultare solamente quell'altra saga che hanno provato a lanciare dopo "Hunger Games".
Cast: Shailene Woodley, Theo James, Ashley Judd, Jai Courtney, Ray Stevenson, Zoë Kravitz, Miles Teller, Ansel Elgort, Tony Goldwyn, Maggie Q, Kate Winslet.
Box Office: $288.9 milioni
Vale o non vale: Il primo dei soli 3 film usciti di questo franchise è sicuramente il migliore. Col tempo si perde il senso della storia e ci si inabissa in un'intollerabile vortice di banalità pseudo politiche e prodozze tecnologiche (leggi effetti speciali) che non impressionano nessuno. Detto ciò, "Divergent" parte da un'idea anche intrigante, ma non riesce a capitalizzare sul suo potenziale in termini di cast e storia. Fosse finito qui il racconto, sarebbe andato bene lo stesso.
Premi: Vincitore nella categoria Miglior personaggio per Tris (Shailene Woodley) agli MTV Movie & TV Awards del 2014.
Parola chiave: Sierum.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 28 febbraio 2023

Film 2169 - Plane

Intro: Pomeriggio al cinema di disimpegno domenicale.

Film 2169: "Plane" (2023) di Jean-François Richet
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: anche se si capisce che il film avesse un budget limitato, "Plane" mantiene le promesse del trailer e funziona in termini di puro intrattenimento scaccia pensieri. Gerard Butler, anche se evidentemente in declino di carriera, riesce ancora a trainare senza fatica tutta la baracca, per un risultato finale tra "Rsambo" e "Con Air" che non passerà alla storia del cinema, ma lascia sorpendentemente soddisfatti.
Cast: Gerard Butler, Mike Colter, Yoson An, Tony Goldwyn, Daniella Pineda, Paul Ben-Victor, Remi Adeleke, Joey Slotnick, Evan Dane Taylor.
Box Office: $50 milioni
Vale o non vale: Non certo un capolavoro, "Plane" riesce, però, dove tanti altri hanno fallito: intrattenere senza pretese lo spettatore. Che, se alla ricerca di un'oretta e mezza a cervello spento, trova pane per i suoi denti.
Premi: /
Parola chiave: Fulmine.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 7 marzo 2022

Film 2092 - King Richard

Intro: Ero curioso di vederlo, anche se con i film sugli sport ci vado sempre un po' cauto.

Film 2092: "King Richard" (2021) di Reinaldo Marcus Green
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: "King Richard" o il film di cui non sapevo di avere bisogno.
Ben raccontato, dal ritmo serrato nei momenti giusti e con una storia pazzesca da portare sul grande schermo - gli inizi delle due fuoriclasse del tennis Venus e Serena Williams - questo film mette in fila tutti gli elementi giusti che mescolano biopic, racconto di formazione, 'feel good' movie, dramma e riscatto, credere in sé stessi, l'importanza della famiglia e del supporto di chi ci vuole bene e crede in noi. C'è una marea di buonismo, ovviamente, ma non di quel tipo stucchevole e hollywoodiano, quanto più un avvolgente abbraccio di gruppo dalla famiglia Williams allo spettatore. Il che è una bella sorpresa.
Poi, sì, diciamo che per focalizzarsi e pompare al massimo sull'atipicità delle circostanze, la storia mette un po' da parte elementi che altrimenti avrebbero richiesto troppo spazio - tra le 5 sorelle adolescenti c'è a malapena qualche screzio ogni tanto, ognuna sta al proprio posto, obbedisce e porta a casa solo ottimi risultati - e la testarda sicurezza del sig. Williams rispetto alle capacità atletiche da fuori classe delle figlie dà spesso sui nervi, però in generale la pellicola è in grado di compensare questi aspetti con momenti di buono sport cinematografico e una performance trascinante di Will Smith (forse non così strabiliante da farmi gridare Oscar, ma sicuramente l'elemento trainante di tutta questa operazione. E anche se la performance non dovesse essere la migliore dell'anno, sicuramente il riconoscimento sarebbe meritato considerata la magnifica carriera dell'attore).
Insomma, ammetto che "King Richard" mi abbia sorpreso in positivo, soprattutto perché sono sempre un po' restio a recuperare questi film sportivi, specialmente quando poi ricevono una marea di plausi dalla critica (il che di solito significa che rimarrò deluso, vedi per esempio "Moneyball"). Ben fatto.
Cast: Will Smith, Aunjanue Ellis, Saniyya Sidney, Demi Singleton, Tony Goldwyn, Jon Bernthal.
Box Office: $36.3 milioni
Vale o non vale: Il film funziona e la narrazione procede senza intoppi mixando insieme la giusta dose di dramma, film sportivo, racconto sul riscatto e quella leggerezza e sensazione di soddisfazione confortante che solo certe pellicole sono in grado di lasciare. Vedere per credere.
Premi: Candidato a 6 premi Oscar per il Miglior film, attore protagonista (Smith), attrice non protagonista (Ellis), sceneggiatura originale, montaggio e canzone originale ("Be Alive" di Beyoncé, Dixson); 4 nomination ai BAFTAs per Miglior attore protagonista, attrice non protagonista, casting e sceneggiatura originale. Ai Golden Globes 2022 ha vinto per il Miglior attore protagonista drammatico (Smith) su 4 nomination (le altre per attrice non protagonista, canzone originale e film drammatico).
Parola chiave: Humble.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 4 agosto 2016

Film 1183 - Il rapporto Pelican

Netflix mi proponeva una serie di pellicola tra le quali ho scelto questa.

Film 1183: "Il rapporto Pelican" (1993) di Alan J. Pakula
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Al di là del fatto che sia altamente inverosimile, questo rapporto Pelican è una barba.
Per essere un thriller è davvero troppo sbrodolato e le scene d'azione sono quelle che sono. Mi pare che le 2 ore e (quasi) mezza di pellicola si prendano troppo tempo per raccontare una storia ampiamente sforbiciabile. Fosse stato così probabilmente la pellicola avrebbe preso una piega più dinamica e interessante, riuscendo nell'intento di accelerare il ritmo cardiaco dello spettatore che, invece, qui si trova confuso dalle atmosfere tipiche del genere in commistione con una serie di elementi fuori fuori target: un'ampia documentazione e ricerca giornalistica, parrucche alla "Pretty Woman" e un istinto alla fuga che neanche Carmen Sandiego. Insomma, tutto un po' troppo e per un risultato finale che non è nemmeno così interessante. Della serie: chi ha assassinato i due giudici della Corte Suprema? Alla fine della pellicola allo spettatore non interessa nemmeno più.
Storia a parte, la Roberts in questi panni non mi piace - la Bullock forse sarebbe stata più incisiva - e, a costo di risultare sciocco, ammetto che nel momento dell'esplosione della macchina con il suo amato dentro, il primo piano di Julia mi ha fatto veramente ridere. Non molto drammatico, insomma. Denzel Washington fa la sua parte con mestiere, ma nemmeno lui mi è parso così incisivo. Insieme a loro uno stuolo di altre oggi un po' più big star di Hollywood come Tony Goldwyn ("Scandal") e Stanley Tucci ("Hunger Games", "Il diavolo veste Prada") che, però, nell'insieme qui non so perché risultato tutti simili l'uno all'altro andando a creare un effetto solamente disorientante.
Insomma, davvero non ho apprezzato.
Cast: Julia Roberts, Denzel Washington, Sam Shepard, John Heard, Tony Goldwyn, James B. Sikking, William Atherton, Robert Culp, Stanley Tucci, Hume Cronyn, John Lithgow.
Box Office: $195.3 milioni
Consigli: Tratto dal romanzo di John Grisham, tra tutti i titoli della Roberts e Washington decisamente non il più indimenticabile. Solo per i loro fan o chi sia davvero motivato.
Parola chiave: Pellicano bruno.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 18 maggio 2015

Film 917 - The Last Samurai

Penultimo film prima dell'atterraggio a Mosca, una scelta voluta per salutare il Paese del Sol Levante. #TokyoDays: film 6.

Film 917: "The Last Samurai" (2003) di Edward Zwick
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese, giapponese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Poco furbescamente non sottotitolato in inglese, tutte le parti in giapponese mi sono rimaste oscure. E, a dispetto di quanto avessi ipotizzato a inizio visione, non sono state poche....
Al di là del divario linguistico invalicabile, ho comunque rivisto volentieri questo film, titolo emblema del mio addio al Giappone, un modo personale per salutare una terra che in effetti un po' di cuore me l'ha rubato. Quindi, carico anche di questo bagaglio sentimentale, ho scelto di vedere nuovamente "The Last Samurai" con il signor Cruise in gran spolvero, mai così tanto tutto d'un pezzo e ricolmo di valori positivi al massimo grado superlativo. La sua carriera all'epoca era ancora di quelle da invidiare, con titoli di indubbio successo, 3 Golden Globe vinti, 3 candidature all'Oscar e incassi stellari per le sue pellicole e il suo portafoglio. In quest'ottica anche "The Last Samurai" riflette lo stato di salute del suo protagonista, rigonfio di steroidi e buoni sentimenti, nobiltà d'animo e grandi azioni, per un mix finale che sa di americanata, ma non infastidisce più di tanto. Ecco, diciamo che Tom Cruise testimonial del Giappone mi fa un po' ridere, ma a questo titolo riconosco il merito di avermi fatto scoprire più di dieci anni fa Ken Watanabe, attore giapponese che tutt'ora seguo con interesse.
Insomma, a parte il finale veramente troppo teatrale, questo film ha i suoi buoni momenti e regala un po' di quella filosofia spiccia che sì è superficiale, ma ha un'evidente buona intenzione alla base. Cruise è credibile e riveste bene i panni dell'eroe a 360°, anche se spesso a rubargli la scena è proprio Watanabe, non a caso premiato con una canidatura all'Oscar per la sua interpretazione. Tutta la storia regge bene e la sceneggiatura riesce nel coinvolgere emotivamente lo spettatore, che non mancherà di parteggiare per i samurai e l'americano convertito Algren. Di certo non spensierato, ma un bel colossal.
Ps. Nel cast oltre a Cruise e Watanabe anche Timothy Spall, Billy Connolly, Tony Goldwyn, Hiroyuki Sanada, Koyuki.
Box Office: $456.8 milioni
Consigli: Prima di "Memorie di una geisha" l'America più commerciale aveva già tentato la "colonizzazione" dell'oriente con questo titolo che potremmo quasi vedere come una versione per uomini del più delicato titolo diretto da Rob Marshall. "The Last Samurai" ha una bella fotografia e presenta un'esotica curiosità per l'occhio dello spettatore occidentale grazie a bellissimi paesaggi e costumi tradizionali. Anche se la filosofia giapponese si perde in un miscuglio di valori più occidentali, questo film rimane un titolo commerciale di valore per chi desiderasse immergersi in maniera facile facile in un mondo così differente da quello che viviamo. E' intrigante e per certi versi emozionante, il che anche solo per questo vale una visione. Non è un capolavoro, ma le buone intenzioni sono evidenti.
Parola chiave: Seppuku.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 19 febbraio 2015

Film 881 - Divergent

Comprato il dvd (per la verità regalato da Luigi), bisognava solo trovare il momento per rivedere questo film prima che uscisse il sequel nelle sale (in Italia esattamente tra un mese, il 19 marzo).

Film 881: "Divergent" (2014) di Neil Burger
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ammetto che, alla fine, sono diventato abbastanza fan di questo franchise, anche se certamente l'approccio meno adulto e la storia non sempre all'altezza delle buone premesse me lo fa considerare comunque un gradino sotto ai primi due episodi di "Hunger Games".
Snobismo a parte, il primo episodio della saga tratta dai libri apparentemente clamorosamente di successo di Veronica Roth, non è per niente male nell'ottica dell'intrattenimento action-teen che strizza abbondantemente l'occhio ai thriller futuristici con un debole per il distopico. Con trame per il potere più fitte di quanto non si penserebbe, un'accativante premessa che divide la società in 5 fazioni (Abneganti, Candidi, Pacifici, Intrepidi, Eruditi) e una protagonista che scoprirà di avere un segreto da proteggere e un destino da prendere in mano, di fatto questo "Divergent" è un esperimento cinematografico che compie il suo dovere, sicuramente soddisfando appieno le aspettative dei fan della saga.
Io mi sono laciato guidare volentieri dagli sviluppi della trama, ho seguito senza mai annoiarmi le avventure di Tris/Shailene Woodley alla conquista del suo posto in una società che la dava già per scontata (per non parlare del risvolto action tra sparatorie, controllo della mente e sventati tentativi di rovesciamenti di potere) e il tutto pur avendo già visto questa pellicola e sapendo cosa aspettarmi.
Insomma, "Divergent" è riuscito a 'fidelizzarmi' - pur avendo scoperto che i libri sono scritti da cane - e la cosa non mi dispiace affatto. Attendiamo "Insurgent" (o come lo chiama in maniera orribile Wiki, "The Divergent Series: Insurgent").
Ps. Sono davvero molti i nuovi nomi che contato a Hollywood che compaiono in questa pellicola: la Woodley, Theo James, Jai Courtney, Ansel Elgort, Zoë Kravitz, e il bravissimo Miles Teller di "Whiplash".
Film 694 - Divergent
Film 911 - Insurgent
Film 1124 - Allegiant
Box Office: $288,747,895
Consigli: Si vede e fa rivedere con piacere. Non è certo un capolavoro, ma riesce a valorizzare quasi sempre i suoi assi nella manica (forse l'unico vero punto debole è l'evoluzione del cattivo, che spreca un po' - soprattutto nel finale - la bravura della Winslet, molto rigida ma certo a causa della gravidanza, all'epoca, in corso) e alla fine ci si affeziona a Tris, si tifa per lei e gioisce dei suoi successi. Il finale lascia con non pochi nodi da sciogliere, oltre che con una strage parentale da manuale: la nuova Tris orfana e consapevole si affaccia a un futuro incerto e noi, insieme a lei, aspettiamo di sapere cosa ne sarà della saga di "Divergent".
Parola chiave: Cerimonia della Scelta.

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