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martedì 17 gennaio 2023

Film 2160 - She Said

Intro: Col secondo film del 2023 - nonché il secondo che ho visto il primo giorno dell'anno - cambiano i toni e le tematiche. Mi andava un film più maturo, così ho ripescato questo titolo che non ero riuscito ad andare a vedere al cinema.

Film 2160: "She Said" (2022) di Maria Schrader
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: dal momento in cui è scoppiato il caso Weinstein qualche anno fa, sapevo che prima o poi un film come questo sarebbe uscito al cinema. Era davvero solo una questione di tempo.
Ecco, quindi, che a fine 2022 ci troviamo con il titolo "She Said" giusto a tiro per la stagione dei premi, classico esempio di pellicola con meno audience appeal che (giustamente) tenta di capitalizzare su potenziali riconoscimenti internazionali. Qualche menzione c'è stata, per carità, anche di fatto la pellicola di Maria Schrader non ha fatto sfaceli, nemmeno al botteghino (il film ha incassato meno della metà dei $32 milioni spesi solamente produrlo).
E' anche vero che, ad oggi, il pubblico adulto fatica a ritornare in sala. Un prodotto come questo non avrebbe mai fatto il botto in termini di incasso nemmeno in periodo pre Covid, però il consecutivo fallimento di vari titoli usciti negli ultimi mesi e rivolti ad un pubblico adulto (no Marvel, titoli per famiglie, commedie, ecc) è certamente un fattore da considerare quando si guarda al box-office odierno.
Aspeti più tecnici a parte, questo "She Said" è un onesto resoconto dell'episodio di giornalismo investigtivo che ha coinvolto le due reporter del New York Times Jodi Kantor (Kazan) e Megan Twohey (Mulligan) che, atrraverso le loro ricerche e scoperte, hanno scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora. Oggi tutti conosciamo o abbiamo sentito parlare dello scandalo legato alle molestie sessuali che negli anni Harvey Weinstein ha rivolto a dipendenti, attrici e aspiranti tali: questo film ripercorre le tappe che hanno portato alla pubblicazione dell'articolo che, di fatto, ha iniziato tutto.
Per chi sia interessato alla storia dietro alla vicenda e come siano riuscite le giornaliste e il team del New York Times a mettere finalmente in ginocchio l'impunito Weinstein, questa pellicola è sicuramente un buon punto di inizio. La verità, però, è che lo stile asciutto di storia e regia confondono un po' questo prodotto con un documentario che, di fatto, non è. Personalmente, considerato il soggetto della storia, avrei preferito l'approccio documentaristico a quello di fiction, specialmente per come confezionato questo film: o si sceglieva una rappresentazione più concentrata sulle protagoniste e la loro caratterizzazione, il loro approccio all'articolo, le difficoltà di raccontare una storia come questa, oppure si eliminava completamente l'apporto di fiction e sceglieva per uno basato sulla presentazione dei fatti tramite immagini di archivio e interviste.
Questo non per dire che il film non funzioni o il risultato finale non sia buono, ma principalmente perché "She Said" ha il grande difetto di presentare con estrema cognizione di causa i fatti, tralasciando un po' tutto il resto (di quegli elementi che fanno di un racconto cinematografico un film). Il che è un po' un peccato perché considerata la vicenda che si racconta qui, ci sarebbe stato bisogno di un approccio meno asettico e molto, molto più personale.
Cast: Carey Mulligan, Zoe Kazan, Patricia Clarkson, Andre Braugher, Jennifer Ehle, Samantha Morton, Zach Grenier, Peter Friedman, Ashley Judd.
Box Office: $12.4 milioni
Vale o non vale: Certamente non un titolo per tutte le occasioni. Il tema affrontato è delicato e, anche se qui affrontato nelle modalità giuste, comunque non per ogni tipo di pubblico. Carey Mulligan e Zoe Kazan sono un po' intercambiabili e potrebbero ognuna interpretare il ruolo dell'altra, il che un po' confonde. Tutto sommato un film solido, pur mancante di un'anima oltre i fatti.
Premi: Candidato al Golden Globe per la Miglior attrice non protagonista (Carey Mulligan).
Parola chiave: Vittime.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 14 settembre 2015

Film 993 - Poseidon

A casa in malattia: film 3.

Film 993: "Poseidon" (2006) di Wolfgang Petersen
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Avevo un ricordo forse troppo ingenuo di questa pellicola, mastodontica produzione incentrata sull'affondamento del Poseidon dal romanzo di Paul Gallico. E', tra l'altro, l'ultimo film di Wolfgang Petersen al momento.
Il regista tedesco spreca un buon cast in funzione di una messa in scena un po' pacchiana e, soprattutto, estremamente concentrata sulla spettacolarità promossa dagli effetti speciali (premiata con una nomination all'Oscar). Una via di mezzo fra "Titanic" e "The Day After Tomorrow", "Poseidon" però fallisce nel tentativo di differenziarsi dagli altri titoli in maniera significativa, risultando più forma che sostanza.
I personaggi principali non sono particolarmente interessanti, né caratterizzati oltre la bidimensione delle loro peculiarità di base atte a ricreare un gruppo eterogeneo e socialmente differenziato, così da moltiplicare i possibili scenari d'identificazione da parte dei vari pubblici. Così abbiamo il gay lasciato dal fidanzato che tenta il suicidio, padre e figlia che non vanno d'accordo con annesso biondo fidanzato belloccio di lei, la poveretta ispanica che tenta di immigrare negli States nascondendosi negli alloggi del personale, il futuro eroe senza macchia, la mamma bella con figlioletto (da proteggere) al seguito e così via. Tutti questi personaggi insieme formano il gruppo principale di più o meno sacrificabili all'interno della storia, ma assieme non sono sufficientemente interessanti da rendere tale anche la storia. Questa, infatti, vive principalemente delle scene drammatiche come quella dell'onda o quella nell'ascensore e in generale tutte le scene che riguardano il mostrare il disastro in atto, ma per il resto devo dire che la narrazione mi ha un po' annoiato.
In generale, quindi, "Poseidon" mi ha lasciato un po' perplesso, sicuramente ridimensionando il ricordo positivo che mi ero fatto quasi 10 anni fa. Chiaramente non è una pellicola terribile, ma non è nemmeno un esperimento riuscito.
Ps. Il cast presenta numerosi volti noti: Josh Lucas, Richard Dreyfuss, Kurt Russell, Emmy Rossum, Jacinda Barrett, Mía Maestro, Mike Vogel, Kevin Dillon, Freddy Rodríguez, Andre Braugher e perfino Fergie.
Box Office: $181.7 milioni
Consigli: Evidentemente pellicola a tema disastri vari derivanti da un primo terribile evento scatenante, questo titolo segue un po' il filone di "Titanic", "The Day After Tomorrow", "2012" e il recente "San Andreas". Se piace, anche "Poseidon" sarà in grado di intrattenere sufficientemente bene per il tempo della sua durata, anche se a mio avviso parliamo della produzione più debole del gruppo citato, banalmente infarcita di steroidi digitali, ma non in grado di generare sufficiente interesse per tutta l'operazione nel complesso. In definitiva, quindi, un prodotto da scegliere solo se motivati, altrimenti si rischia un po' la noia.
Parola chiave: Onda anomala.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 27 dicembre 2014

Film 842 - Passengers - Mistero ad alta quota

Io non ero per nulla convinto, ma non si trovava altro e la cena era già pronta...

Film 842: "Passengers - Mistero ad alta quota" (2008) di Rodrigo García
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Francamente una pellicola deludente, sconclusionata, banale e ricca di cliché. Non mi aspettavo che Anne Hathaway potesse scegliere di partecipare ad un progetto così scarso e mal fatto.
Dopo un incidente aereo i sopravvissuti verrano "aiutati" da Claire/Anne Hathaway che li seguirà nell'esternazione ed elaborazione psicologica di ciò che è loro successo. Quando il misterioso e sempre sorridente Eric/Patrick Wilson comincia ad entrare in confidenza con Claire e, soprattutto, i pazienti di questa cominciano a sparire, la cosa si farà misteriosa.
Misteriosa più che altro perché lo dice il poster, di fatto ciò che è accaduto e si sta narrando è abbastanza intuibile e privo di alcuna aura di mistero. Peccato, si poteva tentare di fare un po' meglio sinceramente.
Box Office: $5,494,715
Consigli: 25 milioni di dollari di budget, un cast abbastanza ricco (Anne Hathaway, Patrick Wilson, Clea DuVall, Andre Braugher, Chelah Horsdal, David Morse, Dianne Wiest) e la promessa di un mistero dietro lo schianto di un aereo di linea sono le premesse di questo "Passengers". Di fatto, però, le premesse non si tramutano in promesse e il film rimane una storielle drammatico romantica sulla vita dopo la morte e spreca ogni possibilità di risultare interessante scegliendo di far passare la maggior parte del film in una specie di limbo in cui non cacate praticamente mai nulla e tutti sbucano all'improvviso da non si sa dove. Evitabile. Anzi, da evitare.
Parola chiave: Morte.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 7 novembre 2014

Film 813 - Frequency - Il futuro è in ascolto

Un vero e proprio tuffo nel (mio) passato!

Film 813: "Frequency - Il futuro è in ascolto" (2000) di Gregory Hoblit
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ho un ricordo piacevole di quando andai al cinema a vederlo coi miei, il che ha contribuito ad un effetto nostalgia che negli anni mi ha sempre fatto pensare a "Frequency" in maniera positiva. Di fatto, con gli occhi di adulto, posso dire che il film è carino anche se l'intento puramente commerciale è più che evidente. Nonostante questo, comunque, rimane un titolo che mi colpisce perché, a dispetto dell'anima blockbuster, si impegna e non poco a portare sullo schermo una storia ricca di avvenimenti.
Infatti non parliamo solo di elementi sci-fi (grazie ad una tempesta solare che accade contemporaneamente nel passato e nel presente della storia e rende possibile un contatto radio tra il 1969 e il 1999), ma anche una certa dose di action (vuoi non metterci un pompiere supereroe senza macchia e senza paura che si addentra in un incendio come io mi perdo all'IKEA?), di thriller (visto che c'è un serial killer psicopatico che uccide le infermiere... e vuoi non metterci la madre del protagonista, che è anche la moglie del superpompiere, a fare l'infermiera?) e dramma (visto che man mano che dal futuro John/Jim Caviezel suggerisce al padre Frank/Dennis Quaid come agire nel passato cambiano gli eventi della storia e influenzano anche con ripercussioni gravi l'andamento degli eventi). Insomma, come si è capito c'è molta carne al fuoco.
Chiaramente l'happy ending è dietro l'angolo e sarà anche più dolce di quanto saremmo abituati ad immaginarlo oggi, ma se si sorpassano un pochino i pregiudizi su prodotti mainstream come questo, alla fine ci si può godere una pellicola carina e di buon intrattenimento.
Box Office: $68,106,245
Consigli: Meno di successo di quanto si sarebbe sperato, eppure "Frequency" è un titolo perfetto per una serata spensierata da accompagnare alla visione di un film senza pretese e di sufficiente intrattenimento. Dennis Quaid era ancora in un momento in cui le persone si ricordavano chi fosse, mentre Jim Caviezel e Elizabeth Mitchell qui sono ancora rispettivamente pre "La passione di Cristo" e pre "Lost". Il film funziona ed è ben confezionato, si lascia guardare e ha anche qualche trovata interessante. Da tenere in considerazione quando si cerca un disimpegno.
Parola chiave: Ospedale.

Trailer

Bengi