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venerdì 25 ottobre 2024

Film 2313 - Final Destination

Intro: Halloween si avvicina e continuo a cercare di fare vedere un po' di Horror a Michael. Questa volta sono andato sul sicuro, scegliendo una delle pellicole di paura che preferisco (e ricordo ancora quando la vidi al cinema col mio papà).

Film 2313: "Final Destination" (2000) di James Wong
Visto: dalla tv
Lingua: inglese
Compagnia: Michael
In sintesi: l'avrò visto almeno una decina di volte, eppure non mi stanca mai. Sì, è una boiata e non ha certo ridefinito i canoni del cinema moderno, ma "Final Destination" è uno dei miei 'comfort movies', un titolo su cui ogni tanto torno quando ho bisogno di un horror facile facile, ma godibile.
E poi ho sempre avuto un debole per i disaster movies e qui la premessa (per quanto solo sognata) c'è tutta.
Film 427 - Final Destination
Film 2312 - Final Destination
Film 430 - Final Destination 5
Film 2383 - Final Destination: Bloodlines
Cast: Devon Sawa, Ali Larter, Kerr Smith, Seann William Scott, Kristen Cloke, Chad E. Donella, Brendan Fehr, Amanda Detmer, Tony Todd.
Box Office: $112.9 milioni
Vale o non vale: Fa paura? Mica tanto, però nel suo genere è spassoso. Potrebbe sembrare datato, ma porta bene i suoi 24 anni.
Premi: /
Parola chiave: Aereo.
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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 21 agosto 2021

Film 1812 - Crawl

Intro: Abbandonato di fretta il Cile in rivolta, atterro a Mendoza in Argentina, città che avevo già visitato durante la vacanza coi ragazzi. In quell'occasione ne avevamo approfittato per fare il tour delle vigne e dei produttori di olio. E, naturalmente, mi era venuta la febbre tra un brindisi e l'altro.
Nell'attesa che venga il giorno della mio ritorno verso Cordoba, mi godo questa tappa inaspettata tra un clima meraviglioso, monumenti e vegetazione e, naturalmente, cibo.

Film 1812: "Crawl" (2019) di Alexandre Aja
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: tanto assurdo quanto d'intrattenimento, questo "Crawl" funziona principalmente grazie a giusti trucchetti dell'horror che spaventano e generano tensione e a una certa dose di ludico divertimento ogni volta che la storia mette in scena un'altra sciocchezza impossibile che, tuttavia, nell'ottica del risultato finale del film non danneggia il racconto.
Insomma, non certo un campione di verosimiglianza e plausibilità, ma è davvero quello che ci si aspetta da una pellicola come "Crawl"? Esatto, quindi tanto vale goderselo esattamente per quello che è: un horror che combina alligatori e uragani per spaventare e mettere ansia allo spettatore. E, in quest'ottica, funziona.
Cast: Kaya Scodelario, Barry Pepper, Morfydd Clark, Ross Anderson.
Box Office: $91.5 milioni
Vale o non vale: La premessa è quella che è, ma se siete alla ricerca di una pellicola di paura con qualche elemento catastrofico, una buona protagonista (Scodelario) per un'oretta e mezzo di cervello spento... avete trovato quello che fa per voi.
Premi: /
Parola chiave: Sopravvivenza.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 2 luglio 2020

Film 1737 - San Andreas

Intro: Ormai una sorta di tradizione della casa, un altro film tutti insieme per spassarcela un po' a costo zero.
Film 1737: "San Andreas" (2015) di Brad Peyton
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas
In sintesi: devo dirlo, ci sono disaster movies migliori, ma era da un po' che volevo rivederlo e l'occasione sembrava quella giusta. Forse manca un po' di quella grandezza epica che hanno certi film di Emmerich come "2012" e "The Day After Tomorrow", comunque "San Andreas" regala sufficiente intrattenimento e distruzione per funzionare. Anche qui Dwayne Johnson interpreta il suo unico personaggio da pellicola d'azione, tutto muscoli e famiglia.
Ps. Date una chance alla bella canzone di Sia dei titoli di coda, cover di "California Dreamin'" dei The Mamas and the Papas.
Film 954 - San Andreas
Film 1737 - San Andreas
Cast: Dwayne Johnson, Carla Gugino, Alexandra Daddario, Ioan Gruffudd, Archie Panjabi, Kylie Minogue, Paul Giamatti, Will Yun Lee, Colton Haynes.
Box Office: $474 milioni
Vale o non vale: Facile facile, sufficientemente distruttivo, persino adrenalinico in certe parti, "San Andreas" utilizza la scusa del disastro naturale per dare l'ennesima occasione a Johnson di interpretare il macho dai saldi valori che salva la situazione grazie a coraggio e tenacia. La famiglia e il mondo ringraziano.
Premi: /
Parola chiave: Famiglia.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 26 settembre 2017

Film 1413 - Godzilla

Ogni tanto la voglia di mostro chiama. E io rispondo.

Film 1413: "Godzilla" (2014) di Gareth Edwards
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: C'è qualcosa in questo film che continua a piacermi ogni volta che lo rivedo. Sarà la potenza distruttrice del gigantesco mostro, sarà che pur trattandosi di un prodotto sci-fi praticamente è come se appartenesse alla categoria delle pellicole catastrofiche (che mi piacciono tanto), sarà che ho questa particolare simpatia per Elizabeth Olsen che trovo non solo molto bella, ma anche particolarmente dotata... Insomma, di fatto a me guardare "Godzilla" fa sempre piacere. Potrei dire che ogni scusa è buona.
Pur non trattandosi di un capolavoro - sicuramente meglio dell'omonimo di Roland Emmerich del 1998 -, questo film riesce nell'intento di intrattenere a dovere lo spettatore alla ricerca di un disimpegno ben architettato, addirittura contestualizzando il bestione giapponese all'interno di un contesto storico verosimile (test nucleari, bombe atomiche, Prima guerra mondiale) che conferisce al racconto quel tono drammatico e realistico che solitamente manca a prodotti del genere, più orientati a stupire attraverso gli effetti speciali che a rendere la storia anche solo vagamente plausibile. Poi, ovviamente, non manca la computer grafica, qui a supporto di una sceneggiatura che ha pensato veramente in grande: non uno, non due, ma ben tre giganteschi mostri ognuno intento a distruggere una non limitata porzione di mondo. Quando si incontreranno faranno scintille.
Quindi che dire? "Godzilla" è certamente un prodotto mainstream che, pure, ho sempre trovato sopra alla media. Ripeto, niente di indimenticabile, eppure un grande passo avanti rispetto a prodotti simili della generazione passata e non solo (quello che, per capirsi, hanno provato a fare con "Kong: Skull Island" quest'anno). Per cui lo trovo ogni volta piacevolmente godibile.
Film 724 - Godzilla
Film 726 - Godzilla
Film 912 - Godzilla
Film 1413 - Godzilla
Film 1780 - Godzilla: King of the Monsters
Film 2000 - Godzilla vs. Kong
Film 2268 - Godzilla vs. Kong
Film 2277 - Godzilla x Kong: The New Empire
Cast: Aaron Taylor-Johnson, Ken Watanabe, Elizabeth Olsen, Juliette Binoche, Sally Hawkins, David Strathairn, Bryan Cranston.
Box Office: $529.1 milioni
Consigli: Per gli appassionati di Gojira, un remake/reboot americano che, per una volta, non è fatto coi piedi. Per gli amanti dei disaster movie, un prodotto che non perde tempo a dispiacersi per quello che ti crolla addosso. Per tutti gli altri, un film che si prende il suo tempo per costruire una storia che funziona e che al suo interno prevede mostri, energia nucleare e un uomo-marito-padre che, neanche a dirlo, attraversa una nazione per ritornare dalla sua famiglia, nel frattempo salva il mondo e ne esce illeso. Se apprezzate il genere, lanciatevi senza paracadute perché amerete questo "Godzilla".
Parola chiave: MUTO.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 18 novembre 2016

Film 1241 - Deep Impact

Tornato a casa, il Netflix italiano mi propone una pellicola che da anni desideravo recuperare. Anche perché l'ho sempre confusa con un milione di altri titoli, per cui mi piaceva l'idea di fare un attimo di chiarezza...

Film 1241: "Deep Impact" (1998) di Mimi Leder
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Gli effetti speciali sono quelli che sono (del resto eravamo negli anni '90!) e rivisti oggi sono il segno tangibile di quanto la tecnologia sia stata migliorata, in ogni caso questo disaster movie non fa particolarmente centro e la colpa non è certo della computer grafica.
Tra tutti i titoli di questo genere, devo dire che "Deep Impact" è certamente quello più debole e disomogeneo per cast, personaggi, storia. Troppi intrecci narrativi conducono ad un epilogo poco soddisfacente, senza contare che dei protagonisti ci frega davvero il giusto (a parte di Téa Leoni, che ovviamente è l'unica a sacrificarsi per fare pace col papi). Dunque molto, molto rumore per nulla che si risolve in un nulla di fatto francamente troppo facile e forse un po' ingenuo. Non so se la scelta di mandare a segno solo uno degli asteroidi sia stata voluta dalla sceneggiatura o dalle mancanze degli effetti speciali (o del budget, fermo a 80 milioni), in ogni caso la sensazione è che l'arco narrativo rimanga incompiuto in quanto tutto ciò per cui ci si era preparati - noi che guardiamo e i personaggi - non avviene e tutti i dialoghi, le scene, i drammi annunciati e verificati si vanificano in nome di una sorta di happy ending molto comodo.
In tutto questo, come dicevo, un universo sovraffollato di personaggi che, necessariamente, finisce per rimanere sulla superficie, per una bidimensionalità che, in quel momento, era ancora solida prerogativa dei blockbuster senz'anima. "Deep Impact" non si sottrae al diktat dell'epoca e si gioca una diversificazione umana che passa solamente attraverso lo stereotipo e finisce per svilire una storia già di per sé ricca di avvenimenti senza il bisogno di un sovraccarico di racconti personali che poi, vuoi o non vuoi, si risolvono in un sadico gioco di sceneggiatura: o sopravvivi o muori. Non c'è tempo per conoscere tutti, figuriamoci per appassionarsi a loro.
In tutto questo marasma di testosterone eroico - abbiamo perfino il ragazzino che per salvare la sua innamorata decide di emanciparsi e sposarla -, la cosa che mi ha colpito in positivo è stata un non trascurabile dettaglio tecnico: la regia è di una donna, il che è inusuale in questo genere. Alla Leder niente da recriminare, anzi, mi pare che il suo lavoro l'abbia svolto egregiamente considerato il contesto.
Dunque un risultato finale così così per una pellicola di "distruzione di massa" che parte in quarta ma finisce per tradire il genere a cui vuole appartenere per concentrarsi su un finale all'"Armageddon - Giudizio finale", rovinando il classico piacere del vedere tutto radersi al suolo. Per finta.
Cast: Robert Duvall, Téa Leoni, Elijah Wood, Vanessa Redgrave, Maximilian Schell, Morgan Freeman, James Cromwell, Jon Favreau, Laura Innes, Richard Schiff, Leelee Sobieski, Blair Underwood, Dougray Scott.
Box Office: $349.5 milioni
Consigli: Pellicola ludica imperdibile per chi apprezza il genere che tutto distrugge e poco risparmia, anche se il risultato finale è più ibrido del solito. Il che non è necessariamente un bene, visto il caos di personaggi e sottotrame che la storia ci profila, finanedo per mischiare e chiamare in causa troppo e concludere con troppo poco. Il cast è variegato e non si faticano a riconoscere i volti famosi (c'è perfino un giovanissimo e sempiterno Frodo Baggins), gli effetti speciali sicuramente all'avanguardia per l'epoca, in ogni caso "Deep Impact" è una pellicola solo per chi ha davvero voglia di recuperarla.
Parola chiave: Meteorite.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 1 agosto 2016

Film 1180 - Le sorelle perfette

Attendevo da più di un anno di poter vedere questo film, da quanto l'annuncio dell'uscita è stato fatto durante i Golden Globes del 2015...

Film 1180: "Le sorelle perfette" (2015) di Jason Moore
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Boiatona gigagalattica che pure non posso fare a meno di amare per la sola presenza delle mie amate e preferite Tina Fey e Amy Poehler. Questo solo basti a far capire che, naturalmente, non posso essere attendibile per quanto riguarda questo "Sisters".
Cioè, mi correggo: posso esserlo, ma non intendo nascondere che mi è piaciuto, nonostante mi renda perfettamente conto che sia una commedia nemmeno troppo divertente per essere un prodotto in cui compaiono due tra le attrici comiche più divertenti e taglienti degli ultimi anni. Si tratta, infatti, di un prodotto mediocre e più chiassoso che simpatico e, pure, riesce nel suo totale intento intrattenitivo che, per l'estate italiana, è perfetto. Stranamente, invece, la collocazione americana ha preferito il natale, collocando l'uscita del film nello stesso weekend d'uscita di "Star Wars - Il risveglio della Forza".
In ogni caso, pur rimanendo un prodotto parzialmente deludente, chi ama la combinazione comica e irriverente che le due attrici sanno creare quando sono insieme, non resterà deluso da questo "Le sorelle perfette", storia di due sorelle che, in occasione della messa in vendita della casa dove sono cresciute, decidono di celebrare l'occasione dando una super festa di addio così da poter fare l'alba almeno una volta tra le mura in cui sono cresciute. Inutile dire che la casa non passerà indenne all'evento...
Tra battute sessuali, una comicità corporea molto forte e un effetto nostalgia per gli anni '80 in grado di catturare non solo chi quegli anni li ha vissuti, questa pellicola porta a casa un risultato finale che rasenta la sufficienza, ma solo grazie alla chimica che vi è tra le due donne e, da non sottovalutare, l'interazione con la "cattiva" del film, Maya Rudolph (anche lei proveniente dal Saturday Night Live come la Fey e la Poehler). Dunque non certo un capolavoro, eppure per chi apprezza non mancherà di lasciare un ricordo simpatico e divertente.
Cast: Tina Fey, Amy Poehler, Maya Rudolph, Ike Barinholtz, Dianne Wiest, James Brolin, John Cena, Madison Davenport, John Leguizamo, Brian d'Arcy James, Kate McKinnon, Renée Elise Goldsberry, Heather Matarazzo.
Box Office: $105 milioni
Consigli: Un po' sotto lo standard cui le due comiche hanno abituato, ma comunque sufficiente a colmare la voglia di rivederle insieme, questo "Sister" è una commedia sciocca e rumorosa, eppure con qualche momento divertente ben architettato (la scena nei camerini è impagabile). Certamente si poteva fare di più e meglio, ma ciò non toglie che nella carenza di titoli comici di valore di questa estete 2016, "Le sorelle perfette" non sia di fatto una buona scelta per farsi qualche risata senza pretese e senza pensieri.
Parola chiave: Curiosamente anche in questo caso la parola può essere "Carillon" proprio come per la recensione precedente.

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Bengi

lunedì 14 settembre 2015

Film 993 - Poseidon

A casa in malattia: film 3.

Film 993: "Poseidon" (2006) di Wolfgang Petersen
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Avevo un ricordo forse troppo ingenuo di questa pellicola, mastodontica produzione incentrata sull'affondamento del Poseidon dal romanzo di Paul Gallico. E', tra l'altro, l'ultimo film di Wolfgang Petersen al momento.
Il regista tedesco spreca un buon cast in funzione di una messa in scena un po' pacchiana e, soprattutto, estremamente concentrata sulla spettacolarità promossa dagli effetti speciali (premiata con una nomination all'Oscar). Una via di mezzo fra "Titanic" e "The Day After Tomorrow", "Poseidon" però fallisce nel tentativo di differenziarsi dagli altri titoli in maniera significativa, risultando più forma che sostanza.
I personaggi principali non sono particolarmente interessanti, né caratterizzati oltre la bidimensione delle loro peculiarità di base atte a ricreare un gruppo eterogeneo e socialmente differenziato, così da moltiplicare i possibili scenari d'identificazione da parte dei vari pubblici. Così abbiamo il gay lasciato dal fidanzato che tenta il suicidio, padre e figlia che non vanno d'accordo con annesso biondo fidanzato belloccio di lei, la poveretta ispanica che tenta di immigrare negli States nascondendosi negli alloggi del personale, il futuro eroe senza macchia, la mamma bella con figlioletto (da proteggere) al seguito e così via. Tutti questi personaggi insieme formano il gruppo principale di più o meno sacrificabili all'interno della storia, ma assieme non sono sufficientemente interessanti da rendere tale anche la storia. Questa, infatti, vive principalemente delle scene drammatiche come quella dell'onda o quella nell'ascensore e in generale tutte le scene che riguardano il mostrare il disastro in atto, ma per il resto devo dire che la narrazione mi ha un po' annoiato.
In generale, quindi, "Poseidon" mi ha lasciato un po' perplesso, sicuramente ridimensionando il ricordo positivo che mi ero fatto quasi 10 anni fa. Chiaramente non è una pellicola terribile, ma non è nemmeno un esperimento riuscito.
Ps. Il cast presenta numerosi volti noti: Josh Lucas, Richard Dreyfuss, Kurt Russell, Emmy Rossum, Jacinda Barrett, Mía Maestro, Mike Vogel, Kevin Dillon, Freddy Rodríguez, Andre Braugher e perfino Fergie.
Box Office: $181.7 milioni
Consigli: Evidentemente pellicola a tema disastri vari derivanti da un primo terribile evento scatenante, questo titolo segue un po' il filone di "Titanic", "The Day After Tomorrow", "2012" e il recente "San Andreas". Se piace, anche "Poseidon" sarà in grado di intrattenere sufficientemente bene per il tempo della sua durata, anche se a mio avviso parliamo della produzione più debole del gruppo citato, banalmente infarcita di steroidi digitali, ma non in grado di generare sufficiente interesse per tutta l'operazione nel complesso. In definitiva, quindi, un prodotto da scegliere solo se motivati, altrimenti si rischia un po' la noia.
Parola chiave: Onda anomala.

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Bengi

mercoledì 8 ottobre 2014

Film 782 - Twister

Un'altra pellicola sui tornado...

Film 782: "Twister" (1996) di Jan de Bont
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Chiaro che visivamente parliamo di un risultato molto diverso dall'ultimo "Into the Storm", eppure "Twister" vive di un'energia propria che è difficile, se non impossibile, ritrovare nel gemello contemporaneo.
La giovanissima Helen Hunt è una forza della natura trascinante e travolgente al pari degli uragani che segue con il suo team e l'elemento scientifico che tratta la trama (studiare cosa succede all'interno del tornado, letteralmente nell'occhio del ciclone) ha un appeal abbastanza concreto. L'intendo, qui, è meno puramente intrattenitivo e un minimo più strutturato e si utilizza la spettacolarità di un fenomeno naturale distruttivo sfruttandone non solamente l'imponente spettacolarità, ma proponendo un racconto che ha anche un minimo di scopo.
Chiaramente l'intento di una pellicola come questa è assolutamente commerciale, ma eravamo ancora nel periodo in cui - anche solo per realizzare un prodotto come questo - si provava a giustificarlo attraverso una legittimazione anche narrativa (e non solo visiva). Per dirla facile: un po' di trama, anche solo qualcosina, almeno c'era.
Ora, chiaramente ci sono 18 anni di differenza tra un titolo e l'altro, ma risulta difficile non confrontarli anche solo un pochino. Io da bravo onnivoro del cinema facile, tutto effetti speciali, made in USA apprezzo entrambi i titoli, per motivi diversi. "Twister", considerando gli anni, vince soprattutto perché riesce ad evocare le stesse emozioni di "Into the Storm", ma con quasi 20anni di anticipo. Direi che lo si può considerare davvero un cult del genere 'disaster movie', sempre bello da rivedere.
Ps. E' stato il primo film a uscire in dvd.
Box Office: $494,471,524
Consigli: Se i membri votanti dei Razzie Award avessero potuto vedere cosa aspettava il futuro del cinema commerciale americano probabilmente non avrebbero castigato "Twister" con il premio per la Peggior sceneggiatura di un film che supera l'incasso dei 100 milioni di dollari. Chiaramente qui non parliamo di un capolavoro e, nonostante tutto, l'intento rimane sempre quello di spettacolarizzare la natura e catturare lo spettatore con le evidenti capacità della produzione nel ricreare queste situazioni limite (2 nomination all'Oscar per effetti speciali e sonoro). Io mi sento di dire che "Twister" è un bel film, nell'ottica di una scelta di disimpegno per una serata tra amici per rilassarsi e spegnere il cervello.
Parola chiave: F5.

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Bengi

martedì 30 settembre 2014

Film 779 - Into the Storm

Da quando avevo visto il trailer qualche mese fa non vedevo l'ora di andare al cinema a vederlo!

Film 779: "Into the Storm" (2014) di Steven Quale
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika, Richard
Pensieri: I film sulle catastrofi naturali, non so perché, mi piacciono sempre a prescindere dalla loro effettiva qualità 'artistica'.
Qui di artistico c'è ben poco e si fa soprattutto leva sull'interesse dello spettatore a farsi trascinare letteralmente al centro di un'azione distruttiva e chiassosissima che i moderni effetti speciali possono permettere di produrre sul grande schermo. Da questo punto di vista "Into the Storm" è un esempio perfetto di promessa esaudita. Il semplicissimo titolo privo di alcun guizzo creativo realizza in concreto attraverso le immagini quello che le parole asseriscono: siamo esattamente all'interno del ciclone, della tempesta.
Tra camion volanti, uragani di fuoco e una scuola che verrà rasa al suolo proprio il giorno della consegna dei diplomi, la "trama" di questo film si dispiega fino all'unico momento veramente interessante, ovvero la scesa in campo di eventi meteorologici talmente devastanti da risultare incredibili. La produzione si gioca bene il suo asso nella manica - altrimenti, poi, che senso aveva realizzare il film? - e mette in scena una serie spettacolare di tornado che sapranno devastare a dovere ogni centimetro di terra con cui si troveranno ad interagire. Gli amanti di questo genere di pellicole (altri esempi sono "Twister", ma anche "2012" e "The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo") saranno ampiamente accontentati.
Per gli altri, invece, è necessaria una buona dose di pazienza. La spettacolarità è l'unico aspetto veramente curato qui, mentre storia e personaggi sono piatti quanto già visti. Ognuno è figlio del cliché che rappresenta e, neanche a dirlo, non è difficile prevedere la fine che ognuno dei presenti farà. Tra l'altro la coppia Richard Armitage - Sarah Wayne Callies non può non ricordare il duo che li ha preceduti in quella che potremmo considerare come la matrice di questa pellicola, ovvero "Twister": Helen Hunt e Bill Paxton. A voler paragonare - e vogliamo - il risultato qui è certamente più blando, mentre i due tosti protagonisti della pellicola del 1996 erano certamente più interessanti pur nei limiti del loro stereotipo.
In definitiva, come molti si saranno immaginati, "Into the Storm" vive grazie all'immane lavoro di effetti speciali (molto soddisfacenti) che aiuta a realizzare una storia altrimenti priva di particolare appeal. L'approccio da pellicola amatoriale con annesse interviste con cui la storia tenta di particolarizzarsi o attualizzarsi non è troppo soddisfacente poiché alla lunga tedia un po' e risulta anche un poco credibile considerate le condizioni meteorologiche in cui sono effettuate le riprese. In ogni caso si sta al gioco anche perché chi va a vedere questo film non è certo interessato alla sua veridicità o ricerca alcun approccio documentaristico. La spettacolarità prima di tutto. E qui, di spettacolo, ce n'è in abbondanza.
Box Office: $152.3 milioni
Consigli: Chiaramente una visione in sala è più appropriata o, se casalinga, almeno combinata all'aiuto di un buon Dolby. Gli effetti speciali visivi e sonori sono certamente uno degli aspetti più curati e di valore di un tipo di prodotto come questo, quindi non ha molto senso imbarcarsi in questa avventura "nell'occhio del ciclone" se non si è sufficientemente equipaggiati. Anche perché la storia non è nulla di che, quindi tanto vale sapere da subito cosa si sta per vedere: un gran spettacolo per gli occhi, coinvolgente se ci si lascia trasportare all'interno della vicenda e assolutamente stupefacente per le immagini disastrose che mette in scena. Per il resto non c'è molto altro.
Parola chiave: Tornado.

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Bengi

giovedì 29 maggio 2014

Film 721 - The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo

Per una serata tranquilla, un film che si rivede sempre volentieri!

Film 721: "The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo" (2004) di Roland Emmerich
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Per avere appena compiuto 10 anni di età, "The Day After Tomorrow" è ancora una figata pazzesca!
Effetti speciali fantastici, conseguenze catastrofiche da panico, una trama sempre sul filo del rasoio (leggere del plausibile) e un mondo in scatafascio che si accartoccia su se stesso per il peso della natura che brama nuovamente il suo potere dominatore. Insomma, ci sono tutti gli elementi per eleggere questa pellicola a cult del suo genere, ovvero quello catastrofico che non perdona. Come lei anche l'altra fatica di Emmerich, "2012".
Curioso il cast che, 10 anni dopo, vede come conferma i due giovani Jake Gyllenhaal ("Source Code", "Prince of Persia - Le sabbie del tempo", "Amore e altri rimedi" e candidato all'Oscar per "Brokeback Mountain") e Emmy Rossum (candidata ai Golden Globes e ora protagonista in "Shamless") e più offuscata la stella di Dennis Quaid (anche se è attualmente coinvolto nel progetto televisivo "Vegas"; presente anche Ian Holm, il Bilbo Baggins delle due saghe "Lo Hobbit" e "Il signore degli anelli".
Insomma, è passato il tempo ma questo "The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo" non ha assolutamente perso colpia, tenendo saldamente congelato a sé il primato di film più catastrofico (e parzialmente ambientalista) degli anni '00.
Box Office: $544,272,402
Consigli: Sinceramente è una pellicola che si vede sempre con piacere. Nonostante l'argomento trattato - e molto catastrofico - rimane il fatto che la realizzazione è eccellente, il cast buono e il messaggio "green" certamente utile. Il film usciva in Italia e negli USA il 28 Maggio 2004: 10 anni e non sentirli.
Parola chiave: New York Public Library.

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Bengi

lunedì 10 marzo 2014

Film 679 - Pompei

Ennesimo ingresso gratuito con la 3: per certi film non sono disposto a pagare il prezzo del biglietto.

Film 679: "Pompei" (2014) di Paul W.S. Anderson
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Come era ampiamente immaginabile, questo "Pompei" (con aggiunta di una seconda 'i' finale nella versione originale) è una pellicola banale ed estremamente superficiale, interessata solamente a racontare la spettacolarità di un evento drammatico attraverso l'(ab)uso di effetti speciali nemmeno troppo ben riusciti.
Nonostante un budget imbarazzante di 100 milioni di dollari - che, affidati all'incapacità congenita del regista Paul W.S. Anderson, equivalgono ad un furto - l'obiettivo del film non va davvero oltre il raccontare la fiaba di Milo/Kit Harington, novello "gladiatore" 2.0 sacrificato all'estetica da fumetto alla "300", col risultato di essere la versione povera di entrambi, e la brutta (spacciata per bella) Emily Browning, le cui orecchie a sventola sono le uniche vere protagoniste nelle scene del suo personaggio, Cassia. I due amanti, insieme, sono piuttosto mal assortiti sia per l'evidente disparità di bellezza sia a causa dell'irrilevanza internazionale di lei rispetto alla carriera certamente più avviata di Harington (grazie a "Il trono di spade").
Il contorno di personaggi che ruotano attorno alle vicende della coppia si compone di alcuni nomi anche conosciuti, tra cui Kiefer Sutherland - qui molto cattivo -, Carrie-Anne Moss - qui molto buona - e Adewale Akinnuoye-Agbaje ("Lost") di cui solo quest'ultimo rappresenta un elemento apprezzabile. Non certo per una questione di novità del personaggio, ma semplicemente perché Akinnuoye-Agbaje riporta nel personaggio di Atticus (classica spalla del protagonista, che prima lo sfida, ma poi ne diventa fedelissimo amico) tutta l'onestà di chi non poteva essere meglio impiegato in un ruolo del genere. Il risultato, quindi, seppure basso a causa di una pessima sceneggiatura, risalta comunque grazie all'attore.
Nel complesso direi che "Pompeii" non è niente di diverso da ciò che mi aspettavo e, in questo, l'approccio è apprezzabile. Voleva essere una boiata di serie B spilla-soldi e il risultato è quello. Ciò che non funziona e, al contempo, mi sconvolge è che per produrre un risultato così piatto ci sia voluto un tale esborso monetario. Nonostante un budget più basso del 30%, lo stesso discorso vale anche per "Hercules - La leggenda ha inizio", altro esempio di produzione cinematografica con l'unico scopo di racimolare soldi dagli spettatori. Nonostante la distanza tematica di questi due esempi, per tutti è due è evidente la bassa qualità su tutti i fronti (anche se "Pompeii" è più riuscito).
Insomma, Paul W.S. Anderson dimostra nuovamente - dopo l'esempio più che esplicativo di "I tre moschettieri" - di non essere in grado di gestire una produzione ad alto budget, bruciando pathos ed azione in favore di una suggestione visiva che non solo non gli appartiene, ma non è nemmeno in grado di evocare.
Box Office: $78,168,000 (ad oggi)
Consigli: Se si cerca disimpegno, una trama al limite del limite della sufficienza, ricolma di cliché, buonismo e stereotipi facili, questo è un esempio in pompa magna di ciò che la cultura di massa è in grado di creare con l'unico fine del profitto.
Parola chiave: Vesuvio.

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Bengi

venerdì 1 marzo 2013

Film 513 - Flight

Un'altra pellicola candidata agli Oscar 2013. Questa volta ero stato incuriosito da un trailer piuttosto accattivante...


Film 513: "Flight" (2012) di Robert Zemeckis
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non mi piace Denzel Washington, ma mi è piaciuto "Flight". Non avrei dato nomination all'Oscar, in effetti, ma devo ammettere che questa pellicola ha un suo appeal ed è piuttosto godibile.
La storia del pilota che, ubriaco e drogato, riesce a salvare dal disastro totale il volo 277 per Atlanta è certamente affascinante, più che altro perchè accende subito la curiosità di capire come diavolo ciò sia possibile, presentato nel film, giustificato e successivamente analizzato nella trama ("Flight" ha avuto anche la nomination per la sceneggitura originale).
Al di là del fatto che quello di Washington sia un personaggio disprezzabile fino alla fine (con sorpresa), Whip Whitaker è comunque ben sviluppato e articolato: vive una solitudine fatta di alcolici del minibar e strisce di cocaina tentando di colmare un vuoto che non vuole affrontare, procrastinando alla ricerca di una soluzione che però non arriva. Quest'ultima c'è, ma arriva solo nel finale.
Anche qui abbiamo il classico percorso di formazione con storia d'amore annessa, ma non ci si interessa a questo film tanto per la liaison tra Whip e Nicole (Kelly Reilly), ma appunto è il personaggio principale a tenere bene banco con una sorta di magnetismo del degrado umano trasposto bene da Washington sullo schermo. Si prova pena per lui, quasi lo scuseresti per aver volato fumato e sbronzo perchè, in fin dei conti, è l'unico riuscito a portare in salvo quasi tutti i suoi passeggeri quando un'altra decina di piloti (sobri) nei simulatori hanno di fatto fallito ogni tentativo di emularlo. Qundi Whip cos'è? Eroe o cattivo? O forse più un eroe moderno, fatto delle classiche luci ed ombre? Di fatto non credo si possa dire altro se non che Whip è una persona, fatta di tante contraddizzioni e che, bene o male, pagherà per le sue colpe. Quindi no, non è eroe, ma nemmeno il cattivo della situazione. A ognuno di noi il giudizio su questo controverso personaggio. Ma è difficile scegliere da che "parte" stare.
Molto ben realizzata, poi, la parte in volo. Gli effetti speciali incollano alla sedia e, personalmente, sono rimasto concentrantissimo a seguire tutta la scena dell'aereo che precipita senza battere ciglio: veramente adrenalinica!
Altro punto a favore è la parte finale del processo, con un (quasi definibile) cameo di Melissa Leo che sbuca a sorpresa nel ruolo-chiave della seconda parte del film, che riesce a carpire l'attenzione dello spettatore quasi al pari della scena dell'aereo che precipita. Fino all'ultimo attendi di sapere cosa Whip riuscirà a tirare fuori.
In generale, quindi, ho trovato "Flight" un prodotto piacevole, i cui principali grandi difetti sono la lunghezza (138 minuti), un uso smodato di parolacce un po' stancante e un ruolo interessante (quello di John Goodman) ma poco approfondito. Il resto ho trovato filasse abbastanza bene.
Insomma, inaspettatamente anche "Flight" mi è piaciuto, nonostante Denzel Washington.
Ps. Buon incasso al botteghino mondiale con $146,872,375 di incasso a fronte di una spesa di 31 milioni: Robert Zemeckis è tornato!
Consigli: CHi ha paura di volare è meglio che eviti.
La storia dell'eroe americano creata ad arte dai media per poi essere precipitosamente smontata dagli stessi è interessante e da un'idea abbastanza veritiera, a mio avviso, di quanto solitamente tendiamo a dare giudizi veloci e in sole due direzioni: o massimamente buona, o massimamente cattiva. In mezzo, come dimostra questa pellicola, ci sta un mondo (e le persone). Il film avrà i suoi difetti, ma da questo punto di vista ha uno spunto buono.
Parola chiave: Katerina Marquez.

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Ric

lunedì 9 luglio 2012

Film 427 - Final Destination

Un dei miei cult horror preferiti.


Film 427: "Final Destination" (2000) di James Wong
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Quando non c'è niente di meglio è preferibile andare sul sicuro. Questa pellicola - che è tra i miei teen horror preferiti - sembrava risultare la scelta più azzeccata per un'afosa serata di fine giugno. E, infatti, non ha disatteso le nostre speranze.
Tra il mistico (ci credi alla morte che ti reclama perchè è scoccata la tua ora?), l'occulto (previsioni di morte) e lo splatter (teste mozzate, litri di sangue) "Final Destination" apre le porte ad una saga (fino ad ora 5 titoli) che ha saputo crearsi un suo fedelissimo pubblico nonostante gli ormai 12 anni di onorata carriera. Non che si sia reinventato un genere, ma chiaramente si è saputo catturare l'attenzione di un pubblico giovane con una mossa astuta: giocare col 'piano' della morte.
Scoprire chi sia il prossimo che dovrà morire e quindi tentare di sabotare la prevista dipartita è qualcosa che, bisogna ammetterlo, si lascia guardare con un certo interesse. Sia perchè la conta dei rimasti scatena il nostro sadismo da poltrona, sia perchè attendere di scoprire cosa si è inventata questa volta quella "vecchia baldracca" (e qui cito il film) per riportare a sé uno dei prescelti è un piacevole gioco d'astuzia che stimola lo spettatore bramoso delle più macabre efferatezze (sullo schermo, naturalmente!).
Sempre ragionando nell'ottica del cosa-sto-per-vedere, direi che questo è un prodotto che tiene fede alle promesse che fa. Ci sono mistero e morte, una venatura orrifica naturale (più della morte che viene a cercarti...) e un intreccio narrativo che non deluderà certo gli appassionati del genere. Nel suo ambito è un prodotto a mio parere ben realizzato e capace di tenere alti suspance ed intrattenimento. Lo rivedo sempre molto volentieri!
Film 427 - Final Destination
Film 2312 - Final Destination
Film 430 - Final Destination 5
Film 2383 - Final Destination: Bloodlines
Consigli: Visto il primo, tanto vale rispolverare anche gli altri capitoli.
Parola chiave: Volo 180.

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#HollywoodCiak
Bengi

Film 426 - Chernobyl Diaries - La mutazione

Niente semifinale per me che, tra il primo e il secondo tempo, me ne sono andato al cinema con la mia tessera 3.


Film 426: "Chernobyl Diaries - La mutazione" (2012) di Bradley Parker
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Nella stagione horror 2012 - che, per quanto mi riguarda, al momento è alquanto priva di titoli interessanti - direi che "Chernobyl Diaries" è uno dei titoli più ruffiani che si potessero mettere sul mercato. L'idea promettente di una mutazione genetica che coinvolge la popolazione Pripjat' dopo l'esplosione nucleare della centrale di Černobyl' parrebbe interessante da sviluppare, eppure chi ha messo in piedi questo prodotto cinematografico non ha saputo fare altro che districarsi tra banalità e già visto, in un crescendo di tensione (quella sì ben architettata) che delude decisamente alla resa dei conti.
La trama è banalmente riassumibile così: gruppo di ragazzetti americani che visita l'Europa finisce per sperimentare il turismo estremo (che consiste nel passare una giornata presso la città fantasma di Pripjat') dove, però, rimane presto vittima dei mutanti carnefici che vivono silenziosamente nel luogo teoricamente disabitato.
Se, anche non avendo ancora visto il film, la storia era intuibile, speravo almeno nel brivido di una rappresentazione ben realizzata. E, invece, i mostri non sono nemmeno mai inquadrati da vicino, solo abbozzati a metri di distanza, tanto che, dovendo farlo, non so nemmeno descriverli con precisione.
L'incapacità recitativa, poi, dei due protagonisti Jonathan Sadowski e Devin Kelley, per non dire l'inutilità della presenza del cantante (?) Jesse McCartney che riveste uno dei ruoli più marginali, contribuisce a dare l'idea di un film frettoloso, figlio della sola necessità di un incasso facile (anche riuscito, considerando i $17,971,607 guadagni a fronte della spesa di 1 solo milione di dollari investito).
Il mio giudizio, insomma, è totalmente negativo e sconsiglio vivamente la visione. C'è molto di più rappresentativo per il genere orrifico che non sia figlio solo dello splatter, la leggenda metropolitana o la pigrizia di chi scrive certe banalità.
Consigli: Brutto e fatto male. E' interessante solo per la ricostruzione della città fantasma e riesce solamente nell'intento di creare una buona suspance, anche se per il resto non ci siamo.
Parola chiave: Centrale nucleare.

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Ric

mercoledì 13 giugno 2012

Film 416 - L'inferno di cristallo

Mi ero imbattuto per caso nella scheda di questo film e, curiosissimo, ne ho subito recuperato una copia!


Film 416: "L'inferno di cristallo" (1974) di John Guillermin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Comincerei dicendo che in questa pelliola ci sono 4 premi Oscar (Paul Newman, William Holden, Faye Dunaway, Jennifer Jones), 2 che vi sono stati candidati (Steve McQueen e Fred Astaire, quest'ultimo proprio per questa pellicola), chi ha vinto ben 3 Golden Globes (Richard Chamberlain: "Uccelli di rovo" vi dice niente?), chi ne ha vinto 1 (Susan Blakely e, udite udite, Susan "Stephanie Forrester" Flannery direttamente da "Beautiful"!) e chi vi è stato candidato ben 6 volte (Robert Wagner)! Tutto questo elenco per dire: anche solo per il cast è necessario vedere questa pellicola. 8 nomination agli Academy Awards (tra cui miglior film) e 3 premi vinti, poi, fanno il resto.
Essendo una pellicola degli anni '70 si potrebbe dire che per budget ed effetti speciali questo film sia paragonabile ad un kolossal. Tra incendi, allagamenti, funambolismo e salti nel vuoto, "The Towering Inferno" regala ottimi momenti di tensione anche se bisogna aspettare un po' perchè arrivino. Il tutto, infatti, comincia piuttosto lentamente e quella tendenza a sottovalutare il rogo, cosa che avviene per la maggior parte del primo tempo, è, sinceramente, molto fastidiosa. Chiaramente il discorso è sempre lo stesso: un film come questo ai giorni nostri avrebbe toni e tempi assolutamente diversi. Un inizio da 'tutto è tranquillo' poi completamente ribaltato da un momento catastrofico che scatenerà il disastro lungo tutto il resto della vicenda. Qui, invece, l'incendio scaturisce quasi da subito, ma, tra un evento e l'altro, viene inesorabilmente ignorato (e sottovalutato) fino al momento in cui il tutto non diventa grave ed ingestibile. Il che risulta anche sciocco.
La pellicola, comunque, è ben strutturata e, grazie anche ai tanti bravi attori presenti, riesce perfettamente nell'intento di narrare una tragedia che, la storia ci insegna, non è poi così impossibile da pensare avverabile. Effetti speciali davvero riusciti e un fuoco devastante che brucia, piano dopo piano, qualunque cosa o persona incontri. All'ultimo piano, bloccati tra il nulla e l'inferno che avanza, gli invitati all'inaugurazione della Torre di vetro dovranno trovare un modo per salvarsi dalle fiamme senza rischiare, chiaramente, di volare nel vuoto dal 138esimo piano (come al solito gli americani esagerano...).
Claustrofobico e vertiginoso, "L'inferno di cristallo" è un classico del cinema catastrofico assolutamente da recuperare!
Ps. Tra i protagonisti anche O.J. Simpson, famoso per il non proprio lusinghiero motivo di aver assassinato l'ex moglie.
Consigli: Cult anche solo per il cast che propone, è un film che vale la pena di vedere. Effetti speciali d'avanguardia e colonna sonora del grandissimo John Williams, qui alla sua decima nomination all'Oscar (vincerà l'anno dopo il suo secondo Academy Award per "Lo squalo").
Parola chiave: Vigili del fuoco.

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Ric

venerdì 4 maggio 2012

Film 401 - Titanic 3D

Non lo avevo mai visto al cinema, ma solo in VHS un'ora alla volta per tre serate di fila con mamma... Bei tempi.


Film 401: "Titanic 3D" (1997) di James Cameron
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Licia
Pensieri: Caspita, potente questo "Titanic"! E perchè gli effetti speciali sono davvero ben realizzati e perchè, a livello di emozioni, non si fa proprio mancare nulla!
Inutile riassumere la trama del film più conosciuto di tutti i tempi (anche più di "Via col vento"?), di sicuro credo che una buona fetta della popolazione mondiale abbia speso, almeno una volta nella vita, tre ore del suo tempo per dedicarle a questo kolossal moderno sulla tragedia del transatlantico più grande mai costruito. Tragedia che James Cameron riesce a proporre (era il '97) in maniera così visivamente potente che il 3D è solo un vezzo degli anni 2000.
Eppure vale la pena andare al cinema e farsi circondare da un mare piatto, ma gelido, che si rivela trappola mortale per un numero troppo alto di vittime. Vale la pena non tanto per quello spirito voyeuristico che un po' ci contraddistingue, ma perchè il prodotto finale - nei limiti di un'operazione commerciale patinata e hollywoodiana - ha influenzato e cambiato buona parte del cinema americano di oggi. Il pubblico PUO' subirsi 194 minuti di pellicola; funziona ancora benissimo il giochino dell'immedesimazione nei protagonisti da parte di chi guarda; l'effetto nostalgia non è per forza una caratteristica negativa o penalizzante; la colonna sonora strappalacrime vince ancora anche dopo "Guardia del corpo"; attori sconosciuti possono reggere da protagonisti una pellicola se si punta anche sulle loro capacità recitative. Creare miti è ancora possibile, questo "Titanic" ne è la prova vivente.
Da novizio ho accettato volentieri la sfida che 14 anni fa non avevo raccolto e ho cercato volutamente di non perdermi la visione, questa volta. Ho apprezzato, sì, ho guardato con interesse avvicinandomi ad un fenomeno che, evidentemente, ha tutte le carte per essere definito tale. No, non sarà mai tra i miei film preferiti e dubito comprerò mai il dvd, ma capisco perchè - anche a distanza di molto tempo - questa pellicola riscuota ancora così tanto successo. Per chiunque abbia mai amato un'altra persona o per chi è facile immedesimarsi nei panni altrui, l'esperienza sul transatlantico sarà tanto forte da portare, anche, alle lacrime. L'orrore del disastro, la pena per chi ha davvero vissuto 100 anni fa l'esperienza dell'affondamento, il magone per una storia che finisce tra gli abissi dell'oceano sono temi forti capaci di scuotere anche i più freddi o scettici.
Capisco, dall'altra parte, che, per via della lunghezza o dell'eccessivo sbilanciamento della trama in favore di una relazione tanto fresca quanto intensa, qualcuno possa considerare questo prodotto lontano dai suoi gusti. Non si avvicina nemmeno ai miei per una serie di motivi (un certo 'accanimento' o propensione, se così vogliamo dire, nei confronti della tragedia a tutti i costi è genericamente fuori dai miei canoni), ma ammetto che in questo caso mi sono lasciato trasportare volentieri dalla narrazione.
In definitiva è stata un'ottima occasione per avvicinarmi a un film che, per anni, mi è stato piuttosto indifferente. Invece, bisogna dirlo, è stato ottimo trampolino di lancio per due attori che, al momento, sono tra i più importanti nomi della Hollywood che conta: Leo & Kate. Se non bastasse questo, o gli effetti speciali d'avanguardia per l'epoca a portarvi al cinema (forse un'altra volta), allora lasciatevi quantomeno tentare dall'idea - da noi concretamente messa in atto - di cantare a squarciagola la potentissima "My Heart Will Go On", cantata dal rachitico usignolo canadese Céline Dion, durante i titoli di coda. Gli altri spettatori, sicuramente, apprezzeranno.
Ps. Curiosità: unico nella storia del cinema, Bernard Hill (il capitano della nave), recita in 2 delle sole 3 pellicole a vincere 11 Academy Awards nella storia del prestigioso premio, il record di Oscar vinti da un unico film in una sola edizione. Chapeau.
Consigli: 11 Oscar e $2,160,555,715 di incasso (aggiornato alla 'performance' del 3D). Direi che tutto ciò parla da sé.
Parola chiave: Cuore dell'Oceano.

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Ric