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venerdì 24 novembre 2023

Film 2234 - Saltburn

Intro: Saltino in avanti per parlare di una delle pellicole del momento, nonché una grande sorpresa cinematografica che, a suo modo, ha mantenuto le aspettative.

Film 2234: "Saltburn" (2023) di Emerald Fennell
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: (***SPOILER***) "Saltburn" è stato tutto tranne quello che mi aspettavo e, a suo modo, mi ha convinto. Non tanto perché la storia sia particolarmente originale o innovativa, ma perché Fennell riesce a creare un mondo che funziona secondo i propri parametri e, per quanto assurdo e poco plausibile - Oliver/Barry Keoghan uccide tutti ma nessuno sospetta di lui? - il risultato finale è coerente e di grande intrattenimento.
Come per il precedente "Promising Young Woman", anche in questo film la colonna sonora gioca un ruolo fondamentale, rispolverando iconici motivi pop dal sapore nostalgico (qui è "Murder on the Dancefloor" di Sophie-Ellis Bextor, nel precedente era "Stars Are Blind" di Paris Hilton), il tutto in combinazione con una forte coesione stilistica - che qui caso contrappone lusso e povertà, moderno e antico - e un'evidente predisposizione di Fennell per la scrittura dei dialoghi, che in "Saltburn" si manifesta nel più classico degli humor britannici (e con che meravigliosi risultati!).
Questa seconda pellicola di Fennell ha, però, un elemento estraneo al precedente: una componente sessuale estremamente marcata. E non è tanto per quella scena finale di nudo integrale, la tensione sessuale pervade tutto il film e il finale non rappresenta che l'happy ending di due ore di continua eccitazione visiva: la bromance tra Oliver e Felix/Jacob Elordi, la "storia" tra Oliver e Farleigh/Archie Madekwe, Elordi praticamente sempre mezzo nudo, Keoghan letteralmente e completamente nudo, una calda estate passata sempre a prendere il sole, il voyerismo per l'intimità altrui, il bagno condiviso da Oliver e Felix... E potrei andare ancora avanti. "Saltburn" stuzzica costantemente lo spettatore e lo fa inizialmente di soppiatto, per poi rivelare un'anima inizialmente curiosa, poi morbosa che conferisce al film un'inaspettata connotazione erotica9. Fennell, però, dosa con intelligenza questo aspetto della sua storia, così che ce ne si accorge durante la visione sì, ma la sessualità non finisce per farla da padrone in maniera sfrontata, anzi, rimane semplicemente un altro degli aspetti della storia. Nel mio caso questa è la componente che sicuramente mi è rimasta più impressa perché la più inaspettata.
In una sorta di mix improbabile - ma che funziona - tra "The Talented Mr. Ripley" e "Call Me by Your Name", la seconda uscita al cinema da scneggiatrice/regista/produttrice di Emerald Fennell è prodotto sicuramente meno di impatto e controverso del suo film d'esordio, ma non per questo a suo modo meno riuscito. "Saltburn" è un film che funziona, assurdo per certi elementi sopra alle righe, sconvolgente a tratti e con qualche momento di humor sublime, per un risultato finale che soprende. Non perfetto, ma sicuramente tra i titoli più interessanti della stagione.
Cast: Barry Keoghan, Jacob Elordi, Rosamund Pike, Richard E. Grant, Alison Oliver, Archie Madekwe, Carey Mulligan.
Box Office: $1.7 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: In un oceano di contenuti tutti uguali, di blockbuster che fanno flop al botteghino e di franchise che vengono riesumati nella speranza di laudi guadagni, "Saltburn" è una ventata d'aria fresca per la mente e per gli occhi, un film sicuramente non per tutti, ma da vedere. Fennell non ci vincerà un altro Oscar, ma ci ricorda per quale motivo è una da tenere assolutamente d'occhio.
Premi: /
Parola chiave: Ruota bucata.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 8 febbraio 2023

Film 2166 - Promising Young Woman

Intro: Serata casalinga e alla ricerca di un thriller carino da guardare, mi torna in mente questa chicca...

Film 2166: "Promising Young Woman" (2020) di Emerald Fennell
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: una delle pellicole più interessanti della stagione 2020, "Promising Young Woman" funziona anche alla seconda visione.
Sorprendente, audace e raccontato con un piglio unico, il film di Emerald Fennell è un piccolo gioiellino che, nonostante la tematica non certo facile, è un piacere da guardare. Carey Mulligan è semplicemente spettacolare nel film (speravo onestamente ci vincesse l'Oscar) oltre che una sopresa in biondo.
Film 1971 - Promising Young Woman
Film 2166 - Promising Young Woman
Cast: Carey Mulligan, Bo Burnham, Alison Brie, Clancy Brown, Chris Lowell, Jennifer Coolidge, Laverne Cox, Connie Britton, Molly Shannon.
Box Office: $18.9 milioni
Vale o non vale: La palette di colori e la fotografia danno dipendenza, è recitato meravigliosamente, intelligente, a tratti divertente (nonostante la storia sia tutt'altro che da commedia), "Promising Young Woman" è stata una delle più belle sorprese cinematografiche del 2020. Vedere per credere.
Premi: Candidato a 5 premi Oscar per Miglior film, regia, attrice protagonista (Mulligan) e montaggio, ha vinto per la Miglior sceneggiatura originale. 6 nomination ai BAFTA tra cui Miglior film, montaggio e colonna sonora, ha vinto nelle categorie Miglior sceneggiatura originale e film britannico dell'anno. 4 nomination ai Golden Globes per Miglior film drammatico, regia, sceneggiatura e attrice (Mulligan).
Parola chiave: Nina.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 17 gennaio 2023

Film 2160 - She Said

Intro: Col secondo film del 2023 - nonché il secondo che ho visto il primo giorno dell'anno - cambiano i toni e le tematiche. Mi andava un film più maturo, così ho ripescato questo titolo che non ero riuscito ad andare a vedere al cinema.

Film 2160: "She Said" (2022) di Maria Schrader
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: dal momento in cui è scoppiato il caso Weinstein qualche anno fa, sapevo che prima o poi un film come questo sarebbe uscito al cinema. Era davvero solo una questione di tempo.
Ecco, quindi, che a fine 2022 ci troviamo con il titolo "She Said" giusto a tiro per la stagione dei premi, classico esempio di pellicola con meno audience appeal che (giustamente) tenta di capitalizzare su potenziali riconoscimenti internazionali. Qualche menzione c'è stata, per carità, anche di fatto la pellicola di Maria Schrader non ha fatto sfaceli, nemmeno al botteghino (il film ha incassato meno della metà dei $32 milioni spesi solamente produrlo).
E' anche vero che, ad oggi, il pubblico adulto fatica a ritornare in sala. Un prodotto come questo non avrebbe mai fatto il botto in termini di incasso nemmeno in periodo pre Covid, però il consecutivo fallimento di vari titoli usciti negli ultimi mesi e rivolti ad un pubblico adulto (no Marvel, titoli per famiglie, commedie, ecc) è certamente un fattore da considerare quando si guarda al box-office odierno.
Aspeti più tecnici a parte, questo "She Said" è un onesto resoconto dell'episodio di giornalismo investigtivo che ha coinvolto le due reporter del New York Times Jodi Kantor (Kazan) e Megan Twohey (Mulligan) che, atrraverso le loro ricerche e scoperte, hanno scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora. Oggi tutti conosciamo o abbiamo sentito parlare dello scandalo legato alle molestie sessuali che negli anni Harvey Weinstein ha rivolto a dipendenti, attrici e aspiranti tali: questo film ripercorre le tappe che hanno portato alla pubblicazione dell'articolo che, di fatto, ha iniziato tutto.
Per chi sia interessato alla storia dietro alla vicenda e come siano riuscite le giornaliste e il team del New York Times a mettere finalmente in ginocchio l'impunito Weinstein, questa pellicola è sicuramente un buon punto di inizio. La verità, però, è che lo stile asciutto di storia e regia confondono un po' questo prodotto con un documentario che, di fatto, non è. Personalmente, considerato il soggetto della storia, avrei preferito l'approccio documentaristico a quello di fiction, specialmente per come confezionato questo film: o si sceglieva una rappresentazione più concentrata sulle protagoniste e la loro caratterizzazione, il loro approccio all'articolo, le difficoltà di raccontare una storia come questa, oppure si eliminava completamente l'apporto di fiction e sceglieva per uno basato sulla presentazione dei fatti tramite immagini di archivio e interviste.
Questo non per dire che il film non funzioni o il risultato finale non sia buono, ma principalmente perché "She Said" ha il grande difetto di presentare con estrema cognizione di causa i fatti, tralasciando un po' tutto il resto (di quegli elementi che fanno di un racconto cinematografico un film). Il che è un po' un peccato perché considerata la vicenda che si racconta qui, ci sarebbe stato bisogno di un approccio meno asettico e molto, molto più personale.
Cast: Carey Mulligan, Zoe Kazan, Patricia Clarkson, Andre Braugher, Jennifer Ehle, Samantha Morton, Zach Grenier, Peter Friedman, Ashley Judd.
Box Office: $12.4 milioni
Vale o non vale: Certamente non un titolo per tutte le occasioni. Il tema affrontato è delicato e, anche se qui affrontato nelle modalità giuste, comunque non per ogni tipo di pubblico. Carey Mulligan e Zoe Kazan sono un po' intercambiabili e potrebbero ognuna interpretare il ruolo dell'altra, il che un po' confonde. Tutto sommato un film solido, pur mancante di un'anima oltre i fatti.
Premi: Candidato al Golden Globe per la Miglior attrice non protagonista (Carey Mulligan).
Parola chiave: Vittime.
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#HollywoodCiak
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mercoledì 21 aprile 2021

2021 MTV Movie & TV Awards: nomination e vincitori

2021 MTV Movie & TV Awards

Best Movie
Borat Subsequent Moviefilm
Judas and the Black Messiah
Promising Young Woman
Soul
To All the Boys: Always and Forever

Best Show
Bridgerton
Cobra Kai
Emily in Paris
The Boys
WandaVision

Best Performance in a Movie
Carey Mulligan – Promising Young Woman
Chadwick Boseman – Ma Rainey’s Black Bottom
Daniel Kaluuya – Judas and the Black Messiah
Sacha Baron Cohen – The Trial of the Chicago 7
Zendaya – Malcolm & Marie

Best Performance in a Show
Anya Taylor-Joy – The Queen's Gambit
Elizabeth Olsen – WandaVision
Elliot Page – The Umbrella Academy
Emma Corrin – The Crown
Michaela Coel – I May Destroy You

Best Comedic Performance
Annie Murphy – Schitt's Creek
Eric Andre – Bad News
Issa Rae – Insecure
Jason Sudeikis – Ted Lasso
Leslie Jones – Coming 2 America

Best Hero
Anthony Mackie – The Falcon and The Winter Soldier
Gal Gadot – Wonder Woman 1984
Jack Quaid – The Boys
Pedro Pascal – The Mandalorian
Teyonah Parris – WandaVision

Best Villain
Aya Cash – The Boys
Ewan McGregor – Birds of Prey
Giancarlo Esposito – The Mandalorian
Kathryn Hahn – WandaVision
Nicholas Hoult – The Great

Best Kiss
Chase Stokes and Madelyn Cline – Outer Banks
Jodie Comer and Sandra Oh – Killing Eve
Lily Collins and Lucas Bravo – Emily in Paris
Maitreyi Ramakrishnan and Jaren Lewison – Never Have I Ever
Regé-Jean Page and Phoebe Dynevor – Bridgerton

Most Frightened Performance
Simona Brown – Behind Her Eyes
Elisabeth Moss – The Invisible Man
Jurnee Smollett – Lovecraft Country
Victoria Pedretti – The Haunting of Bly Manor
Vince Vaughn – Freaky

Best Fight
"Final Funhouse Fight" – Birds of Prey
"Finale House Fight" – Cobra Kai
"Starlight, Queen Maeve, Kimiko vs. Stormfront" – The Boys
"Wanda vs. Agatha" – WandaVision
"Final Fight vs. Steppenwolf" – Zack Snyder's Justice League

Best Breakthrough Performance
Antonia Gentry – Ginny & Georgia
Ashley Park – Emily in Paris
Maria Bakalova – Borat Subsequent Moviefilm
Paul Mescal – Normal People
Regé-Jean Page – Bridgerton

Best Duo
Barb and Star – Barb and Star Go To Vista Del Mar
Falcon and the Winter Soldier –The Falcon and the Winter Soldier
Din Djarin and Grogu – The Mandalorian
Emily Cooper and Mindy Chen – Emily in Paris
Borat and Tutar Sagdiyev – Borat Subsequent Moviefilm

Best Musical Moment
"Edge of Great" – Julie and the Phantoms
"Brown Skin Girl" – Black is King
"Wildest Dreams" – Bridgerton
"I Wanna Rock" – Cobra Kai
"Stand by Me" - Love and Monsters
"Lost in the Wild" – The Kissing Booth 2
"Beginning, Middle, End" – To All the Boys: Always and Forever
"Agatha All Along" - WandaVision

Best Music Documentary
BTS – Break the Silence: The Movie
Ariana Grande: Excuse Me, I Love You
Framing Britney Spears
The Bee Gees: How Can You Mend a Broken Heart
Biggie: I Got a Story to Tell
Billie Eilish: The World's a Little Blurry
Demi Lovato: Dancing with the Devil
Tina
Shawn Mendes: In Wonder
Taylor Swift: Miss Americana

Best Docu-Reality Show
Below Deck Mediterranean
Black Ink Crew: New York
Bling Empire
Jersey Shore: Family Vacation
Love & Hip Hop: Atlanta

Best Dating Show
90 Day Fiancé
The Bachelorette
Ex On The Beach
Love Is Blind
Ready to Love

Best Reality Cast
90 Day Fiancé
Jersey Shore: Family Vacation
Love & Hip Hop: Atlanta
RuPaul’s Drag Race
The Real Housewives of Atlanta

Best Competition Series
The Circle
The Challenge
Legendary
The Masked Singer
RuPaul's Drag Race

Best Lifestyle Show
Deliciousness
Fixer Upper: Welcome Home
Making the Cut
Nailed It!
Queer Eye

Best New Unscripted Series
Bling Empire
Cardi Tries
Selena + Chef
The Real Housewives of Salt Lake City
VH1 Family Reunion: Love & Hip Hop Edition

Best Talk/Topical Show
The Breakfast Club
The Daily Show with Trevor Noah
A Little Late with Lilly Singh
Red Table Talk
Watch What Happens Live with Andy Cohen

Best Comedy/Game Show
Floor is Lava
Impractical Jokers
Kids Say the Darndest Things
Ridiculousness
Wild 'n Out

Best Host
Nicole Byer – Nailed It!
Rob Dyrdek – Ridiculousness
Tiffany Haddish – Kids Say the Darndest Things
RuPaul – RuPaul's Drag Race
T. J. Lavin – The Challenge

Breakthrough Social Star
Charli D'Amelio
Jalaiah Harmon
Addison Rae
Bretman Rock
Rickey Thompson

Best Real-Life Mystery or Crime Series
Catfish: The TV Show
Evil Lives Here
Night Stalker: The Hunt for a Serial Killer
Tiger King
Unsolved Mysteries

Best Fight
"Chrishell Stause vs. Christine Quinn" — Selling Sunset
"Jackie Goldschneider vs. Teresa Giudice" – The Real Housewives of New Jersey
"Kandy Muse vs. Tamisha Iman" – Untucked: RuPaul’s Drag Race
"Kourtney Kardashian vs. Kim Kardashian West" – Keeping Up With The Kardashians
"Law Roach vs. Guest Judge Dominique Jackson – Legendary

Best International Reality Series
Acapulco Shore
Geordie Shore
Love Island (UK)
Nailed It! (Mexico)
RuPaul's Drag Race UK

#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 14 aprile 2021

Oscars 2021: Who do you think is going to win?


93rd Academy Awards

Do you think you can guess who is going to win at the Oscars this year?

Do you want to prove to all your friends that you're actually better than them at quizzes and polls?!

Do you think this is finally going to be Glenn Close's year? Or Diane Warren's?!

Well... there you go, you finally have the chance to prove everyone that you know what you're talking about. 

Take this quiz and place your bet: there's nothing to win, but a lot to be proud of if you do.

(Your score will be submitted to you after the Oscars ceremony on April 25, 2021.)


#HollywoodCiak
Bengi

sabato 3 aprile 2021

Film 1979 - The Dig

Intro: Nuova visione richiesta dal prof di sceneggiatura, questa volta non un titolo irlandese.
Film 1979: "The Dig" (2021) di Simon Stone
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: volevo comunque vedere questa pellicola, incuriosito dalla presenza di una Carey Mulligan ultimamente in splendida forma e dalla carriera rinvigorita (il che mi fa un gra piacere). Quindi quando Ferdia - il mio prof - ci ha richiesto di recuperare su Netflix "The Dig" sono stato molto contento. E, devo ammettere, il film non mi ha deluso.
Tratto dalla storia vera che ha portato al ritrovamento del sito archeologico di Sutton Hoo nella contea di Suffolk, nel Regno Unito, questo film racconta la vicenda travagliata degli scavi e di coloro che ne sono stati artefici e protagonisti, in primisi Basil Brown (Ralph Fiennes) ed Edith Pretty (Carey Mulligan), apparentemente una strana coppia agli antipodi che, invece, finirà per funzionare perfettamente ed essere l'elemento trainante di tutta la storia.
Gli altri personaggi, infatti, non sono esattamente memorabili e anche se Peggy (Lily James) e Rory (Johnny Flynn) rappresentano la giovane coppia sfortunata per cui tifare - lei è una giovane sposa ingenua il cui marito è un omosessuale non dichiarato, lui è in procinto di partire per la guerra - la verità è che il contorno narrativo che non riguardi gli scavi o i due protagonisti non lascia un'impressione marcata. Anche perché, a dire il vero, più di metà del cast secondario viene presentato a storia inoltrata e senza un'introduzione preventiva di alcun tipo, per cui è un po' disorientante quando ci si ritrova Lily James in scena per la prima volta senza sapere chi sia o chi stia interpretando dato che nessuno ha mai parlato del suo personaggio in precedenza.
A parte questo, comunque, bisogna ammettere che per essere una pellicola incentrata sul ritrovamento di una nave funeraria durante la seconda guerra mondiale, "The Dig" fa davvero un buon lavoro in termini di intrattenimento e qualità del prodotto finale. Inaspettatamente, infatti, (e un po' a sorpresa) non ci si annoia mai.
Come al solito qualche veloce considerazione rispetto a questo film che ho trascritto come appunti in vista della lezione di Screenwriting: (spoiler)

The protagonist is Edith Pretty. She wants for the mounds to be dug because she wants to know what may be buried underneath them. She also wants for her child to be safe and cared after, as she knows she is going to die soon as her illness worsen, and later on she wants for the work and contribution of Basil Brown to be acknowledged by the people from the museum.
Basil is driven by his passion for discovering the past.
Obstacles are: her illness, the upcoming war, the people from the museum. 

Cast: Carey Mulligan, Ralph Fiennes, Lily James, Johnny Flynn, Ben Chaplin, Ken Stott, Archie Barnes, Monica Dolan.
Box Office: /
Vale o non vale: Un bel film dai toni delicati e interessante rispetto alla storia (vera) che presenta, "The Dig" è un buon esempio di pellicola che analizza un avvenimento potenzialmente privo di brio riuscendo, però, a renderlo interessante ed elettrizzante. Il film ha qualche difetto, ma in generale vale la pena dargli una chance, specialmente perché di solito i film Netflix sono terribili mentre questo è tutto l'opposto. Poi, onestamente, è un piacere vedere Carey Mulligan e Ralph Fiennes recitare insieme.
Premi: Candidato a 5 BAFTA per Miglior film britannico, sceneggiatura non originale, scenografie, costumi e trucco.
Parola chiave: Buried ship.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 20 marzo 2021

Film 1971 - Promising Young Woman

Intro: Scoperto per caso e intrigato dal poster, appena ho visto il trailer ho capito che dovevo a tutti i costi recuperare questa pellicola. E ve lo dico subito: avevo ragione.
Film 1971: "Promising Young Woman" (2020) di Emerald Fennell
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: direi il film più interessante della stagione passata che ho visto finora. Non è perfetto, ma ha tantissimo da dire, Carey Mulligan è PAZ-ZES-CA e si merita l'Oscar (che ovviamente non vincerà), la fotografia complimenta il film e Emerald Fennell fa un lavoro semplicemente egregio. Non so cosa altro dire se non che "Promising Young Woman" mantiene tutte le buone promesse di trailer e critiche e, anzi, per quanto mi riguarda fa molto di più, consegnando allo spettatore un finale inaspettato che rende il tutto ancora più soddisfacente.
Ribadisco, però, che non tutte le scelte narrative mi hanno convinto, in particolare due passaggi della trama: il momento in cui Cassie sfascia la macchina dell'uomo fermo al semaforo e il passaggio finale con lo scambio di SMS. Il primo per una pura questione di apporto alla racconto, nel senso che è un elemento che non aggiunge niente alla narrazione e il tutto finisce per sembrare un po' gratuito e a tratti esagerato. E' vero, Cassie ha una missione precisa e una certo dose di rabbia, ma ho davvero trovato la scena un po' fuori dal tono generale della storia; per quanto riguarda il finale - che non voglio assolutamente spoilerare - dico solamente che lo scambio via SMS mi ha ricordato un po' troppo "Pretty Little Liars", il che non è mai una buona cosa.
Tolti questi pesi dal petto, torno a dire: "Promising Young Woman" è una bomba di film, affronta tematiche pensantissime come stupro, molestie sessuali, suicidio e vendetta con un tono personale e molto particolare che ha quasi del comico - chi apprezza il black humor ha trovato cosa guardare - eppure c'è un'estrema sensibilità nel presentare questi elementi nella storia, anche grazie alla connessione stabilita dall'amicizia tra Cassie e Nina (che un po' mi ha ricordato quella rappresentata in "Fleabag").
Emerald Fennell fa un lavoro egregio nel costruire i personaggi e nel connotare la storia come un mondo plausibile e al contempo estremamente assurdo, il tutto shakerato con un'inaspettata dose di crudeltà e una Carey Mulligan che non ho mai visto così perfetta per un ruolo, ad oggi sicuramente la sua interpretazione migliore.
Ci tengo a sottolinearlo ancora, non mi fossi spiegato: fate in modo di vedere "Promising Young Woman".
Film 1971 - Promising Young Woman
Film 2166 - Promising Young Woman
Cast: Carey Mulligan, Bo Burnham, Alison Brie, Clancy Brown, Jennifer Coolidge, Laverne Cox, Connie Britton, Chris Lowell, Adam Brody, Max Greenfield, Christopher Mintz-Plasse, Alfred Molina, Molly Shannon.
Box Office: $10.2 milioni
Vale o non vale: Una delle pellicole più interessanti che ho visto negli ultimi anni, disturbante e inquietante quanto basta e in evidente contrasto con una fotografia dai toni accessi e vibranti, il tutto per un tour de force emotivo che non molla lo spettatore fino al finale. Un grande film che ha tantissimo da dire e lo fa con la propria voce, al proprio ritmo e senza mai chiedere scusa. Una bomba.
Premi: Candidato a 5 Oscar per Miglior film, regia, attrice protagonista (Mulligan), sceneggiatura originale e montaggio; candidato a 4 Golden Globe (Miglior film drammatico, attrice protagonista, sceneggiatura e regia); 6 nomination ai BAFTA per Miglior film, Miglior film britannico, sceneggiatura, montaggio, colonna sonora e casting (personalmente trovo che sia folle non aver candidato Carey Mulligan, specialmente considerato che i BAFTA sono gli Oscar britannici e lei è inglese).
Parola chiave: Vendetta.

Trailer
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Bengi

giovedì 4 febbraio 2021

SAG Awards 2021: nomination e vincitori

A esattamente 24 ore dalla pubblicazione delle nomination dei Golden Globes 2021, vengono rivelate anche le candidature per i SAG Awards di quest'anno, premi conferiti dal sindacato attori americano alle migliori performance attoriali dell'anno. 

Come sempre, c'è una buona dose di copia-incolla come regola generale in tutte le categorie, anche se vanno menzionate qui alcune eccezioni: la presenza (non prepotente) di "Bridgerton", la candidatura di Michaela Coel per "I May Destroy You" (serie completamente snobbata dai GG), le ottime 3 nomination di "Minari" (ai GG candidato nella categoria film straniero, pur essendo una produzione americana) e "Da 5 Bloods" (nessuna nomination ai GG) e l'assenza di "Emily in Paris" e quel nonsense di "Ratched".

La cerimonia di premiazione si terrà il 4 aprile prossimo. 


27th Screen Actors Guild Awards

Outstanding Performance by an Ensemble in a Motion Picture
“Da 5 Bloods”
“Ma Rainey’s Black Bottom”
“Minari”
“One Night in Miami”
The Trial of the Chicago 7

Outstanding Performance by a Female Actor in a Leading Role in a Motion Picture
Amy Adams, “Hillbilly Elegy”
Viola Davis, “Ma Rainey’s Black Bottom”
Vanessa Kirby, “Pieces of a Woman
Frances McDormand, “Nomadland
Carey Mulligan, “Promising Young Woman

Outstanding Performance by a Male Actor in a Leading Role in a Motion Picture
Riz Ahmed, “The Sounds of Metal”
Chadwick Boseman, “Ma Rainey’s Black Bottom,”
Anthony Hopkins, “The Father”
Gary Oldman, “Mank”
Steven Yeun, “Minari”

Outstanding Performance by a Female Actor in a Supporting Role in a Motion Picture
Maria Bakalova, "Borat Subsequent Moviefilm"
Glenn Close, "Hillbilly Elegy"
Olivia Colman, "The Father"
Youn Yuh-jung, "Minari"
Helena Zengel, "News of the World"

Outstanding Performance by a Male Actor in a Supporting Role in a Motion Picture
Chadwick Boseman, “Da 5 Bloods”
Sacha Baron Cohen, “The Trial of the Chicago 7”
Daniel Kaluuya, “Judas and the Black Messiah”
Jared Leto, “The Little Things”
Leslie Odom, Jr., “One Night in Miami”

Outstanding Performance by an Ensemble in a Drama Series
“Better Call Saul”
“The Crown”
“Bridgerton”
“Lovecraft Country”
“Ozark”

Outstanding Performance by an Ensemble in a Comedy Series
“Dead To Me”
“The Flight Attendant”
“The Great”
“Schitt’s Creek”
“Ted Lasso”

Outstanding Performance by a Female Actor in a Drama Series
Gillian Anderson, “The Crown”
Olivia Colman, “The Crown”
Emma Corrin, “The Crown”
Julia Garner, “Ozark”
Laura Linney, “Ozark”

Outstanding Performance by a Male Actor in a Drama Series
Jason Bateman, “Ozark”
Sterling K. Brown, “This is Us”
Josh O’Connor, “The Crown”
Bob Odenkirk, “Better Call Saul”
Regé-Jean Page, “Bridgerton”

Outstanding Performance by a Female Actor in a Comedy Series
Christina Applegate, “Dead To Me”
Linda Cardellini, “Dead To Me”
Kaley Cuoco, “The Flight Attendant”
Annie Murphy, “Schitt’s Creek”
Catherine O’Hara, “Schitt’s Creek”

Outstanding Performance By a Male Actor in a Comedy Series
Nicholas Hoult, “The Great”
Dan Levy, “Schitt’s Creek”
Eugene Levy, “Schitt’s Creek”
Jason Sudeikis, “Ted Lasso”
Ramy Youssef, “Ramy”

Outstanding Performance by a Female Actor in a Television Movie or Limited Series
Cate Blanchett, “Mrs. America”
Michaela Coel, “I May Destroy You”
Nicole Kidman, “The Undoing”
Anya Taylor-Joy, “The Queen’s Gambit”
Kerry Washington, “Little Fires Everywhere”

Outstanding Performance by a Male Actor in a Television Movie or Limited Series
Bill Camp, “The Queen’s Gambit”
Daveed Diggs, “Hamilton”
Hugh Grant, “The Undoing”
Ethan Hawke, “The Good Lord Bird”
Mark Ruffalo, “I Know This Much Is True”

Outstanding Action Performance by a Stunt Ensemble in a Motion Picture
“News of The World”
“Wonder Woman 1984”
Mulan
“Da 5 Bloods”
“The Trial Of The Chicago 7”

Outstanding Action Performance by a Stunt Ensemble in a Comedy or Drama Series
“The Boys”
“Cobra Kai”
“Lovecraft Country”
“The Mandalorian”
“Westworld”

#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 15 luglio 2020

Film 1748 - Pride & Prejudice

Intro: Avevo bisogno di un po' di romanticismo ai tempi di Jane Austen.
Film 1748: "Pride & Prejudice" (2005) di Joe Wright
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: probabilmente ci sono trasposizioni più riuscite o più fedeli, in ogni caso a me "Pride & Prejudice" di Joe Wright lascia sempre molto soddisfatto. E adoro il dialogo tra Keira Knightley e Matthew Macfadyen sotto la pioggia, trovo la vulnerabilità di Elizabeth rincuorante e riesco, ogni volta, ad identificarmici. Go Jane Austen, go!
Film 282 - Orgoglio e pregiudizio
Film 428 - Orgoglio e pregiudizio
Film 1748 - Pride & Prejudice
Cast: Keira Knightley, Matthew Macfadyen, Brenda Blethyn, Donald Sutherland, Tom Hollander, Rosamund Pike, Jena Malone, Carey Mulligan, Judi Dench, Kelly Reilly, Rupert Friend, Penelope Wilton.
Box Office: $121.6 milioni
Vale o non vale: Esteticamente bellissimo, musicato alla perfezione e romantico al punto giusto, "Pride & Prejudice" cattura l'essenza del romanzo riuscendo con successo a riproporlo in chiave più attuale. Non un capolavoro, ma mi pare renda giustizia all'opera - meravigliosa - da cui è tratto.
Premi: Candidato a 4 Oscar per Migliore attrice protagonista (Knightley), costumi, colonna sonora e scenografie; 2 nomination ai Golden Globe per Miglior film commedia o musical (?) e attrice protagonista; nominato a 5 BAFTA per attrice non protagonista (Blethyn), sceneggiatura non originale, costumi, trucco e film britannico dell'anno. Joe Wright ha vinto il BAFTA per Most Promising Newcomer.
Parola chiave: Sentimenti.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 1 giugno 2019

Film 1601 - The Great Gatsby

Intro: Non ero elettrizzato all'idea di rivederlo, ma nell'ottica di ripercorrere la carriera di DiCaprio, ci stava anche recuperare questo titolo.
Film 1601: "The Great Gatsby" (2013) di Baz Luhrmann
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: la prima volta che ho visto questo film avevo delle altissime aspettative, sia per la presenza di DiCaprio, sia per la regia di Luhrmann che, a suo tempo, mi aveva incantato con "Moulin Rouge!"; non c'è da sorprendersi, credo, quando dico che "The Great Gatsby" non è stato per niente quello che mi immaginavo di vedere. Con questa seconda visione la situazione è stata diversa, soprattutto perché sapevo già a cosa stessi andando incontro. Ragione per cui, ammetto, ho parzialmente rivalutato questa pellicola che, nel suo eccentrico ed esagerato modo di essere propone una versione estremamente glamour e colorata di un romanzo che, leggendolo, mi ero immaginato completamente diverso. Ci sta, è una rilettura personale e per certi versi contemporanea che spinge tantissimo sull'appeal estetico, modaiolo e festaiolo e si concentra solo in parte sulla rappresentazione del tormento amoroso dei due protagonisti e del tipo di società che rappresentano. Fatta pace con questa premessa, "The Great Gatsby" può essere considerata una piacevole distrazione per gli occhi, anche se rimango convinto che non consegni al pubblico un prodotto totalmente riuscito. Esteticamente è sfarzoso, luccicante e attraente, ma manca un po' di anima. Comunque il risultato finale è accettabile.
Ps. Ma solo a me Joel Edgerton e Jason Clarke sembrano quasi la stessa persona?!
Film 552 - Il grande Gatsby
Film 1601 - The Great Gatsby
Cast: Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher, Elizabeth Debicki, Jason Clarke, Amitabh Bachchan.
Box Office: $353.6 milioni
Vale o non vale: Fantastica colonna sonora, costumi e scenografie curatissimi, una storia d'amore strappalacrime e un DiCaprio in gran forma per un risultato finale che è meno riuscito di quanto uno spererebbe, ma riesce in generale a convincere.
Premi: 2 Oscar vinti su 2 nomination (Migliori scenografie e costumi) e 2 BAFTA vinti nelle stesse categorie su 3 candidature; 3 candidature ai Grammy per una colonna sonora quasi perfetta e purtroppo non riconosciuta a dovere (Best Compilation Soundtrack for Visual Media, Best Song Written For Visual Media per "Young and Beautiful" di Lana del Rey, Best Score Soundtrack For Visual Media).
Parola chiave: Luce verde.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 17 febbraio 2017

Film 1307 - Drive

Messo a disposizione tra le proposte di Sky Go, ho deciso che fosse giunto il momento di recuperare questa pellicola...

Film 1307: "Drive" (2011) di Nicolas Winding Refn
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Per molto tempo mi sono chiesto come potesse essere questo film che, qualche anno fa, era piovuto sul mondo del cinema come una sorta di rivelazione, un piccolo miracolo che aveva lanciato nell'olimpo non solo Ryan Gosling, che di fatto già c'era, ma soprattutto Nicolas Winding Refn e il suo modo di dirigere e concepire i suoi lavori. Vinto il premio per la miglior regia a Cannes, sembrava che il mondo fosse ai suoi piedi, in attesa della prossima mossa. In realtà, per quanto Refn mantenga una certa fama, nonché nomea di cineasta con un suo perché, i percorsi successivi non hanno confermato il successo trovato con questo "Drive" che, credo, rimanga il suo titolo più iconico e al momento rappresentativo. E a giusta ragione.
"Drive" è un prodotto esemplare sotto molteplici aspetti. La cura estetica che vi è dietro è lampante e passa attraverso molteplici elementi diversi: dalla giacca con lo scorpione alle macchine sempre lucenti, dagli appartamenti con carta da parati pastello a - naturalmente - una fotografia pazzesca. In questo senso penso che la cura maniacale per l'immagine sia deducibile anche da quel colore rosa-fuxia dei titoli di testa, un contrasto forte per una pellicola che tocca argomenti cupi come l'omicidio, la violenza e la vendetta. In questo senso, un certo dualismo bipolare non manca in almeno altri due contesti. Quello quello artistico, che alterna scene d'azione mozzafiato ad una trama dal ritmo altrimenti precario e quasi statico, e quello umano del protagonista, pacato e premuroso vicino di casa che sa trasformarsi in vendicatore cui non può sfuggire alcun obiettivo. A renderlo efficace e riuscito è un Gosling perfetto, plastico in ogni posa, micidiale alla guida come con i pugni, sempre e comunque sexy. Da solo fa praticamente metà film.
Dal punto di vista della storia, per quanto presenti elementi già visti, il risultato finale li combina comunque in modo personale. "Drive" è un titolo magnetico e intrigante, brutale in alcune parti - che mi hanno ricordato "The Neon Demon" e mi hanno fatto pensare che Refn citasse un po' troppo se stesso nel brutto film con Elle Fanning - , in ogni caso un viaggio molto dark nel posto del passeggero delle auto guidate dal silenzioso protagonista, vendicatore notturno che non risparmierà nessuno per l'amore della vicina in pericolo (Carey Mulligan). Difficilmente si distoglie lo sguardo durante la visione, tanto che nel finale, mentre Gosling rimane immobile nel sedile della macchina dopo il confronto con Bernie Rose (Albert Brooks), lo spettatore trattiene il fiato e resta fermo e teso esattamente come il protagonista, ipnotizzato e in attesa di sapere cosa gli sia, di fatto, successo.
Per quanto riguarda Refn, regia davvero bella, esteticamente attentissima a consegnare immagini curate nei minimi dettagli, tanto che spesso più che scene di un film sembrano quadri. A rendere il tutto ancora più coinvolgente, una colonna sonora che utilizza canzoni in grado di creare un magico effetto affascinante che rimane nella testa dello spettatore (penso, per esempio, a "Nightcall" di Kavinsky featuring Lovefoxxx) e crea un effetto spesso simili ad un lungo video clip.
In generale, quindi, un titolo che fa centro e rimane impresso, intenso, adrenalinico e violento, una pellicola visivamente potente e un protagonista già icona. Meritava qualche riconoscimento in più.
Ps. Una candidatura all'Oscar per il Miglior montaggio sonoro e una ai Golden Globes per il Miglior attore non protagonista (Albert Brooks).
Cast: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Christina Hendricks, Ron Perlman, Oscar Isaac, Albert Brooks.
Box Office: $78.1 milioni
Consigli: Un mix di lentezza e sfrenata velocità, violenza e romantica galanteria, chiaro e scuro. Forse una pellicola fatta anche sui contrasti oltre che su una storia di mafia, rapine e un amore impossibile. E' un bel film, una scelta non per ogni occasione, ma sicuramente perfetta per chi sia alla ricerca di qualcosa di un po' più ricercato della classica pellicola d'azione fatta di esplosioni, inseguimenti ed omicidi. Qui c'è una bella ricerca estetica, un grande cast e una colonna sonora pazzesca.
Parola chiave: 1 milione di dollari.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 24 maggio 2013

Film 552 - Il grande Gatsby

A Milano il giorno dopo il concerto di Beyoncé ci siamo ritrovati per guardare, finalmente, il tanto atteso nuovo film di Baz Luhrmann. Io, personalmente, con pochissime aspettative.


Film 552: "Il grande Gatsby" (2013) di Baz Luhrmann
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Leoo, Serena, Marta
Pensieri: Avevo bassissime aspettative e poco entusiasmo per il Gatsby di Luhrmann che, dopo "Australia", mi aveva lasciato un po' con l'amaro in bocca. Bissare qualcosa come "Moulin Rouge!" è quasi impossibile e, quindi, ero sinceramente scettico riguardo le capacità del regista-sceneggiatore di poter intraprendere con successo questo nuovo 'viaggio' cinematografico dopo il deludente esperimento precedente. Inoltre la martellante pubblicità al film in ogni dove mi aveva francamente un po' stancato. Di conseguenza mi sono approcciato a questo 'Gatsby 2013' in maniera tendenzialmente negativa. E un po' mi sono dovuto ricredere.
Per quanto io continui a pensare che Luhrmann sia più un regista da videoclip musicali che un capace narratore di storie, il suo film funziona abbastanza da lasciare soddisfatti. Lo sfavillio luccicante di sfarzo, lusso, gioielli e vestiti (Prada) copre sapientemente il vuoto lasciato dal mancato approfondimento psicologico dei personaggi (specialmente di contorno) che sembrano esistere solo in funzione del personaggio principale, unica vera rock star dello schermo. Ma anche qui c'è un problema. 

Già perchè Jay Gatsby funziona davvero bene nella prima parte del film, perdendo il suo magico fascino iniziale nella seconda, strangolato in una morsa di piattezza priva di appeal. Inevitabile che il personaggio perdesse molto del suo fascino una volta raccontata dall'onniscente Nick Carraway/Tobey Maguire la sua storia, però il divario tra inizio e fine della narrazione è francamente un po' troppo evidente. Non so se trattare una storia d'amore negli anni '00 svecchiando un classico della letteratura implichi per forza proporre il tutto come se fosse un racconto su adolescenti intimiditi dal giudizio dell'altro, ma di fatto "Il grande Gatsby" del titolo si rivelerà essere tale solamente per quanto riguarda feste, lusso sfrenato e capacità di vivere la vita ai 100km/h. Per quanto riguarda l'amore, invece, finisce schiacciato da una logica teen di gelosie, attesa di telefonate e tentativi di plagio ai danni dell'apatica Daisy Buchanan/Carey Mulligan.
E' un peccato che un personaggio così potenzialmente carismatico e magnetico sia coinvolto in una storia d'amore in cui l'unica cosa che davvero conta per lui sia che Daisy dica al marito che non l'ha mai amato. Non che desiderassi tragedie kolossal, ma elevarsi un pelo di più sarebbe stato auspicabile. Io, almeno, mi aspettavo più profondità (non sono ancora arrivato a leggere quella parte del libro di F. Scott Fitzgerald, quindi attendo di capire se davvero la love story sia affrontata in questi toni).
Dall'altra parte la Mulligan a mio avviso non è capace di trasmettere quella luce e quella gioia che, a parole, DiCaprio recita sullo schermo. Piuttosto piatta e, a dire il vero, non così bella, si trastulla tra feste, matrimonio infelice e scappattelle romantiche con l'espressione canina di un cucciolo bagnato e fallisce nell'intento di interpretare i panni di colei che è capace di catalizzare attenzioni di chiunque la veda. Più che una venere bionda è un angioletto spaurito (o annoiato). L'ho trovata appropriata, però, a livello di look: gli anni '20 in effetti le donano più che ad altri.
Decisamente ruspanti, invece, i due amanti Joel Edgerton e Isla Fisher, adatti al ruolo che rivestono ed efficaci - specialmente il primo - nella resa dei loro personaggi. Infelice e tragica la loro storia, l'ho quasi preferita a quella della coppia protagonista.
Imbambolato e poco comunicativo/espressivo Tobey Maguire, protagonista-non protagonista di un intreccio che racconta lui, ma che, di fatto, avrebbe potuto essere raccontato anche da una voce fuori campo che sarebbe stata la stessa cosa. Giusto per rendere l'idea di quanto sia riuscito ad essere incisivo.
Punto (un po') debole dei personaggi a parte, il film è un mix di generi che tutto sommato, come si diceva, funziona nell'ottica di ciò che è, ovvero un grande circo di colori, musica ed effetti speciali all'ennesima potenza (leggere pompati di steroidi). "The Great Gatsby" è 'grande' proprio in questo aspetto, essendo super ed ecessivo per ognuna di queste voci. Talmente kitsch nella resa scenica e dei costumi che fa tendenza, ennesimo esponente di un plus ultra che dell'esagerazione fa il suo fiero baluardo, da amare o detestare senza mezze misure. Nella combinazione di questi tre elementi, però, "Moulin Rouge!" era più riuscito (forse perchè l'ambientazione in un bordello giustifica la tendenza a un accanimento sull'immagine). L'ambientazione anni '20, invece, soffre un po' di più il distacco netto tra una ricostruzione storica più accurata - come nel precedente "Il grande Gatsby" del 1974 - e una più libera alla "Marie Antoinette" della Coppola.
Dal punto di vista della fedeltà al romanzo, invece, devo dire che il lavoro di Luhrmann e Craig Pearce mi ha soddisfatto in quanto piuttosto fedele (per lo meno fin dove sono arrivato con la mia lettura). Quest'aspetto mi ha colpito positivamente dato che mi immaginavo un risultato più 'liberamente ispirato a' che 'fedelmente tratto da'.
Insomma, questa pellicola non è tanto male come la mia propensione al dramma tendeva a suggerirmi. La colonna sonora - sfruttata meno di quanto ci si potesse aspettare - cala pezzi da novanta come Beyoncé, Emeli Sandé, Gotye, Fergie, Florence Welch e Lana Del Rey con quella "Young and Beautiful" che finirà per essere tema portante di tutto il film (visto il testo della canzone, trovo la scelta molto appropriata considerato che il tema del tempo è centrale per tutti i 142 minuti di pellicola). Gli ascoltatori contemporanei non potranno non gradire questo insieme di artisti che simboleggiano, ancora una volta, quanto per il regista la colonna sonora non sia solo un discorso tecnicamente annesso al film, ma una necessaria scelta per delineare stile e direzione del lavoro artistico finale. Che, a conti fatti, risulta vincente in questi aspetti tecnici particolarmente curati o spiccatamente personalizzati, ma inciampa quando si tratta di centrare il punto della questione: è travolgente, questo amore? E' rappresentato tanto forte quanto le parole utilizzate per descriverlo? Ni: DiCaprio ci si impegna, ma il troppo nominare questi profondi sentimenti finisce per renderli più idealmente presenti che reali. Si poteva sfruttare di più anche la contrapposizione temporale tra passato (che per Gatsby si può assolutamente replicare) e futuro, oltre che calcare ancora di più la mano nel triste finale che coinvolgerà i due membri della famiglia Buchanan, una volta per tutte rappresentati per ciò che veramente sono.
"Il grande Gatsby", insomma, finisce per avere una sua poetica di fondo incorniciata in un estro creativo 'alla Luhrmann' che, però, forse risulta troppo concentrato sulla messa in scena dell'estetica che lo contraddistingue che sui contenuti. In fin dei conti funziona, ma non mi ha catturato davvero.
Ps. Quando Nick Carraway e Jordan Baker (Elizabeth Debicki) prendono il té, uno dei camerieri è proprio Luhrmann.
Pps. 105 milioni di dollari per produrlo e un incasso mondiale di $138.4 milioni a sole 2 settimane dall'arrivo in sala.
Film 552 - Il grande Gatsby
Film 1601 - The Great Gatsby  

Consigli: Impossibile confrontarlo con il Gatsby con Robert Redford, sono due prodotti troppo distanti sia per tempo che per stile. Sono entrambe buone rappresentazioni del romanzo per alcuni aspetti e pessime per altri. In questo caso gli amanti del cinema del regista australiano non rimarranno delusi perchè, in effetti, ci si è impegnati a un ritorno più o meno evidente agli accenti istrionici di "Moulin Rouge!". Il tutto risulta meno riuscito quando, come per "Australia", si arriva alla necessità di rappresentare la storia e non solo i bei momenti di frenesia a tempo di musica. Comunque un prodotto con il suo fascino che merita quantomeno la chance di una visione.
Parola chiave: Dr. Eckleburg.

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Bengi

venerdì 30 marzo 2012

Film 374 - Shame

Tanto rumore per nulla?


Film 374: "Shame" (2011) di Steve McQueen
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Il commento più abusato e affibbiato a questo film è il seguente: è classico stile McQueen.
Ora, premesso che l'unico Steve McQueen che conoscessi fino a qualche mese fa fosse l'attore di "Papillon" o "La grande fuga", mi pare un tantino prematuro parlare di 'stile McQueen' dato che il regista è qui al suo secondo lungometraggio. Ma poi che cosa mi vorrebbe significare questa asserzione? Avendo come unico campione questo "Shame", posso solo provare a immaginare. Che si tratti di una particolare attenzione per lo sguardo dei suoi protagonisti? O un'irriverenza per le scene di nudo molteplici, esplicite e mai nascoste? Che sia per via dell'atmosfera triste causata dalla lenta agonia dei personaggi disastrati di cui tratta la storia?
Ripeto, io non lo so, però da qui a definire già uno stile peculiare mi pare un attimo troppo presto.
Questa pellicola, tra l'altro, non mi è parso abbia niente di speciale che vada oltre il trattare un argomento che incuriosisce (la vita di un sex addicted) con una fruizione del nudo tanto cruda da essere a volte imbarazzante. Detto ciò, mi pare che "Shame" esaurisca qui i suoi assi nella manica. Non che non sia un prodotto omogeneo o ben realizzato, solo non aggiunge nulla al panorama del cinema indipendente che tratta la solitudine umana in relazione alla necessità di certe persone di cercare il contatto con l'altro a tutti i costi, ma facendolo nella maniera sbagliata.
Due fratelli che si devono voler bene per la natura stessa della loro condizione, l'autodistruzione di una (Carey Mulligan) e la dipendenza dell'altro (Michael Fassbender), una città specchio che riflette ritratti non esattamente lusinghieri. E toccare il fondo una volta non vuol dire che non lo si ritoccherà una seconda...
Più volte mi sono chiesto cosa volesse raccontare McQueen scrivendo una storia come questa, cosa volesse analizzare oltre alla condizione di un uomo che ha tutto nella vita tranne l'autoassoluzione. Non c'è scampo per nessuno e non c'è amore, solo corpi che si uniscono per un istante e poi procedono oltre come se nulla fosse accaduto. E quando si tenta di approfondire la conoscenza con un unico altro soggetto arriva la scure della defaiance che cancella il tentativo riportando la solitudine come unica soluzione.
Va bene, la disillusione può essere una buona arma nella vita, ma non sono sicuro che debba per forza andare a braccetto con l'aridità interiore. Posso immaginare che un personaggio come Brandon Sullivan sia diventato tale per colpa delle circostanze, ma la ricerca per migliorare sé stessi passa anche per l'autoanalisi costruttiva. Cosa c'è di meno costruttivo del buttarsi via, dell'essersi arresi ad una realtà tanto squallida da essere desolante? Pare, in definitiva, che non ci sia alcuna speranza.
Spero che tutto questo non faccia parte di quello 'stile McQueen' citato dai più e che, invece, il regista-scrittore sappia indagare anche altri meandri della condizione umana che vadano oltre il facile racconto dell'umanità spezzata dalle circostanze e modellata a condurre una vita che è solo sopravvivenza.
Coppa Volpi a Venezia per il miglior attore e nomination ai Golden Globes per Fassbender.
Consigli: Pellicola su cui è circolata numerosa curiosità. Vale a metà. Bellissimo il momento canoro in cui la Mulligan interpreta una versione lenta di "New York Nwe York".
Parola chiave: Solitudine.

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Ric

lunedì 18 luglio 2011

Film 282 - Orgoglio e pregiudizio

Ultimo film della serie 'Regno Unito', unico a non raccontare una storia vera, ma bensì ad essere tratto da un libro.


Film 282: "Orgoglio e pregiudizio" (2005) di Joe Wright
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Prima collaborazione cinematografica tra Joe Wright e Keira Knightley (è seguito "Espiazione" e nel 2012 "Anna Karenina"), il film è piuttosto ben riuscito. Dovendo, purtroppo, tralasciare il discorso trama e aderenza con l'originale (che non ho letto), posso dire che la produzione è decisamente ben curata. Bei dialoghi, intreccio chiaro, fotografia e costumi notevoli, musiche del toscano Dario Marianelli.
La Knightley si distingue su un cast ricco (tra gli altri Carey Mulligan, Donald Sutherland, Brenda Blethyn, Matthew Macfadyen, Rosamund Pike e Jena Malone) e capace e strappa la sua prima - e al momento unica - nomination agli Oscar come miglior attrice protagonista all'età di 21 anni. Il film non è da meno e porta a casa candidature per musiche, scenografie e costumi.
Box office ricco per un film relativamente a basso budget ($28,000,000): $120,051,592 incassati in tutto il mondo.
Film 282 - Orgoglio e pregiudizio
Film 428 - Orgoglio e pregiudizio
Film 1748 - Pride & Prejudice
Pensieri più articolati qui: Film 277 - 282.
Consigli: Poetico e romantico, è un film che può piacere sotto numerosi aspetti.
Parola chiave: Amore.

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Bengi

mercoledì 25 maggio 2011

Film 263 - Wall Street: il denaro non dorme mai

Avendo visto l'originale, non potevo lasciarmi scappare - 24 anni dopo - il secondo capitolo.


Film 263: "Wall Street: il denaro non dorme mai" (2010) di Oliver Stone
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo film l'ho visto, possiamo dire, in tre parti. La prima - che non mi ha convinto - mi ha fatto lasciare la pellicola a qualche minuto dall'inizio. Poi, con più calma e predisposizione, qualche tempo dopo ho deciso di ricominciare da capo la visione - che mi ha preso molto di più - della prima parte della pellicola, per poi terminare, qualche giorno dopo, con la seconda e ultima parte.
Questo "Wall Street", come del resto il primo, ha il non trascurabile difetto di non poter essere totalmente accessibile a tutti. Vive del fascino di un periodo storico andato (quello del primo film) e cede il passo ai tempi contemporanei fino a perdere l'anima essenziale del prodotto stesso (Gordon Gekko che ammette di avere sentimenti e un cuore è una scena talmente tanto fuori contesto da risultare oltremodo fastidiosa). Dialoghi complessi, una struttura narrativa intricata e un costante rimando all'originale dell'87 lo rendono poco più che sufficiente.
Stone è sempre un regista di serie A, i suoi protagonisti (Michael Douglas, Shia LaBeouf, Carey Mulligan, Frank Langella, Josh Brolin, Eli Wallach) decisamente capaci e adatti al ruolo, la fotografia molto bella, ma il tutto non convince appieno. Cosa manca?
Per quanto mi riguarda, ho sofferto molto la mia totale estraneità al mondo della borsa, il che ha comportato uno sforzo in più per la comprensione della trama. Il conflitto padre-figlia è lasciato alla superficialità di un sentimento comodo comodo a piazzare il film anche in un contesto più umano. Manca, però, una vera motivazione che faccia dire 'ottima idea aver rispolverato questo classico'. Il tutto puzza sempre di operazione commerciale fine a sé stessa. Gekko/Douglas ha perso smalto, Shia LaBeouf è eternamente bambino, Carey Mulligan vagamente acerba. Il trio non convince e perde decisamente il confronto contro l'originale Douglas-Charlie Sheen (qui anche in un cameo)-Daryl Hannah.
In definitiva la pellicola può essere vista come seguito all'originale, ma faticherà a piacere a chi non si intende di borsa, non ama il genere, non ha visto il primo capitolo.
Consigli: Meglio vedere prima "Wall Street" per inquadrare meglio il personaggio di Gekko e come Stone ha inquadrato anche questo film.
Parola chiave: Soldi.

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Ric