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sabato 8 agosto 2020

Film 1905 - Judgment at Nuremberg

Intro: Recentemente mi è capitato di appassionarmi ad un canale YouTube (Be Kind Rewind) che approfondisce le dinamiche socioculturali che hanno portato alla vittoria agli Oscar di alcune delle icone hollywoodiane più conosciute ed amate. Nel video dedicato a Judy Garland si citava questo film di cui avevo un vago ricordo, ma che mai avevo avuto l'occasione di recuperare. Ho colto l'occasione al volo, anche perché della grande attrice ho visto ben poco (e trovo curioso che abbia visto prima questo titolo che il ben più conosciuto "A Star is Born". Recupererò quanto prima!).
Film 1905: "Judgment at Nuremberg" (1961) di Stanley Kramer
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: decisamente non una storia facile, ma nel complesso un bel film che mi ha soddisfatto. "Judgment at Nuremberg" vive di grandissime interpretazioni grazie ad un cast stellare che, da solo, fa già metà del lavoro; in aggiunta, il lavoro sul processo e la tematica incentrata sulla giustizia post seconda guerra mondiale fanno sì che, nonostante un risultato finale forse meno grandioso di quanto non si sarebbe aspirato ad ottenere, il tutto funzioni e regali a chi guarda non pochi punti su cui riflettere (la devastazione post bellica, la necessità di una punizione esemplare, il desiderio della popolazione di ricominciare e il punto di vista di chi, convinto delle sue ideologie estremiste, riteneva di restare impunito). Particolarmente d'effetto il personaggio di Hans Rolfe (Schell), avvocato difensore di indifendibili protagonisti di una guerra insensata e ingiusta, che mette rumorosamente in gioco una strategia a tratti funzionale, ma che lo spettatore sa già essere condannata all'inefficacia.
"Judgment at Nuremberg" è un prodotto figlio del suo tempo che, con un linguaggio cinematografico oggi superato, riesce in ogni caso a risultare efficace nel momento in cui pone al centro della questione tematiche su cui è necessario riflettere e che, ancora oggi, è vitale tenere ben presente. Lento nell'esecuzione (3 ore di durata), ma feroce nella dialettica, il film di Kramer rimane sicuramente un ottimo esempio nel suo genere nonché ancora oggi una pellicola di innegabile rilevanza.
Cast: Spencer Tracy, Burt Lancaster, Richard Widmark, Marlene Dietrich, Judy Garland, Maximilian Schell, William Shatner, Montgomery Clift, Werner Klemperer.
Box Office: $10 milioni
Vale o non vale: Un buon prodotto americano che, pur veicolando ampiamente la classica idea dei salvatori a stelle e strisce, riesce a porre in maniera intelligente e posata il punto su una delle pagine più delicate della storia mondiale.
Un film che ritengo da vedere, ma che richiede concentrazione e dedizione, sia per le tematiche che per l'estensiva durata.
Premi: Candidato a 11 premi Oscar (tra cui Miglior film, regia, attore protagonista Tracy, attrice non protagonista Garland, attore non protagonista Clift), ne ha vinti 2 per Miglior attore protagonista (Maximilian Schell) e sceneggiatura non originale. 6 nomination ai Golden Globe (tra cui Miglior film drammatico e per gli attori non protagonisti Garland e Clift) ha vinto quelli per la regia e l'attore protagonista (Schell). 3 nomination ai BAFTA (2 per Miglior attore straniero Schell e Clift e una per Best Film from any Source) e 3 David di Donatello vinti per Migliore Produzione Straniera, Migliore Attore Straniero (Tracy) e un David speciale alla Dietrich per la sua performance nel film.
Parola chiave: Justice.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 18 novembre 2016

Film 1241 - Deep Impact

Tornato a casa, il Netflix italiano mi propone una pellicola che da anni desideravo recuperare. Anche perché l'ho sempre confusa con un milione di altri titoli, per cui mi piaceva l'idea di fare un attimo di chiarezza...

Film 1241: "Deep Impact" (1998) di Mimi Leder
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Gli effetti speciali sono quelli che sono (del resto eravamo negli anni '90!) e rivisti oggi sono il segno tangibile di quanto la tecnologia sia stata migliorata, in ogni caso questo disaster movie non fa particolarmente centro e la colpa non è certo della computer grafica.
Tra tutti i titoli di questo genere, devo dire che "Deep Impact" è certamente quello più debole e disomogeneo per cast, personaggi, storia. Troppi intrecci narrativi conducono ad un epilogo poco soddisfacente, senza contare che dei protagonisti ci frega davvero il giusto (a parte di Téa Leoni, che ovviamente è l'unica a sacrificarsi per fare pace col papi). Dunque molto, molto rumore per nulla che si risolve in un nulla di fatto francamente troppo facile e forse un po' ingenuo. Non so se la scelta di mandare a segno solo uno degli asteroidi sia stata voluta dalla sceneggiatura o dalle mancanze degli effetti speciali (o del budget, fermo a 80 milioni), in ogni caso la sensazione è che l'arco narrativo rimanga incompiuto in quanto tutto ciò per cui ci si era preparati - noi che guardiamo e i personaggi - non avviene e tutti i dialoghi, le scene, i drammi annunciati e verificati si vanificano in nome di una sorta di happy ending molto comodo.
In tutto questo, come dicevo, un universo sovraffollato di personaggi che, necessariamente, finisce per rimanere sulla superficie, per una bidimensionalità che, in quel momento, era ancora solida prerogativa dei blockbuster senz'anima. "Deep Impact" non si sottrae al diktat dell'epoca e si gioca una diversificazione umana che passa solamente attraverso lo stereotipo e finisce per svilire una storia già di per sé ricca di avvenimenti senza il bisogno di un sovraccarico di racconti personali che poi, vuoi o non vuoi, si risolvono in un sadico gioco di sceneggiatura: o sopravvivi o muori. Non c'è tempo per conoscere tutti, figuriamoci per appassionarsi a loro.
In tutto questo marasma di testosterone eroico - abbiamo perfino il ragazzino che per salvare la sua innamorata decide di emanciparsi e sposarla -, la cosa che mi ha colpito in positivo è stata un non trascurabile dettaglio tecnico: la regia è di una donna, il che è inusuale in questo genere. Alla Leder niente da recriminare, anzi, mi pare che il suo lavoro l'abbia svolto egregiamente considerato il contesto.
Dunque un risultato finale così così per una pellicola di "distruzione di massa" che parte in quarta ma finisce per tradire il genere a cui vuole appartenere per concentrarsi su un finale all'"Armageddon - Giudizio finale", rovinando il classico piacere del vedere tutto radersi al suolo. Per finta.
Cast: Robert Duvall, Téa Leoni, Elijah Wood, Vanessa Redgrave, Maximilian Schell, Morgan Freeman, James Cromwell, Jon Favreau, Laura Innes, Richard Schiff, Leelee Sobieski, Blair Underwood, Dougray Scott.
Box Office: $349.5 milioni
Consigli: Pellicola ludica imperdibile per chi apprezza il genere che tutto distrugge e poco risparmia, anche se il risultato finale è più ibrido del solito. Il che non è necessariamente un bene, visto il caos di personaggi e sottotrame che la storia ci profila, finanedo per mischiare e chiamare in causa troppo e concludere con troppo poco. Il cast è variegato e non si faticano a riconoscere i volti famosi (c'è perfino un giovanissimo e sempiterno Frodo Baggins), gli effetti speciali sicuramente all'avanguardia per l'epoca, in ogni caso "Deep Impact" è una pellicola solo per chi ha davvero voglia di recuperarla.
Parola chiave: Meteorite.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 31 marzo 2010

Film 95 - Topkapi

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAh! Oggi è la giornata più strana del 2010!!! Sono felice e incazzato nero allo stesso tempo! Si potrà odiare il proprio lavoro, ma amare l'aspetto economico a cui è indissolubilmente legato? Libertà data dai soldi e schiavitù per chi te li ha concessi. Per quanto ci starò?


Film 95: "Topkapi" (1964) di Jules Dassin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Oggi ho ricevuto lo stipendio e ho pensato: merda! Era ora che arrivasse sto primo del mese perchè, a meno che non sia un pesce d'aprile (cito solo la gag di mia madre: "Ciao Riccardo, io e papà divorziamo"), la liquidità nel conto mi ha ricordato per quale motivo non ho ancora dato totalmente di matto (volevo scrivere cose ben più volgari, ma poi vai te a sapere chi legge!) al lavoro. Perchè parlo di ciò? Ma perchè, non avessi un'entrata, sarei probabilmente costretto a rubare, no?! E questo a cosa si collega perfettamente? Ma al bellissimo "Topkapi" (che già ha 'top' nel nome, quindi era destino)!
Se pensavate che fossero stati Clooney & Soderbergh ad inventare il genere piano-rapina-fuga indisturbati siete davvero in errore! Ma chi immaginava che già nel '64 la caratterizzazione dei personaggi tipico-principali fosse così ben delineata ed attuale da poterla riproporre ai giorni nostri? Io no sicuro!
Ma, prima di tutto questo, cosa mi ha attirato a questo film? Due cose: un Oscar e il titolo. Leggendo sul mio ormai datato "Morandini", anni fa scoprii che un certo Peter Ustinov nel 1965 vinse nella categoria miglior attore non protagonista per un film dal nome stranissimo: "Topkapi". Ma che cosa sarà mai, mi domando. E, in soli 3 anni, sono riuscito a scoprirlo: Topkapi era il palazzo del Sultano ottomano (Topkapı Sarāyı) a Istanbul che, in età repubblicana, è divenuto museo e contiene i tesori del sultano. Tra questi, ora torniamo al film, un cangiarro (tipico pugnale turco a lama curva) incastonato di pietre preziose di cui quattro particolarmente grandi, abbastanza da far sbavare la protagonista anche solo a menzionarli.
Essendo ladra di professione, Elizabeth Lipp/Melina Mercouri non può fare a meno di bramare il colpaccio e, per eseguirlo, ingaggia chi di dovere per svolgere al meglio ogni ruolo. Abbiamo la mente, il braccio, l'atleta-mingherlino-peso-piuma, il tecnologico e, a sorpresa, il ripescato. Una squadra di talvolta sgangherati malfattori che tenta l'impresa di una vita! La promessa è quella di un futuro migliore, tranquillamente spiaggiati in qualche isola tropicale a scialacquare la fortuna che ognuno ha guadagnato dal bottino. Ma, prima di indossare i costumi, è meglio mettere a segno il colpo! Ce la faranno? Questo lo lascio scoprire a voi...
Consigli: Godetevi la tensione durante l'attuazione del piano, starete col fiato sospeso!!!
Da vedere e riscoprire davvero, perchè merita di essere più conosciuto! Particolarmente bella la sequenza iniziale al lunapark girata in studio, un caleidoscopico trip di luci colori e suoni!
Parola chiave: Pacchetti di sigarette vuoti.




Ric