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venerdì 12 aprile 2024

Film 2265 - The Zone of Interest

Intro: Forse non è stata una grande idea andare a vedere questo film dopo un aperitivo a base di due spritz a stomaco vuoto...

Film 2265: "The Zone of Interest" (2023) di Jonathan Glazer
Visto: al cinema
Lingua: tedesco
Compagnia: Niamh
In sintesi: lo ammetto, a un certo punto mi sono addormentato. Non perché il film non mi stesse piacendo, ma a causa delle circostanze (stanchezza, lunga giornata lavorativa, spritz, storia dal ritmo piuttosto lento, pochi dialoghi). Insomma, una pellicola come questa - in tedesco, sottotitolata in inglese e riguardo a una tematica complessa - merita una visione più consapevole e meno "casuale", diciamo. A nostra discolpa, questa non era la nostra scelta per la serata, ma una volta che ci hanno cancellato la prenotazione per "Argylle", l'unica altra alternativa era questo titolo. Col senno di poi, non la scelta giusta. Ripeto, però, che non è colpa di The Zone of Interest"The Zone of Interest".
Cast: Christian Friedel, Sandra Hüller, Johann Karthaus, Luis Noah Witte, Nele Ahrensmeier, Lilli Falk, Medusa Knopf, Maximilian Beck.
Box Office: $43.7 milioni
Vale o non vale: Bisogna essere preparati alla visione. E' un film impegnativo visto il tema importante (Seconda guerra mondiale, nazisti, campo di concentramento) e richiede attenzione. Non per tutti, non per ogni occasione.
Premi: Candidato a 5 premi Oscar, tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura non originale, il film ha vinto per Miglior film straniero e Miglior sonoro.
Parola chiave: Auschwitz.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 13 ottobre 2021

Film 1836 - The Good Liar

Intro: Non vedevo l'ora di avere l'occasione di recuperarlo al cinema. Così, appena il multiplex di Ushuaia lo ha messo in cartellone, sono corso a vederlo.

Film 1836: "The Good Liar" (2019) di Bill Condon
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: una di quelle pellicole che sulla carta sembrerebbero promettere faville e, invece, alla fine non soddisfa appieno.
Non perché "The Good Liar" sia un brutto film - assolutamente! - solo non riesce a proporre una storia e/o un'atmosfera che valga la caratura dei suoi magnifici protagonisti Helen Mirren ed Ian McKellen. I due, a dire il vero, sembrano fatti per lavorare insieme.
In generale, comunque, questo film regala un'oretta e mezza di thriller ben recitato che presenta una storia dai molti elementi e i molteplici risvolti che, seppure non indimenticabile, almeno funziona. E - ci tengo a ribadirlo - il merito è tutto della coppia di grandissimi attori.
Cast: Helen Mirren, Ian McKellen, Russell Tovey, Jim Carter, Mark Lewis Jones, Laurie Davidson.
Box Office: $33.9 milioni
Vale o non vale: Aspettandomi molto da questo film, ammetto che il risultato finale mi abbia un po' deluso. Cioè non toglie che si tratti di un prodotto soddisfacente e di qualità, con una coppia di protagonisti che fa scintille. Il film varrebbe praticamente anche solo per loro.
Premi: /
Parola chiave: Joint account.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 13 maggio 2021

Film 1996 - Casablanca

Intro: Nuova settimana, nuove pellicole da guarda e, questa volta, Ferdia ci ha chiesto di recuperare una serie di titoli che non hanno niente a che vedere tra loro. Questo il primo.
Film 1996: "Casablanca" (1942) di Michael Curtiz
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: uno dei classici hollywoodiani più indimenticabili di sempre, una grande racconto d'amore e un cast pazzesco per un risultato finale che rappresenta una delle pietre miliari della storia del cinema. Cosa si può chiedere di più? Credo proprio nulla.
"Casablanca" colpisce per la sua lucidità rispetto al tema della guerra in corso - un film con e palesemente contro i nazisti prodotto e fatto uscire in piena seconda guerra mondiale - e per la magnifica caratterizzazione del trio Rick Blaine (Bogart), il nostro eroe dal cuore di pietra ma in realtà cuore spezzato + Ilsa Lund (Bergman), divisa tra due amori e tormentata da un passato che non sa come affrontare + Victor Laszlo (Henreid), l'eroe senza macchia che sacrificherebbe tutto per la sua causa. In mezzo c'è Casablanca, città di passaggio e purgatorio per chiunque vi si trovi, promessa di libertà e al contempo pericolosa fermata per chi stia tentando di scappare altrove per mettersi in salvo. In questo caso Rick è l'unico che possa garantire a Laszlo e sua moglie Ilsa la fuga verso il Portogallo e gli ci vorrà tutto il film per giungere a questa conclusione, fare pace col passato e redimere il cinismo e il fondamentale disinteresse per ciò che gli accade intorno che lo hanno contraddistinto nella prima metà della narrazione. Nel mezzo, ovviamente, ci sono guerra, amore e l'incertezza del futuro.
Insomma, è inutile girarci intorno: "Casablanca" è un film meraviglioso che non ha bisogno di un milione di parole per descritto: basta guardarlo per rendersene conto.
Film 1217 - Casablanca
Film 1996 - Casablanca
Cast: Humphrey Bogart, Ingrid Bergman, Paul Henreid, Claude Rains, Conrad Veidt, Sydney Greenstreet, Peter Lorre.
Box Office: $4,376,287
Vale o non vale: Un cult della storia del cinema che include alcune delle battute più iconiche di sempre, un cast capitanato nientemeno che da Bogart e Bergman e una storia all'epoca estremamente contemporanea e coraggiosa che mette alla berlina i nazisti e non ha paura di schierarsi. Il che è un punto a favore che non passa mai di moda.
Premi: Candidato ad 8 Oscar (tra cui attore protagonista per Bogart e attore non protagonista per Rains) ne ha vinti 3 per Miglior film ,regia e sceneggiatura.
Parola chiave: Letters of transit.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 19 agosto 2020

Film 1909 - Suspiria

Intro: A Pasqua con Erika abbiamo visto l'originale proprio per preparaci alla visione di questo remake. Che, diciamocelo, è più che altro un omaggio.
Film 1909: "Suspiria" (2018) di Luca Guadagnino
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
In sintesi: onestamente non capisco che percorso stia facendo guadagnino e cosa voglia raccontare. "Io sono l'amore" è stato un colpo di fulmine, "Call Me by Your Name" una storia che ho imparato ad apprezzare e capire, mentre questo "Suspiria" mi ha disorientato.
Avendo visto poco prima l'originale di Dario Argento, la mia aspettativa si basava sul fatto che la storia qui avrebbe ricalcato quella del 1977, ma mi sbagliavo: la pellicola di Guadagnino parte dal presupposto di Argento e Nicolodi (scuola di ballo e congrega di streghe) per poi prendere tutt'altra direzione e arrampicarsi per scene splatter, danze erotiche e una divisione in capitoli di una pesantezza che non mi aspettavo. Insomma, la storia prende in prestito alcuni elementi per poi decidere di dirigersi altrove. Il che di per sé non sarebbe assolutamente un problema, non fosse che si decidere di mettere in scena un remake quando, a mio avviso, sarebbe bastato dirigere semplicemente un nuovo film.
"Suspiria" di Guadagnino non mi ha fatto impazzire, lo devo ammettere, nonostante un'evidente appeal stilistica che pervade tutta la produzione e che ho trovato in linea con il progetto: i colori, le atmosfere, le musiche, le scenografie si sposano alla perfezione con la storia ambientata nella Berlino del '77 (durante il cosiddetto Autunno tedesco) e i costumi della scena del ballo finale forniscono un ottimo contrasto con tutto ciò che la scuola Markos Tanz ha rappresentato fino a quel momento. La sensualità della danza e l'occhio invadente della telecamera, insieme a un montaggio ben realizzato, sono un aiuto prezioso a contrastare quei momenti più soporiferi che di quando in quando prendono il sopravvento durante le 2 ore e mezza abbondati di durata.
Per il resto "Suspiria" rimane incastrato tra le varie anime che sembra voler a tutti i costi ricoprire, un po' remake, un po' horror, un po' thriller, un po' film impegnato, un po' pellicola sulla danza d'avanguardia, un po' spettacolo per gli occhi (dico solo che Tilda Swinton qui interpreta 3 ruoli e vi sfido a riconoscerli tutti!). Avessero intrapreso qualche percorso in meno, forse il risultato finale sarebbe stato più riuscito e meno pesante. O tutta un'altra storia.
Cast: Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth, Angela Winkler, Ingrid Caven, Elena Fokina, Sylvie Testud, Renée Soutendijk, Christine LeBoutte, Fabrizia Sacchi, Małgosia Bela, Jessica Harper, Chloë Grace Moretz.
Box Office: $7.7 milioni
Vale o non vale: Nonostante il disastroso esito al botteghino (il film è costato 20 milioni di dollari solo per realizzarlo), bisogna dire a favore di questa pellicola che il risultato finale, se si considerano aspetti più tecnici come make-up, effetti speciali e costumi, è piuttosto ragguardevole. Sicuramente Guadagnino ha una sua estetica precisa che prende forma di volta in volta differentemente in ogni suo progetto - un aspetto che trovo molto interessante - e anche qui ogni immagine è ben studiata, ogni inquadratura pensata come parte di un insieme.
Detto ciò, rimane il fatto che "Suspiria" sia troppo lungo, spesso troppo lento e a tratti difficile da decifrare. Sicuramente non una scelta per ogni occasione, certamente non un titolo dell'orrore convenzionale. Quindi, choose wisely.
Premi: Candidato al Grammy per Best Song Written for Visual Media ("Suspirium" di Thom Yorke). Candidato a 6 David di Donatello per Miglior scenografo, truccatore, acconciatore, effetti speciali, canzone e musicista (Thom Yorke). In concorso a Venezia 75 per il Leone d'Oro, ha vinto il Premio Soundtrack Stars per la Miglior canzone originale e il premio La Pellicola d'Oro per gli effetti speciali.
Parola chiave: Voto.

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Bengi

sabato 8 agosto 2020

Film 1905 - Judgment at Nuremberg

Intro: Recentemente mi è capitato di appassionarmi ad un canale YouTube (Be Kind Rewind) che approfondisce le dinamiche socioculturali che hanno portato alla vittoria agli Oscar di alcune delle icone hollywoodiane più conosciute ed amate. Nel video dedicato a Judy Garland si citava questo film di cui avevo un vago ricordo, ma che mai avevo avuto l'occasione di recuperare. Ho colto l'occasione al volo, anche perché della grande attrice ho visto ben poco (e trovo curioso che abbia visto prima questo titolo che il ben più conosciuto "A Star is Born". Recupererò quanto prima!).
Film 1905: "Judgment at Nuremberg" (1961) di Stanley Kramer
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: decisamente non una storia facile, ma nel complesso un bel film che mi ha soddisfatto. "Judgment at Nuremberg" vive di grandissime interpretazioni grazie ad un cast stellare che, da solo, fa già metà del lavoro; in aggiunta, il lavoro sul processo e la tematica incentrata sulla giustizia post seconda guerra mondiale fanno sì che, nonostante un risultato finale forse meno grandioso di quanto non si sarebbe aspirato ad ottenere, il tutto funzioni e regali a chi guarda non pochi punti su cui riflettere (la devastazione post bellica, la necessità di una punizione esemplare, il desiderio della popolazione di ricominciare e il punto di vista di chi, convinto delle sue ideologie estremiste, riteneva di restare impunito). Particolarmente d'effetto il personaggio di Hans Rolfe (Schell), avvocato difensore di indifendibili protagonisti di una guerra insensata e ingiusta, che mette rumorosamente in gioco una strategia a tratti funzionale, ma che lo spettatore sa già essere condannata all'inefficacia.
"Judgment at Nuremberg" è un prodotto figlio del suo tempo che, con un linguaggio cinematografico oggi superato, riesce in ogni caso a risultare efficace nel momento in cui pone al centro della questione tematiche su cui è necessario riflettere e che, ancora oggi, è vitale tenere ben presente. Lento nell'esecuzione (3 ore di durata), ma feroce nella dialettica, il film di Kramer rimane sicuramente un ottimo esempio nel suo genere nonché ancora oggi una pellicola di innegabile rilevanza.
Cast: Spencer Tracy, Burt Lancaster, Richard Widmark, Marlene Dietrich, Judy Garland, Maximilian Schell, William Shatner, Montgomery Clift, Werner Klemperer.
Box Office: $10 milioni
Vale o non vale: Un buon prodotto americano che, pur veicolando ampiamente la classica idea dei salvatori a stelle e strisce, riesce a porre in maniera intelligente e posata il punto su una delle pagine più delicate della storia mondiale.
Un film che ritengo da vedere, ma che richiede concentrazione e dedizione, sia per le tematiche che per l'estensiva durata.
Premi: Candidato a 11 premi Oscar (tra cui Miglior film, regia, attore protagonista Tracy, attrice non protagonista Garland, attore non protagonista Clift), ne ha vinti 2 per Miglior attore protagonista (Maximilian Schell) e sceneggiatura non originale. 6 nomination ai Golden Globe (tra cui Miglior film drammatico e per gli attori non protagonisti Garland e Clift) ha vinto quelli per la regia e l'attore protagonista (Schell). 3 nomination ai BAFTA (2 per Miglior attore straniero Schell e Clift e una per Best Film from any Source) e 3 David di Donatello vinti per Migliore Produzione Straniera, Migliore Attore Straniero (Tracy) e un David speciale alla Dietrich per la sua performance nel film.
Parola chiave: Justice.

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Bengi

mercoledì 8 aprile 2020

Film 1867 - Jojo Rabbit

Intro: In tanti ne avevano parlato benissimo e, purtroppo, mentre ero in Argentina non ero riuscito a vederlo al cinema. Per cui, appena l'ho trovato disponibile in streaming, non ho perso tempo e l'ho subito recuperato!
Film 1867: "Jojo Rabbit" (2019) di Taika Waititi
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Mirco
In sintesi: in soldoni, bambino pro Nazi che si immagina amicone di Hitler diventa amico di un'ebrea che la madre gli nasconde in casa. Il resto ve lo lascio scoprire.
Taika Waititi confeziona un film che prende in giro il nazismo e il suo leader - ma chi vi ha detto che siamo sulla falsa riga de "La vita è bella" vi ha perculato - e lo fa centrando sufficientemente il bersaglio (mainstream). Un prodotto non perfetto, ma è evidente che l'intento fosse positivo e in ogni caso il buon risultato finale fa sorvolare sull'a volte mancato approfondimento (specialmente di alcuni personaggi). A tratti fiaba, a tratti satira, a tratti dramma, a tratti un po' di quello che ci volete vedere, "Jojo Rabbit" funziona perché ha un suo ritmo e una sua voce e, soprattutto, un cast in gran spolvero, partendo da un protagonista estremamente dotato (Roman Griffin Davis), proseguendo per un Hitler surrealmente godibile (ricordiamoci che Taika Waititi è per metà Māori) e il personaggio migliore della storia, la madre sovversiva Scarlett Johansson (qui sì nomination all'Oscar meritata e, a mio avviso, statuetta scippata dalla compagna di altro film Laura Dern); nel mezzo c'è una coppia gay ancora nell'armadio (Alfie Allen e Sam Rockwell) e l'istruttrice del campo per giovani seguaci del führer Rebel Wilson, tre personaggi che avrebbero sicuramente goduto di qualche chance in più per raccontare se stessi, specialmente quest'ultima che, presentata così come, rimane un po' inutile alla storia. Sorprendentemente chi rimane più indigesta è proprio colei per la quale ci si aspetterebbe di simpatizzare di più, ovvero la piccola rifugiata Elsa (Thomasin McKenzie), molto spesso antipatica o comunque poco incline a rendersi piacevole. Non so se fosse volutamente Waititi o la storia originale di Christine Leunens a renderla già così, rimane il fatto che non si fa apprezzare facilmente.
In ogni caso "Jojo Rabbit" è un insolito film sulla seconda guerra mondiale che ritrae, a volte con sorprendente leggerezza, passaggi di un momento storico complesso e doloroso, pur non mancando mai di rispetto o facendo sentire a disagio lo spettatore. E' un grande pregio quello di Waititi, è in grado mettere in scena orrori pur facendolo con un tono mai pesante e, anzi, sempre fedele a quello che mi pare essere il suo stile narrativo (vedi "Thor: Ragnarok").
Cast: Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Taika Waititi, Rebel Wilson, Stephen Merchant, Alfie Allen, Sam Rockwell, Scarlett Johansson.
Box Office: $90.3 milioni
Vale o non vale: Nel complesso una buona pellicola, sicuramente una delle migliori tra quelle candidate all'Oscar quest'anno (lo so, d'altronde le proposte non erano granché). Non è stato il film che mi aspettavo, la storia di Jojo completamente diversa da ciò che mi ero immaginato, senza contare che la figura di Hitler ha qui tutto un altro valore, mentre io avevo pensato si trattasse di un personaggio più concreto. Ma bene così, una visione che è stata una sorpresa, una Scarlett Johansson che è stata un piacere da vedere, un buon prodotto che, con il suo piglio contemporaneo, ha raccontato una storia particolare ma ambientata in un'epoca storica cinematograficamente già ampiamente spolpata, aggiungendo il suo peculiare punto di vista. Interessante. Premi: Candidato a 6 Oscar, tra cui Miglior film e attrice non protagonista, vincendo quello per la Miglior sceneggiatura non originale; 2 nomination ai Golden Globe per Miglior film e attore protagonista (Roman Griffin Davis) e 1 BAFTA per la Miglior sceneggiatura non originale su 6 nomination (tra cui attrice non protagonista e colonna sonora).
Parola chiave: Patriottismo.

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lunedì 22 luglio 2019

Film 1632 - Schindler's List

Intro: L'ho visto una sola volta alle medie, non l'ho mai più voluto rivedere. Poi qualcosa dentro di me mi ha fatto capire che fosse venuto il momento di rivedere questo film.
Film 1632: "Schindler's List" (1993) di Steven Spielberg
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: in poco più di 6 mesi mi sono (volontariamente) immerso di nuovo nella questione olocausto. Per tanti anni ho fuggito l'argomento per paura, per pudore e, probabilmente, molto anche per vigliaccheria. 

Parte del mio viaggio al di fuori dei confini italiani voleva essere dedicato allo scoperchiamento di certi tratti del mio carattere che, negli anni, non ho mai voluto affrontare in maniera matura; uno di questi era ed è tuttora la mia incapacità di affrontare il dolore altrui. Non che non riesca a mettermi nei panni delle altre persone, semplicemente ho paura di comportarmi nella maniera sbagliata rispetto a ciò che ci si aspetterebbe da me. 
Questa mia caratteristica si è sempre estesa anche alle grandi tragedie, motivo per cui nel tempo ho spesso cercato di scansare tematiche che richiedessero un'espressione concreta del mio punto di vista. Il tempo, l'Australia, mia cugina, il mio desiderio di aprirmi mi hanno spinto a quantomeno tentare un nuovo approccio nei confronti di quelle cose che mi spaventano. 
So che può sembrare sciocco pensare che, guardando un film, qualcosa in noi possa cambiare, eppure per me è stato un momento importante che, successivamente, mi ha convinto ad andare a visitare la Fabbrica di Schindler e il campo di concentramento di Auschwitz e Birkenau quando, all'inizio di gennaio, sono stato a visitare Cracovia. 
Era importante per me trovare il coraggio di affrontare la paura e il disagio profondo conseguente al vedere e toccare con mano l'orrore che ha portato con sé la seconda guerra mondiale. Impossibile tradurre in parole cosa si possa provare anche solo visitando quei luoghi, mi troverei nella posizione di provare a parlare di qualcosa talmente più grande di me che finirei per sconfinare nella banalità più assoluta, offendendo il ricordo di chi ha dato la vita per quella bestialità che è l'intolleranza della diversità, in qualsiasi forma essa si possa manifestare. 
La potenza e la forza di "Schindler's List" stanno nella sua capacità di immergere lo spettatore in quello spettacolo di violenza ed atrocità, scuotendolo fin nel profondo. E' impossibile rimanere indifferenti alla freddezza e crudeltà scellerata di Amon Goeth (Fiennes), all'insensatezza, all'odio, al dolore che la storia ritrae in maniera cruda e realistica. In mezzo a tutto quanto di più orribile si possa immaginare, la figura di Oskar Schindler (Neeson) e il ricordo, nonché la celebrazione, di quanto anche una sola persona possa fare la differenza. Oggi come allora.
Cast: Liam Neeson, Ben Kingsley, Ralph Fiennes, Caroline Goodall, Jonathan Sagall, Embeth Davidtz.
Box Office: $322.1 milioni
Vale o non vale: Una pellicola difficilissima, una storia atroce che va a toccare lo spettatore nel profondo. Non si tratta certo di un film che si possa vedere e rivedere, bisogna essere davvero preparati (Spielberg usa anche materiale di repertorio insieme a quello da lui girato, il che rende l'effetto finale ancora più realistico e sconvolgente). E' un viaggio nel baratro, l'immersione totale in uno dei capitoli più atroci della storia dell'umanità e non se ne esce indenni (15-17 milioni di vittime tra il '33 e il '45); ma "Schindler's List" va visto, fosse anche solo per onorare la memoria di tutti coloro che lo hanno vissuto.
Premi: Vincitore di 7 premi Oscar, su 12 nomination, tra cui Miglior film, regia, sceneggiatura non originale, fotografia e colonna sonora. 3 Golden Globe vinti (film, regia, sceneggiatura) su 6 nomination e 7 BAFTA (tra cui film, regia, sceneggiatura e attore non protagonista per Ralph Fiennes) su 13 candidature; 1 Grammy vinto per la colonna sonora di John Williams. Candidato al César e al David di Donatello per il Miglior film straniero.
Parola chiave: Fabbrica.

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martedì 7 maggio 2019

Film 1574 - Inglourious Basterds

Intro: Da quando lo avevo visto al cinema non aveva mai trovato l'occasione giusta per rivederlo. Trovata al Takarakka!
Film 1574: "Inglourious Basterds" (2009) di Quentin Tarantino
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: comincia qui la carriera hollywoodiana di Christoph Waltz che, grazie ad un'interpretazione indimenticabile, vince il suo primo Oscar per il film di Tarantino. Un'accoppiata vincente che porterà ad entrambi il secondo Academy Award con la successiva collaborazione per "Django Unchained";
questa è la mia seconda visione di "Inglourious Basterds", una pellicola che, ricordo, al cinema mi aveva lasciato piuttosto inquietato. Violentissima e carica di una tensione palpabile, la storia non mancherà di sorprendere più e più volte lo spettatore attraverso molti colpi di scena e tantissimi colpi d'arma da fuoco. Per non parlare delle esplosioni che, qui, si mescolano al mondo del cinema. Tarantino riscrive la storia della seconda guerra mondiale e lo fa secondo i suoi standard voraci e trasgressivi, senza mai mancare di aggiungere una certa dose di ironia. Il film funziona benissimo e colpisce dritto al cuore.
Cast: Brad Pitt, Christoph Waltz, Michael Fassbender, Eli Roth, Diane Kruger, Daniel Brühl, Til Schweiger, Mélanie Laurent, B. J. Novak, Martin Wuttke, Mike Myers, Léa Seydoux.
Box Office: $321.5 milioni
Vale o non vale: Cosa sarebbe successo se si fosse riusciti a fermare Adolf Hitler e, soprattutto, in quale modo si sarebbe potuto riuscire a farlo? Questa la macrostruttura narrativa di "Inglourious Basterds", pretesto (non da poco) per una storia fatta di numerosi elementi che convergeranno tutti per provare a rispondere alle domande di cui sopra. Se vi piacciono i film violenti, se vi piace Tarantino, questo è assolutamente un film che fa per voi.
Premi: Candidato a 8 premi Oscar (tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura) ha vinto quello per il Miglior attore non protagonista (Waltz). 4 nomination ai Golden Globe e 6 ai BAFTA, il film ha vinto per Waltz ad entrambe le premiazioni.
Parola chiave: Premiere.

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sabato 21 luglio 2018

Film 1502 - American History X

Intro: Uno di quei titoli classificabili nel mio processo di scelta delle pellicole sotto la voce “Prima o poi lo vedrò, ma sicuramente non oggi”. Ci voleva la spinta di mia cugina per decidere di sceglierlo, finalmente.
Film 1502: "American History X" (1998) di Tony Kaye
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: in quanto a pesantezza non c’è male. “American History X” è un film difficile da guardare e durissimo nei confronti di uno spettatore che non può fare a meno che rimanere spiazzato. C’è tanto dolore ed odio, ci sono idee impossibili da condividere, c’è un Edward Norton bravissimo e incazzato come non lo avevo mai visto. Lui è il film;
mentre segui la storia senti sempre di più crescere in te il disgusto per quella mentalità razzista ed estremista, brutale nel riconoscersi un diritto di supremazia stupido, ignorante e infondato, crudele nel costruire un’escalation di violenza che non farà altro che portare a morte e desolazione, anche quando parrebbe esserci la speranza di un recupero. Ma si sa che in questo tipo di storie il lieto fine non è mai parte del racconto e, infatti, dopo il mare di sangue già ampiamente versato, non tarderà ad arrivare quel colpo di scena finale che lascerà lo spettatore ammutolito e con non poco materiale su cui riflettere. Che senso ha odiare gli altri a tal punto da volerne fare la propria ragione di vita?
Cast: Edward Norton, Edward Furlong, Fairuza Balk, Stacy Keach, Elliott Gould, Avery Brooks, Beverly D'Angelo.
Box Office: $23.9 milioni
Vale o non vale: decisamente non un prodotto per ogni occasione. E’ fortemente violento e ideologicamente fuorviante, racconta una storia complicata in cui tutti i passi falsi della famiglia Vinyard verranno pagati a carissimo prezzo. Bisogna avere la voglia e lo stomaco per immergersi in un film del genere.
Premi: Candidato all'Oscar per la performance da protagonista di Norton.
Parola chiave: Stupro.

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Bengi

martedì 27 dicembre 2016

Film 1265 - I predatori dell'arca perduta

Erano anni ormai che volevo rivedere tutta la saga. Volevo anche comprarne i dvd, ma non so perché non ho mai concretizzato il mio intento. Così quando Netflix ne ha messo a disposizione ogni capitolo, non ho perso tempo e ho cominciato a recuperarne uno alla volta.

Film 1265: "I predatori dell'arca perduta" (1981) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: A qualche minuto dall'inizio della pellicola mi sono accorto che il film, oltre ad essere stato esteticamente restaurato (con immagini di fatto paragonabili a quelle di un titolo appena uscito in sala) era anche stato ridoppiato. Il che non solo è fastidioso di per sé, ma lo è ancor di più perché la nuova voce scelta è quella di Pino Insegno. Tremenda, tremenda scelta, a maggior ragione se si pensa che le altre pellicole su Jones non hanno subito lo stesso trattamento, per fortuna. Dunque l'unica via praticabile era l'ascolto in originale.
Al di là di questo piccolo inconveniente - che di fatto mi ha portato a scoprire in chiave del tutto nuova una pellicola che conoscevo sotto un "aspetto" diverso -, ho goduto nuovamente del primo, magnifico film su Indiana Jones gustandomi ogni singola scena. Anche perché la maggior parte non me le ricordavo e mi ha fatto alquanto piacere accorgermi che nonostante i suoi 35 anni di età, "I predatori dell'arca perduta" è un evergreen capace di intrattenere e appassionare lo spettatore oggi come un tempo. Inutile dire quanto mi sia sentito nuovamente bambino a rivivere questa storia, ancor di più perché, tra i vari miti personali che accompagnano la saga, sicuramente la morte finale dei nazisti sta al secondo posto delle scene più inquietanti che Spielberg e i grandiosi effetti speciali sono riusciti a confezionare, meno spaventosa solo degli effetti "collaterali" del bere dal Santo Graal sbagliato...
"Raiders of the Lost Ark" è veramente un bel film, un grande primo capitolo di una serie di titoli quasi sempre all'altezza della fama globale che il personaggio creato da George Lucas è riuscito nel tempo a guadagnarsi. Se Indiana Jones è oggi ancora così conosciuto ed apprezzato è sicuramente per merito delle magnifiche ed audaci avventure create per i 4 film realizzati e, indubbiamente grazie al perfetto Harrison Ford, mitico eroe dalla doppia veste di rinomato studioso e sgangherato avventuriero, sempre in bilico tra uno sguardo sexy e un'espressione da schiaffi, la soluzione di un caso e un colpo di fortuna che salva tutta la situazione. Grazie alla sua capacità di rappresentare così efficacemente il protagonista, l'irriverenza sfacciata con cui ci si beffa di certi elementi "intoccabili", un ritmo capace di trasportare all'avventura e una colonna sonora che è leggenda, questo film (e il suo franchise) è riuscito nel tempo non solo a consolidarsi quale classico della cinematografia americana, ma certamente come uno dei titoli più iconici di sempre.
Ps. Vincitore di 4 premi Oscar (Scenografie, sonoro, montaggio ed effetti speciali) su un totale di 8 nomination tra cui Miglior film e regia. Inoltre la pellicola ha vinto un Oscar speciale per il montaggio sonoro.
Film 1265 - I predatori dell'arca perduta
Film 1271 - Indiana Jones e il tempio maledetto
Film 1281 - Indiana Jones e l'ultima crociata
Film 1288 - Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo
Film 2200 - Indiana Jones and the Dial of Destiny
Cast: Harrison Ford, Karen Allen, Paul Freeman, Ronald Lacey, John Rhys-Davies, Denholm Elliott, Alfred Molina.
Box Office: $389.9 milioni
Consigli: Bello, divertente e di grande intrattenimento, un vero e proprio classico del cinema moderno, "I predatori dell'arca perduta" è la scelta più ovvia per cominciare la riscoperta della quadrilogia su Indiana Jones (secondo nella mia personale classifica dei 4 titoli). Regia fantastica, colonna sonora cult, Harrison Ford perfetto e risultato finale che indimenticabile per un film che si può vedere e rivedere senza mai stancarsene. Davvero intramontabile Indi!
Parola chiave: Amuleto di Ra.

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mercoledì 28 settembre 2016

Film 1217 - Casablanca

Era da molto tempo che volevo rivederlo, così ne ho approfittato non solo per rinfrescarmi la memoria, ma anche per recuperare un classico nella sua versione originale.

Film 1217: "Casablanca" (1942) di Michael Curtiz
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Quando si dice un vero capolavoro.
Sarà il fascino del bianco e nero, la visione in inglese, la bravura e bellezza della Bergman, il magnetismo di Bogart, il contesto esotico o la mano di Curtiz, sarà che tutti questi elementi insieme concorrono a creare qualcosa di magico, irripetibile... di fatto "Casablanca" è un film bellissimo.
Carica di un'atmosfera speciale che spazia dall'avventura al romantico, dal politico impegnato al patriottismo, dall'affresco storico alle trame classiche dello spionaggio in stile Hitchcock, questa pellicola è in grado ancora oggi di appassionare lo spettatore che ne segue gli sviluppi rapito e non può fare a meno di soffermarsi su certi dettagli - il viso della Bergman, così candido; i profili nella scena finale; il gioco di luce e ombra spesso messo in gioco - che rendono l'esperienza "Casablanca" indimenticabile. Tra l'altro mi sconvolge pensare che una storia così fortemente antifascista sia riuscita ad essere prodotta e realizzata a così poco tempo dagli orrori della seconda Guerra Mondiale, nonostante l'ambientazione qui sia la guerra stessa e plausibilmente la sensibilità comune potesse essere ancora piuttosto scossa dai fatti.
In ogni caso, questo è un vero e proprio classico della cinematografia, prodotto giustamente di culto in grado ancora oggi di essere bello da vedere e da seguire, capace di costruire una suspense che dura fino alla scena dell'addio (tra l'altro bellissime musiche!) e lasciare allo spettatore una serie di scene indimenticabili che, non a caso, fanno ancora oggi parte del nostro patrimonio culturale. Se questo non rende "Casablanca" un film speciale, non so cosa potrebbe.
Ps. Candidato a 8 premi Oscar, ne ha vinti 3: Miglior film, regia e sceneggiatura.
Film 1217 - Casablanca
Film 1996 - Casablanca
Cast: Humphrey Bogart, Ingrid Bergman, Paul Henreid, Claude Rains, Conrad Veidt, Sydney Greenstreet, Peter Lorre, John Qualen, Marcel Dalio, Corinna Mura.
Box Office: $3.7 milioni
Consigli: Bellissimo, con un cast pazzesco e diretto con classe, "Casablanca" è l'esempio di cult per antonomasia insieme a pochi altri titoli. Direi senza ombra di dubbio imperdibile: si tratta di un prodotto di qualità, oltre che una parte importante della storia del cinema classico. Insomma, da vedere e rivedere.
Parola chiave: Letters of transit.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 11 agosto 2015

Film 972 - Mortdecai

Sclete un po' casuali per tenersi occupati durante la cena.

Film 972: "Mortdecai" (2015) di David Koepp
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Charles Mortdecai ha fama di grande intrallazzatore, la sua specialità sono le opere d'arte di dubbia provenienza che rivende a personaggi a volte molto equivoci. A causa di un enorme debito col fisco inglese, è costretto dall'MI5 ad indagare sulla morte di una restauratrice di quadri e sulla sparizione di un prezioso dipinto di Goya. La missione si rivela subito molto pericolosa, perché forse il dipinto nasconde sul suo retro i codici segreti di un conto corrente in cui è depositato l'oro dei Nazisti e molti criminali in giro per il mondo fanno di tutto per rintracciarlo." - Wikipedia.
A parte per l'uso di 'intrallazzatore' che è una parola orrenda, trovo il riassunto di questa pellicola proposta da Wiki assolutamente efficace, per cui mi sembrava funzionale utilizzarla per riassumere gli avvenimenti di "Mortdecai", un titolo assolutamente dimenticabile.
Dopo l'insoddisfacente "Transcendence", Johnny Depp fa nuovamente squadra con Paul Bettany per il secondo insuccesso di fila di questa strana coppia. Non serve a niente portare nel gruppo Gwyneth Paltrow, Ewan McGregor, Jeff Goldblum e Olivia Munn, il flop è decretato dal botteghino e dalle recensioni dei critici che lo hanno bannato, nonostante sulla carta questa sembrasse davvero un'operazione vincente. Tratto dai romanzi di Kyril Bonfiglioli, "Mortdecai" vorrebbe essere una sorta di mix moderno di spionaggio, agenti segreti e comicidà alla "Johnny English", "Agente Smart - Casino totale" o (gli piacerebbe) "La pantera rosa", fallendo però nell'intento. Il protagonista vanesio e sciocco è antipatico, la femme fatal Paltrow poco credibile e l'atmosfera generale non riesce a divertire quanto lo spettatore si sarebbe aspettato. Ed è strano, perché c'è una certa dose di stramberia che normalmente sarebbe stata efficace a suscitare qualche risata. Ma sarà, appunto, che Charlie Mortdecai non suscita alcuna simpatia, il risultato finale è insipido e privo di brio. Il che, per una commedia, è un totale disastro.
Box Office: $30.4 milioni
Consigli: Dimenticabilissimo esempio di come sprecare un cast fantastico per una produzione banale e per niente ispirata. "Mortdecai" è un titolo inutile, non così orrendo come tutti lo hanno dipinto, ma certamente un inaspettato fallimento nelle filmografie di attori di Hollywood con la A maiuscola. Si può vedere e dimenticare nell'attimo in cui la pellicola finisce. Peccato, poteva essere fatto certamente di più.
Parola chiave: Baffi.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 14 aprile 2014

Film 695 - Captain America - Il primo vendicatore

Solo con qualche anno di ritardo...

Film 695: "Captain America - Il primo vendicatore" (2011) di Joe Johnston
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Devo dire che per essere un film su un supereroe questo è uno strano blockbuster. Innanzitutto non c'è una figura femminile di riferimento che sia o famosa o sufficientemente sexy da distogliere l'attenzione di un certo target di pubblico. La scelta dell'unico personaggio femminile è ricaduta su Hayley Atwell, né particolarmente conosciuta né riconducibile ai canoni hollywoodiani di bellezza da cinema commerciale.
Inoltre il contesto della pellicola è certo inusuale (guerra alla Germania nazista da parte degli USA) considerato che, appunto, parliamo di un prodotto incentrato su un supereroe "geneticamente modificato" che combatte il male, ovvero un tipo di spettacolo soitamente considerato leggero.
Nella mia visione della cosa (anche) questi due elementi hanno contribuito a determinare il circoscritto successo di questo primo Capitan America che, seppure ha ottenuto un buon incasso, è stato certamente inferiore alle attese. Non ho ancora visto il secondo, ma, oltre ad esserci stato un notevole incremento al botteghino ($476,706,000 di incasso mondiale ad oggi), ho letto di un favore abbastanza esteso da parte dei critici rispetto ad un approccio alla trama migliorato. Sperando che la direzione presa si concentri meno sugli eventuali altri episodi storici (per quanto si ricerchi un'aderenza con il fumetto), oltre che sfruttare la potenziale simpatia del personaggio e del suo interprete Chris Evans per caratterizzare meglio Captain America e, diciamocelo, renderlo un pochino più simpatico.
In linea di massima "Captain America: The First Avenger" non è male, ma oltre ad essere molto cupo, non centra mai veramente il bersaglio. Qualcosa non convince mai del tutto e, alla fine, si finisce la visione rimanendo non pienamente soddisfatti di ciò che si è visto.
L'anima estremamente patriottica di questa vicenda emerge fin dall'inizio ed è, alla lunga, un po' limitante considerando che la maggior parte dell'inizio del film si concentra su dinamiche di ammissione o rifiuto delle nuove leve dell'esercito degli Stati Uniti. I poteri di Steve Rogers arrivano abbastanza tardi e, anche quando i muscoli riempono ogni centimetro del suo corpo, la nuova creatura Captain America spicca solo nella sua veste circense di uomo (immagine) di punta di uno spettacolo recluta-truppe che è un'"avventura" che non conduce a nulla nonostante il grandissimo spazio che le è concesso nella trama. Si comincerà finalmente a parlare di azione solo verso la fine - quando lo spettatore si è già un po' annoiato - e nonostante le buone intenzioni e l'ottimo lavoro come cattivo da parte di Hugo Weaving (già Agente Smith di "Matrix") non si può cancellare l'attesa che ha portato ad arrivare finalmente a qualche scontro.
Per questo motivo, in generale, sono portato a dire che "Captain America - Il primo vendicatore" è un prodotto atipico rispetto agli altri franchise Marvel, molto concentrato su una contestualizzazione storico-temporale del personaggio, con un lungo lavoro dedicato a dinamiche sociali che, però, non sono trattate in maniera da rendere interessante e il personaggio principale e i comprimari presenti sullo schermo, riducendo il tutto ad un susseguirsi di eventi piuttosto impersonale. Ed è, penso, anche per questa ragione che il film non ha ottenuto i risultati sperati. Siamo abituati a pellicole sui supereroi che definire di intrattenimento è riduttivo, quindi non stupisce che un prodotto meno incisivo, per quanto tecnicamente ben realizzato, non centri il proprio obiettivo. Vedremo con "Captain America: The Winter Soldier" cosa succederà.
- The Avengers
Film 411 - The Avengers
Film 808 - The Avengers
Film 1568 - The Avengers
Film 930 - Avengers: Age of Ultron
Film 932 - Avengers: Age of Ultron
Film 1177 - Avengers: Age of Ultron
Film 1571 - Avengers: Age of Ultron
Film 1613 - Avengers: Infinity War
Film 1717 - Avengers: Infinity War
Film 1757 - Avengers: Endgame
Film 1792 - Avengers: Endgame
Film 2023 - Avengers: Endgame
- Captain America
Film 695 - Captain America - Il primo vendicatore
Film 814 - Captain America: The Winter Soldier
Film 1156 - Captain America: Civil War
Film 1395 - Captain America: Civil War
- Thor
Film 268 - Thor
Film 1191 - Thor
Film 631 - Thor: The Dark World
Film 1193 - Thor: The Dark World
Film 1447 - Thor: Ragnarok
- Iron Man
Film 543 - Iron Man 2
Film 676 - Iron Man 3
- Ant-Man
Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
- Doctor Strange
Film 1250 - Doctor Strange
Film 1433 - Doctor Strange
- Spider-Man
Film 1394 - Spider-Man: Homecoming
Film 1653 - Spider-Man: Homecoming
Film 467 - The Amazing Spider-Man
Film 718 - The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro
- Black Panther
Film 1612 - Black Panther
Box Office: $370,569,774
Consigli: Se si è fan degli Avengers, dei supereroi o dell'universo Marvel in generale di certo non si può perdere anche questo titolo, specialmente nell'ottica di vedere il secondo episodio appena uscito al cinema. Come spesso accade, meglio aspettare che i titoli di coda siano scorsi per intero prima di lasciare la visione: un'altra breve scena collegherà Capitan America alla sua nuova missione: "The Avengers"!
Parola chiave: Tesseract.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 24 febbraio 2014

Film 674 - Monuments Men

La 3 ci riporta al cinema, questa volta con un prodotto decisamente superiore per qualità agli ultimi che lo hanno preceduto.

Film 674: "Monuments Men" (2014) di George Clooney
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: "Un plotone dell'esercito americano, composto da critici ed esperti d'arte, direttori di musei ed elementi simili, durante la seconda guerra mondiale ha il compito di cercare e recuperare le opere d'arte trafugate nei paesi occupati dai nazisti per salvarle dall'ordine di distruggerle di Adolf Hitler e restituirle ai legittimi proprietari." - da Wikipedia. 'Elementi simili' a parte, quoto ogni parola.
Il nuovo film da regista (e attore. E sceneggiatore. E produttore) di George Clooney presenta il nobile intento di portare alla luce la bella storia di amore e sacrificio per l'arte, senza, però, suscitarne un vero e proprio trasporto. La combricola di esperti dell'arte trasformati in militanti dell'esercito è simpatica, ma non trascinante e l'umorismo di fondo della sceneggiatura spesso è un po' troppo sommerso per arrivare al pubblico generalista (per intenderci, durante la visione, nella mia sala c'erano ragazzi che si tiravano i pop-corn e ridacchiavano criticando la lentezza della pellicola, priva del brivido della guerra che si aspettavano).
Maleducazione da aspettative fuorvianti a parte, "The Monuments Men" rimane una pellicola ben girata e interpretata, che presenta un cast di tutto rispetto tra cui 4 premi Oscar (Clooney, Matt Damon, Cate Blanchett e Jean Dujardin), 2 candidati all'Oscar (Bill Murray, Bob Balaban), il vincitore del Golden Globe John Goodman e il candidato al Golden Globe Hugh Bonneville. Insomma, qualche valido motivo per andare a vederlo al cinema c'è.
Non bastasse questo, bisogna dire che la storia è sinceramente interessante e, per coloro che fossero appassionati di storia o di arte, la sceneggiatura offre certamente numerosi punti di interesse. Questo prodotto cinematografico, infatti, è tratto dall'opera omonima di Robert M. Edsel, a sua volta basata sui fatti realmente accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Quindi il risultato finale è meno riuscito di quanto sperassi prima di vedere il film, ma ha certo i suoi pregi. L'inizio è un po' lento e forse qualche parte si sarebbe potuta accorciare, ma comunque quando si entra nel vivo dei vari intrecci narrativi la storia ingrana la marcia giusta e il tutto procede senza intoppi fino alla fine.
Ps. Cameo del compositore parigino Alexandre Desplat qui anche autore della colonna sonora. Desplat, a quota sei candidature, è in lizza anche quest'anno per l'Oscar alla Miglior colonna sonora del film "Philomena".
Box Office: $84,450,000 (ad oggi)
Consigli: Carino ed interessante Ha certamente i suoi pregi, primo fra tutti quello di portare il messaggio dell'importanza dell'arte nella cultura di ogni popolo. Va detto, però, che è un film di guerra non sulla guerra o, per precisione, non su come la guerra viene oggi rappresentata nei film (azione, sparatorie, esplosioni, rumore, rumore, rumore). Il risultato finale è comunque positivo, soprattutto grazie al buon cast.
Parola chiave: Opere d'arte.

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Bengi

domenica 27 novembre 2011

Film 333 - This Must Be the Place

Si parla da un bel po' di questa pellicola. Era impossibile ignorarla!


Film 333: "This Must Be the Place" (2011) di Paolo Sorrentino
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Claudia, Ramona
Pensieri: Ultimamente mi sono accorto che seguo con più attenzione progetti cinematografici italiani. Per quanto questa pellicola sia di ben più ampio respiro, rimane il fatto che la regia è del napoletano Paolo Sorrentino ("Le conseguenze dell'amore", "Il divo"), la sceneggiatura, oltre che del regista stesso, è di Umberto Contarello ("Questione di cuore", "Lascia perdere, Johnny!"), il montaggio di Cristiano Travaglioli ("Il divo", "Fascisti su Marte") e la fotografia di Luca Bigazzi (5 David di Donatello per la Miglior fotografia di film come "Pane e tulipani", "Le conseguenze dell'amore", "Romanzo criminale", "Il divo"). Insomma, non manca l'impronta nostrana.
Più simile ad una pellicola indipendente per taglio e storia - ma non certo per budget (€25,000,000) - "This Must Be the Place" è un film dalla trama non facile, raccontata però con una certa leggerezza infantile di fondo. Non vengono sminuiti gli avvenimenti, ma si segue il protagonista Cheyenne/Sean Penn, ex rock star in ritiro, probabilmente bruciato da anni di droghe e alcol (molto Ozzy Osbourne style), che procede nella sua vita seguendo ritmi tutti suoi.
Ragazzino per molti aspetti, necessita delle cure della moglie Jane/Frances McDormand che lo segue e lo ama quasi da non capacitarsene. I loro ritmi sono sincroni e si capisce fin da subito che affetto e stima sono incondizionati. Entrambi hanno bisogno dell'altro per andare avanti. Anche per questo sarà difficile intraprendere il cammino - da alcuni definito 'on the road' - per Cheyenne verso New York fino alla casa del padre morente che non vede da decenni. Rapportarsi con una realtà ormai estranea e dimenticata, ripercorrere il problema dell'accettazione in famiglia e riprendere in mano dopo tanto tempo il rapporto con il genitore - ma all'arrivo il padre sarà già morto - saranno solo gli spunti iniziali della storia.
La pellicola tratta essenzialmente il percorso di formazione del nostro strambo eroe, alla ricerca del nazista che per anni ha ossessionato la memoria del padre che desiderava ritrovarlo dopo gli anni passi nei campi di concentramento. L'atteggiamento leggero di Cheyenne aiuterà a portare avanti la storia senza la pesantezza che ci si potrebbe aspettare da tematiche così difficili. Non si parla di superficialità, chiaramente, ma di un atteggiamento verso la vita che riflette un approccio disilluso e calmo, basato sulla certezza delle cose concrete (amore, amicizia, musica) che ci aspettano una volta compiuta la 'missione'.
Simpatico ed antieroe quanto basta, Sean Penn riesce a non risultare ridicolo in abiti così sopra le righe e, anzi, fa tenerezza e piace proprio per la sua caparbietà e bontà di adulto regredito a bambino. Una prova difficile che l'attore, forse già formato dall'esperienza di "Mi chiamo Sam" di 10anni fa, supera facendo davvero la differenza per il film. Se, infatti, il campionario di attori-spalla non fa mancare niente (c’è anche David Byrne che interpreta sé stesso), è anche vero che senza l’attore due volte premio Oscar l’opera di Sorrentino non sarebbe mai risultata tanto interessante e piacevole da seguire, nonostante il ritmo non certo incalzante.
Appassionandosi a Cheyenne, alle sue stramberie, i suoi riti e i suoi demoni, si percorre insieme la strada fino al momento in cui, sul finire della storia, ci si accorgerà che il nostro protagonista è davvero cresciuto, tanto da non necessitare più della maschera che per anni ha dovuto indossare per affrontare una quotidianità che, senza alcol o droghe, non è poi tanto ‘rock’. Senza mai dimenticare, però, l’amore, gli amici e la (buona) musica.
Consigli: Quasi, biografia romanzata di un vero rockettaro, tra lavoro di introspezione e ricerca di demoni del passato (non per forza solo interiori), un piacevole film che si costruisce tutto sul fantastico lavoro di Sean Penn. Per chi ama l’America ‘da strada’ non può che essere un film da vedere.
Parola chiave: Mordecai Midler.

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Ric

domenica 25 aprile 2010

Film 108 - Ogni cosa è illuminata

Cena e film con la mia adorata bionda del cuore Erika, per un tête-à-tête rilassante dopo una domenica pomeriggio ricca di nuovi incontri per nuove collaborazioni...! A breve alcune novità!!!


Film 108: "Ogni cosa è illuminata" (2005) di Liev Schreiber
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Liev Schreiber, attore americano al suo esordio alla regia (e alla sceneggiatura), dirige un film che è un gioiellino da guardare ed amare sottovoce. Non ci sono grida o schiamazzi, solo una storia raccontata con pacata tranquillità. Gioie e dolori nella riscoperta di una terra, l'Ucraina, lasciata dal nonno del protagonista Jonathan Safran Foer/Elijah Wood a causa delle persecuzioni agli ebrei. Sulla strada per Trachimbrod Jonathan, vegetariano con la fobia dei cani, riscopre suo nonno, sé stesso e la sua famiglia, rivoluzionando l'idea che se ne era fatto durante la vita.
Parte gasato il film, frena e spiazza nel finale, lasciando lo spettatore con un pugno fortissimo in pancia con non può non stordire per qualche ora. C'è la giusta dose di humor che spezza una storia macchiata di sangue in un Paese calpestato dal nazismo. Elijah Wood è bravo nella parte dell'ebreo maniaco del collezionismo, che imbusta qualsiasi cosa ritenga importante per arricchire la sua collezione a parete. Rimane sottotono per tutta la durata del film, recitando attentamente la sua parte. Più scanzonato e paradossale di riflesso, il personaggio di Alex interpretato da Eugene Hutz (cantante dei 'Gogol Bordello' che sono presenti all'inizio della pellicola), svalvolato imitatore alla buona della cultura hip-hop americana. Lui insieme a suo nonno formano la strana coppia, che nei momenti giusti, però, sa commuoversi per le verità venute a galla.
Bello, davvero un filmino indipendente ormai cult da vedere e rivedere, anche per non dimenticare. Ps. Il film è tratto dal libro "Ogni cosa è illuminata" di Jonathan Safran Foer.
Consigli: Seratina tranquilla in casa con un dopo cena 'illuminato'. Non deluderà!
Parola chiave: Augustine.



#HollywoodCiak
Bengi